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Ottobre 1981, confini con la Foresta.
Drriin. Lo squillio
del campanello risuonò come un eco nella vasta casa silenziosa di Remus Lupin.
Il salone era vuoto,
e anche molto disordinato, e dava l'idea che l'uomo che ci vivesse fosse stato
abbandonato da tutti. In realtà, era anche troppo impegnato con gli amici, al
punto da non avere tempo per riordinare la casa.
La sera prima aveva
fatto l'alba con Sirius.
Già, Sirius era
l'unico che ancora poteva fare il cazzareggione come quando erano ragazzini. Con
la sua moto volante, a momenti lo faceva sentire male. Erano andati in giro,
avevano sorvolato solo Hogsmeade, avevano voluto stonarsi un pò da
quell'atmosfera cupa di terrore che regnava. E Remus, per una volta, aveva
provato a fare il 'cattivo ragazzo', nel senso che non aveva badato alle norme
di sicurezza e aveva 'vissuto veramente' come gli aveva detto il suo migliore
amico proprio la sera precedente.
Drrriiin.
Un'altro squillio
insistente. Dalle scale riecheggiò la corsa del propietario della casa.
"Arrivo!" urlò
"Un momento!" e,
maledicendo il suo disordine, mentre inciampava in due o tre oggetti non meglio
identificati, Remus Lupin arrivò finalmente alla porta.
"Ciao!" disse
sorridendo.
Alla porta c'era una
bella donna, dai lineamenti fini, i capelli rossi e gli occhi verdi che gli
sorrideva. "Ciao Rem!" poi il biondo si scansò di lato per farla entrare, e
cercò di sistemarsi i capelli con le mani, poi, appena si accorse che era
impossibile, si sedette sul divano di fronte a lei.
"Baldoria ieri
sera??" disse lei, guardandosi attorno con il sopracciglio alzato. Remus
sorrise.
"Siamo usciti con
Sirius, sai, per stonarci. In fondo abbiamo ventun anni, non possiamo mica
vivere solo di male e bene!" Lily spalancò il sorriso anche agli occhi "Detto da
te suona così strano!"
Il biondo la guardò.
Quanto tempo era passato. E ancora quel sentimento non passava.
"Harry e James?"
chiese. "A casa. Sanno che sono qui, in fondo, avevo solo bisogno di vedermi con
il mio migliore amico!" già. Era ormai tanto tempo che non stavano più da soli.
"Ormai è tanto che
non stiamo più da soli..."
"Da quella volta, Remus!" disse con convinzione la rossa. Negli occhi di Remus
cominciarono a correre i ricordi.
Erano più giovani,
erano da soli, faceva freddo, era la notte di Natale e lei era bella, i suoi
occhi sorridenti, le sue labbra invitanti...
"Ti ricordi??" disse
lei. Remus non rispose subito. Con la bacchetta fece comparire due tazze di thè
e ne offrì una a Lily, mettendoci due zollette di zucchero, un goccio di latte e
uno di limone, come piaceva a lei. Poi, vedendo che doveva rispondere per forza,
posò la tazza dopo averne bevuto un goccio, e abbassò gli occhi.
"Sì, mi ricordo!"
Lily sospirò e fissò il liquido ambrato girare nella tazza.
"C'era la neve... era
la notte di Natale del nostro settimo anno..."
"Complimenti, te lo
ricordi proprio bene..." ma la rossa non voleva smettere.
"Remus, ho bisogno di
ricordarlo, ne ho bisogno, capisci??"
"No, Lil, non
voglio..." cominciò a dire, ma lei lo interruppe. "Fallo per me!" lui la guardò.
Lily poteva sembrare tanto pura, ma sapeva come ottenere quello che voleva, in
fondo. "E sia!" Remus poggiò la tazza e si accomodò meglio sul divano, guardando
ostinatamente da un'altra parte, mentre sentiva la rossa parlare.
"Dormivamo insieme,
perchè eravamo tanto amici... e l'avevamo già fatto, in fondo." aspettò invano
un commento da Remus, e poi riprese, la mano che aveva cominciato a tremarle.
"Stavamo parlando
dell'amore... forse è stato quello il jolly da non giocare.."
"Ormai è successo Lily, e non capisco perchè..." Lily non lo fece finire.
"E poi, avvolti sul
mio letto, nello stesso piumone, ci siamo avvicinati... ci siamo baciati!" posò
la tazza che aveva cominciato a tremare troppo vistosamente. "Ma stavo con
James!" disse alla fine in un sospiro, mentre si prendeva il viso fra le mani e
poggiava i gomiti sul tavolo.
"Già" disse Remus,
che aveva risentito le stesse emozioni di quella sera. Il calore del piumone li
avvolgeva e avevano detto tante cose...
"Per te com'è
l'amore, Remus?" lui l'aveva guardata.
