Still
as ever
È
sempre così, quando Louis torna prima dal lavoro; ha ancora
addosso
l'odore dei vestiti di scena, il copione nella borsa a tracolla e sta
rimuginando di nuovo sulla parte che gli hanno assegnato a teatro,
chiedendosi se avrebbe potuto farla meglio nonostante i complimenti
di tutti, perché ormai è piuttosto famoso nella
sua cittadina e ha
ricevuto anche i primi incarichi in altre città. Ma Louis,
come
potrebbe anche solo pensare di trasferirsi?
È lì, in quella
città a volte assolata e più spesso piovosa,
piena di vento e di
persone cordiali, con la neve che scende già ad Ottobre e il
mare
gelato anche a Luglio, che ha incontrato il suo splendido
ragazzo-gatto. Era su un'autostrada, al freddo, il suo Harry, quando
l'ha trovato e l'ha portato a casa con sé; proprio come
avrebbe
fatto con un gattino abbandonato, e del resto non è che ci
sia poi
molta differenza.
Dicevamo;
quando Louis torna prima dal lavoro, la scena è sempre la
stessa.
Entra in punta di piedi nel salotto, appendendo silenziosamente la
giacca all'appendi panni all'ingresso, si avvicina come di nascosto
al divano, e lo trova steso lì, raggomitolato -come un
gatto, per
l'appunto- su sé stesso, con una coperta addosso e i ricci
in
disordine.
Ed
è proprio lì che Louis immerge una mano, mentre
Harry socchiude gli
occhi, li apre, li richiude e solleva le palpebre di nuovo, prima di
accoglierlo con un miagolio di benvenuto.
"Ciao,
Haz" sorride Louis, prima che il suo ragazzo si stiracchi e si
metta seduto, schioccandogli poi un bacio delicato sulle labbra. "Hai
finito prima?", domanda, gli occhi verdi già attenti e
concentrati a rapire ogni dettaglio dell'azzurro in quelli
dell'altro.
"Già"
annuisce Louis, prima che Harry gli faccia spazio sul divano; Louis
si stende accanto a lui, e l'ibrido -perché Harry è
un
ibrido, ha un paio di orecchie bellissime che si confondono in mezzo
ai ricci castani, e una coda lunga e morbida che oscilla sempre
quando cammina- si accoccola contro il suo petto. Il ragazzo prende
il telecomando, apre la televisione su un canale a caso e poi gli
lancia la più dolce delle occhiate.
"Sei
stanco, piccolo?", domanda sorridendo. Harry annuisce,
assonnato.
"Oggi,
al negozio, una ragazza mi ha fatto impazzire" borbotta,
socchiudendo le palpebre. "Continuava a ripetermi che voleva un
cd degli N.C.Red, e più le dicevo che non li avevo mai
sentiti
nominare più lei insisteva che si trattava di K-Pop." Si
imbroncia leggermente, facendo sorridere Louis. "Abbiamo cercato
anche nell'elenco del computer, niente. Le ho detto che doveva andare
in un negozio di musica orientale, evidentemente, quando le
è venuto
in mente che era Blue e non Red. Dico, come si fa a scambiare due
colori opposti? Le ho chiesto se era daltonica, e lei è
uscita
urlando dal negozio. Mi ha fatto perdere un sacco di tempo, le stavo
quasi soffiando!"
Louis
ride, divertito, e quella risata fa tornare il sorriso anche a Harry.
"E tu, invece? A teatro?"
"Al
solito" risponde il ragazzo, giocando con qualche ciocca dei
suoi capelli, "fra qualche giorno ci esibiamo, ma Ben ha ancora
qualche problema con la sua parte" racconta, attorcigliandosi un
riccio intorno all'indice, "perciò Rebecca ha detto che
potevo
tornare a casa, visto che io non sono in scena mentre c'è
lui e
aveva intenzione di trattenere gli altri per qualche ora, in modo da
permettergli di esercitarsi."
Gli
lascia una carezza distratta in mezzo alle orecchie, facendo chiudere
gli occhi ad Harry per un secondo. Poi il ragazzo si alza, attirando
la curiosità di Louis, e si volta.
"Preparo
un po' di the, va bene?" propone, dirigendosi già in cucina.
Louis osserva la sua coda ondeggiare, leggera e voluminosa, morbida e
aggraziata, abbassa il volume della televisione e si sporge verso un
contenitore di cd sul tavolino davanti al divano, alla ricerca del
preferito di Harry; Conditions, dei The Temper
Trap. L'aveva
messo su per la prima volta quando aveva portato Harry a casa sua, e
sin da subito si era creata una strana complicità e intesa
fra loro.
