Prologo:
La scuola di Hogwarts era immersa nel buio fitto. Il
silenzio era il padrone assoluto di ogni singola
stanza, gli studenti si stavano riposando dopo una lunga giornata di studio. Eppure, non tutti dormivano. In un ufficio, la cui porta era protetta da un gargoyle di pietra, un gruppo di
persone era intento a parlottare concitatamente.
-Albus, sei sicuro di quello che dici?-
-ho deciso di fidarmi Minerva, non posso tirarmi indietro
proprio ora-
-ma potrebbe tradirci, ci hai
pensato? Potrebbe essere un piano ideato da Tu-Sai-Chi
in persona-.
Il Preside posò il suo sguardo stanco sulla donna che gli
stava di fronte. I gomiti erano poggiati sulla scrivania di
legno scuro, le mani intrecciate reggevano il viso stravolto dell’uomo.
Le rughe sul suo viso si erano moltiplicate nell’ultimo periodo, complice anche
la preoccupazione insistente che continuava a corrugargli la fronte.
-tu cosa faresti al posto mio, Minerva?-
-farei in modo che qualcuno dell’ordine lo seguisse
costantemente, qualcuno di cui i Mangiamorte non sospetterebbero, qualcuno che
lo tenesse sotto controllo ogni minuto…-.
La donna poggiò le palme aperte sulla scrivania e si sporse
verso Silente, fissando il suo sguardo preciso in quello dell’uomo.
-sappiamo tutti che è impossibile
trovare una persona del genere- intervenne una voce melliflua comparendo
dall’ombra in cui era nascosta.
Minerva McGranitt sbuffò sonoramente prima di voltarsi verso
il nuovo interlocutore:
-tu avresti un’idea migliore, Piton?-
-purtroppo, temo che non ci siano soluzioni. Credo che ci
convenga fidarci del ragazzo, in fondo, sembrava
sincero…-. L’uomo dai capelli neri incrociò le braccia sul petto e guardò il
Preside con sguardo interrogativo.
-eppure ci sarebbe una persona che potrebbe controllarlo
senza essere sospettata, una persona di cui mi fido ciecamente- cominciò
Silente alzandosi lentamente dalla sedia e guardando fuori
dalla finestra con sguardo assente.
-se vi state riferendo a Potter, signor Preside, ritengo altamente improbabile che..-
-non mi riferisco ad Harry,
Severus-.
-e a chi, allora?- chiese questa volta la
donna, guardando ansiosamente l’uomo dalla barba bianca. Quest’ultimo si
voltò a guardarli. La luce della luna si rifletteva sul suo viso preoccupato,
mettendo ancor più in risalto le rughe che lo incorniciavano. Al contrario
della sua pelle, gli occhi, però, sembravano all’improvviso aver preso vita,
una scintilla di determinazione li aveva infiammati e quella stessa scintilla
adesso ardeva in quelle iridi chiare.
Minerva trattenne il respiro, portandosi una mano alla
bocca, mentre Piton si affrettò a chiedere:
-non penserà di…-
-non c’è altra soluzione, Severus. Se ci
fosse qualunque altra possibilità la sfrutterei…-.
-Ma, Albus, potrebbe essere
pericoloso…-
Lo sguardo del Preside, però, fece morire ogni altra
obiezione. La donna abbassò la testa, trattenendo a stento un sospiro, mentre
Piton guardò con nervosismo crescente il Preside. Purtroppo però, tutti e tre
sapevano che quella era la soluzione migliore. Ed in
quella notte stellata si decise il destino di una ragazza ignara di tutto ciò
che la aspettava.