A Giorgio,
che anche se non leggerà mai, ha ispirato
questa storia. Perchè sei tu che sei qui nel mio cuore.
A Denny,
Che mi è sempre vicina e che mi aiuta. Ora
voglio aiutarla io, ora che è in difficoltà. Ti voglio bene
Tesoro.
A Korde,
la mia alunna preferita, che legge sempre
tutto in anteprima, che mi fa ridere, che mi vuole bene. Anche io ti voglio
bene!
A tutte le meravigliose ragazze
L&L,
che hanno reso la mia vita più semplice e
felice, più ricca e meravigliosa. Grazie ragazze!
Goodbye my
lover
[E' meglio così]
Un cielo uggioso nasconde quel sole che un tempo avevo
tanto amato.
Un giorno avrei pagato oro per sentire il calore di quella
potente stella scendere sulla mia pelle e avvolgermi.
Oggi qualunque cosa mi ricordi il sole o mi riporti alle
sfumature di quel colore caldo e forte la odio con tutta me stessa.
Non so neanche il perchè.
La odio e basta.
E in un certo senso oggi mi sento felice di non doverlo
vedere.
Sono felice che stia per piovere, perchè la pioggia mi da
forza e non so perchè.
So soltanto che quando sento quelle gocce sul mio viso, mi
sento meno sola.
La mia mano è appoggiata al vetro della finestra. E'
appannato. E freddo.
I miei capelli sono stretti in una coda, lisci. I ricci li
ho abbandonati da un pò. Non facevano più parte della mia vita.
Indosso uno di quei tailleur grigio perla, che indossano
tutte le donne in carriera.
Prendo la valigetta ed esco. Mi aspetta la fermata
dell'autobus in High Street, dopo tutto sono ancora una nata babbana.
I tacchi risuonano secchi sull'asfalto bagnato.
Un avvocato, ecco cosa sono diventata.
In fondo la legge è sempre stato il mio motto. Nessuno
avrebbe sospettato che avrei preso un'altra via: tutto secondo i piani.
Certo, i piani di qualcun'altro.
L'unica cosa che non ho fatto seguendo i piani di altri è
stata quella pazza storia al mio settimo anno.
Da quel momento in poi ho odiato il sole.
Il semaforo è rosso. Attraverso la strada su quelle strisce
bianche che mi abbacinano gli occhi con quella luce che stride con le nuvole
quasi nere.
Sono quasi in High Street, devo passare solo un altro
incrocio.
Sento le prime gocce di pioggia scendere.
Accanto a me passa un ragazzo in completo blu notte. Sta
correndo e si tiene la valigetta sopra la testa.
- Santo Salazar, ci mancava solo la pioggia-
Impianto i piedi a terra e impallidisco.
Non è semplicemente possibile.
Io odio il sole.
Il ragazzo ho una chioma color del grano, anzi è un oro
molto più chiaro. Sembra quasi bianco.
E io odio il sole.
Quel colore ferisce i miei occhi castani chiaro, che spesso
dicevano assomigliassero all'oro.
Ma io l'oro lo odio.
Odio tutto tranne la pioggia.
Odio tutto tranne le lacrime del cielo.
Una macchina mi suona: sono al centro della strada ed è
scattato il verde.
Sbatto le palpebre. Il ragazzo si gira.
Vedo ciocche bionde dondolare a fianco delle guance
arrossate e due occhi color grigio, metallo fuso od argento grezzo.
Un tuffo al cuore è tutto quello che sento, mentre la mia
anima si sgretola.
You touched my heart you touched my soul.
You changed my life and all my goals.
Sento il mio cuore battere veloce, così veloce che sembra
quasi sia fermo, immobile nel mezzo del mio torace e formi un nodo nella
trachea.
Non riesco a vedere molto bene, ma continuo a camminare
dritta, imperterrita mentre lui continua a guardarmi incerto.
Come un atoma porto la mia mano, ora curata, ai capelli per
riavviarmeli come facevo a scuola quando ero nervosa, ma poi ricordo che la mia
folta chioma riccioluta non ce l'ho più e li tengo stretti in una
coda.
Riporto la mano verso il fianco cercando di mascherare
l'errore compiuto in un'azione abitudinaria. Un vizio che ho cercato di
togliermi, perchè mi ricorda il periodo della scuola.
E io odio il sole e l'oro. Li odio.
-Hermione, sei tu?- la sua voce è quella di sempre, proprio
come me la ricordavo, forse solo un pò più bassa.
-Scusi ce l'ha con me?- Fingere: è questo che devo fare.
Fingere ed uscire da questa situazione.