Nemmeno
il tempo per Love Lost, la prima traccia, di
cominciare, Harry
è già tornato da lui con due tazze calde di the
nelle mani quasi a
ridere del titolo della canzone in questione. Gli sorride, entusiasta
che abbia fatto partire il suo cd preferito, prima di sedersi accanto
a lui e porgergli la sua tazza.
Louis
riconosce subito il sapore del latte nel the, proprio come piace a
lui, mentre Harry posa la testa sulla sua spalla e soffia sulla
tazza, per raffreddarla un po'. Con la mano libera Louis gli cinge un
fianco, accarezzandolo distrattamente, e chiacchierano ancora per
qualche minuto finché Harry non gli posa sulle labbra un
bacio che
sa di the, di latte, e di tutto l'amore che prova per lui prima che
entrambi poggino le loro tazze, ormai vuote, sul tavolino.
Louis
si stende di nuovo sul divano, con Harry accoccolato addosso come una
seconda coperta; nel mentre gli accarezza la schiena con movimenti
circolari, gli fa i grattini sulle braccia che adora, gli accarezza i
ricci e, quando invece lo coccola accarezzandogli le orecchie, Harry
lo lascia sorpreso come sempre; inizia a fare le fusa, prima piano,
come se gli sussurrasse sottovoce tenere parole d'amore, e poi
più
forte, in modo quasi imbarazzante, facendo ridacchiare Louis. Solo
lui ha quel privilegio, solo Louis può sentire le fusa di
Harry, il
suo ragazzo-gatto le concede solo a lui. E sono le più
chiare
dimostrazioni che lo ama, perché stringe nel pugno la
maglietta di
Louis, chiude gli occhi e esala qualche miagolio d'apprezzamento, e
fa quel suono assurdo e dolcissimo insieme.
Quando
solleva le palpebre, senza smettere di fare le fusa, e incontra
quelli del suo ragazzo, gli occhi di Harry sono pieni di amore
liquido, due pozze verdi di dolcezza e fiducia, gli stessi che aveva
anche quella notte in cui sanguinava e miagolava piano, spaventato, e
Louis lo medicava sussurrandogli parole dolci e rassicuranti. Da
quando ha trovato in Louis la sua casa, Harry non ha mai smesso di
rivolgergli quello sguardo; e Louis, nel specchiarsi ogni volta in
quegli occhi sinceri e troppo brillanti, troppo verdi, dalla pupilla
allungata ed enormi, bellissimi, si sente la persona più
fortunata
della terra.
Harry
deve nascondere le orecchie e la coda, quando esce o va al lavoro, ma
in quella casa, tra le braccia di Louis, miagola e fa le fusa. Louis
sorride al pensiero, accarezzandogli ancora il viso, le orecchie, la
schiena, intrappolando di tanto in tanto la coda nel pugno per
sentire sotto al palmo tutta la morbidezza di quei fili neri e
setosi, risalendo poi fino ad immergere di nuovo le mani nei suoi
ricci profumati e baciargli teneramente le guance.
Quando
poi Harry decide che è ora di smetterla di ricevere tutte
quelle
coccole, si solleva dal petto di Louis ancora steso e gli rivolge un
piccolo ghigno innocente. "Tu mi vizi, Lou" gli sorride,
prima di abbassare il viso per baciarlo e accarezzandogli poi il
petto, delicatamente, stando ben attento a non graffiarlo con le
unghie che, per quanto le tagli per essere meno pericolose, restano
affilate come spade. Allora Louis trova un lembo scoperto dalla
maglietta di Harry e intrufola sotto una mano, a contatto con la
pelle calda del suo ventre, prima di prenderlo in giro senza essere
serio.
"Ops,
forse hai ragione, credo di avere esagerato con i croccantini"
sogghigna, attirando su di sé un'occhiata truce ma divertita
di
Harry, prima che il ragazzo-gatto gli sollevi di poco la maglietta e
lo prenda in giro a sua volta.
"Io
non mangio croccantini, Lou" risponde a tono, abbassandosi sulla
sua pancia, "e tu sei incinto!"
Gli
morde la pelle senza troppa delicatezza, facendo mugolare Louis a
metà fra la risata e la protesta, quasi fosse lui il gatto e
non
viceversa. Lascia un succhiotto sul suo ventre, vicino al fianco, poi
gli bacia delicatamente l'interno dell'ombelico, come a chiedere
scusa, si risolleva e lo bacia sulle labbra.
