Love is truly blind cap 5
Pioveva, un temporale come non ne vedevo da tempo.
Mi stavo bagnando fino all'osso, ma non mi importava, per quanto cercassi di distrarmi quelle immagini non la smettevano di perseguitarmi.
Erano passate un paio di settimane dall'allenamento che avevo avuto con
Kakuzu e i sogni si erano fatti sempre più nitidi.
Finchè non erano giunti gli incubi.
Rabbrividii quando una goccia particolarmente grossa cadde da una
foglia e si infilò oltre la mia sciarpa, colandomi lungo il
collo.
Sì, avete capito bene, seduta nel bel mezzo di un temporale in un albero.
Si può essere più scemi di così?
Mi strofinai l'occhio, cercando di darmi una svegliata.
Rimossi la benda che mi copriva l'occhio destro e passai le dita sulla cucitura.
Quel Kekkei Genkai era una maledizione...
- Prendeteli tutti! Nessuno di quegli
sporchi assassini deve lasciare vivo la città! - arrivò
l'urlo di una delle guardie, seguito da decine, centinaia di altri.
La donna correva, tra le sue mani quella della figlia minore che si
prodigava per tenere il suo passo, nonostante la vista della strada le
fosse preclusa dalla sciarpa rossa che portava attorno al capo.
- Corri Haiiro, ancora poco e ci siamo! -
La bambina prese a tremare - Mamma, attenta! - urlò, poco prima
che un kunai spuntato fuori dal nulla si conficcasse in
profondità nella spalla della donna - MAMMA! -
- Non... Non è niente... Continua a correre tesoro -
Era successo tutto troppo infretta.
Il clan Kuragari era sempre stato odiato da tutta la popolazione di
Taki e chiunque avesse l'opportunità non falliva mai a
denunciare una condotta scorretta di un suo membro.
Quando poi si veniva al Kekkei Genkai della famiglia, le cose si facevano particolarmente complicate.
C'erano anziani del consiglio che erano del parere che un Kuragari
avesse aiutato un uomo, anni prima, a fuggire dopo aver fallito una
missione di massima importanza; era stato inviato alla foglia come
assassino del primo Hokage, ma era tornato sconfitto.
E come ciliegina sulla torta, nella sua fuga aveva persino rubato la tecnica proibita del Rancore della Terra.
Questa era la storia che la bambina si ripeteva in testa ancora e
ancora, cercando disperatamente di trovare un motivo plausibile per un
tale odio nei confronti del suo Clan.
E un giorno erano arrivate le guardie.
Avevano posto un sigillo sulla parte di villaggio abitata dai Kuragari
per impedigrli di utilizzare il chakra e, di conseguenza, avevano reso
lo Shikaku inutilizzabile.
Poi avevano fatto irruzione nella cittadella, smistando i suoi abitanti
in due gruppi: quelli puliti, senza Kekkei Genkai e quelli da
giustiziare.
Suo padre e i suoi tre fratelli erano stati reputati " puliti " ed erano stati immediatamente mandati fuori dal mini-villaggio.
Sua madre, invece, era stata messa nel mucchio di quelli da eliminare.
A quel punto avevano esaminato lei.
- Perchè ti copri gli occhi? - le aveva chiesto una guardia.
Lei, essendo ancora una bambina, ma soprattutto perchè sua madre
non aveva avuto il tempo di spiegarle che cosa le era effettivamente
successo, aveva risposto con totale sincerità: - Non posso
vedere perchè sennò la gente cade a terra e non si alza
più! -
La guardia a quel punto aveva rimosso la sciarpa e, con un rantolo, si era accasciata a terra, morta.
Haiiro si era rimessa la benda immediatamente, ma le altre guardie avevano visto ormai.
L'avevano presa per il collo e avevano provato a tagliarle la gola.
E ci erano riusciti, ma fortunatamente avevano mancato la trachea e le
arterie principali, prima che sua madre li uccidesse, dando il via ad
una ribellione.
Il taglio era molto profondo però e, mentre correva, la bambina si sentiva mancare.
- Mamma... Sono stanca... Possiamo fermarci? -
- Manca poco tesoro... Ancora un po' - disse la donna con voce tremante.
Arrivarono al margine del bosco - Haiiro, adesso voglio che ritorni in
quella radura nella foresta dove non andiamo mai. Qualunque cosa tu
senta non voltarti indietro. Lo farai per la tua mamma? -
La bambina annuì, abbracciando la madre, poi si mise a correre.
Aveva appena passato la terza fila di alberi quando sentì altre voci, e un urlò agghiacciante perforare l'aria.
Qualcosa le diceva che non avrebbe più rivisto sua mamma.