-Ah mi spiace l'avevo scambiata per una persona che
conosco. Mi scusi-
-Di niente- un sorriso di circostanza e svelta mi volto
verso la mia direzione. Forse troppo alla svelta.
La vista è annebbiata. Non so neanche dove metto i piedi,
vedo solo una massa informe di persone.
Arrivata alla fermata, mi volto verso il semaforo, ma lui
non c'è più.
" I corridoi della scuola erano illuminati dalla luce delle
finestre. La primavera era alle porte.
Camminavo lungo la parete per poter essere il più vicino
possibile alla fonte di calore.
La biblioteca era vuota e presi il tavolo più vicino alla finestra.
Sentii una sedia spostarsi ed una persona sedervici sopra.
Ma rimase in silenzio.
Curiosa alzai lo sguardo e vidi Draco Malfoy
fissarmi.
Ma non mi guardava con il solito disprezzo, aveva una
strana luce in quegli occhi d'argento.
-Malfoy che c'è?-
-Niente-
-Bene, che ne dici di andare ad occupare un altro
tavolo?-
-No-
Sbuffai e posando la piuma sulla pergamena, lo guardai. Era
in un qualche modo diverso. Gli occhi non erano socchiusi come a scrutarmi per
trovare la scritta Sporca sulla pelle.
-Allora cosa vuoi?-
-Te-"
Ad occhi chiusi, sorrido da sola. Una lacrima scende sulla
guancia fino ad arrivare alla curva delle labbra.
Ricordo come allora scoppiai a ridere e in risposta lui mi
baciò.
"-Adesso di credi, maledetta Mezzosangue? E' tutta colpa
tua. Tua e di questi maledetti occhi d'oro.-
-Si ci credo. Ma non penso sia solo colpa mia-
-Smettila di pensare e vieni con me-"
Scoppio a ridere: lui è sempre stato possessivo e prendeva
solo quello che voleva senza chiedere il permesso. Tranne quella
volta.
Almeno ci provò a chiedermelo.
Mi passo una mano sugli occhi per levare le lacrime, stando
attenda a non far sbavare il rimmle.
Dopo tutto ora essendo un avvocato contano le apparenze, ma
quelle, ora che ci penso, sono sempre contate.
Should I be feeling guilty or let the judges
frown?
Quando ero alla fine del settimo anno ogni volta che
qualcuno mi guardava, vedevo il disgusto nei miei confronti. Le voci che
giravano erano quelle che si possono aspettare riguardo una relazione tra una
Grifondoro, amica di Potter, e un Serpeverde, figlio del braccio destro di
Voldemort. Le solite sciocchezze che non contano nulla, perchè non sono gli
altri i giudici che devono emettere una sentenza, siamo noi stessi che prima o
poi ci riuniamo con la nostra anima per deliberare un qualcosa che non sappiamo
se sarà mai giusto o sbagliato.
Una cosa ho imparato diventando avvocato: che il diritto
civile o penale non può essere applicato alla vita. Si può applicare a reati, a
pene, ma non per giudicare ciò che una persona decide della proprio
vita.
Sempre se ne ha le possibiltà, certo.
E tutto è una corsa ad ostacoli: parti sicura con uno
scatto finchè non arrivi al primo ostacolo e allora il cervello prima di
elaborare è incerto. Poi con la pratica diventa automatico l'alzarsi della gamba
destra e poi della sinistra.
Così è nella vita: quando sei piccola tutto è una favola,
vivi letteralmente nei sogni, poi inizi a crescere e incontri i primi ostacoli e
impari a saltarli, fin quando non arrivi a quello che è veramente troppo alto e
mentre stai per superarlo cade e rimani bloccata al di sotto.
'Cause I saw the end before we'd begun,
Yes I saw you were blinded and I knew I had won. So I took what's mine
by eternal right. Took your soul out into the night. It may be over but
it won't stop there
E io rimasi incastrata sotto il macigno più difficile da
rimuovere.
Senza pensare mi feci trascinare in una strada tortuosa,
dalla quale avevo sempre cercato di tenermi al riparo. E invece tu no, mi ci hai
dovuto portare, perchè era quello che volevi.
E io da quella volta odio il sole e l'oro.
Mi hai preso come un tuo diritto e io ti ho dato tutto,
senza risorse, fin nell'anima e sotto quell'ostacolo ci sono ancora, avvolta
nella convinzione di esserci uscita.
"Era una domenica, in cui era organizzata un'uscita ad
Hogsmead, ma per noi quel giorno era speciale. Era un mese che stavamo insieme
ed era la nostra prima vera uscita ufficiale.
Mano nella mano camminavamo spavaldi nelle vie della
cittadina, ci guardavamo ogni tanto e scrutando nelle vetrine commentavamo degli
articoli in vendita.
