Salve a tutti ^^
Fino al momento in cui non ho premuto il tasto d'invio non ero sicura
se volevo davvero pubblicare questa Fanfic, perchè ci sono
molto affezionata e non sapevo se volevo condividerla con qualcun'altro
... ma come potete constatare alla fine ho scelto di condividerla con
voi ^^.
Questa è una delle prime Fanfic che ho concluso (e di cui
vado molto fiera) per cui è già conclusa (ma va
... ndTutti), ma la pubblicherò a capitoli (che dovrebbero
essere 5), e se tutto va bene pubblicherò un capitolo al
giorno.
Per tutti i lettori di Childish Man che dovessero trovarsi per caso a
leggere anche questa Fanfic: non temete, presto avrete un nuovo
splendido capitolo! Ma se volete, per ora potete leggere ciò
che segue ^^.
BUONA LETTURA A TUTTI.
Basketman Star
Era molto freddo
quell’inverno. Era così freddo, eppure non aveva
ancora nevicato. Non una volta il sole si era svelato attraverso le
soffocanti nubi scure. Un grigiore quasi innaturale si era avviluppato
attorno alle affollatissime strade di Tokyo.
Con
l’arrivo del mese di dicembre, come al solito, le decorazioni
natalizie avevano fatto la loro comparsa, riempiendo di gioia
l’intera città. E così, si chiese,
avrebbe dovuto sentirsi felice? Dopotutto, suo malgrado, il Natale era
alle porte anche per lei.
Ma no, lei
non era il tipo. Non le erano mai piaciute le feste e, almeno da un
po’ di anni a quella parte, non aveva più
festeggiato il Natale. Per lei era solo un triste giorno, un giorno
tragico in cui non avrebbe mai potuto, neanche se avesse voluto, essere
felice; un giorno pieno di nostalgici ricordi, fatto soltanto di pianti
e autocommiserazione.
E
così, quella fredda mattina d’inizio dicembre, se
ne stava sdraiata sul divano del suo appartamento in centro,
nell’attico di uno dei grattacieli più alti della
città, a lasciarsi crogiolare dalla depressione che, in quel
periodo dell’anno, le attanagliava sempre il cuore. Di andare
a lavorare non se ne parlava neanche quel giorno.
Con la mano
che penzolava giù dal divano afferrò il
telecomando, che la sera prima era scivolato in terra, ed accese la
televisione premendo un tasto qualunque.
La voce di
un cronista sportivo di basket inondò la casa immersa nel
silenzio, descrivendo alla perfezione l’azione di gioco che
stavano svolgendo i giocatori in campo, tanto che Sachiko
riuscì ad immaginarsi ogni singolo movimento anche senza
osservare lo schermo. Il suo sguardo perso era infatti rivolto verso
l’enorme vetrata della sala, che prendeva tutta la parete: il
sole doveva ancora nascere.
Ma le parole
del cronista, che fino a quel momento non stava ascoltando
attentamente, continuavano a premere per riuscire ad insinuarsi nella
sua testa e ci riuscirono infine, facendola voltare verso lo schermo.
Rimase zitta
a fissare quelle immagini. Quanto tempo era passato? Eppure sembrava
ieri quando anche lei giocava a basket, proprio come quei
professionisti che adesso guardava alla televisione, anche se non aveva
mai giocato a quei livelli.
La sua mente
venne invasa dai ricordi: faceva le superiori, secondo anno, sezione 5,
liceo Shohoku. La loro squadra di basket era una delle più
forti del paese, tra quelle giovanili. Ricordava perfettamente che
durante il Campionato Nazionale avevano battuto il Sannoh, la squadra
più forte, i numeri uno. E poi, nella partita successiva,
erano stati schiacciati ed umiliati da una squadra di poco conto. Si
erano montati la testa ed erano stati puniti.
