Salve!
Si lo so, avevo detto che non avrei più scritto ma non ce l'ho
fatta. Sotto insistenza pressante mi sono ritrovata con una cosa che
mi ispirava e così eccomi qui.
Non
so dirvi se è cambiato qualcosa, me lo direte voi alla fine se
avrete voglia di lasciarmi una recensione. Ho scritto perchè
ne sentivo il bisogno, dopo tempo, perchè è come un
richiamo al quale non puoi fare a meno di ripondere. Ci vediamo giù
^^
Mai
avuto un simile problema.
“È
passato troppo tempo” rido come se fosse la cosa più
naturale del mondo, come per dire che è così e basta.
Che questo è l'unico modo in cui poteva andare, l'unica
risposta possibile. Ma non è vero.
Le
risposte possibili sono sempre più di una. Dipende tutto da
quale scegliamo di dare nel preciso istante che la richiede. La
verità è che ho fatto la mia scelta e ora questo è
l'unico modo in cui è andata. E non conta altro.
Tutto
quello che credevo non se ne sarebbe mai andato è passato, non
so se sia stato il tempo, se sia stato il mio ripetermi allo
sfinimento “passerà”, se sia stato il destino, il
fato o le persone. Rido come se non fosse stato difficile, come se
fosse bastato pensare di cancellare tutto e svegliarsi il mattino
dopo con buoni propositi.
Adesso
ormai non importa. Guardo Blaise e lui mi sta guardando serio. “Ehi,
amico, va tutto bene?” chiedo. Perchè lui deve sempre
capire, perchè deve capire così maledettamente bene
tutto di me.
Continua
a fissarmi e dice “oh si, io tutto bene”, faccio un cenno
fingendo di non accorgermi di quell'io solo per farmi sapere che lui
dubita che quello che ho appena detto sia vero.
Scuoto
leggermente la testa e appoggio le labbra sul bicchiere. E ritrovo la
piacevole sensazione frizzante lasciata dal martini. É troppo
tempo che non me lo concedevo, decisamente. Rischiavo di dimenticare
quanto mi piacesse. Ed è tutta colpa tua.
Ci
muoviamo, sediamo al nostro solito tavolo strategicamente posizionato
per vedere quasi tutto il locale e soprattutto le ragazze.
“ehi
Dray, guarda quella” questo è Nott, anche se non l'ho
visto so che non può essere che lui, questi sono i suoi tipici
commenti non appena entriamo, quando noi abbiamo solo in testa cosa
bere. Mi guardo intorno, il locale è pieno di ragazze.
Sbuffo
“Quale Teo? C'è pieno di ragazze qui” dico mentre
allontano la sedia dal tavolo e appoggio l'avambraccio sulla
spalliera assumendo la mia tipica posizione da osservazione della
popolazione femminile presente ogni venerdì. Appunto perchè
è venerdì il locale è pieno, Alan il barista ha
aperto anche la parte di sopra come fa tutti i week end.
Aggiungiamoci le luci soffuse e spero che anche Nott capisca che mi
deve dare qualche elemento in più per identificare quella
ragazza.
Teo
siede di fronte a me e dice indicando l'entrata “quella
all'entrata”. Ora. Io capisco che stiamo parlando di Nott, ma
all'entrata ci saranno minimo quindici ragazze che stanno parlando
con Alan, il barista. Lo vedo gesticolare, probabilmente si sta
scusando per doverle mandare al piano di sopra. Appoggio
pesantemente la mano sul tavolo, vicino al bicchiere che se fosse
vuoto non esiterei ad usare come arma. “Teo, devi darmi qualche
elemento in più, saranno almeno quindici quelle all'entrata”.
Scuote
la testa, come ogni volta che gli faccio notare la sua imprecisione
nel definire la quella della serata. Si volta mentre le ragazze
comininciamo a sfilare fra i tavolini dirette alla scala che porta al
piano di sopra.
“Vestito
verde” mi dice afferrando il suo bicchiere di Rum e
controllandomi come ad aspettare il mio parere.
Alzo
gli occhi e la vedo. Alta, mora, slanciata. Vestito verde che le
arriva sopra al ginocchio, maniche a tre quarti, scollatura generosa.