Entrammo in un negozietto dall'aria ammuffita di oggetti
antichi.
-Reliquie- sbuffasti.
Io invece rimasi ammaliata da un bracciale semplice d'oro:
una catenina sottile ondoluta e al posto del gancetto aveva una testa di un
serpente con occhi di smeraldo.
Quando tornammo ad Hogwarts ci separammo per andare a
dormire.
Entrata nella mia stanza c'era un' aquila che picchiettava
sul vetro.
Alla zampa aveva un pacchettino. Le mani mi tremavano
quando scartai la carta: mi ritrovai tra le dita quel piccolo bracciale che
indossai subito.
Poi trovai un bigliettino:
"Dannata mezzosangue ti amo"
E risi.
E piansi."
E le lacrime non ne vogliono sapere di smettere. Continuano
a scendere, mentre la gente preoccupata mi guarda e forse pensarà che sono una
giovane ragazza madre di buona famiglia che non può tenere quel bambino che ha
in grembo.
Le solite pallide e fastidiose apparenze.
La gente non capisce proprio niente.
Un amore o quello che è stato non si può mai capire da
persona esterna, mai.
Tante sono state le frasi di circostanza alla fine
dell'anno dopo l'esame.
"Ti capisco, forza stai su!"
"Dai che tutto passa, facci un sorriso."
Tutte frasi fatte, dettate dalle circosanze, ma che non
hanno nessun valore.
In quel periodo avrei voluto soltanto rimanere in silenzio,
lontano dal sole e da tutto l'oro che conoscevo: al buio e con la
pioggia.
"Erano appena usciti i quadri: tutti E e un O, promossa con
M.A.G.O. perfetti.
Ero corsa da lui e con slancio lo avevo abbracciato
affondando il viso nel suo collo.
-Oddio è così bello, siamo passati. Sei stato davvero bravo
anche a Trasfigurazioni, non credi?- Alzai il viso per guardarlo negli
occhi.
Non rispondeva, era strano, distaccato.
Neanche mi ero accorta che le sue braccia erano rimaste
inerte lungo i suoi fianchi, immobile come pietra.
-Dobbiamo parlare- mi disse con voce piatta.
Sentii gli occhi inumidirsi, ma non ci volevo
credere.
-Non posso più stare con te, anzi non voglio più. Ci
dobbiamo lasciare. Non voglio più sentir parlare di te-
Una sola lacrima scese sul mio viso e senza dire una parola
mi staccai da lui.
Dopo che mi fui voltata, mi fermai e feci cadere a terra
una piccola rosa gialla, il nostro fiore. Dopo pochi istanti morì, come aveva
fatto poco prima il mio cuore.
Con lentezza me ne andai e mi rinchiusi nella mia stanza al
buio."
Ricordo come non parlai con nessuno, non raccontai a
nessuno cosa mi aveva detto. Ma tutti lo capirono.
Restai nella mia stanza per i due giorni rimasti, senza
mangiare nè bere. Piansi.
Il braccialetto che lui mi aveva regalato lo misi in fondo
al baule e tornata a casa, chiesi a mia madre di disfarlo.
Non ne volevo sapere niente.
Dopo di che presi legge, mi lasciai alle spalle tutto il
mondo magico in modo da poterlo dimenticare.
Mi buttai nello studio, infatti mi sono laureata in due
anni e mezzo.
In questi anni sono dimagrita e tutti mi rimproverano del
fatto di essere pelle e ossa, ma io sto bene così.
Che strano pensare che forse mi sono solo autoconvinta di
averlo finalmente dimenticato, di essere solo stata colpita inizialmente dalla
fine netta della nostra storia e che fosse stato questo il motivo per cui ero
stata male.
Mai niente di più sbagliato.
Io non avevo mai neanche considerato il momento in cui
forse tutto sarebbe finito e ho vissuto nell'idea celestiale di un futuro forse
di mesi,forse di anni, felice e spensierato.
Una di quelle coppie che chiamerebbero per fare le
pubblicità in televisione. In fondo non sono i babbani che cercano sempre quella
cosa insulsa che è la felicità con qualcun'altro?
Voglio dire: se si è felici lo si può essere anche da
soli.
I'm so hollow
Che stupida.
La laurea in legge certo non mi ha dato anche la capacità
di giudicare ciò che è meglio e bene per me. Certo lo so fare, ma a quanto pare
solo per gli altri.
Ed adesso che sono così vuota, che amo la pioggia, il
grigio, la solitudine, capisco quanto mi manchi e quanto sono stata
infantile.