"Vallo
a dire a Lou, è lei che prepara i vestiti per gli
spettacoli, e sono
sicuro che non sia del tuo stesso avviso" replica divertito al
termine del contatto, prima di essere lui a baciarlo e a risalire la
sua schiena con le mani, scoperta sotto al maglione e calda sotto al
tocco dei suoi polpastrelli.
"Lo
farò" assicura Harry contro le sue labbra, "non vedo l'ora
di vederti, quando reciterai sul palcoscenico fra qualche sera."
Preme
il viso nell'incavo del suo collo, abbassando un po' la voce come se
gli stesse rivelando un segreto. "Guarderò solo te."
"Ed
io cercherò i tuoi occhi tutto il tempo, Hazza", sorride il
ragazzo, accarezzandogli i capelli e le orecchie, "lo sai, ci
tengo a sapere cosa ne pensi."
Harry
solleva di nuovo il viso, sfregando piano il naso contro il suo, a
mo' di bacio eschimese. "Come se ce ne fosse bisogno"
sorride, "andrai benissimo come sempre. Sei il più bravo di
tutti, e non provare a contraddirmi facendo il falso modesto."
Louis
ride lievemente, poi gli posa un nuovo bacio sulle labbra soffici.
Sono sempre così rosse, piene, calde, Louis le adora: sono
il
Paradiso.
"Ti
amo" dice sottovoce, come se non volesse farsi sentire. Ma Harry
naturalmente lo sente, perché Louis non è solo la
persona che ha
appena sussurrato quelle due parole così importanti; Louis
è la sua
casa, Louis è il suo migliore amico, Louis è il
suo ragazzo. E
Harry lo sentirebbe anche se parlasse a chilometri di distanza,
potrebbe distinguere il suo respiro tra mille o riconoscere la sua
risata fra quelle di migliaia di persone in un universo sconfinato.
"Questa
era una delle tue battute per lo spettacolo, Boo?", domanda
dolce e ironico, fingendosi divertito per mascherare il rossore sulle
guance. Stanno insieme da almeno un anno, ma ci sono ancora cose a
cui non si abitueranno mai; le fusa e le tenerezze di Harry, le
carezze e le parole dolci di Louis.
"Oh,
sì, la più importante" conferma Louis, "quella
finale"
aggiunge, con un tono così sicuro di sé che Harry
per un secondo
non capisce se stia scherzando o se dica sul serio.
Louis
si accorge della sua confusione, ride e gli prende il viso fra le
mani "Dico a te, gattino!" esclama ridendo. "Amo
te, non fare quella faccia perplessa!"
Harry
sorride, sollevato, ignorando quel nomignolo tenero e un po' da presa
in giro e lo bacia, ricominciando a fare le fusa, sussurrandogli
nell'orecchio che anche lui lo ama, che non potrà mai
ringraziarlo
abbastanza per averlo preso con sé quella sera e che le
coccole che
gli fa ogni giorno non sono paragonabili neppure a quelle che ogni
tanto sogna.
Louis
ride, divertito, senza smettere di accarezzarlo, con il suono delle
sue fusa che accompagna l'ultima traccia dell'album; e sa che Harry
insisterà per rimettere di nuovo Sweet Disposition,
e Harry
sa che farà andare le sue fusa a tempo di musica fino a
quando, di
nuovo, non ci saranno baci e "ti amo" bisbigliati.
Angolo
Autrice
Non
so bene cosa dire riguardo a questa shot; era da tempo che volevo
scrivere una kitten!Harry (Daniela lo sa), e oggi mi
sentivo
ispirata e ho deciso di mettere su qualcosa di estremamente fluff.
Motivo per il quale ho ideato questa cosa.
Se
qualcuno se lo chiede e ovviamente nessuno se lo chiede
, la band C.N.Blue esiste davvero, c'è stato un periodo in
cui io
stessa ero in fissa con il K-pop -e naturalmente non era
perché mi piaceva in modo assurdo uno dei componenti della
band, no-
, e anche il titolo della storia è anche quello di una
canzone
cantata da...non me lo ricordo ahah, ma era un altro coreano. Forse
Lee Hong Ki
Comunque
vi lascio il link della mia long Larry, ecco a voi: You're
every line, you're every word, you're everything spero che
ci facciate un salto e che vi piaccia c:
Spero
che la storia vi sia piaciuta e magari fatemi sapere cosa ne pensate,
è la mia prima Kitten!Harry di una lunga serie
e mi farebbe piacere conoscere il vostro giudizio.
Un
bacione a tutti!
Seele
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