Iron man
Attenzione Spoiler! Io ho
avvisato, poi sta a voi decidere se continuare…
Comunque
spero che piaccia
=)
Di
gelosie e inviti a cena
Happy
era ancora appostato fuori dalla porta
dell’ufficio della signorina Potts e vi guardava
l’interno con circospezione,
sospetto, nei confronti di quell’uomo che gli ricordava
qualcuno. Lo aveva già
visto, da qualche parte, ma proprio faticava a ricordarsi dove, ma era
sicuro
che prima o poi gli sarebbe venuto in mente dove. Al momento lo
guardava,
semplicemente non gli piaceva e provocava nel neo capo della sicurezza
un
terribile e fastidioso prurito alle mani. Gli
sarebbe piaciuto molto entrare nell'ufficio e trascinare fuori quel
damerino, buttandolo a calci in mezzo alla strada. Anche
perché non indossava
il suo badge.
«Proprio
non c’è modo di farti cambiare idea
Pepper?» domandò Aldrich Killian, mentre sfoderava
uno dei suoi sorrisi
sghembi, tanto affascinanti da lasciare la donna senza parole. Pepper,
suo
malgrado, si ritrovò ad arrossire per quella proposta, che
in teoria non aveva
nulla di imbarazzante. L’idea che Aldrich, di tanto tempo
prima, quello che
ancora la corteggiava e lei cercava di respingere sempre con molto
tatto, fosse
cambiato e si fosse trasformato in quell’uomo così
affascinante e pieno di
carisma, ancora la scombussolava. E il progetto che le aveva mostrato
l’aveva
affascinata molto, anche se poi lo aveva rifiutato, nuovamente.
«Sono
più che sicura, Aldrich, e mi dispiace
davvero. Tuttavia come ti ho già detto il tuo progetto
implica delle
complicazioni militari,» rispose, ricambiando il sorriso.
L’uomo trasse un
profondo respiro e si voltò verso il suo autista che gli
aprì la porta, pronto
ad eseguire ogni suo comando.
«E
se ti invitassi a cena?» domandò
all’improvviso Aldrich. Pepper socchiuse la bocca, sorpresa
da quella proposta
e lo guardo interdetta. Rimase senza parole e per un attimo non seppe
che cosa
rispondere. Era attratta da quel nuovo ricercatore che le stava di
fronte, ma
si ricordò che aveva un appuntamento con Tony, a casa loro.
«Non
credo che sia…»
«Oh,
andiamo Pepper. Solo per ricordare i vecchi
tempi,» ribadì, cercando di blandirla e farle
considerare l’offerta. Da quando
aveva cambiato completamente la sua vita, non aveva mai faticato a
convincere
una donna e fare altrettanto con Pepper non sarebbe stato difficile,
come con
le altre.
«Se
ti può rassicurare, prometto che non si
parleremo di lavoro, va bene?» domandò sfoderando
uno dei suoi sorrisi
migliori. Pepper rimase a guardarlo, incapace anche solo di sbattere le
palpebre. Uscire a cena con un vecchio amico, tuttavia, non era strano
e poi
ultimamente Tony era sempre occupato con il suo hobby.
«Beh,
credo… Credo che si possa fare,» concesse
alla fine. Sorrise e annuì. «Perché no?
Domani sera?» chiese, stringendosi
nelle spalle. Aldrich sollevò le sopracciglia, sorpreso, ma
si affrettò ad
accettare quell’invito.
«Ma
certo! Allora a domani, Pepper,» disse,
avvicinandosi e chinandosi per baciarle la guancia. Le sorrise e poi si
diresse
verso la sua auto. Pepper rimase in piedi, ferma al suo posto, a
guardarlo
mentre se ne andava. Solo quando Happy l’avvisò
che la macchina era pronta per
ritornare a Villa Stark, Pepper si riscosse.
«Tony
io esco,» disse Pepper mentre si
specchiava davanti all’enorme specchio in camera loro, sicura
che J.A.R.V.I.S
lo avrebbe avvertito.
I
capelli sciolti ricadevano con delicatezza
sulle spalle, coperte da uno scialle sottile di seta rossa. Anche il
vestito
che indossava era rosso e le sfiorava le ginocchia. Pepper si
carezzò la
tempia, portando un ciuffo dei capelli dietro l’orecchio e
sorrise, arrossendo.
