Titolo del capitolo:
Everlasting.
Personaggi: Sinbad
/ Ja'far
Rating:
Giallo
Note dell'autore:
One-shot / Shonen-ai / Sentimentale / Fluff
Disclaimer: Personaggi,
luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto
e le situazioni sono di mia proprietà.
.Everlasting.
« ... e soprattutto dovresti smetterla di lavorare di notte.
Tutti dicono che a stressarsi tanto si diventa vecchi e vengono fuori
le rughe molto prima del tempo. » La stanza, senza tutto quel
vociare incessante, sarebbe risultata davvero silenziosa; nessun
respiro oltre il proprio, solo il lieve rumore del bruciare dello
stoppino della torcia e la penna che grattava sopra il foglio di
pergamena pesante, profumato di umidità. Troppo umido, lo
sapeva benissimo, ma le mani pallide non volevano lasciar perdere e le
parole scorrevano leziose così come le cifre, i calcoli, i
risultati e tutta una serie di cose totalmente estranee al paio di
occhi color del bronzo che scintillavano poco sopra la bocca che
continuava a ciarlare. Ancora e ancora.
« Non credi faccia terribilmente caldo stanotte? Ho scelto
apposta questi vestiti per venire a trovarti, Masrur dice che
è una foggia tipica e in effetti funziona! »
Già, "vestiti". Ja'far li aveva visti molto bene, questi
vestiti: una sorta di tunica aperta sui fianchi, di un lino talmente
impalpabile da dare l'idea di star indossando carta di riso; i due
lembi separati, coprenti il davanti ed il dietro del corpo, erano
fissati da una cintura dorata che portava un rettangolino di stoffa
ricamata, sempre sui toni caldi delle steppe e delle pianure. Nel
complesso bellissimo, è innegabile, se unito a sandali
allacciati fino a poco sotto il ginocchio e lunghi capelli violacei,
profumati di mirra, sparsi su quello che doveva essere il /suo/ divano.
Ora non era più tale così come più
tale non era l'atmosfera silenziosa, rotta in soli cinque minuti di
presenza. Non soltanto faceva tutto quello che avrebbe dovuto fare lui,
ma in più doveva anche essere disturbato?
Le labbra seriche lasciarono cadere sull'inchiostro ancora umido un
sospiro silenzioso, ma la penna fu riposta dentro il calamaio e il
corpo diafano di Ja'far, ancora stretto in quella sua casta tunica da
lavoro con i bordi ricamati in verde ma nessun copricapo a coprire i
capelli bianchissimi, ruotò quanto bastava per incontrare lo
sguardo prezioso altrui.
« Sin. » La voce del più giovane era
tranquilla, senza la benché minima traccia dell'irritazione
che lo aveva portato quasi a distruggere un pezzo di carta molto meno
costoso di quella pergamena, che ora giaceva in un angolo dell'ampio
tavolo di legno proprio accanto alla lanterna con cui si aiutava per
vedere. Anzi, le labbra portavano un sorriso gentile e gli occhi grigi
erano pieni di premure. « Stai comodo? Vuoi un altro cuscino?
»
Non poteva crederci, Ja'far era così gentile! Lo sguardo di
pura meraviglia del re di Sindria illuminò totalmente
l'ambiente molto più di quella esigua fiammella; speranza,
desiderio? Magari lasciava quelle noiose carte per venire a sedersi
accanto a lui, giusto per scambiarsi un paio di coccole della
buonanotte? Pieno di fiducia annuì, splendendo ancora e
ancora. Splendeva sempre, Sinbad.
Peccato che quella luce venne soffocata immediatamente da un cuscino,
sì, che andò ad impattare con un suono morbido
proprio contro la faccia del re, seguito quasi immediatamente da un
corpo sopra il bacino, stoffa ruvida contro la pelle delle gambe e il
profumo di crisantemi che tanto caratterizzava quel corpo bianco,
delicato e segnato dell'uomo del suo destino. Ma quello che non aveva
messo in conto sono state- le mani!
Mani che premevano non sul cuscino come si era aspettato -e come
giustamente avrebbe meritato-, ma contro il petto, contro la stoffa.
Mani le cui dita andavano quasi dilaniando il lino sottile che cedeva
alle loro moine affabili, scoprendo sempre di più la pelle
ambrata di Sinbad. Una reazione totalmente inaspettata, una reazione...
istintiva?
In verità il primo piano di Ja'far era stato quello di
premere il cuscino sul viso di Sinbad e di soffocarlo una volta per
tutte, magari; un piano essenzialmente semplice ma in cui qualcosa,
come sempre, era andato più storto del previsto. Un qualcosa
di assolutamente imprevedibile eppure terribilmente semplice una volta
accettato o almeno riconosciuto: perché Sinbad doveva avere
un profumo così intenso? Perché la sua pelle
doveva essere più rovente dell'aria del deserto,
perché il sapore del suo fiato mischiato a quello dell'oro e
dell'argento doveva essere così irresistibile, tanto da
costringerlo a togliere il cuscino?
Lo spettacolo che diede, probabilmente, avrebbe potuto ridestare i
morti: sentiva le guance in fiamme, sentiva gli occhi velati da un film
di... lacrime, probabilmente, ma ciò che non sentiva era il
desiderio di fermarsi. « Sin- » Una differenza
consistente tra il nome dell'altro prima e adesso, sussurrato appena,
il viso basso e i capelli che andavano sfiorando il petto ormai
denudato dell'altro che- che si mise a ridere?
Una risata fragorosa che rimbalzò in ogni angolo della
stanza prima di morire su quelle stesse labbra bianche capaci di
guarire e di ferire, coprendole completamente e rendendole succubi di
un contatto umido il cui risuonare riusciva a sciogliere i nodi di
tensione nelle spalle di Ja'far, rendendolo molle creta tra quelle mani
così grandi. « Ti ho sedotto, visto? »
Un rapido movimento di bacino, ancora una risata, e ancora un bacio.
Tutto questo altro non era che un piano solo per raggiungere lo scopo,
solo per strapparlo a quelle carte umide per farlo sciogliere nel suo
abbraccio caldo e secco? Il vento del deserto non era mai apparso
così dolce: che quella notte potesse durare per sempre,
questo pensava mentre storceva le labbra in una smorfia e tirava in
basso una ciocca dei lunghi capelli di Sinbad, solo per rispondere alla
scarica di mitraglia di pochi attimi prima. Avrebbe mai smesso di
inventare cose come queste, avrebbe mai smesso di cercare di essere
sempre migliore per avere la sua approvazione o per strappargliela?
Ja'far sperava ardentemente di no, più di ogni altra cosa.
Ancora più della sparizione delle lentiggini.
.Fine.
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Primo, piccolo esperimento. 3
Inutile dire a chi è dedicata, /vero cara/? <3
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