Perchè odiare il sole, l'oro, la compagnia, la solarità, se
non fosse che mi ricordano perfettamente lui e come mi sentivo quando ero con
lui?
Semplicemente perchè Draco Malfoy strega e non sa
riparare agli errori fatti se non camminando sopra agli altri.
E così ha fatto anche con me.
"Era la festa dell'Equinozio di Primavera. La Sala Grande
era addobbata a festa e noi due stavamo appogiati ad una delle tante colonne
abbracciati.
Il mio viso era immerso nel suo petto intento ad inalare il
suo profumo di sapone, di pelle pulita, mente lui mi massaggiava lentamente la
schiena.
- Cosa faresti se qualcuno ti portasse via dal tuo mondo a
forza, ti facesse sua e poi ti lascerebbe cadere a terra come una bambola di
pezza rotta pronto per calpestarti?-
Alzai lo sguardo allarmata, ma non ebbi il grande coraggio
di Griffondor per guardalo negli occhi. Forse quello era un avviso di tutto
quello che sarebbe successo. Forse lui allora aveva già pensato che alla fine
non ci sarebbe stato più un seguito per noi due. Forse lui già da allora faceva
l'amore con me con la certezza che sarebbe potuta essere l'ultima.
- Credo che la rabbia sarebbe talmente forte da impedirmi
di soffrire-
Lui chiuse gli occhi e annuì con il capo continuando ad
accarezzarmi.
Riposai il viso sul suo petto e chiusi gli
occhi."
Che lui cercasse sicurezze nel sapere che io non sarei
stata tanto male una volta finito tutto?
Non so neanche perchè risposi così, io ora so solo che ero
troppo sciocca, ingenua per capire davvero. Per sapere.
Ora che ho passato, vissuto e toccato con mano credo di
sapere. Ma non ne sono sicura.
Come disse Socrate:"so di non sapere".
E io vedo tutto doppio, saranno le lacrime o il fatto che
mi sta calando la vista?
Io non so.
E alla fine era destino che io lo reincontrassi in un
giorno di pioggia. Tutto questo forse per dirmi che posso odiare tutto o niente,
ma non posso fare finta che io stia bene. Eppure l'ho fatto per ben quattro
anni, che vuoi che sia continuare ancora per un pò?
Certo non riuscirei ad amare di nuovo il sole o l'oro.
Ormai è tecnicamente impossibile.
Altre lacrime e sbuffo e scuoto la testa.
Impossibile.
Credo che l'unica cosa impossibile in questo momento è che
lui torni da me adesso o fra due giorni o fra due mesi e mi chiedesse di tornare
con lui, che mi dica che non ha mai smesso di amarmi e che io non
accetti.
Ma adesso che ci penso ciò è impossibile visto che lui non
tornerà.
Devo assolutamente convincermi di questo. Non ho
scelta.
Se non potrò vivere con lui, allora vorrà dire che vivrò
del suo ricordo.
Tanto che male c'è.
Che lui ci sia, che non ci sia, che sia vivo o che sia
morto. Io vivrò del suo ricordo. Molto probabilmente non era destino.
Ricordo come alla cena per il primo anniversario del
diploma mi imposero di venire. Mi dissero che mi sarei divertita, che avrei
rivisto tanti amici.
E invece era proprio quello che io volevo evitare. Perchè
rivederli se nei loro occhi avrei scorto solo compassione per un anima di una
persona così per bene che ero prima di perdermi per un amore non
corrisposto?
La gente non capisce. La gente è stupida.
La gente è subdola, non è mai vera. C'è quando ne ha
bisogno e poi se ne va via.
Quando invece lo vidi, nessuno fu più in grado di avere i
miei occhi, la mia attenzione era solo una finta educazione.
Ero rapita dai suoi movimenti delicati, dalla sua pelle
chiara, dai suoi capelli sempre così serici.
Rimasi senza parlare più di tanto, solo sentendo voci
concitate raccontare la proprio vita in quell'anno. Io di certo non avevo poi
molto da dire.
Finchè arrivò il momento in cui lui si girò e per puro caso
mi guardò.
La terra, ricordo, tremò sotto i miei piedi.
Imbastii una scusa banale, dissi che il giorno dopo avevo
un esame e che quindi, anche se mi dispiaceva immensamente, dovevo proprio
scappare.
Ci credettero, tranne i miei due migliori amici, loro
sapevano, ma feci finta di niente. Secondo voi dovevo loro una spiegazione? No e
neanche me la chiesero.
La gente è illusa.
Dopo quell'occasione passai una settimana in uno stato
comatoso, finchè non mi alzai e decisi di dare una svolta.
Fu quella volta che mi feci lisciare i capelli.