Si sentiva in colpa per quella serata, ma comunque non sarebbe successo
nulla
al di fuori di un’amichevole chiacchierata.
I
suoi occhi celesti si abbassarono al polso
leggermente violaceo, livido causato dalla notte scorsa. Livido che
aveva
prontamente coperto con tutti i braccialetti possibili. Si era presa un
bello
spavento e per un attimo il suo unico pensiero fu quello di
allontanarsi il più
possibile da Tony. Sospirò sollevata nel non averlo fatto,
di non aver commesso
l’errore più grande della sua vita.
Si
voltò e afferrò la pochette poggiata sul
letto e si diresse verso le scale. Davanti all’ingresso prese
il cappotto beige
e lo indossò. Sentì i passi di Tony lungo le
scale e si voltò verso di lui,
sfoderando un dolce sorriso.
«Ehi,
esci?» domandò l’uomo, sorpreso. Pepper
annuì, andandogli incontro. Allungò un braccio e
gli cinse il collo. Si sollevò
sulla punta dei piedi e lo baciò velocemente sulle labbra.
«Già,
una cena… con un vecchio amico…»
rispose,
guardandolo negli occhi. Tony assottigliò lo sguardo e mise
il broncio.
«E
questo amico si chiama Aldrich
Killian?»domandò, fingendo indifferenza per
l’argomento. La donna ridacchiò
divertita per la sua gelosia. Gli diede un altro bacio, ma Tony la
strinse più
forte a sé impedendole di scivolare dalla sua presa e
approfondendo il bacio.
«Adoro
quando sei geloso,» sussurrò la ragazza
sulle labbra del fidanzato.
«Non
sono geloso,» ribatté aggrottando le
sopracciglia. Pepper ridacchiò nuovamente e scosse la testa.
Si districò dalla
sua presa e fece qualche passo verso la porta d’entrata.
«Devo
andare, ma vedi di comportarti bene e di
non distruggere la casa con una delle tue solite feste,
intesi?» domandò
scherzosamente.
«E
tu invece vedi di ritornare a casa entro
mezzanotte,» la redarguì. Pepper
scoppiò a ridere scuotendo la testa. Tony
sbuffò, mentre rimase a guardarla uscire.
«Certo
mamma!» rispose
la donna, sparendo avvolta dalla sua risata
cristallina.
Il
ristorante, in cui Aldrich aveva deciso di
portarla, era lussuoso ed elegante. C’erano molte persone in
vista e non
mancavano paparazzi alla ricerca di un nuovo gossip. Pepper, suo
malgrado, si
ritrovò ad arrossire per l’imbarazzo, ma
afferrò con decisione la mano che
l’uomo le porgeva e scese dalla macchina. Subito fu accecata
dai flash e dai
fotografi e giornalisti, che la riempirono di domande su Tony, Iron Man
e
sull’uomo che l’accompagnava. Aldrich la prese
sotto braccio e la scortò verso
l’entrata del ristorante dove ad attenderli c’era
il maître.
«Buona
sera signori, avete una prenotazione?»
domandò con professionalità. L’uomo
cinse la vita di Pepper e sorrise
affabilmente.
«Certamente,
un tavolo per due al nome di
Killian,» rispose lui. Il maître annuì e
abbassò lo sguardo per controllare il
foglio contenente i nomi delle prenotazioni di quella sera.
Poggiò il dito
sulla carta e con lentezza scorse tutta la lista, fino a quando non
trovò il
nome. Strabuzzò gli occhi nel vedere chi aveva di fronte e
quasi impallidì.
«Ma
certamente! Prego signor Killian, il
cameriere le mostrerà il suo tavolo all'istante,»
disse alzando la mano e
facendo cenno ad un giovane ragazzo. Il ragazzino accorse con
nervosismo e
prese il foglio che il maître gli porse. Aldrich porse il
braccio e Pepper lo
afferrò e poi seguirono il cameriere. Giunti
al loro tavolo si sedettero e la donna si accorsi di trovarsi proprio
sotto
l’enorme lampadario appeso al soffitto a volta. Pepper rimase
sorpresa di quel
posto e, guardandosi attorno, si accorse di essere anche al centro
esatto della
sala. Il cameriere si affrettò a togliere il disturbo,
borbottando qualche
parola, che nessuno dei due comprese.
