NOTE DELLA TRADUTTRICE:
Questa è una delle
storie più belle che abbia mai letto. Non è
ancora conclusa, quindi nemmeno io so come andrà a finire e
vi assicuro che sto morendo di curiosità... ma è
davvero una storia appassionante e ben costruita. L'autrice mi ha detto
che si è ispirata in una minima parte a lady in the water,
il film. Magari se qualcuno di voi lo ha visto potrà
cogliere dei barlumi di somiglianza tra il film e questa fanfiction
nella sua evoluzione. Sul link della storia originale che vi posto
l'autrice si chiama Firemage, ma mi ha chiesto di pubblicare la sua
storia con il nome "Eerised" perchè dice che è il
nome con cui è generalmente conosciuta nel mondo del fandom.
Detto questo, ecco il link: http://www.thehexfiles.net/viewstory.php?sid=8349&i=1 e
buona lettura!
Il vento pungente di Ottobre danzava tra il folto groviglio di alberi e
cespugli della foresta nera. La nebbia copriva il suolo e si confondeva
con la vegetazione; la luna non si vedeva quella notte... il cielo era
dipinto di nero e persino le stelle sembravano nascoste dagli
innominabili misteri che si celavano nella foresta. Un soffice pop non
informò nulla in particolare che qualcosa o qualcuno era
giunto sul luogo. Un ragazzo alto, con i capelli corvini, con gli occhi
verdi e spaventati si fece largo tra gli alberi, spezzando i rami e
facendo un discreto rumore. Il suo viso era coperto di lacrime, aveva
un'aria sperduta e confusa. Tremò per il freddo, nonostante
sembrasse che i suoi tremiti contenessero un significato più
profondo... un'angoscia più profonda.
Harry Potter inciampò e cadde sul terreno ricoperto di
foglie. Gli scricchiolii sotto le sue dita non facevano altro che
agitarlo di più, e così si rimise in piedi
incespicando, riprendendo a camminare. Non aveva idea di dove si
trovasse; stava cercando di Materializzarsi al numero dodici di
Grimmauld Place, ma era troppo stremato. Lui e i suoi compagni, Ronald
Weasley e Hermione Granger, avevano ricevuto delle notizie riguardo ad
un Horcrux, un pezzo di anima nascosto in un oggetto, che era stato
localizzato. Tuttavia le notizie non erano molto positive. Harry
strizzò gli occhi, ma le lacrime stavano già
fluendo, mentre ricordava persino troppo bene il messaggio.
Lo aveva consegnato Dobby, l'elfo domestico. La sua aria solitamente
amichevole era come offuscata, le sue spalle stranamente curve; si
torceva le mani mentre riferiva a Harry e ai suoi amici che era stato
trovato un altro pezzo dell'anima di Voldemort. Quell'informazione
aveva fatto gridare di gioia Ron, ed Hermione aveva sorriso e
abbracciato Harry. D'altra parte, quest'ultimo non aveva esultato.
Sapeva che era una buona notizia, ma sapeva anche, per via del
comportamento di Dobby, che di notizie ce n'erano anche di brutte.
"Che cos'è, Dobby?" chiese, perfettamente conscio che c'era
dell'altro. Non si aspettava che le cose potessero maggiormente o
drasticamente, passare dall'essere brutte, a belle, a disgustosamente
peggiori.
"Do... Dobby non v... vuole f... far arrabbiare Harry Potter, s...
signore, o il signor Weasley, ma devo informare il signore che
l'Horcrux di Colui-che-Non-deve-essere-Nominato non è un
oggetto."
"Cosa intendi dire?"
Dopodichè, Dobby aveva iniziato a singhiozzare, dondolandosi
avanti e indietro. "E'... é..." singhiozzò. "E'
la ragazza Weasley di Harry Potter."
Il silenzio era sceso, come un peso morto caduto nell'oceano. Scioccati
non era sufficiente per descrivere come si sentiva il terzetto.
"Cosa?"
"E' la ragazza Weasley di Harry Potter!" Dobby iniziò a
piangere pietosamente.
"Ginny?"
Dobby pianse ancora più forte, annuendo con enfasi.
"Ma... come?"
Dobby scosse la testa. "Dobby non lo sa, Harry Po... Potter signore,
Dobby sa solo quello che sta dicendo." il corpo dell'elfo
tremò miseramente.
Fino a quel momento, Ron era stato aggrappato a Hermione, ma non appena
le notizie cominciarono a gravare col loro peso, si lasciò
cadere sul pavimento, tremando terribilmente. Hermione fissava Dobby a
occhi spalancati, incapace di crederci. Continuava a sillbare "No, no,
no", ma questo non poteva cambiare la tremenda realtà. Si
aggrappò a Ron, con le lacrime che le scorrevano lungo le
guance.