Mi toccai sovrappensiero la cicatrice che mi era rimasta da quella sera.
Una linea chiara che mi attraversava la gola, da parte a parte.
Ecco perchè portavo la sciarpa che era appartenuta a mia madre.
- Eccoti cazzo! -
Sussultai. Curioso come fosse sempre Hidan a tirarmi fuori da certe brutte memorie...
- Merda, guardati! Sei completamente fradicia. Adesso dimmi che cazzo ti è saltato in mente. Ah no, aspetta. Non pensi! -
Prima che potesse vedermi mi rimisi la benda - Oh, andiamo, sono una ragazza cresciuta! Posso sopravvivere ad un raffreddore -
- Sei sparita dalla base cazzo! -
- E allora? - risposi sinceramente divertita.
Pain sapeva che tanto non avrei avuto reali motivi per fuggire.
- Pensavamo che te ne fossi andata, cogliona! - rispose, sempre urlando
- " Pensavamo " ? Non ho sentito il chakra di nessuno degli altri a
parte il tuo... Quindi direi piuttosto " Pensavo " - dissi io
guardandolo negli occhi.
Lui ghignò - Va bene, mi hai beccato... E allora? -
- Eri preoccupato! -
Sgranò gli occhi e assunse un'espressione da " Seriamente? " - Per te? Ma dove? -
Gli puntai un dito sul petto, sempre fissandolo - Ammettilo! -
- Perchè ammettere qualcosa che non è nemmeno vero? -
Non dermordeva - Ah, quindi se decidessi davvero di andarmene non te ne
fregherebbe assolutamente niente... Va bene, allora vado a preparare la
mia roba... - feci per alzarmi, ma mi ritrovai bloccata da una presa
ferrea sul polso.
- Non ci pensare nemmeno, bastarda - mi fece risedere a viva forza - E
va bene, lo ammetto, ero preoccupato. Contenta adesso cazzo? -
- Molto - mi risistemai contro il tronco dell'albero e ripresi ad osservare la pioggia che cadeva.
Bene o male non passava che poca acqua
- Be'?! Cosa cazzo stiamo aspettando per ritornare alla base?! -
- Tu se vuoi vai pure, io credo che rimarrò qui per un altro po'
- mi girai a guardarlo - Ho bisogno di un po' di tempo per pensare... -
e ritornai a guardare la pioggia che cadeva.
Credevo fermamente che se ne sarebbe andato.
Non incarnava esattamente la virtù della pazienza, il ragazzo.
Quindi potete benissimo immaginarvi la mia sorpresa quando non si mosse dalla sua posizione.
- Come mai ancora qui? -
- Non hai detto che volevi pensare da sola - fu la sua semplice risposta.
- Ok, chi sei e che cosa hai fatto al vero Hidan - dissi prima di venire scossa da un brivido di freddo.
Senza dire niente l'albino si alzò e mi si avvicinò - Alzati un momento e togliti il mantello -
Lo guardai storto per qualche secondo, prima di obbedire e appoggiare la cappa su un ramo al coperto ad asciugare.
Si mise a sedere dove ero stata io fino a pochi secondi prima e mi fece segno di avvicinarmi - Cazzo, ti muovi? -
- Perchè ti sei sbottonato la cappa? - chiesi
- Se venissi lo scopriresti, bastarda - disse prendendomi per un polso
e facendomi sedere davanti a lui in una maniera tale che la mia schiena
premeva contro il suo petto.
Riallacciò il mantello dell'Akatsuki e mi ritrovai intrappolata.
Hidan era dannatamente caldo.
Non avendo molta scelta mi rilassai e dopo poco lo sentii mettere la testa sulla mia spalla.
- Come mai tutta questa gentilezza? - chiesi dopo un po'.
- Stavi gelando e credimi, il vecchiaccio non si farà molti scrupoli anche se avrai la febbre -
Una scusa più patetica non poteva inventarsela - Prova di nuovo, sarai più fortunato, Hida-kun -
Ci fu qualche attimo di silenzio, pieno di imbarazzo.
- Come mai sei venuta qui fuori, comunque? -
Miracolo, non mi aveva chiamato
bastarda/cogliona/scema/stupida/idiota... Insomma, non mi aveva
chiamato come mi chiamava di solito!
Lo guardai sconcertata per un millesimo di secondo - La pioggia mi
dà tranquillità... Mi aiuta a sgomberare la mente -
- E da cosa? -
Tutte queste domande da dove sbucavano mo'?
- Brutte memorie - dissi, portandomi la mano alla gola senza nemmeno pensarci.
Me ne accorsi un secondo troppo tardi e la mia mano venne rimpiazzata dalla sua.