Mi sentii una nuova Hermione, in fondo potevo prendere in
giro gli altri, me stessa, ma dopo un pò di tempo non era più possibile
continuare ad illudermi.
Semplicemente lo amo ancora e non sono mai riuscita a
dimenticarlo, non ho mai fatto qualcosa di veramente concreto per farlo.
Non ne ho avuto la forza.
L'autobus è stracolmo e la gente è così accalcata che si
fatica a respirare. Di certo questa è una delle cose che più odio nel prendere
mezzi pubblici.
Credo che una persona claustrofobica non potrebbe mai
prenderli.
E' un completo delirio: ci sono studenti che ascoltano la
musica da piccole radioline facendo comunella.
Anche io alla loro età mi riunivo con i miei amici sotto
una quercia vicino al lago, provando a far funzionare un lettore CD babbano di
Harry dentro le mura. Ronald una volta lo fece scoppiare.
Draco, invece si portò via il mio, lo sequestrò e non me lo
ridiede più. Io mai glielo richiesi.
"Eravamo sotto un ciliegio in fiore e tantissimi fiori
bianchi continuavano a cadere portati via dal vento.
- Dai forza, Draco, vieni che ti costa stare un pò
qui?-
-E' romantico-
Scoppiai a ridere mentre gli baciavo quelle labbra morbide
e sentii il delinearsi di un sorriso su di lui.
-Dai ti diverterai. Fidati. Prendi questa e mettila
nell'orecchio destro-
-Che cos'è questa robaccia?-
-Una cuffia-
-Ah e voi babbani per non bagnarvi i capelli usate questo
cosino minuscolo e lo mettete nell'orecchio?Io lo sapevo che eravate
strani-
Sbuffai. -No che non è una cuffia per la doccia. E' la
cuffia del mio lettore CD e serve per sentire la musica-
Senza aspettare oltre, lo accesi e partì uno dei mie dischi
preferiti.
Lo vidi sgranare gli occhi, ma non si lamentò. Anzi rimase
in silenzio e ascoltò le stesse canzoni per circa due ore di fila, fino a che si
spense.
Quando non sentì più la musica, saltò come se si fosse
appena risvegliato dal sonno.
-Non è niente si sono scaricate le pile-
-Le cose?-
-Dei tubicini metallici che utilizzano i babbani, solo che
hanno un tempo limite di uso- Gli sorrisi e poi con la bacchetta sussurai una
formula che avevo letto tempo prima e il lettore riprese a suonare.
Lo vidi all'istante rilassarsi di nuovo appoggiando la
schiena al tronco e portandomi con se, abbracciata.
Più tardi quando il sole stava per calare, si alzò senza
parlare, mi diede un bacio lughissimo e se ne andò portandosi via il mio
lettore.
Lo vidi andare via con le lacrime agli
occhi."
Chissà perchè piansi, forse perchè ero troppo emozionata
dal gesto che aveva fatto: aveva accettato, anzi direi preso senza chiedere un
qualcosa che forse lui non avrebbe mai desiderato avere.
E quel bacio. Ripensandoci forse all'epoca lui già sapeva
quello che sarebbe successo tra di noi nel giro di poco tempo.
Un piccolo ricordo di me fra le sue mani. Lui nel mio
cuore.
Lui sapeva tutto dall'inizio.
Lui mi prese sapendo che tutto sarebbe finito. Lui prese
sapendo di aver già vinto.
Yes I saw you were blinded and I knew I had
won. So I took what's mine by eternal right.
Mi prese per quello che ero, mi cambiò dentro e poi mi
lasciò andare via.
Mi fece amare ciò che avevo sempre odiato con la stessa
identica intensità.
Alla prossima fermata devo scendere.
Il palazzo dove lavoro è uno di quei grattacieli, costruito
negli ultimi dieci anni in una Londra iper tecnologica.
Il mondo cambia anche senza la magia. Forse, invece, la mia
vita non sarebbe poi così cambiata se non fossi andata ad Hogwarts.
Tutti lì abbiamo incontrato dolore, felicità, amicizie,
odio e amore.
A volte tutto ciò l'abbiamo perso, a volte conservato. A
volte buttato.
A volte abbiamo semplicemente voltato pagina.
Io ho provato a fare così.
E più ti sforzi e più non ci riesci: ogni giorno mi ritrovo
chiusa in soffitta a toccare quel legno impolverato del baule.
Accarezzo quello stemma che rappresenza la mia essenza: il
coraggio. Sento la magia che mi pervade l'anima e poi mi lascia
vuota.
Ma ho promesso. Ho giurato.