«Mi
sorprende sempre di più, signor
Killian…»
disse la donna, arrossendo e guardandolo in quegli occhi chiari e
limpidi.
Aldrich sorrise e congiunse le mani sopra il tavolo e poggiò
il mento sui
palmi. Rimase a guardarla, sorridendole appena e Pepper
arrossì ancora di più
per quelle attenzioni.
«Beh,
signorina Potts dopo tanti anni di
lontananza le persone cambiano,» disse con tono enigmatico.
Pepper non comprese
a fondo quello che l’uomo intendeva, ma prima ancora di poter
chiedere che cosa
intendesse, il ragazzo era ritornato con in mano una bottiglia di vino
rosso,
che versò prima nel bicchiere della donna e poi
servì il suo accompagnatore.
«Devo
proprio dirtelo Pepper, è bello rivederti
e come sempre ti trovo in grande forma,» disse afferrando il
bicchiere e
portandoselo alle labbra. Chinò il capo e beve un sorso di
quel liquido
rossastro, osservandola da dietro le ciglia. «Stai
andando in palestra? Perdona la mia domanda,» le
chiese, poggiando il bicchiere al suo posto.
«Beh
stare dietro a Tony di certo non lascia
molto tempo libero e non mi fa stare molto tranquilla,»
rispose, abbassando lo
sguardo. Afferrò anche lei il suo bicchiere e, al contrario,
ne scolò tutto il
contenuto. Incominciava a sentire caldo e aveva la netta impressione
che molti
occhi erano posati su di loro.
«Posso
comprendere quanto sia difficile per te,
ritrovarti una tale situazione del genere. Dopo gli avvenimenti di New
York…»
«Preferirei
non parlare di questo argomento,
Aldrich,» sviò Pepper, deviando la sua attenzione
sul menù. Cercò di
concentrarsi sulla lista dei piatti, di leggerne i nomi, ma la sua
mente era
offuscata dai brutti momenti che aveva dovuto passare i primi giorni
dopo New
York. E il pensiero che Tony non volesse nemmeno confidarsi con lei la
frustrava, perché odiava vederlo soffrire. Ma davvero non
sapeva come aiutarlo
e Tony si rifiutava di aprirsi con lei. Di certo le loro vite erano
cambiate
del tutto, soprattutto quella di Tony.
«Mi
dispiace averti rievocato brutti pensieri,»
si scusò lui. Pepper gli sorrise, stringendosi nelle spalle,
e sospirò. Rilesse
ancora una volta il menù e cercando di non farsi scoprire
lanciò delle occhiate
furtive al suo vecchio compagno.
«Mi
fa piacere di essere diventato tanto
affascinante dal momento che non puoi togliermi gli occhi di
dosso,» disse
Pepper arrossì, presa in fallo e si girò,
cercando di mascherare il suo
imbarazzo e il conseguente rossore che le tingeva le guance.
«Scusa…
Io…»
«Oh,
non fa niente Pepper. Ormai ci sono
abituato, le donne cadono ai miei piedi con
facilità,» si vantò senza pudore,
con uno schiocco delle dita. Pepper rimase sorpresa di scoprire quel
suo
comportamento egocentrico e sollevò un sopracciglio.
«La
modestia devo dire che non è il tuo forte,
vero?» domandò ridacchiando e riempendosi il
bicchiere.
«Posso
dire che sono modesto quanto basta,»
rispose. La
figura del ragazzino si
avvicinò a loro e il suo volto era pallido. Fra le mani
stringeva un taquino
per le ordinazioni e giunto davanti a loro, sul suo viso
spuntò un enorme
sorriso.
«I
signori vogliono ordinare?» domandò il
cameriere, balbettando impacciato.
«Certamente,
tu hai deciso Pepper?» domandò,
Aldrich voltandosi verso di lei.
«Oh…
Ehm… » disse,
aggrottando le sopraciglia e guardando nuovamente il menù.
«Due
piatti di pasta al sugo, seguito da carne
di manzo e polenta, grazie.»
«Ma
certo, signore,» disse il giovane prendendo
i due menù e ritornando indietro, verso le cucine con le
ordinazioni.