Ad occhio e croce sui ventitrè. La seguo dirigersi verso
la scala e mettere il piede sul primo gradino. Ecco perchè
scegliamo questo tavolo, la visuale comprende anche la scala e ci
permette una valutazione completa delle donne che di volta in volta
finiscono inevitabilmente per finire nel nostro mirino.
La
vedo incerta, come se aspettasse qualcosa. Alza gli occhi e mi
guarda, sono sicuro che stia guardando me, mi fissa, senza
preoccuparsi che io me ne accorga. Un attimo. Sono io che prendo
l'iniziativa, io che scelgo. Una strana sensazione mi pervade, se
vuole giocare allora giochiamo. Faccio un cenno di saluto e aspetto.
Lei
ricambia, poi sorride e sale senza più degnarmi di uno sguardo
fino a quando sparisce in cima alle scale.
Riporto
lo sguardo su Teo, gli faccio una smorfia come a dire che non è
poi tanto male. Non bisogna mai sbilanciarsi troppo.
Prendo
il bicchiere che mi aspetta ancor a vergognosamente pieno di fronte a
me e bevo, con calma, gustandomi il brivido dell'alcool che scorre
dentro di me.
Non
appena stacco le labbra dal bicchiere mi giunge la voce di Blaise
“ehi Dray, vacci piano..” gli lancio uno sguardo truce.
Non ha ancora imparato che non deve permettersi di dirmi che cosa
devo fare.
Appoggio
il bicchiere con estrema lentezza, come la quiete prima della
tempesta, mi passo una mano fra i capelli. Sospiro e ancora prima di
muovermi Blaise ha già aperto bocca “è inutile
che fai quella faccia, so che non ti piace ti dica cosa fare, ma era
semplicemente un consiglio. So benissimo che se vorrai nuotare
nell'alcool non sarò certo io ad impedirtelo...però
devi riconoscerlo amico, sei un cesso in quanto a quantità di
alcool che riesci a ingurgitare come se niente fosse”. Ridiamo
tutti.
“in
realtà dovete riconoscere anche che per lo stesso motivo Draco
Malfoy è un gran figo. E che riesce a rimorchiare qualsiasi
quantità di alcool abbia in corpo al contrario di qualcuno qui
presente..”. Ridiamo ancora. Non possono negarlo, Draco Malfoy
ottiene sempre quello che vuole. Sempre.. okay, quasi sempre.
Teo
fa finta di ignorare la mia perfida frecciatina e poiché i
nostri bicchieri sono ormai miseramente vuoti fa un cenno ad Alan e
ordina Wisky Incendiario per tutti. Quando il barista se ne va
gli dico “deduco tu non voglia tornare a casa stasera..”,
Teo sorride e senza la minima preoccupazione mi dice “sarei più
contento se finissi a casa di una di quelle ragazze lassù”.
Eh beh, come non concedeglierlo. Di solito è il nostro modus
operandi, non devi ricordarti la strada di casa e la mattina dopo è
molto più agevole la fuga.
Alan
arrivò “é proprio pieno stasera eh Al?” gli
disse bonariamente Edwin.
“oh
si ragazzi, c'è davvero molta gente” sorride gioviale
come sempre...
“piuttosto”
disse mentre prendeva il mio bicchiere vuoto dal tavolo e lo
sostituiva con quello pieno “mi chiedevo come mai non foste
ancora andati di sopra...cos'è? Vi siete finalmente dati una
calmata?”
Una
sonora risata si leva dal nostro tavolo e prontamente Edwin risponde
“credi che ci daremmo mai una calmata noi? Dacci un po' di
tempo...dobbiamo mettere a punto il nostro piano di attacco”.
Ridiamo ancora e mentre si allontana non può che ammettere che
probabilmente non cambieremo mai...
Non
è vero che non si cambia, è solo che non che ne
accorgiamo. Ma le rare volte che riusciamo a guardare indietro con un
minimo di oggettività vediamo quel che abbiamo lasciato nel
passato e quel che adesso c'è e prima non c'era.
Ma
torniamo a noi, non è il momento di pensieri profondi, non
mentre il wisky si sta mescolando al martini nel mio stomaco.