Mai più magia: sono nata babbana e babbana morirò. Poi se
durante la vita c'è stato un momento in cui non potevo fare a meno di una
bacchetta di legno e qualche formuletta in latino, ormai non ha più
senso.
Sbagliare è umano[ babbano], perseverare è diabolico[
magico].
Sospiro. Sto per entrare in quel mondo fatto di vetri
specchiati.
Nella Hall c'è Cathrine, la segretaria.
-Buongiorno Signorina Granger- sorride. E' il suo lavoro:
fingersi disponibile e cordiale.
-Salve Cathrine. Che c'è per me in agenda?-
- C'è un solo appuntamento alle 8:30-
-Bene allora io vado in ufficio, quando arrivano,
mandali-
-Veramente è già nel suo ufficio-
-Ah..e chi l' avrebbe fatto entrare?-
-E' entrato da solo-
-Bene vorrà dire che tutto durerà meno di quanto mi
aspetti-
Impettita entro nella mia stanza e poso la valigetta sulla
scrivania.
Tolgo il cappotto, sistemo il colletto della camicia color
panna. Vado verso una di quelle poltrone di pelle comodissime, che tutti
sognano.
- Buongiorno, sono l'avvocato Hermione Granger-
-Buongiorno a lei, avvocato Granger-
Questa voce, così strascicata e profonda, la conosco, ma
per un qualche motivo non ricordo dove l'ho sentita.
Finchè non mi siedo e finalmente guardo in viso il mio
interlocutore.
Credo che per poco non sono rimasta pietrificata: davanti a
me il mio peggior incubo.
Tutto in quel giorno presagiva tempesta e disgrazie. Le più
grandi che ci si possa aspettare.
-Penso che si ricordi di me, avvocato Granger. Anche se per
strada fa finta di essere qualcunaltro- Rispose allusivo.
-Certo che mi ricordo di lei- Non so neanche come è uscita
la voce dalla mia gola inaridita dal gelo della paura e del dolore.
Una punta acuminata mi ferisce ripetutamente il petto e
sento il sangue sgorgare a fiotti. Mi macchio, ma non faccio niente. Lo lascio
scorrere sulla camicia, sulla giacca, sulla gonna, finchè non giunge a terra e
sporca la delicata moquette del pavimento.
Sangue rosso, sporco, misto.
Sanguesporco.
- Avvocato Granger, la trovo molto bene. Come mai ha
cambiato pettinatura?-
Ho rischiato di rimanere in silenzio mentre quell'arma
entra ed esce dal mio petto: ha raggiunto il cuore, i polmoni. Ho un polmone
bucato, non riesco a respirare mentre mi si riempie di sangue.
- Anche io la trovo molto bene, Signor Malfoy. I miei
capelli non sono qualcosa che la riguardano-
L'unico modo con cui non rischio di tradire il mio dolore e
la mia morte imminente è quello di rimanere professionale.
-Desidera qualcosa da bere?-
-Come alle otto del mattino?Avvocato Granger non le pare
presto per iniziare a bere?- Ghigna, quel sorrisetto impertinente non l'ha
perso.
Chiamo Cathrine al telefono chiedendole gentilmente un
thè.
Mentre aspetto, intreccio le mani sul tavolo e lo
guardo.
-Allora mi dica, penso che sia venuto qui per
affari.-
-Semplice la voglio, avvocato.-
-Credo di non aver ben capito.-
-Granger, non c'è niente da capire, la mia ditta ha bisogno
di un avvocato e tu sei uno dei migliori sul mercato.-
-Malfoy hai appena detto che sono una tra i migliori,ma non
la migliore, perchè non vai da qualcunaltro più bravo?-
-Non ce ne sono, Granger. E poi te la passi così bene da
non dover accettare un incarico come il mio?-
-Non hai certo imparato a non rispondere ad una domanda con
un'altra domanda. Per la cronaca io me la passo benissimo con o senza te che
vieni a farmi una proposta di lavoro-
-Credo che invece questa ti possa realmente interessare-
I miei occhi scandagliano la sua figura senza rispondere:
non è cambiato, fisicamente è solo più uomo[più bello, più desiderabile,
ancor meno mio], caratterialmente è solo più stronzo di quanto
ricordassi.
La porta si apre dopo un leggero bussare. Cathrine ha un
vassoio con il thè e lo posa delicatamente sul tavolo.
-Ecco il thè chiesto , avvocato-
-Grazie mille, Cathrine-
Lui continua a guardarmi mentre aggiungo al thè un goccio
di latte.
-Allora sto aspettando, Malfoy. Qual'è la tua
offerta?-
-Non metti più un pò di zucchero di canna
grezzo?-
E il mondo si ferma, mentre le sue parole mi rimbombano nel
cervello e le mie mani rimangono sospese in aria con ancora in mano il bric del
latte.
