non siamo mai abbandonati

di Sebastiano
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…tutti lo allontanavano, tutti lo disprezzavano, tutti lo maltrattavano tanto da sentirsi  solo, scartato dal mondo, lontano dalla società: come una piccola casa di campagna abbandonata dove dei ragazzini entrano per esplorare e incominciano a rompere tutto, a distruggere, nella speranza di trovare un qualche tesoro immaginario, ma alla fine stremati, se ne vanno a mani vuote lasciando nella casa il caos, uno di loro lascia perfino il rubinetto aperto e vanno via sbattendo la porta ma l’acqua del rubinetto incomincia a cadere nel lavandino tanto che intoppato dalla sporcizia e animaletti morti si riempie, sgorga, fino a versarsi sul pavimento e iniziare da lì  a fluire, ad allagare tutto e ad uscire da ogni fessura, a straripare dalla casa, sollevando le tegole del tetto, buttando giù alcuni mattoni, scassando la porta buttandosi nella verde distesa di campagna. Il ragazzo che tutti allontanavano, disprezzavano, maltrattavano si sentì così crescere una forza incontrollabile dentro tanto da spingerlo a cambiare; come l’acqua che dal lavandino si versa per terra ma restando chiusa nella casa comincia a sbucare fuori da ogni fessura fino a sfondare, a irrompere dalla porta, dal tetto, per lasciarsi così cadere nella verde distesa di campagna. 




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