Abbassiamo
i bicchieri tutti in un solo istante e alziamo gli occhi. Dunque è
giunto il momento di formulare il nostro piano d'attacco.
Blaise
mi guarda “Dunque?”.
“Perchè
devo pianificare sempre io?” sorrido.
“Come
perchè?” mi fa eco Edwin “hai detto due minuti fa
che tu riesci a rimorchiare in qualsiasi condizione, a chi dovremmo
chiederlo!!”
Ahhh.
La dura vita dell'uomo più figo in circolazione. Mi passo
distrattamente una mano fra i capelli “vediamo... supponiamo
che qualcuno ci abbia già provato, che qualcuna sia impegnata
e qualcuna troppo ubriaca per poter essere rimorchiata” fase
numero uno. Restringere il campo.
Fase
numero due. Abbozzare i possibili obiettivi di noi quattro in modo
che non finiamo per lanciarci fatture e io non finisca per avere
troppe ragazze addosso, ovviamente.
“Blaise...?”
chiedo. Lui mi guarda “Eh me lo chiedi Dray, lo sai, alta,
bionda...il solito”. Giusto, giusto, le bionde a Blaise. Le
rosse a Edwin. E infatti: “a me la rossa..riccia, lo sai Dray”.
Il
problema sono sempre le more. Maledetto Teo. Mi guarda e poi dice la
sua stronzata quotidiana “Rimane quella col vestito verde...”
per fortuna interviene Blaise perchè sarei pronto a fargli
notare ancora una volta quanto sia lui quello che fra di noi va in
bianco e soprattutto quanto è idiota. “No Teo, mi sa
che quella è già di Dray, l'ha scelto lei”. Ecco
Blaise, questa te la potevi risparmiare. Tu e il tuo maledetto
spirito d'osservazione. Grazie a questa tua uscita mi ritrovo con una
serie di battute derisorie che per fortuna Teo ferma dicendo
“comunque non importa, ne ho già vista un'altra che mi
interessa”.
“oh
bene ragazzi, è stato più semplice del solito”
dico soddisfatto. Distendo i piedi sotto al tavolo, senza
preoccuparmi di urtare qualcuno. Blaise ferma Alan e mi ritrovo
davanti un bicchiere pieno fino all'orlo di Rum. Lo guardo di
sottecchi.
“Cos'è?!”
gli chiedo indicandoglielo. “Rum..?!?” mi dice come se
fosse la cosa più naturale del mondo...
“lo
sai che io non bevo questa schifezza..” ma Alan mi ferma
immediatamente “non chiamarla schifezza, non è rum,
provalo, è nuovo, offro io”.
Alziamo
i bicchieri al centro, gli facciamo sfiorare il tavolo e beviamo
tutto d'un fiato.
Non
so cosa sia ma è decisamente fantastico.
Ci
alziamo con molta poca grazia visto l'alcool ingerito e la poca
finezza che abbiamo di solito noi uomini.
Mi
sistemo il colletto della camicia e mi avvicino alle scale
apprestandomi a salire con esasperante lentezza ogni gradino. So che
Blaise odia questo mio comportamento ma mi rende tranquillo, pronto
alla conquista, come un leone appostato pronto a balzare sulla preda.
E soprattutto mi sento osservato, sento su di me gli occhi delle
ragazze di sotto che fissano ogni centimetro del mio corpo e mi fa
sentire potente. Il potere logora chi non ce l'ha. E io ne ho molto,
ovviamente.
*
* *
Mi
sveglio circondato da un profumo che non ricordo di aver mai sentito
prima. Ho un mal di testa terribile. La testa sembra che mi scoppi
tra le mani.
Mi
alzo lentamente, devo assolutamente tornare al mio appartamento prima
di andare al lavoro.
Mi
lascio sfuggire un lamento e mi maledico per aver bevuto così
tanto...ma non servità a molto, stasera sarò ancora con
un bicchiere in mano e Blaise a fianco. Copione abituale della vita
da scapolo.