- Chi è stato? - chiese con un tono che mi diede i brividi, mentre io stringevo ulteriormente la sciarpa.
- E' stato parecchio tempo fa - mi lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche - Una guardia del mio villaggio -
- Spero che sia morta - disse, per poi smettere di parlare.
Avvenimento epico.
Reclinai la testa fino a poggiarla sulla sua spalla e lo guardai per
qualche minuto, prima di ( incredibile ma vero ) addormentarmi.
E non ebbi incubi, stranamente.
Sognai invece uno strano tizio dalla pettinatura improbabile.
Seriamente, i capelli ce li aveva così o lo faceva apposta?
- Li abbiamo trovati, un! - urlò il biondo mentre planava sulla
sua enorme creazione d'argilla fino ad arrivare più o meno al
livello del ramo su cui dormivano due suoi compagni.
- Che dici, Sasori no Danna? Gli facciamo una foto, un? -
Il compagno rispose con voce fredda - Se vuoi morire in uno dei rituali di Hidan, fai pure -
Deidara fece un sorriso instabile e, decidendo che avrebbe preferito
morire facendo qualcosa di più proficuo, *
coughFarlapagareaItachicough *, diede comandi alla propria creazione
perchè li riportasse alla base.
- Che dici Danna? Non erano carini, un? -
Il marionettista non si curò nemmeno di rispondere, limitandosi a sventolare minaccioso la coda di Hiruko.
Un silente comando al biondo di starsene zitto se non voleva fare una brutta fine.
- Hidan? - chiamai
Mi ero svegliata e la prima cosa che il mio cervello aveva registrato
era la stretta micidiale in cui mi aveva avviluppato l'albino.
Fatto dovuto al semplice dettaglio che le sue braccia mi impedivano di respirare.
A quanto pareva si era addormentato pure lui alla fine, con la testa sopra la mia.
Torcicollo a me!
- Hidan! - provai più forte.
Linea piatta.
- HIDAN! - continuò imperterrito a dormire
Mi stava prendendo in giro, non c'erano altre possibili spiegazioni - BAKA! MI STAI STRITOLANDO! -
- Ugh... Fottiti Kakuzu... -
Mi caddero letteralmente le braccia .
Come osava scambiarmi per Kakuzu?!
Assottigliai lo sguardo e liberai le braccia dalla sua stretta poderosa, dovevo fargliela pagare in qualche modo.
Cercando di non ammazzarmi portai le braccia leggermente indietro, fino a toccargli i fianchi.
E lì arrivava la parte divertente. Mi sentivo perfida.
Cominciai a fargli il solletico.
Dapprima non successe un bel niente, poi cominciò a fare strani
versi che, gradualmente si trasformarono in risate, finchè non
spalancò gli occhi.
- Ahahah! Se non lahahah! Smetti ti sahahcrifico! -
- Costringimi -
Non appena quella singola parola lasciò le mie labbra me ne pentii amaramente.
E ne avevo ogni ragione, l'ultima volta che gli avevo detto qualcosa di
vagamente simile mi ero ritrovata con una striscia di smalto verde in
faccia.
E cazzo, non era andato via per tre giorni!
Infatti ben presto mi ritrovai spiaccicata di faccia contro il ramo.
Ma chiaramente si era dimenticato che ci aveva chiuso nella stessa cappa, quindi perse l'equilibrio e cademmo dall'albero.
Nei due secondi che separavano la nostra memorabile caduta e l'impatto
con il suolo, riuscii ad inveire almeno una ventina di volte contro il
caro Hidan.
E chiaramente dove atterrammo?
Ma mi pare anche logico: nei rovi.
Quando tornammo alla base, coperti di spine da capo a piedi io tirai
dritta in bagno, per prendere un paio di pinzette e, vista la
quantità mostruosa di tagli e varie, anche del disinfettante con
taaaanto cotone.
Mi muovevo a stento e raggiunsi la stanza che dividevo con Hidan e
Kakuzu nel doppio del tempo che ci avrei impiegato normalmente.
Maledette spine, e maledetto Hidan che mi ci aveva fatto cadere dentro!
- Oh cazzo, credevo che ti avesse ingoiato la doccia per quanto ci hai messo, cogliona! -
- Meh, porta rispetto, o le spine non te le levo -
- Ma se è colpa tua! - protestò
- Come fa ad essere colpa mia?! - sgranai gli occhi... Occhio - Non sono mica un magnete per i rovi! -
- Se non mi avessi sfidato, bastarda, non saremmo nemmeno qui! -
- No, infatti, saremmo ancora sull'albero, io in particolare starei lottando per respirare! -
- E che cazzo c'entra?! -
- Mi stavi stritolando! E quando ho cercato di svegliarti, hai avuto il fegato di scambiarmi per Kakuzu! -
Rimase zitto per qualche stupendo secondo - Be' in fin dei conti sei
talmente brutta che... - non finì la frase perchè si
ritrovò soffocato da un cuscino.