Nonostante tutto, Dobby non aveva finito.
"Si spera che voi, signori e si... signorina, torniate a... al Quartier
Generale i... immediatamente."
Harry annuì, nonostante non se ne fosse reso conto. Dobby si
Smaterializzò nell'istante in cui Harry fece quel cenno di
assenso. Il suono della Disapparizione dell'elfo fu sufficiente a
riscuoterlo, e nel giro di un istante cadde sulle ginocchia, tremando e
singhiozzando. Non poteva succedere. Non poteva essere.
Ma era così.
E così il terzetto si era preparato ad abbandonare le loro
ricerche e a tornare a Grimmauld Place, ma le emozioni di Harry avevano
avuto la meglio sulle sue abilità magiche, così,
ovviamente, aveva fatto una terribile deviata che collise con una
barriera magica, che lo fece sbandare e lo portò dritto nel
mezzo di una qualche foresta dimenticata da Dio.
Era tutto ciò che Harry poteva fare per non impazzire.
Infine riuscì, incespicando, a finire in una radura. Con sua
grande sorpesa e un possibile sollievo, come riuscisse a sentirsi
sollevato in un momento del genere era qualcosa che andava oltre la sua
comprensione, una piccola casetta scura si ergeva nella radura. La
porta era socchiusa, e le finestre erano scure, ma era
civiltà. Harry marciò verso la porta, senza
pensare a niente in particolare oltre a come tornare da Ginny. Lui
l'amava. Lo aveva capito dopo molto tempo; aveva infine capito che
aveva trovato qualcosa e ancora una volta, nonostante i suoi sforzi,
gli stava venendo strappata. Era una cosa che lo uccideva pensare che i
suoi sforzi di tenere Ginny al sicuro erano stati vani; lo uccideva
pensare che non poteva proteggerla.
Entrò nella casa, ed un disgustoso odore gli giunse alle
narici. Era come entrare... bé, Harry non riusciva a
spiegare bene quella puzza. La puzza era talmente fore che
sentì il proprio stomaco rivoltarsi. Poi lo vide, e, con un
disgustoso nodo allo stomaco, Harry vomitò guardamdo il
cadavere mutilato di...
"Piton?" soffiò Harry incredulo. Com'era possibile? Piton
era... morto? Come?
Poi un morbido suono giunse alle sue orecchie: sussurri. Sussurri
folli. E Harry riconobbe la voce di Draco Malfoy.
Harry si voltò di scatto, cercando nel buio il disgustoso,
rivoltante...
Ciò che vide Harry, quasi lo fece vomitare di nuovo. Era
certamente Draco Malfoy. Ma quel ragazzo era solamente un una parte
increspata di ciò che era stato il suo nemico di scuola. Il
biondo dinanzi a lui non era più coerente di quanto lo fosse
il corpo senza di vita di Piton che giaceva sul suolo. Sembrava
guardare nel vuoto, ma i suoi occhi erano fissi su Piton, ed era
sanguinante e pieno di lividi. I suoi occhi erano gonfi, e il
grigio-argento che di solito si infiammava scintillando alla vista di
Harry era morto, sparito.
Harry si avvicinò, tutti i pensieri relativi a Ginny ora
messi in secondo piano nella sua mente. Draco non si scansò;
non lo guardò, non ghignò, non fece assolutamente
nulla per riconoscere la presenza di Harry; semplicemente,
continuò a bisbigliare.
"No... no... non di nuovo... non voglio... tu... io... fermo... fa
male... fa troppo male... non posso... no... Severus... ti prego...
svegliati... no... no..." Draco gemette forte, i suoi occhi fecero un
intero giro dell'orbita. "Quella cosa... quella creatura... cosa sei?
... Chi? No... lasciami... non so... cosa...?"
Non aveva guardato in direzione di Harry, ma ora i suoi occhi
saettavano lungo la stanza come se ci fosse qualcosa. Fu in quel
momento che Harry lo sentì: il debole, rapido ansito e gli
urli da far congelare le ossa di sua madre. Il freddo lo
penetrò in fretta e con efficienza, ma Harry era pronto a
combattere. Agguantò la propria bacchetta e, nonostante le
terribili sensazioni che lo attraversavano, nonostante il dolore
fisico, dell'animo, del cuore e della mente, si riempì la
mente del suo ricordo più felice: il suo primo bacio con
Ginny.
"Expecto Patronum!" gridò. Un cervo bianco eruppe dalla sua
bacchetta e puntò verso il Dissennatore che si ergeva
sull'ingresso oscurato. La creatura sibilò e si
retrocedette, ma Harry sapeva che sarebbe tornata; non avevano molto
tempo.