Pepper
sorrise, poggiandosi sullo schienale
della sedia e guardandolo. Non poteva non pensare a quanto fosse
cambiato, ma
ancora non aveva capito se in meglio o in peggio. C’era
qualcosa che Aldrich le
nascondeva e non sapeva dire che cosa fosse. Dopo ben 13 anni era
riapparso
nella sua vita e non si era aspettata un simile cambiamento, ma ne era
rimasta
meravigliata, estasiata.
«Cosa
c’è?» domandò lui,
ricambiando lo sguardo.
«Beh
lo ammetto, sono colpita. Sorpresa da
questo tuo cambiamento,» ammise la donna, sentendosi in
imbarazzo. Tutta quella
situazione la faceva sentire in imbarazzo e il rossore preannunciava di
restare
per tutto il resto della serata. Improvvisamente sentì la
suoneria del suo
cellulare e sussultò, spaventata da
quell’interruzione improvvisa.
Si
chinò verso la sua borsa ed estrasse
l’oggetto, notando il messaggio lampeggiare sul display.
«Pensavo
che fosse una serata dedicata ai
ricordi dei bei vecchi tempi, o mi sono sbagliato?»
domandò l’uomo, sporgendosi
verso di lei. Pepper sorrise, colpevole, ed annuì. Lesse di
sfuggita il
messaggio, di Tony ovviamente, e lo spense senza rispondere.
«Certo,
scusami tanto… E’…
E’… Tony,» disse,
rimettendo il cellulare in borsa. Sorrise ad Aldrich e fece un sospiro
profondo.
«Oh,
ma certo… Mi sorprende che non si sia
presentato anche lui al nostro incontro… Devo temere un
attacco da parte sua da
un momento all’altro?» chiese con divertimento.
Pepper ridacchiò, fingendo che
quella fosse un’ipotesi totalmente assurda, che
l’eventualità di un’incursione
da parte di Tony fosse semplice follia, ma non volle ammettere, nemmeno
con se
stessa, che quel comportamento era perfettamente da Tony.
«No,
saremo solo tu ed io questa sera, Aldy. E
poi Tony è impegnato con il suo hobby,» lo
rassicurò.
Aldrich
si bloccò, rimanendo a fissarla sorpreso
e Pepper notò questo suo comportamento.
«Che
c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato?»
domandò Pepper, confusa.
«No,
solo che… Non credevo che ti fossi
ricordata di come mi chiamavi… Tutto qui,»
sorrise, rassicurandola.
«Beh,
non me lo sono mai dimenticato, a dire la
verità.»
«Ecco
a voi, signori,» interruppe nuovamente il
cameriere. Fra le braccia teneva le ordinazioni e li poggiò
di fronte a loro.
«Allora,
come sono stati questi 13 anni per te?»
domandò l’uomo, afferrando la sua forchetta e
incominciando a mangiare.
«Sei
in ritardo!» esclamò Tony, appoggiato alla
parete della sala, con le braccia incrociate al petto, e la stava
guardando.
Pepper sussultò, spaventata, e si voltò di scatto
verso di lui.
«Tony!»
lo rimproverò. Rilassò le spalle e, dopo
essersi tolta le scarpe e il giubbotto, raggiunse l’uomo che
non dava cenno di
separarsi dalla parete.
«Si
può sapere che fine hai fatto? E’ tutta la
serata che ti mando messaggi o che provo a telefonarti!» la
sgridò, stringendo
le mani a pugno. Pepper lo abbracciò di slancio, nascondendo
il volto
nell’incavo del suo collo. Inspirò con forza il
suo profumo dolce e familiare e
socchiuse gli occhi sospirando.
«Ero
a cena, lo sapevi. E ho spento il cellulare
per educazione,» gli disse. Tony mugugnò il suo
dissenso e finalmente ricambiò
l’abbraccio della donna.
«Pensavo
che avessi già detto di no al suo
progetto… Non pensavo che ci volesse una cena per
farlo…» replicò. Pepper si
convinse sempre di più che Tony aveva sviluppato una dose di
gelosia eccessiva
nei suoi confronti e poi non permetteva a nessuno di avvicinarsi a lei.
«Beh
io gli avevo già detto di no… Siamo andati
a cena come vecchi amici, Tony,» spiegò meglio la
donna. Tony s’irrigidì di
nuovo e prese Pepper per le spalle. La sua espressione tradiva il
sospetto e il
dolore per averlo tradito.