Sento il corpo gelarsi, ricordando tutte quelle volte in
cui ci chiudevamo nella polverosa soffitta della Cooman per prendere il latte e
studiare.
Ricordo come lui gentilmente mi versava il thè, una punta
di latte e mezzo cucchiaino di zucchero, per poi pensare alla sua tazza corretta
con del Firewisky.
Si macchiava il dito con il liquore e lo passava sulle mie
labbra.
Poi mi baciava. Sentivo il gusto amaro entrarmi in bocca e
lui che lo assaggiava. Il liquore mi bruciava e così io lo abbracciavo
avvertendo un brivido lungo la schiena.
Non rispondo alla sua domanda, ma prendo il cucchiano e
inizio a girare la bevanda.
Lo zucchero di canna è stato eliminato dalla mia vita
grazie a mia madre che lo odia.
Non l'ho mai ringraziata abbastanza per questo.
Bevo un sorso mentre tengo lo sguardo fisso nel suo
sforzandomi per assumere uno sguardo interrogativo.
Lo vedo stringere i pugni sul bracciolo.
-Voglio che tu diventi l'avvocato della mia azienda, che
continui a fare il tuo lavoro solo che per me-
-Insomma, vuoi tornare a comandare sulla mia
vita-
-Perchè l'ho mai comandata?-
Sono una stupida, maledetta stupida.
Come mi vengono in mente queste frasi. Vorrei poter
prendere a testate il legno della scrivania, ma decisamente non sarebbe
professionale.
-Quanto mi offri?-
La vita, ti prego rispondi 'la mia vita', dillo e io verrò
con te, lascerò quest'ufficio e...
-Mille galeoni al mese-
E niente.
-Io mi faccio pagare in sterline Malfoy. I galeoni, le
bacchette, i tappeti, le scope, i libri di aritmanzia non fanno più parte della
mia vita-
-E che sterline siano allora. Non mi importa
di chi o cosa fa parte della tua vita-
-Nessuno fa parte della mia vita Malfoy-
-Non mi importa- Sembrava spazientito, chiudeva e
apriva gli occhi ad intermittenza insieme ai suoi pugni. Sembrava che si
comportasse come se avesse una piena confidenza con me, come se non temesse di
mostrasi per quello che è veramente.
-Beh io non accetto comunque la tua offerta di
lavoro-
-Tu devi accettare- Perentorio e autoritario, come
sempre.
-E perchè?Posso benissimo non farlo-
-Ti rovinerò la reputazione e nessuno verrà più da te-
Asciutto e ricattatore, meschino e infingardo. Sempre lo stesso.
-Questo non importa a me- la mia voce ora è sottile
come lame che sibilano nell'aria- Posso fare centinaia di altri lavori, la mia
vita non ruota attorno ad un libro pieno di leggi stupide e noiose-
-La tua vita è un libro pieno di leggi stupide e
noiose- Perfido.
Touchè
Un silenzio di tomba avvolge la stanza, mentre il mio
thè senza zucchero si raffredda, diventando disgustoso.
-Vattene Malfoy, è meglio così-
Qualcosa c’è, ma è difficile
Non si può toccare, ma vivere
Dove sta, la felicità
Adesso non puoi, o forse non vuoi
Ritrovare la complicità e, il nostro dolce
fare niente
La convinzione di viverci per sempre, quella
voglia e il calore che ci unisce
Tra una canzone e una giornata che
finisce.
-Tu non vuoi che resti, perchè è troppo difficile, vero
Granger?- Sta schiumando di rabbia, nelle sue parole sento un'odio e una rabbia.
Incomprensibile.
Dovrei essere io a provare tutto ciò, invece io sento solo
un vuoto allo stomaco e all'altezza del cuore.
Sento solo il silenzio, sono senza battito. E dentro una
calma totale che sembra che io sia morta, invece sono viva e sto solo scacciando
una mosca fastidiosa che vuole far supporare più velocemente la mia ferita in
mezzo al petto.
-Forse, Malfoy, forse. Ora per cortesia, vattene. E'
davvero meglio così- Chiudo gli occhi, mentre mi accorgo di essermi alzata e
disperata vorrei passarmi una mano sugli occhi.
-Tu sei sola, Granger-
-Si sono sola, sei contento?- Rispondo accondiscendente,
sperando che tutto presto finisca.
-Quanto tempo è che non senti San Potter e Pezzente
Weasly?-
Sorrido inconsciamente. Il tempo a volte cambia, a volte
pietrifica.
