Tramonto
Solo quando riusciamo a dare un senso alla vita ci accorgiamo che
è troppo tardi.
Sono nata in una famiglia ricca. Mia madre notaio e mio padre chirurgo
plastico.
Fino ai nove anni ho vissuto una vita felice. Sono cresciuta nella
bambagia.
Il 12 agosto di otto anni fa, il giorno del mio nono compleanno, mia
madre diede una festa nella nostra villa sul mare. Ero felicissima. Per
l’occasione mi avevano regalato uno splendido purosangue
morello. Un esemplare giovane e raro. Doveva arrivare mio padre con il
trailer che lo trascinava. A metà festa ancora non si era
fatto vivo. Ero preoccupata e un po’ delusa. Una bambina di
appena nove anni che, il giorno del suo compleanno, non vede arrivare
il suo regalo, per forza di cose è delusa. Andai da mamma
per chiederle che fine avesse fatto papà, quando vidi una
Mercedes, con alla guida un uomo sulla quarantina d’anni,
parcheggiare in garage e del trailer nemmeno la traccia. Pensando che
mio padre si fosse dimenticato del regalo, con le lacrime agli occhi,
lo chiamai a gran voce e solo quando venne verso di me barcollando e
con un’espressione infuriata stampata in viso, mi accorsi che
avevo commesso un errore. Era ubriaco. Se ne accorse anche mia madre
che, constatato questo, si mise ad urlargli contro dicendo che non era
né un buon padre, né un buon marito. Mio padre
rispose con un “Non so come mi è venuto in mente
di sposarti, puttana!” e prese la prima donna,
nonché madre della mia migliore amica, che aveva a fianco e
la violentò davanti a tutti.
Quello fu il giorno più brutto della mia vita.
Pian piano sviluppai un’idea di vendetta verso il genere
maschile. E ora sono qui a raccontare della mia vita.
Ho 17 anni, sono alta 1.72 m, ho gli occhi celesti e lunghi capelli
castano-rossi.
Sono una bella ragazza. Le mie amiche mi invidiano. I ragazzi mi
corrono dietro come le pecorelle stanno dietro al pastore. Da quando ho
compiuto 15 anni ho avuto all’incirca una ventina di
fidanzati. Non mi è mai importato di nessuno di loro,
sinceramente. Sono sempre e solo stati divertimenti, valvole di sfogo.
Ho un cuore di ghiaccio. Penso che non batta più da quando
mi sono ripromessa di non provare più emozioni, di non amare
e di non odiare.
Sono sempre stata definita da tutte le ragazze una troia e dai ragazzi
una facile. E questo non mi tocca.
Sono stanca di vivere. Più volte ho pensato di tornare in
quella casa maledetta e di suicidarmi buttandomi giù dalla
scogliera. Ma avevo deciso. Prima di questo, dovevo attuare la mia
vendetta. Dovevo far innamorare di me il ragazzo più
popolare della scuola, il ragazzo che spezza il cuore alle ragazze e
che ruba le morose ai ragazzi.
Ma le cose non sono andate proprio per il verso giusto. La situazione
si è capovolta ed ora sono io quella innamorata con il cuore
spezzato. Non ho mantenuto la promessa. Ho amato ed ora ne pago le
conseguenze. Però è stata l’esperienza
più bella della mia inutile vita e non me ne pento.
Adesso sono qua, seduta sullo scoglio da cui mi voglio buttare, ma
voglio morire con il ricordo di un tramonto. E aspetto. Il cielo
comincia a farsi rosso e il sole si abbassa verso
l’orizzonte.
Ecco. Ci siamo.
Addio vita. Ti ho odiata, ti ho amata e ora ti lascio.
Addio per sempre.
E muoio, con un sorriso sulle labbra al ricordo dello spettacolo che mi
ha accompagnata verso l’ultima tappa della vita.
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Non so… non mi convince molto… devo dire che
è piuttosto sbrigativa, però sperò
comunque che vi piaccia.
Besitos a todos
Vallly
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