una telefonata

di Odette84
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Ore 5.00, la luce fioca dell'unico lampione rimasto illumina l'ampia facciata di un palazzo di cinque piani reso ormai grigio dal continuo via vai di auto. Una fila di balconi rovinata dal battere continuo del sole, uno solamente ha le imposte aperte, sono state dimenticate.
Sul comò rosa antico, un mazzo di chiavi forse della Punto parcheggiata lungo via Montello, un plico di carte gettate là distrattamente, un paio di occhiali e un vecchio telefono a ruota anni '70.
Il silenzio, fa da padrone ancora per poche ore fino a quando inizia la solita e interminabile routine: clacson di automobili, grida di automobilisti, pianti disperati di bambini che non vogliono andare a scuola e così la quiete notturna lascia il posto alla frenetica vita di tutti i giorni.
Squilla un telefono, proviene proprio da quell'appartamento, una mano lentamente alza la cornetta, la voce è rauca e lenta, chissà chi sarà a quest'ora... sul volto ancora assonnato compare una smorfia, gli occhi si sbarrano e le parole si fanno sempre più veloci e tremanti. - Hai telefonato a Marco? Chi vi ha avvisato del fatto? Avete cominciato a perlustare la zona e i cani li avete già portati? Lo sai che le prime 48 ore sono quelle cruciali! Mi reco subito sul posto! -
Anna indossa i primi vestiti che le vengono in mano, inforca gli occhiali, prende le chiavi e va verso la porta.
Con le mani tremanti la apre, un'impronta indelebile rimane sul pomello, corre giù per le tre rampe di scale, non c'è tempo per aspettare l'ascensore, tutta sudata e con i capelli arruffati esce dal portone ma ad un tratto si ferma bruscamente, si gira verso quella parete di cemento e mattoni...il silenzio è di nuovo piombato su quell'enorme oggetto mentre lei, lo sa, dovrà affrontare l'ennesimo atto di crudeltà da parte dell'uomo verso l'uomo! Si volta di nuovo e corre! 




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