Afferro
la mia camicia buttata sul comodino. Me la infilo e scorgo solo ora
la massa di capelli scuri e ricci adagiata sul cuscino di fianco. Una
sensazione strana mi assale, mi ricorda a te, ti assomiglia. O forse
sono solo i postumi della sbronza. Indosso il mio solito ghigno e
recupero i pantaloni in fondo al letto, spostando il vestito verde
della ragazza. Finisco di vestirmi e mi allontano cercando di fare il
minimo rumore possibile. Sono in salotto, riesco ad individuare la
porta e sto per andarmene quando vedo un plico di post-it sul mobile
appena di fianco alla mia via di fuga.
Perchè
no, mi dico. Prendo la penna e cerco di ricordare come si chiama ma
la mia mente non mi manda nessun indizio utile. Decido quindi di
lasciare ciò che lascio a tutte e la mia mano forma
distrattamente le parole: sai chi sono e non sono quello giusto.
Alzo
lo sguardo e mi osservo allo specchio. Si ho decisamente bisogno di
andarmene a casa e fare una doccia.
*
* *
Arrivo
al lavoro con il mal di testa che sta lentamente svanendo, si
affievolisce senza andarsene, lanciando fitte ad intervalli quasi
regolari. Impreco sottovoce perchè non sarebbe consono farlo
ad alta voce in pieno Ministero della Magia. I miei passi mi
conducono automaticamente verso l'ascensore ed è che incontro
Blaise. Ci scambiamo un fugace cenno del capo in segno di saluto.
Tutti gli altri rumori sembrano amplificarsi almeno dieci volte nella
mia testa. Blaise mi guarda, lui non è messo tanto meglio.
Poi mi chiede “anche tu hai lo strizzacervelli oggi eh
Dray?!?”. Qualcosa comincia a lavorare velocemente nel mio
cervello.
“Cazzo”
dico prima di riuscire a realizzare che ho appena dato voce ad una
imprecazione che forse sarebbe stato meglio tenere per me. Ormai è
fatta.
“Me
ne ero completamente dimenticato” ammetto. Blaise sorride e io
penso che invece non fa ridere, per niente. Odio che il Ministero ci
abbia obbligato a fare questa sorta di esperimento, queste sedute che
non servono a nulla e che mi fanno rivangare cose che era meglio
rimanessero dove erano.
“Almeno
è l'ultima Blaise..e poi oggi è sabato, finiamo presto”
aggiungo mentre gli batto una mano sulla spalla come per confortarlo
ma in realtà più per convincere me stesso che oggi sarà
indolore.
Eccoci
al mio piano, saluto, esco e vado nel mio ufficio. Mi chiudo la porta
alle spalle e do un'occhiata all'orologio. Ho appena il tempo di
firmare qualche pratica prima di andare dal mio acerrimo amico, Mr
voglio sapere tutto di te così poi posso costruirci sopra le
mie assurde teorie. Sbuffo. Spero solo che passi in fretta, non vedo
di andarme a casa.
Percorro
ad ampie falcate il corridoio che mi condurrà dallo psicologo,
la testa ha smesso temporaneamente di pulsare e spero mi conceda una
tregua fino a quando sarò libero di tornarmene a casa. La
porta è aperta, deduco mi stesse aspettando. Prendo un respiro
ed entro.
Riepiloga
quello che lui chiama il mio percorso, sento il tuo nome ma non c'è
posto per te nella mia testa ora, non voglio più sentire nulla
di te, ci sono io e basta. E il mio mal di testa che sta tornando,
non concedendomi la tanto agognata pausa.
Parla,
parla, parla. Mi fa qualche domanda a cui rispondo in modo evasivo,
niente di importante. Come stai, come mi definirei, bla bla bla...
Conclude
parlandomi di quello che ho imparato a causa tua e penso che non
avevo certo bisogno per lui per saperlo, di come sono migliorato e un
sorriso mi si dipinge sul volto. Si, ho imparato che devo essere
me stesso, non importa il resto. Che tutto il resto può
andarsene allegramente a f.....
Ha
finito. Qualcosa dentro di me esulta. Ho finito questa tortura.
Sto
per alzarmi quando mi viene in mente una cosa. Lo fisso e dico:
“Posso
chiederle una cosa io?”