«Te
lo avevo detto che andavo a cena con lui,
oggi, come vecchi amici e non fare quella faccia!»
esclamò lei, alzando gli
occhi al soffitto. Poi si liberò della sua presa e si
diresse verso le scale.
Tony la seguì, senza perderla di vista nemmeno un momento.
«Amici?
E da quanto tempo siete amici? E poi
come mai non me ne hai mai parlato?» domandò
accusatorio l’uomo, non demordendo
nel suo intento di sapere tutta la verità.
«L’ho
già detto che ti trovo estremamente
adorabile e sexy quando diventi geloso?» chiese ridacchiando
e voltandosi verso
di lui. Tuttavia non si fermò e continuò a
camminare, fino a quando non
raggiunse la stanza. Là incominciò a trafficare
con la lampo del vestito e le
mani ti Tony si sostituirono alle sue, aiutandola.
«Non
cambiare discorso!» esclamò, per niente
imbarazzato da quelle parole. Tony Stark non si faceva intimidire da
nessuno…
Ripensandoci Pepper faceva abbastanza paura quando si arrabbiava, ma in
quel momento
non si sarebbe fermato.
«Okay,
okay,» disse alzando le mani in segno di
resa. «Ci siamo conosciuti ad una festa, a cui, per la
cronaca, hai partecipato
anche tu, sette o otto anni fa…»
«Quale
festa?» domandò l’uomo. Pepper
sospirò e
si tolse il vestito, rimanendo in intimo e
s’infilò poi una maglietta troppo
larga per il suo esile corpo. Andò in bagno e si
struccò, seguita dal
fidanzato.
«Una
festa… Sinceramente non ricordo quale…
Comunque,» continuò lavandosi il viso, «
ci siamo poi incontrati qualche volta
a dei meeting e da lì ha incominciato a chiedermi di
uscire,» concluse,
ritornando in camera. Aggirò il letto e si mise sotto le
coperte. Dopo qualche
minuto anche Tony fece lo stesso.
«E
tu hai detto no,» concluse con orgoglio lui.
«Solo
perché dovevo fare da baby-sitter a
te…»
alluse agli anni passati. Quell’affermazione fece aggrottare
le sopracciglia a
Tony.
«Ehi,
questo è un colpo basso e poi non mi
ricordo di lui a nessuna festa…» si difese.
Allungò le braccia verso di lei e
le cinse la vita, portando la sua schiena a contatto con il suo petto.
Pepper
si lasciò andare a quell’abbraccio e sorrise.
«Comunque
non importa. Io amo solo te,» disse
con risolutezza.
Tony
sorrise soddisfatto di quell’affermazione e
si chinò su di lei, sfiorando le sue labbra. Pepper
annullò la distanza fra di
loro e lo baciò. Un bacio pieno di amore e rassicurazione,
per il presente, il
passato e soprattutto il futuro. Nulla li avrebbe divisi ed entrambi ne
erano
certi.
«Ti amo anche
io,» rispose Tony.
Note:
Dopo
aver visto Iron Man 3, mi sento
come una bambina il giorno di natale. Ho adorato ogni momento del film
e ogni
personaggio, esclusa la ex di Stark!!! Sono rimasta sorpresa
dall'evolversi dei
fatti e non ho potuto fare a meno di ricamarci sopra qualche storia...
Ne ho
tante in mente e faccio fatica anche solo a starmi dietro xD
Così incomincio con questa piccola storiella, What
if (?) anche se poi non cambia molto dal film, su Aldric e
Pepper. Sinceramente ho sbavato più per l'attore che per il
personaggio,
completamente stravolto da quello del fumetto. Ma comunque non ho
niente da
lamentare... E' stato perfetto così!
Comunque imponendomi di non fare grossi spoiler sul film, per rispetto
di chi
ancora non ha visto il film, aggiungo solamente che Aldric è
il mio cattivo
preferito di tutti e tre i film. Non ci sono dubbi! Mi è
dispiaciuto per come è
andato a finire per lui, ma d'altra parte se era così che
doveva andare...
Adesso non mi resta che sperare in un quarto film di Iron Man ^^
Spero che la storia sia piaciuta :)
Bacioni a tutti e a presto
|