Al diavolo il male cane che mi facevano le spine, potevano aspettare!
Sentii le sue mani farsi strada sui miei fianchi, prima di agguantare
la mia sciarpa e tirare, riuscendo a farmi mollare la presa sul cuscino.
- Cazzo, prima le spine, poi possiamo ammazzarci quanto cazzo ti pare! -
- Sono d'accordo. Il paziente è pregato di girarsi - dissi
mentre prendevo le pinzette e cominciavo il noiosissimo lavoro di
estrarre le spine dalla sua schiena
- E tu? - chiese dopo un po' di tempo passato solamente a lamentarsi
del fatto che ci stavo mettendo troppo - Non sei piena di spine? -
- Eh, a differenza tua io porto dei vestiti -
Una volta finita quell'opera monumentale presi il cotone e lo imbevvi
di dinsinfettante - Brucerà un po'... Ma che cazzo lo dico a
fare... -
Cominciai a tamponare tutti i tagli ( come aveva fatto a farsene
così tanti non lo capitò mai ), mentre sospirava di
piacere.
Decisamente strano.
- Hai finito cazzo? Non è che devo essere come nuovo! Per
Jashin, mi trapasso il cuore almeno una fottuta volta al giorno! -
- Mamma mia, va bene! E io che cercavo di essere gentile! - lo guardai
male, rimettendo il tappo al disinfettante - La prossima volta
ricordami di lasciarti perdere -
Mi sdraiai sul mio letto, lasciandomi sfuggire una sfilza di
imprecazioni non appena la mia povera schiena martoriata fece contatto
con il materasso.
In mezzo a tutto ero riuscita a dimenticarmi che pure io avevo fatto un
volo nei rovi, anche se, grazie a Dio, ero caduta di schiena e avevo
limitato i danni.
- Dovrai toglierti la maglietta - disse in un tono che non prometteva
nulla di buono - Giusto per rendermi le cose più facili -
- Se, ti piacerebbe -
- Guarda che se non lo fai tu, cazzona, lo faccio io -
- Ti costerebbe poi tanto chiamarmi con il mio nome?! -
- Più di quanto non ti costerebbe toglierti la maglietta -
rispose lui, allargando il suo sorriso strafottente - O hai bisogno
d'aiuto? -
- Toccami e ti giuro che sguinzaglio contro lo Shikaku -
- Sei solo timida... - fece avvicinandosi.
La mia attenzione era, in ogni caso, da un'altra parte, più precisamente alle sue spalle.
- Uh... Hidan? -
- Sì? - disse ormai vicinissimo, tanto che potevo sentire il suo respiro sul collo.
- Perchè cazzo c'è una testa nella parete? - chiesi con l'occhio fuori dall'orbita
- Ah, tu sei quella nuova... Ti stai dando da fare, vero Hidan? -
Ma che diavolo?
- E tu saresti? - feci - Non mi pare di averti visto... -
- Io sono, siamo, idiota, Zetsu -
- Oh -
- Sono qui perchè, il capo ti vuole vedere -
E con ciò se ne era andato.
- Haiiro, spero che ti trovi bene con i tuoi nuovi compagni - disse, sempre atono in una maniera impressionante Pain.
- Sì, Pain-sama. Mi hanno riferito che voleva vedermi? -
- Sì. Ti mostrerò come togliere il sigillo che impedisce
al tuo occhio di manifestare il suo potere e la settimana prossima
andrai in missione con Deidara e Sasori a caturare il Jinchuuriki del
monocoda, a Suna -
Rimasi spiazzata - Ma poi non sarei in grado di ricrearlo! Non sarebbe controproducente? -
- Ho saputo da Kakuzu che sei stata in grado di sconfiggerlo. Sarai in grado -
Ook, mi sarei fidata.
Dopotutto, perchè non avrei dovuto avere cieca fiducia in un uomo che poteva uccidermi nell'arco di due nanosecondi?
Non ne vedevo motivo, seriamente.
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Altro piccolo pezzo del passato di Haiiro svelato!
OMJ, non so che cosa mi stia bevendo in questi giorni, per riuscire ad aggiornare così dannatamente presto... Boh.
In ogni caso, spero che vi sia piaciuto
Ecco le immagini che vi avevo promesso ( quella di Haiiro nel prossimo
capitolo perchè non riesco a postarla... DANNAZIONE! )
L'arma di Haiiro ( immaginatevi il bastone in ferro più lungo ):
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