Si
ferma anch'egli e abbozza un sorriso dicendo “Ma certo signor
Malfoy”.
Mi
siedo meglio ed espongo:
"Mi
dica una cosa, dottore, in psicologia esiste un termine per indicare
quella cosa che voi chiamate il mal d'amore, vero? L'ho letto non mi
ricordo dove. Comincia con la elle." "Ti riferisci a
limerence?" "Esatto." "Ecco" Jan si
strinse nelle spalle, "in poche parole conosci qualcuno e
corrisponde per molti fattori al tuo ideale di partner e il tuo corpo
comincia a produrre ormoni. Dopamina, serotonina, ossitocina e altri
che ti danno l'impressione di camminare sulle nuvole. La tua capacità
percettiva si restringe e tutto ciò che conta è solo la
persona di cui ti sei innamorato. Ti sembra di essere sotto l'effetto
di stupefacenti." (*)
Mi
metto a ridere incontrollatamente e lui mi guarda perplesso.
Mi
alzo “mai avuto un simile problema, preferisco l'alcool”.
Riesco a salutare e a mormorare un “mi scusi” mentre esco
e finalmente imbocco il corridoio che porta all'ascensore e respiro
aria di libertà, quel profumo di sabato pomeriggio libero in
cui posso fare quel che mi pare, quel profumo di nuovo che allevia
persino il mio mal di testa. Vedo Blaise mentre esco dall'ascensore e
mi avvicino.
“Ehi”
“Ehi
Dray, tutto okay?” chiede.
“si,
ovviamente” recupero il mio ghigno e mi interesso del programma
della serata. Si prospetta interessante così ci mettiamo
d'accordo sull'ora e finalmente posso dirigermi a casa...
Sto
aspettando Blaise, ha promesso di portare delle amiche e io sono in
attesa.
Edwin
e Teo sono in ritardo, come sempre. Comincio a camminare avanti e
indietro, sono tranquillo, rilassato. So che posso fidarmi di Blaise.
Sento
dei passi e mi giro. Nello stesso istante sono arrivati i ragazzi.
Li
saluto poi Blaise mi presenta le tre ragazze e infine tu.
Mi
tendi la mano e con voce ferma mi dici “Piacere, Astoria”.
Mi stringi la mano con forza mentre sento gli occhi di Blaise
puntati su di me, temo cosa starà pensando in quella sua
testolina.
Chiacchere
di cortesia ci accompagnano fino a quando entriamo nel locale. Poi ti
siedi vicino a me. Evidentemente Blaise ti ha designato per essere la
mia 'dama di compagnia' stasera. Me la pagherà, rifilare a me
una bionda... ma a lui penserò dopo.
Ti
guardo parlare con lui, senza timore che tu possa accorgertene.
Sembrate grandi amici, inizio a dubitare che stiate cospirando contro
di me..
Hai
l'abitudine di spostarti una ciocca dietro l'orecchio in mezzo a
quello svolazzare di mani che fai mentre parli, è una cosa che
fai inconsciamente che da lontano ti rende tremendamente sexy. Blaise
interrompe i miei pensieri mentre sono al bancone ad aspettare i
drink. Mi arriva alle spalle come un felino...eppure sa che odio
quando lo fa.
“Cosa
ne dici allora?”. Lo guardo, per cercare di capire se è
serio ed dalla sua faccia vuole davvero una risposta. Mi giro a
prendere i bicchieri mentre rispondo “è bionda...”
lui sogghigna e porta via gli alri bicchieri liquidandomi con un “beh
che vuol dire, anche tu”.
Una
lama di sole mi sveglia. Sento il profumo delle mie lenzuola di lino,
la testa stranamente leggera. Un attimo. Le mie lenzuola di lino?!?!
ma questo vuol dire che sono a casa mia...
Non
riesco a trattenere un “merda” a fior di labbra.
E
lo ripeto dentro di me più e più volte. Per evitare un
panico ingiustificato controllo al mio fianco.