"Dovresti dirmelo te,
Lily Evans Potter!" le aveva risposto enfatizzando l'ultimo cognome, Lei aveva
fatto una risata simile ad uno sbuffo e aveva detto "Sono solo due mesi che ci
sto insieme, non lo so se lo amo!" e aveva guardato il soffitto. Remus l'aveva
fissata. Per dissimulare la ragazza aveva cominciato a fissarsi le unghie.
"Io non so dirtelo,
Lil, mi dispiace!" la rossa aveva annuito.
"Comunque dicono che
essere innamorati significa sempre avere voglia di stare con quella persona, e
avere voglia di vederla felice, ad ogni costo!" Remus la fissava. Erano
veramente troppo vicini sotto quella coperta.
"Già... dicono anche
che si potrebbe morire per quella persona,.."
"O restare da soli!" aveva precisato lei. Come accidenti faceva a sapere quello
che gli passava per la mente in quel momento??
"Remus, io ti
piaccio, vero??" Remus era rimasto spiazzato.
"Sì!" aveva detto
alla fine. Non aveva senso mentire a lei, lo avrebbe subito scoperto.
"Sai, anche a me sei
piaciuto per un pò di tempo!" e lo aveva guardato negli occhi, con la sua
espressione sempice e ingenua. Bella, come sempre, magica come tutte le volte
che stavano da soli e... unica.
L'atmosfera era
troppo bella per essere sprecata. Si erano avvicinati e si erano baciati. Si
erano dati due o tre baci, uno di seguito all'altro, per non pensare che non
dovevano, per non pensare che tutto sarebbe potuto andare meglio molto tempo fa,
e poi si erano addormentati, vicini.
"E hai scelto lui!"
disse il biondo alla fine.
Lily fece un roco
sospiro spezzato. "Non pensare sia stato facile!" e lui si girò in tempo per
vederla che si asciugava una lacrima. "Lily, lo so che per te non è stato
facile, ma io da quella sera, non riesco a pensare ad altro, al tuo viso, ai
tuoi occhi puri e sinceri... mi sono chiesto fino a logorarmi il cervello se in
quegli occhi tu volevi dirmi di più, se era vero amore quello che ti aveva
attraversato o se era solo un momento... ma poi ti vedevo felice con James e mi
immaginavo io al posto di James, mi sono immaginato io, vestito bene all'altare
che ti metteva la fede al dito, perchè pensi non sia venuto al battesimo di
Harry?? Non potevo, non ce l'avrei fatta. Io devo amare quel bambino, non posso
pensare che avrebbe potuto essere figlio mio, non potevo proprio per niente....
ed è stato difficile starti vicino in questi anni.. davvero difficile..." e
prese aria. Aveva parlato per tutto il tempo, senza respirare e Lily lo aveva
guardato.
"Lo so, cosa credi,
l'ho capito... ti leggo tutto negli occhi, lo sai!"
"Lo so, l'hai sempre
fatto e continuerai a farlo.... allora, vuoi vedermi soffrire, venendo qui a
berti un thè, mentre ti diverti a raccontarmi di come quella sera mi hai preso
in giro??" rideva quasi. Diventava pazzo al solo pensiero.
Lily fece un profondo
respiro. Stava per cedere.
"Voldemort ci dà la
caccia!" disse tutto d'un fiato. Remus si voltò verso di lei
"Cosa??" lei annuì
"Sì!! Ce lo ha detto Silente e io non voglio morire, Remus, ho solo ventuno
anni, devo vedere crescere mio figlio, devo fare ancora tante cose e io non
voglio morire, non so cosa mi succederà, non sono pronta, non.... non voglio!" e
scoppiò a piangere. Remus le accarezzò una spalla che tremava, scossa dalle
lacrime.
"Non ti preoccupare
Lily, non succederà... James non è uno stupido, non lascerà che Voldemort faccia
morire la donna che ama e la madre di suo figlio!" Lily fece una mezza risata
"No, non lascerà che
io muoia, almeno finchè potrà..." poi ci fu un momento di silenzio. Nessuno dei
due si rese conto di quanto tempo passò, poteva essere stata anche mezz'ora,
anzi, forse un'ora.
Poi Lily si alzò "Ora
devo andare, Remus. Scusa se sono venuta, ma ne avevo bisogno..."
"Capisco, Lily, tranquilla!" si era alzato anche lui e la stava accompagnando al
portone.
Lei si fermò e lo
guardò negli occhi. Solo per un breve, intenso momento.
Poi arrivarono al
portone. "Mi dispiace che hai trovato del disordine, Lil..." la rossa alzò le
spalle con un sorriso. Non c'era più traccia delle lacrime nei suoi occhi.
"Bè, non fa niente, e
poi... Gratta e netta!" il salotto tornò pulito come una volta.
