Dialogo tra il Muro ed un Berlinese:

di Mary CM 93
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Un dì uno stolto berlinese ,
passeggiando lentamente, le sue orecchie tese:
si accorse d’improvviso che il muro gli parlava
e con molto stupore l’uomo lo ascoltava.
“O biondo umano dai cerulei occhi,
osserva come m’imbrattano certi sciocchi”

“Ah inutile pezzo di pietra,
che vuoi che importi a me della tua vita tetra?

“Aspetta, stolto berlinese,
tu così infanghi la storia del tuo paese”

“Tu sei quel muro che per tanti anni la Germania ha diviso
e di certo io non ti osservo con sorriso”

“Non sai allora che io son quel ricordo vivo
Che di me oggi fa un divo.
Oggi giorno sono tutto decorato
con simboli e belle immagini mi hanno agghindato,
di tutto il mondo i pittori
con svariati colori.
Ma un tempo ero triste e mesto
come questo cielo pesto.
Mille lacrime a causa mia son state versate
e mille spari durante le fughe tentate.
La mia calce è una parte di storia
che per sempre rimarrà nella memoria.
Tocca me, il muro, ed assaporerai
quella paura e quella angoscia che non hai sentito mai.
Discordie, turbamenti
e terribili avvenimenti
sulla città si sono abbattuti
e troppi uomini nell’attraversata sono caduti.
Tuttavia un giorno
ci fu chi mi oltrepassò senza far ritorno.
Una notizia sconvolgente
acconsentì a far scappare molta gente.
Su di me quei passi felici
segnarono la fine dei punti nemici.
Toccami, dunque, sentirai inoltre
il grido della libertà sulle mura più forte.
Perciò altero uomo,
sii con me buono.
Non mi guardare torvo,
io voglio essere in te un pensieroso ricordo.”

E fu così
che un dì
un maturato berlinese,
le mani verso il muro tese.




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