Eppure
ricordava così bene l’espressione triste e
rassegnata del capitano, Ryota Miyagi: era il suo migliore amico. Come
aveva voluto bene a quel ragazzo. Fino allo sfinimento. Quel pazzo
ragazzo dalla testa riccioluta, follemente innamorato della manager del
club di basket: Ayako. Lui corteggiava ed adulava quella ragazza fino
all’inverosimile, sebbene non fosse mai stato ricambiato in
due anni. Ayako gli voleva bene, questo era certo, ma non aveva mai
provato amore per lui.
E ricordava
bene, al momento della sconfitta, le lacrime di tutti i suoi compagni
di squadra. E anche quelle lacrime calde che lui aveva versato sulla
spalla di lei, prima di confessarle il suo amore. E Sachiko, con un
tuffo al cuore, si era finalmente resa conto che Hanamichi Sakuragi,
quella promettente matricola del primo anno dalla bizzarra capigliatura
rossa, provava gli stessi sentimenti che lei provava per lui. E si
erano baciati lì, in mezzo al campo, nonostante la bruciante
sconfitta appena subita, mentre tutti applaudivano commossi.
Quelli,
Sachiko se lo ricordava bene, erano stati i giorni più belli
e felici della sua vita. Tutti i giorni poteva stare accanto al ragazzo
che amava, giocare a basket, e la scuola non andava neanche tanto male
e soprattutto era circondata da amici. Amici veri. Gli amici del club,
che ora non frequentava più.
No. Non
aveva voluto vedere più nessuno di loro dopo quel brutto
incidente. Non sarebbe stata capace di affrontarli e di guardarli negli
occhi. Non sarebbe stata capace di dire loro che per colpa sua adesso lui non
c’era più e non ci sarebbe mai più
stato.
Sospirò.
Solo il ricordo di quel brutto giorno era difficile da sopportare. Il
rimorso, il peso sulla coscienza di una vita stroncata sul nascere, di
una vita che non meritava di lasciare quel mondo. Un altro sospiro
… era proprio il giorno di Natale quando successe:
“Era
sera e la neve scendeva a fiotti dal cielo, candida e fredda abbondava
lungo i marciapiedi e sulle strade. Lei e Hanamichi stavano
passeggiando spensierati, diretti verso il negozio sotto casa di lui
per compare i regali al resto della squadra: quella sera avevano
organizzato una festa da passare assieme all’intero club di
basket.
E
andava tutto così tremendamente bene. Sachiko era felice.
Hanamichi era felice. Tutti lo erano. D’altronde, a Natale,
chi non potrebbe essere felice?, pensava la giovane, mentre camminava
abbracciata al proprio ragazzo. Quel rossino dalla statura spropositata
per un sedicenne: un metro e ottantanove centimetri, mentre lei
misurava soltanto un metro e sessantacinque. Ma dopotutto si sentiva
protetta quando stava con lui. Si sentiva al sicuro.
Nessuno
avrebbe mai osato avvicinarla, perché Hanamichi metteva
paura a tutti quanti, anche se, a discapito delle apparenze, era un
ragazzo timido e romantico, tremendamente. E questo era un bene. Ad
Sachiko piaceva molto quel suo modo di farla sentire speciale in ogni
occasione, arrossendo ogni qualvolta le facesse un complimento. E lei
non poteva fare a meno di amarlo ogni giorno di più e sapeva
bene che i suoi sentimenti erano pienamente ricambiati da lui.
Ma
poi l’inevitabile li travolse e sconvolse la vita di lei.
Quella felicità che pensava sarebbe durata in eterno si
spezzò all’istante, scomparendo nel nulla come per
magia, infrangendosi al suolo come una maschera di porcellana.