"Grazie!" disse lui
sorridendo. Lei alzò le spalle.
"E, mi raccomando,
stai tranquilla, non ti succederà niente!" lei scosse le spalle. Fece per
uscire, ma poi si voltò.
"Ma se ti dicessi che
anche io non smetto di pensare a quel bacio??" Remus rimase immobile, senza
sapere che fare. Erano di nuovo troppo vicini.
Lo baciò.
"Ti voglio troppo
bene per essere semplicemente un'amica!" disse, e poi se ne andò sorridendo,
come sorridendo era entrata. Remus rimase a guardarla finchè non si
smaterializzò poco lontano.
Poi il biondo si
sfiorò le labbra come a non crederci.
Notte fonda, forse
l'una. Remus non dormiva, ripensava a Lily, alle parole che si erano detti, a
quel lungo giorno di due anni prima, a come le sue labbra erano tornate
invitanti come una volta, nonostante lui pensasse fosse tutto passato ormai...
lo distrasse dai suoi pensieri, un gufo ambrato. Il gufo di Peter. Lo fece
entrare senza esitazione e srotolò il foglietto legato alla zampa. La familiare
grafia diceva.
Corri a Godric's
Hollow.
Remus non sapeva cosa
significava quel biglietto, ma di certo non era una cosa buona. Si precipitò
fuori casa e corse via, verso la casa delle persone che amava di più al mondo.
Ci corse proprio.
Corse per parecchi
chilometri, fino ad arrivare ad un cumulo di macerie.
Il suo cuore mancò
parecchi battitti.
Cominciò a frugare
fra le macerie come un matto, cercando un segno, qualunque cosa che dicesse che
quel Marchio verde che brillava nel cielo non voleva dire niente, cercava una
piccola speranza per potercisi aggrappare con tutte le sue forze, ma quelle
piccole speranze furono scacciate dalla sua mente, dopo che, scansata una
maceria che non voelva identificare, si ritrovò il viso inerme di James, con gli
occhiali spezzati e rovesciati, la bacchetta stretta in mano.
"O mio Dio!" disse, e
continuò a cercare furioso. Come un pazzo, con gli occhi di fuori, senza
rendersi conto di quello che faceva. Non si rese conto se urlava, o pensava solo
di trovarla viva, di trovarla come quel pomeriggio, sorridente. Poi la trovò.
Ma non era nè viva e
nè sorridente.
La prese in braccio.
I capelli lunghi gli solleticavano il braccio, gli occhi erano chiusi, come se
si fosse aspettata di morire e si fosse arresa all'idea. Lily.
La Lily dei tempi
della scuola, la Lily che amava, dolce Lily, splendida Lily, innocente Lily,
pura come il suo nome, innamorata della vita, Lily... se ne era andata.
Sentì un rombo,
irriconoscibile. La moto di Sirius si era fermata davanti alla recinzione della
casa. Sentì l'unico amico che gli era rimasto scendere in fretta dalla moto e
precipitarsi, mentre le lacrime scendevano libere sulle sue guance e il cuore si
spezzava dentro di lui.
"Che è successo?"
Sirius si era fermato poco lontano, incapace di andare avanti, incapace di
affrontare l'inevitabile verità, la sola verità che non avrebbe mai voluto
accettare.
Remus si girò,
portando in braccio Lily.
"La fine, Sirius. E'
la fine!" Sirius impallidì e rimase boccheggiando per circa un minuto, vedendo
il corpo di Lily inerme nelle braccia di Remus. Poi andò diretto verso il corpo
di James, lasciato scoperto da Remus, e pianse. Remus non aveva mai visto Sirius
piangere. Mai.
Dopo un pò sentirono
un vagito. Sirius ci arrivò per primo.
Era Harry, nascosto
dietro una pietra, che piangeva. Probabilmente, prima dormiva. Sirius lo prese
fra le sue braccia. "Ma che è successo, Sir?" il moro scosse la testa. Non lo
sapeva, non lo voleva sapere. Voleva solo che quelle stelle non continuassero a
brillare così spudoratamente nel cielo, quando non c'era niente per cui
splendere. Voleva solo tornare a sfottere il suo migliore amico.
"Io ora vado a casa,
Sirius!" disse Remus. Non ce la faceva a stare ancora là. Preferiva andare a
casa e addormentarsi, pensando che magari, il giorno dopo si sarebbe svegliato e
avrebbe scoperto che era stato tutto un brutto sogno... si sarebbe ritrovato
ancora una Lily sorridente la domenica a pranzo, a casa loro.
Poggiò il corpo della
donna che amava per terra e le portò con le dita, un singolo bacio.
"E io ti voglio
troppo bene per vederti morire, Lily!" disse. Poi se ne andò. Non sapeva dove e
non sapeva cosa avrebbe fatto. Di certo, ora la sua vita non sarebbe stata più
la stessa.
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