"Malfoy," soffiò Harry, inginocchiandosi affianco al
ragazzo, che si era zittito. "Malfoy, riesci a sentirmi?"
Draco Malfoy non guardò Harry, e ciò non fece
altro che adirare l'altro ragazzo. Afferrò Draco con forza e
lo scosse. "Malfoy!"
Infine, come attirati da una forza magnetica, due occhi grigi
incrociarono quegli spaventati occhi verdi, e Draco collassò
addosso a Harry, singhiozzando incontrollabilmente. Incapace di
muoversi dallo stupore, Harry si sedette, stringendo la figura
tremante, prima di realizzare cos'era successo. Spinse via Draco e lo
fissò intensamente.
"Tu..." iniziò, ma non finì quando si rese conto
che Draco Malfoy non era totalmente in sè.
"Aiutami..." ansimò, senza nemmeno guardare Harry. "Non
posso vederli... ma loro sono... lì... lo so... riesco a
sentirlo... oddio... stanno arrivando... sono così tanti...
così tanti... NO!!!" gridò e si agitò,
cadendo addosso a Harry e strattonando i suoi vestiti che erano
già a brandelli. "Sta venendo per uccidermi... sta venendo
per uccidere... Severus! Ti prego! Lasciami andare! NOOOOO!!!"
Le sue grida non avevano senso per Harry, ma il tutto era
agghiacciante: l'espressione vuota sul viso del ragazzo, l'angoscia
impressa nei suoi lineamenti, e poi c'era il dolore.
Improvvisamente, Draco fu preso da convulsioni come se fosse stato
colpito dalla Maledizione Cruciatus, e gridò fortissimo,
supplicando pietà, e fu così che Harry si
ricordò di quanto poco odiava Draco Malfoy. In quel momento
non sembrava così rilevante, ma gli parve nondimeno
importante.
Ma Harry non ebbe il tempo di rimuginare sul punto che sentì
il freddo penetrarlo ancora una volta ma stavolta molto più
fortemente. Si guardò attorno e potè vedere
attraverso la porta aperta una folla di creature incappucciate con mani
marce che scivolavano attraverso la nebbia verso la piccola capanna.
Harry afferrò Draco, sorresse la bacchetta e al momento
giusto urlò, "EXPECTO PATRONUM!"
Il cervo eruppe ancora una volta dalla sua bacchetta e puntò
verso le creature, ma Harry non aveva molto tempo per guardare.
Stringendo forte Draco, si preparò a Smaterializzarsi. Draco
non ci sarebbe riuscito.
"Io... io so chi sei... sei LUI!!!" gridò; i suoi occhi
erano sfuocati. "NO! Non mi ingannerai! Non di nuovo!" Si
lanciò verso il corpo flaccido di Piton e vi si
accucciò vicino, tanto che era quasi sopra quel corpo
decadente e putrescente. Era assurdo. Il corpo doveva essere stato
lì per settimane; aveva già iniziato a decadere.
Questo significava inoltre che anche Draco era stato lì, in
quella fortezza dimenticata, circondato da Dissennatori e con solo un
corpo morto come compagnia altrettanto tempo. Dannazione, ma forse
nella sua mente, era anche più a lungo.
"Malfoy, che stai..."
"ZITTO! ESCI DALLA MIA TESTA!"
Harry si rese conto troppo tardi che Draco aveva estratto la propria
bacchetta. Sentì un incantesimo molto debole colpirlo, non
ci fu alcun effetto. Poi si rese conto che i Dissennatori erano sempre
là fuori, e si lanciò con cautela fuori dalla
finestra, urtando Draco e afferrandolo con forza, per poi
Smaterializzarsi senza indugio.
I due caddero con un suono sordo in un campo di fiori, a chilometri di
distanza dalla nebbia e dal freddo; a chilometri di distanza dal corpo
morto del vecchio professore di Pozioni di Harry, a chilometri di
distanza dalla morte, ma non sufficientemente distanti dalla follia.
Draco Malfoy cadde sul suolo, raggomitolato, fissando il cielo sopra di
lui.
"Tutto buio... così buio... non posso vedere... sta
crollando tutto... no... no... non di nuovo... non di nuovo..."
Era ufficiale, Draco Malfoy non era più in se stesso.
All'inizio doveva aver cominciato ad allontanarsi dalla coerenza, ma la
cosa si era protratta fino a farlo completamente impazzire.
Fu un colpo nauseante per Harry, rendersi conto di quanto
più grande sarebbe stato il suo fardello, ora che aveva
deciso di farsi carico anche del caso Draco Malfoy.
Dio aiutami.
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