Little Wooden Doll

di Aluna
(/viewuser.php?uid=417921)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


"Hai detto qualcosa?" inquisì il marionettista senza staccare gli occhi dal lavoro. Deidara si morse la lingua.
"N..No, Danna. Ho solo... tossito."
"Bene"
Fine della conversazione. Ancora, pensò Deidara. Non riesco a parlargli. Ma cosa mi prende? Lui è il mio compagno di squadra. Siamo alla pari. E cosa farò se davvero avrò bisogno di qualcosa?
Ho bisogno di lui.


Quel Deidara.

Sasori stava cercando di concentrarsi sul proprio lavoro-una marionetta non era facile da costruire come una di quelle stupide bambole esplosive. Ma sapere che seduto in terra vicino a lui c'era quel ragazzo biondo che lo fissava adorante lo distraeva troppo. Deidara non disturbava, era sempre silenzioso, tranquillo e faceva poco chiasso. Il compagno ideale per un tipo taciturno come Sasori. Ma era il fatto che esistesse, che lo turbava. Tendeva le orecchie per ascoltare ogni suo battito cardiaco, ogni suo respiro, con la coda dell'occhio cercava di coglierne ogni goffo gesto, ogni movimento nervoso. La sua mente registrava ogni cosa di lui per non dimenticarla mai. Sasori non faceva altro che pensarci. E questo era sbagliato. Perché era un sentimento umano, che non lo riguardava. Ma Deidara era diverso. Deidara era...bello. E ogni cosa che dicesse o facesse sembrava sempre...perfetta, giusta. Faceva star bene Sasori. Anche il fatto che il suo compagno rompesse di continuo piatti e bicchieri lo faceva ridere, invece di innervosirlo. Deidara era energia allo stato puro. 
Basta, adesso mi concentro.
Ma quella sensazione non spariva. Quella voglia di voltarsi e parlargli. Quella necessità quasi dolorosa di accarezzarlo. Quel sentimento che soffocava sempre lavorando, ignorando Deidara, facendo finta di non osservarlo in continuazione. Deidara mi fa sentire vivo. Deidara... mi fa sentire come se avessi una ragione per essere umano.
Concentrati, Sasori. 

Ma qualcosa andò improvvisamente storto. Una rotella sfuggì dalla marionetta e colpì il dito del ragazzo, ferendolo. Era davvero troppo.
"Cazzo!" Imprecò ad alta voce il rosso, alzandosi in piedi di scatto.
"D..Danna..Sei ferito?" mormorò Deidara piano, facendo per avvicinarsi. Fantastico, proprio la sua pietà mi serviva in questo momento...
"Non è niente, non c'è bisogno che tu ti interessi" rispose più seccamente di quanto volesse. Il biondo sembrava ferito tanto quanto lui.
Bene. Guarda cosa mi fai. Guarda quanto mi rendi...vulnerabile.
"M...ma hai bisogno di qualcosa?" Deidara sembrava una piccola bambola, anche lui. Con quei capelli biondi lunghi e l'occhio azzurro pieno di paura.
Fu un lampo. Sasori fu addosso a Deidara con un balzo, e lo spinse contro il muro.
"Non lo capisci?Cazzo...non lo capisci che ho bisogno di te?" Non voleva urlare, ma la sua voce era piena di frustrazione, di rabbia. Di un sentimento che non riusciva a comprendere e proprio per questo lo faceva innervosire ancora di più.
"M..ma perché!" gridò il ragazzo quasi disperatamente, stringendo il polso di Sasori con la sua mano tremante. Il marionettista lo guardò dritto negli occhi e parlò ancor prima di realizzare cosa gli era successo durante tutto questo tempo.
"Io ti amo Deidara."
Ti amo e adesso siamo qui, tu ed io, e non siamo più un marionettista e il suo compagno di team dinamitardo, siamo io Sasori e tu Deidara e io voglio amarti con la stessa intensità con cui amano gli esseri umani comuni. Voglio amarti essendo egoista, senza pensare a tutto quello che potrebbe succedere e a tutto quello che potrebbero pensare. Voglio amarti e basta. Voglio che tra noi ci sia solo questo.
Avrebbe voluto dirlo a Deidara, ma la sua bocca era già troppo impegnata ad esplorare quella del suo compagno, traducendo così tutto quello che il silenzio aveva cercato di nascondere.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1803534