Lo
sguardo di terrore negli occhi di lei … il corpo esanime di
lui sulla strada … il panico e il chiacchiericcio della
folla di gente che si era radunata attorno a loro. E poi la luce rossa
a intermittenza dell’ambulanza … le voci confuse
dei paramedici … due macchine capovolte, ferme accanto al
marciapiede … e i conducenti di esse privi di vita
…
E
Sachiko, in quel momento, sentì la vita di lui scivolare via
portandosi dietro anche la sua. Sentì i battiti del cuore di
Hanamichi farsi sempre più deboli e incostanti, fino a
cessare di essere, completamente. E gli occhi del rossino, ancora
spalancati, divennero vitrei e senza anima e lei, inginocchiata al
fianco di lui, aveva versato tutte le lacrime che aveva in corpo. Aveva
palesato ed esaurito tutta la sua tristezza su quella strada piena di
sangue, sotto gli occhi di gente sconosciuta che rimaneva a fissarla,
impotente di fronte a quella scena così tragica e dolorosa.
Hanamichi
Sakuragi, quel ragazzo così pieno di vitalità,
aveva smesso di esistere in quel momento, dopo averle rivolto il
sorriso più dolce e colmo d’amore che lei avesse
mai visto.”
Da quel
giorno la vita di Sachiko fu completamente sconvolta. Si sentiva
terribilmente in colpa per la morte di lui e, il giorno seguente, aveva
cambiato scuola, abbandonando il basket e i propri amici dello Shohoku.
Abbandonando la vecchia vita per sempre …
Era cambiata
completamente d’allora; sebbene fossero passati soltanto sei
anni da quel triste giorno, la Sachiko di un tempo non esisteva
più. Ormai era diversa. Più cinica.
Più forte. Non si era più legata a nessuno. Era
senza amici e senza un uomo. Completamente priva di una vita privata.
Ma era meglio così, lei lo sapeva, in questo modo non
avrebbe più sofferto né fatto soffrire qualcuno.
Una lacrima
solitaria solcò il volto della ragazza, spazzata bruscamente
via dal braccio di lei strofinato più volte sulla guancia.
Non voleva piangere, non più. Doveva essere forte e riuscire
a dimenticare quel periodo della sua vita. Vivere come se tutto quello
non fosse mai successo.
Eppure lo
sapeva che, come tutti i Natali, si sarebbe recata al cimitero anche
quella volta, sempre con la speranza di non incontrare nessuno dei suoi
vecchi amici. Non voleva affrontarli. A distanza di anni non sarebbe
ancora riuscita a guardare in faccia neanche uno dei vecchi giocatori
del club di basket dello Shohoku. Non voleva. Aveva paura. Una paura
che la perseguitava da sei anni.
E poi, per
l’ennesima volta, il volto di Hanamichi comparve nei suoi
pensieri. Che cosa provava adesso per quel rossino? Se l’era
chiesto tante di quelle volte, ma non aveva mai trovato una risposta.
Forse … non era più amore ciò che
provava per lui. Era un’incredibile affetto, certo
… ed una voglia immensa di poterlo riabbracciare.
Pensava
sempre a come sarebbe diventato se fosse stato ancora vivo. Di sicuro
non sarebbe cambiato molto, forse sarebbe cresciuto di un altro paio di
centimetri …
Di sicuro
sarebbe diventato una stella del basket: il miglior rimbalzista di
tutto il Giappone, di questo lei ne era certa. Già alle
superiori era un vero fenomeno nel prendere la palla su rimbalzo. Era
la sua specialità.
Sorrise nel
ricordare gli epiteti con cui lui stesso si chiamava: Genio del Basket,
Punta di Diamante dello Shohoku, Re dei Rimbalzi …
Sì,
sarebbe diventato un grande giocatore senz’ombra di dubbio.
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Uhm ... che ve ne pare??? ^_^''''''
I capitoli saranno tutti di questa lunghezza, circa ... lo so che sono
cortini, ma ho preferito dividerla in cap anzichè postarla
tutta assieme!
Come ho già detto e stradetto questa è una Fanfic
a cui tengo moltissimo, per cui mi sembra futile dire che vi sarei
infinitamente grata se decideste di lasciarmi un parere!! Vi
supplico, vi sarò grata per sempre XDDDDD
Beh, come di consueto ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti
coloro che decideranno di recensire (spero che tra di voi ce ne sia
almeno uno!!!) e spero che tornerete per il prossimo capitolo!
Ciauz
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