-Un pò perchè?-
-Mi hanno contattato chiedendomi se avevo avuto tue
notizie. Era così tanto che non ti facevi sentire e che loro provavano a
chiamarti, che pensavano che tutto sarebbe stato possibile-
-E' meglio così- bisbiglio quasi felice. E' come se fossi
entrata in un limbo di soddisfazione personale: sono riuscita a chiudere tutto
dentro un minuscolo cassetto.
-Cosa hai detto?- Non ha sentito.
Ah, davvero meglio così.
-Niente- Riapro gli occhi e noto che anche lui è in
piedi.
-Granger, sono le persone che ti amano che ti possono
aiutare, lo sai questo.-
-Si ti aiutano solo a sprofondare di più nella
melma-
-Non dire stronzate, Granger. Ragiona.-
-Sto ragionando, Malfoy. E ti dico che è meglio così, che
io non accetti il tuo lavoro e che non senta più Harry e Ron. Ora la mia vita è
un'altra. E' troppo diversa per tornare quella di una volta.-
Dove sta, la felicità
Adesso non puoi, o forse non vuoi
-Tu non vuoi, è quasto che mi fa più rabbia-
-E a te che interessa?Che ti importa se non voglio più
sentire nessuno? Se faccio un lavoro che odio?A te non interessa. Chissà di cosa
ti hanno minacciato quei due-
-Pensi veramente che loro abbiano il potere di costringermi
a venire qui?-
Alzo un sopraccicglio contrita e contrariata.
-A me interessa...-
Non gli lascio nemmeno finire la frase- Beh ormai
non conta più niente. Vattene. E' meglio così-
-Non è meglio così- lascia la frase in sospeso con un
bisbiglio.
-Ormai è troppo tardi, Draco-
-Non è mai troppo tardi,Hermione- sospirando si
passa una mano fra i capelli. Il completo blu scuro gli fascia il corpo sempre
snello- Ricorda sono le persone che ti amano che ti possono veramente
aiutare-
-E tu saresti fra quelle?Draco, lasciami in pace, non lo
hai fatto per tutti questi anni nella mia mente. Fallo ora per
favore.-
Lo sto pregando, disperata. Non pensavo che sarei mai
giunta a questa situazione.
Sospira rassegnato.
Io ora sono di spalle e guardo fuori il panorama
grigio.
Non sento lui piegarsi sulla scrivania prendere carta e
penna e scrivere: Si sono fra quelle persone. Ti amo avvocato Hermione
Granger.
Non lo vedo neanche nasconderlo in qualche pagina della mia
agenda, verso la fine così che non possa trovarlo subito.
- E va bene. Hai vinto. Addio Hermione.-
-Addio Draco. Ricorda che è meglio così-
-Si. Forse.-
E così se ne va.
Lo vedo dai vetri uscire fuori e correre sotto la
pioggia.
Non pensavo che l'avrei mai fatto. E invece...
Ora mi sento leggermente meglio.
Infondo le tempeste e disgrazie non sono state così
sconvolgenti.
Meglio.
Mi volto e raccolgo la mia roba, lasciando l'agenda sul
tavolo, aperta alla giornata di oggi.
Esco e saluto Cathrine,dicendole che ci saremmo viste
domani perchè non stavo tanto bene e che se voleva si poteva prendere un giorno
di ferie.
Mi sorride, forse pensando al risvolto positivo della
giornata.
E io ricambio il sorriso con molta più intensità di quanto
abbia mai fatto. Credo.
Esco fuori, la pioggia è dolce e fredda. Ma io la
amo.
E non sento il bisogno di piangere, ma solo di fare
compagnia ad un qualcosa che mi è sempre stato accanto in questi
anni.
Goodbye, goodbye, goodbye.
E' meglio così.
Guardo il cielo - Vedrai che andrà meglio così, Piangi ma
dopo basta. Vedrai andrà meglio-
Poi inizio a camminare decisa e fiera.
Non penso più, meglio così. E sorrido.
Goodbye, goodbye, goodbye.
E' meglio così.
Spazio autrice(??):
Ed ecco qui un'altra shot. Ispirata da una storia vera, la
mia, e riadattata.
Forse non sarà scritta benissimo, non sarà perfetta, ma è
parte della mia vita. C'è una grossa parte di me in ogni frase e in ogni
parola.
E' impregnata dalla presenza di lui nei miei
pensieri.
Ringrazio tutti quelli che sono riusciti a leggere fino a
qui e che decideranno di lasciare un commento, ma un grazie anche a quelli che
leggeranno e che poi chiuderanno la pagina!^^
Alla prossima e annuncio che per Natale, ci sarà una
valanga di Shot!;)
Un bacio Herm85.
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