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Ne
vale la pena?
Dire che mi è mancata è un eufemismo,
no che dico! Dire che mi è solo
mancata è come dire
che in tutto il mondo esiste un solo Mc Donald!
Caroline è stanca, quello che
immaginava come un bellissimo ballo si era rivelato un fallimento,
era andato tutto storto, Elena completamente schizzata che le rubava
il vestito, Bonnie che sognava Jeremy, Silas nelle vicinanze, e poi
come ciliegina sulla torta, non aveva nessun cavaliere, si era vero,
era andata con Matt, ma intendiamoci, non era lui quello che sperava
fosse al suo fianco, il suo cavaliere aveva dei folti capelli scuri,
degli occhi che la incantavano come il gattino di
“Sherek” e si
possiamo anche dirlo un fisico da paura…
Ma non era lì, non era lì a tenerle
la mano e ad applaudirla insieme gli altri perché aveva di
nuovo
dato il meglio di sé nelle decorazioni, non era
lì a baciarla e a
dirle che l’amava.
Tyler le mancava da morire, e vedere
che invece lì in quella sala c’èra
colui che lo aveva esiliato,
colui che lo aveva costretto ad allontanarsi da lei, gli graffiava il
cuore, quello stesso cuore che non riusciva ad odiare in fondo
nessuno, perché quel giorno stesso era stata da Klaus a
chiedergli
il favore del vestito…
Si era decisamente stancata di stare lì
in quella festa, così dopo aver visto Bonnie e Matt salire
su palco,
aveva preso le cose che Matt le aveva chiesto gentilmente di portare
a villa Lockwood, e se n’era andata.
Fin’ora aveva funzionato tutto
perfettamente, non si era fatto vedere da nessuno, aveva parlato con
Matt per fare in modo di poter entrare in casa sua e di assicurarsi
che Care fosse venuta, senza però dirgli che lui era
lì.
La immaginava già la sua Caroline,
sicuramente si era fatta in quattro per il solito ballo, sapeva
già
che aveva passato ore a scegliere un vestito ed era sicuro che
sarebbe stata bellissima come al suo solito.
Quando sentì il rumore di una macchina
si nascose dietro un pilastro e aspettò.
Caroline aveva le mani piene di buste,
non vedeva ora di scaricarle in cucina, e poi sarebbe andata nella
stanza di Tyler giusto per poter sentire se era rimasto un
po’ del
suo profumo tra i mobili o magari nel letto.
Ma quando era entrata distratta da
questi pensieri non si era accorta della figura alle sue spalle,
quando sentì il rumore dei passi, si girò e fu
lì che non capì
più se stesse sognando o se quello che aveva
d’avanti era la pura
realtà.
Si era pizzicata il braccio, perciò
era lì! Era lui! Con dei fiori in mano!
“Non credo che tu sia stata mai così
bella”
Solo lui poteva spezzare tutte quelle
settimane di lontananza con una frase così semplice ma che
le
colpisse in quel modo il cuore, non aveva esitato, si era fiondata da
lui, lo aveva abbracciato e poi finalmente aveva ribaciato quelle
labbra così morbide.
Sentirla di nuovo vicina fu come
respirare di nuovo, quando l’aveva baciata il suo organismo
aveva
ripreso a funzionare, Caroline lo tartassò di domande, aveva
paura,
aveva paura per lui.
Gli spiego che la casa è intestata a
Matt, lui non poteva entrare, e che non se ne sarebbe accorto nessuno.
“Non pensavi davvero che mi sarei
perso il ballo, vero?”
Lei mi guarda e mi sorride come una
bambina il giorno di natale, adoro il suo sorriso farei di tutto per
vederla sempre così.
Le do i suoi fiori e la invito a
ballare come un perfetto galantuomo, stasera è la sua
serata, è il
suo ballo e si merita di averlo come il resto della ragazze di Mystic
Falls.
Caroline è stretta al suo cavaliere,
ballano lenti, accanto al camino, lui le stringe la mano e lei
stringe lui, tutto è perfetto, finalmente sente che tutto
và
meglio, la persona che ama è lì accanto a lei, la
tiene dai fianchi
e lei non riesce a pensare solo a quanto vorrebbe averlo del tutto,
lì in quella casa dove sono stati un'unica cosa per la prima
volta.
“Ti amo Tyler”
Lui la stringe forte, si irrigidisce
guardando l’orologio.
“Ti amo anche io Care e vorrei che si
fermasse il tempo in questo preciso istante, vorrei poterti prendere
in braccio e portarti di sopra, vorrei potermi svegliare con te tra
le braccia domani.”
Lei lo guarda e lo stringe, e
continuano a ballare, come se il tempo si fosse davvero
fermato…
“Dovrò andarmene a breve”
Caroline si stacca da quel dolce
abbraccio e lo guarda negli occhi accarezzandolo.
“Verrà gente per la festa e se
qualcuno mi vedesse…”
“Lo so, lo so…”
Lo bacia con passione e dolcezza, lo
bacia sapendo che questi baci sono una cosa preziosa.
“Grazie per il più bel ballo di
sempre”
Lo guarda sorridendo, mentre capisce
che lui avrebbe voluto poter fare di più, avrebbe voluto
essere lì
con lei quella sera, a quel ballo, con i loro amici.
E lo bacia ancora, e ancora un ultimo,
lo guarda finché lui non si allontana verso la porta,
uscendo da
quella casa, e lasciando un enorme vuoto ancora una volta nel suo
cuore.
Quante volte ho dovuto salutarla,
sapendo che forse non l’avrei più vita, tante,
troppe.
E fa sempre male, forse anche di più
ogni volta.
“Ne è valsa la pena?”
Mi giro allarmato da quella voce,
cazzo! Credevo non se ne fosse accorto, credevo sarebbe filato tutto
liscio.
“Vederla sorridere, trasformare in
realtà la serata dei suoi sogni?”
Lo guardo negli occhi, Klaus ha un
aria tormentata, e io so cosa è…
La certezza che lui non la farà mai
sorridere come la faccio sorridere io, la certezza che per quanto lui
mi possa fare stare lontano da lei, nel suo cuore ci sono lo stesso
io…
Si avvicina minaccioso, ma io sto
fermo.
“Ne è valsa la pena?!”
Lui mi guarda, io ricambio il suo
sguardo con sfida, non ho paura di lui, non voglio morire questo
è
normale, ma io non ho paura di lui.
“Nel comune interesse di regalare a
Caroline la serata dei suoi sogni, ti darò cinque secondi di
tempo
prima di strapparti il cuore dal petto”
Lui ama Caroline.
“Cinque”
Lui non vuole vedere
Caroline soffrire.
“Quattro”
Lui vuole che Caroline
lo ami.
“Tre”
Caroline
ama me.
E così me ne vado, tanto prima o poi
troverò il modo, per non dover più scappare,
troverò il modo di
poter dormire con la mia ragazza senza pensare a nient’altro,
troverò il modo per vederla sorridere ventiquattro ore su
ventiquattro.
Perché si, ne vale la pena.
Vale la pena rischiare di farsi quasi
uccidere per vedere quel sorriso che mi abbaglia l’anima.
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