Ma
il panico è giustificato, più che giustificato Tu sei
li, con i tuoi capelli biondi e lisci che ti ricadono su un lato del
collo. Respiri tranquilla, mentre io sto andando in tachicardia. Non
è possibile, non puoi essere a casa mia, non posso essere
caduto nell'errore più stupido che potessi fare. Non posso
fuggire da casa mia ora, non posso far fuggire lei troppo
bruscamente, anche perchè è una amica di Blaise.
Cavolo. Okay Dray, calma.
Mi
alzo, mi vesto e mi dirigo verso la cucina. Mi sto servendo il caffè
mentre tu compari all'improvviso e mi chiedi “e a me no?”.
Un po' incerto te lo verso e ti passo la tazza. Appena ti guardo
tutti i miei sistemi di allarme si attivano. Come cavolo ti sei
appropriata di una mia camicia. Come. Cavolo. Hai. Fatto.
Mi
passo una mano fra i capelli. Mi sono ficcato in un bel casino.
Appoggio
la tazza e senza rendermene conto tu sei già sulle mie labbra.
Da quanto permetto alle ragazze di fare quello che vogliono di me. Ti
allontano con la massima cautela di cui sono capace.
“ehi,
ehi” ti dico “un attimo”.
Prendo
un respiro profondo e cerco di fare una cosa che non ho mai fatto
prima.
“senti...io
non sono...esattamente...la persona..:” e tu ridi. Ridi. Non
faccio ridere, ne sono sicura.
“Sono
io che non sono come tutte le altre..è molto semplice Dray”
la fai semplice tu. Mi sfiori la mano e ti allontani dicendomi
“grazie per il caffè, se non ti dà fastidio vado
a farmi una doccia....” lasci la frase in sospeso e sparisci.
Non ho il tempo di risponderle, di dire niente, nulla, nada.
Aspetto
qualche secondo, cerco di riprendermi. Come posso lasciarti fatti
tutto questo.
Mi
stacco dal mobile della cucina. Blaise me la pagherai cara questa
volta, molto cara.
Mi
sto dirigendo automaticamente verso camera via quando una voce mi
chiama “ehi Dray...”.
Oh
beh, perso per perso. A questo punto, se la metti così, non
sia mai che Draco Malfoy rifiuti un invito del genere...
...mentre
muovo i primi passi incerti verso qualcosa di inaspettato e atteso
allo stesso tempo, mentre vado avanti senza timore, penso che forse
potrei lasciare in vita Blaise Zabini la prossima volta che lo
incontrerò.
Eccomi!
Ho qualche precisazione da fare. Prima di tutto devo dire che questa
ff è nata per la frase con (*) che non è mia ma
di Wulf Dorn in “Follia Profonda". L'ho leggermente
cambiata ma ha qualcosa che mi ha colpito. Inoltre ci sono alcune
frasi prese qua e là da diversi riferimenti quindi non
stupitevi se vi suonano familiari. La prima ragazza di cui parla l'ho
lasciata volutamente indefinita e credo che vi possiate abbinare chi
più vi piace, la ragazza a cui sembra si addica di più
il ruolo xD.
Per
Astoria, io direi che proprio per la sua presenza si potrebbe
considerare una storia a lieto fine, che mancava da un po' nelle mie
ff. Tuttavia ho lasciato il finale leggermente in sospeso, in modo
che anche in questo caso abbiate la possibilità di pensarlo
come più mi piace.
Edwin
è un personaggio inventato, un ragazzo che si suppone sempre
di Serpeverde, amico di Draco e Blaise, niente di particolare insomma
per quanto io me lo immagino biondo con i capelli corti ma è
soggetto alle vostre più libere interpretazioni.
Come
contesto temporale mi sembra abbastanza intuibile che si parla del
periodo che intercorre tra la guerra e “19 anni dopo”.
Il
titolo non mi piace ma altrimenti non l'avrei mai pubblicata, sorry.
Non
ha presete di correttezza, coerenza o che altro. Consideratelo una
sorta di esperimento, una prova che spero alla fine vi sia piaciuta.
Le recensioni sono sempre gradite ^^ (soprattutto perchè visto
che è un sacco che non scrivo potete dirmi se vi sembra sia
cambiato qualcosa).
Credo
di averti detto tutto, un abbraccio
Vostra
Elly.
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