Ringrazio le persone che mi hanno lasciato delle
critiche costruttive ... cercherò di farne tesoro!
Dedicata ad Ansy!
Buona lettura!
Sanae78
“Anego”
di Sanae78
Capitolo 1
La lotta per il campo
A Nankatsu era
una calda giornata di giugno
e il monte Fuji era ancora più bello del solito. Sul campetto
situato sulla riva del fiume c' era parecchia agitazione.
Il campo era
semplice, come se ne
vedono a centinaia, posto quattro metri sotto al livello stradale e
per raggiungerlo si doveva percorrere una scalinata. Era un continuo
motivo di contesa fra noi e quelli della squadra della Shutetsu.
Un
giorno, proprio in mezzo all'ennesima discussione, un
ragazzino piuttosto alto, appartenente alla squadra avversaria e
vestito da portiere si era contraddistinto aveva preso la parola
sostenendo che la sua squadra,
essendo la più forte, aveva la priorità nell'utilizzo
del campo. Il nome di questo ragazzo era Genzo Wakabayashi.
Egli, nonostante fosse giovanissimo, si era già distinto per
le sue doti calcistiche tanto che si vociferava in giro che volessero
farlo giocare con i ragazzi più grandi.
Ma io ed Ishizaki gli avevamo risposto a tono.
“Smettila
Wakabayashi! Voi della Shutetsu avete già un campo bellissimo
dove potete allenarvi, mentre noi siamo costretti a dividerlo con
i ragazzi che praticano altri sport!”
Ishizaki era
deciso a far abbassare la cresta a quel prepotente.
Inoltre aveva sentito dire che Wakabayashi veniva allenato
nella sua splendida villa da un allenatore privato, il Sig. Mikami,
che aveva giocato per la nazionale giapponese.
Genzo dal canto suo non voleva cedere nemmeno per un
istante. Ci considerava dei mocciosetti...
Diceva sempre che Ishizaki assomigliava ad una scimmia
anche se ero io che riuscivo a dargli di più sui nervi
tenendogli testa ancora meglio di Ishizaki.
Indossavo un paio di pantaloncini corti e una maglietta
sgualcita.
Avevo i capelli corti e neri, anche se il viso era
piuttosto aggraziato, avrei potuto perfino essere scambiato per una
bambina..
Ma no, Wakabayashi non avrebbe mai preso in
considerazione quell'ipotesi così assurda!?
Credevano tutti che fossi un maschiaccio e di sicuro
nessuno mi avrebbe preso per una femmina...
Sarò anche stato un “mocciosetto” ma
ero in grado di stizzirlo come nessun altro tanto che su di me
giravano voci che me la cavassi proprio bene con il pallone e che
grazie a me la mia squadra fosse riuscita a conseguire dei buonissimi
risultati.
Quello era un segreto che i miei compagni custodivano
gelosamente.
Ma tanto a lui cosa importava!
Si credeva il più forte e di sicuro non riteneva
nessuno di noi degno di segnargli un goal.
Tanto meno io, Sanzo Nakazawa.
Per poter giocare con gli altri usavo questo nome,
perché come Sanae di sicuro non avrei potuto giocare.
“Che ne dici di giocarci il campo con una bella
partita?”
L' avevo sfidato.
Ishizaki si era subito allarmato: “Ma sei
impazzito? Noi non siamo certo al livello della Shutetsu! Prenderemo
una bella ripassata!”
“Non ti preoccupare Ryo, so quello che faccio!
Visto che Wakabayashi afferma di essere imbattibile, potremmo fare in
questo modo...”
Lo avevo fissato con uno sguardo molto grintoso mentre
gli dicevo: “Wakabayashi, tu conosci benissimo le potenzialità
della nostra squadra, quindi ti propongo un patto! Se riusciremo a
segnarti almeno un goal ci lascerete il permesso di usare il campo
per allenarci!”
Pronunciando queste parole mi ero messo a palleggiare
davanti a tutti: “Se sei sicuro di essere così
invincibile, non dovresti temere nulla o sbaglio?”
Wakabayashi si era abbassato leggermente la visiera del
cappellino che portava in testa e si era voltato verso i suoi
compagni ordinandogli di seguirlo dicendoci: “Ci vediamo qui
domani alla stessa ora. So già come sarà il
risultato... voi però impegnatevi lo stesso nell'illusione di
riuscire a segnare un goal impossibile! Sono così magnanimo
che vi lascio perfino la possibilità di allenarvi un pochino
in vista della sfida di domani!”
Si erano allontanati ridendo.
Forse avevo un pochino esagerato, ma avevo fiducia nei
miei amici e ultimamente eravamo riusciti a vincere diverse partite.
Adesso i loro visi erano preoccupati, anche Ishizaki,
che di solito era il primo a sprizzare allegria da tutti i pori era
diventato stranamente silenzioso.
Sarebbe andato tutto bene, dovevo solo rincuorarli.
“Si può sapere che vi prende ragazzi?
Abbiamo la possibilità di giocarci il campetto e sono sicura
che riusciremo a segnare almeno un goal a quello sbruffone! Non
dimenticatevi che i miei tiri sono potentissimi e molto carichi di
effetto...Wakabayashi questo non lo sa! Sono sicura di poterlo
mettere in difficoltà!”
Era tornato il sorriso a tutti quanti e Ishizaki mi si
era avvicinato mettendomi una mano sulla spalla: “Si merita
proprio una bella lezione quel prepotente!...A volte mi scoccia
ammetterlo ma per essere una femminuccia sei brava a giocare a
calcio! Pensa se solo Wakabayashi immaginasse la verità!?”
Era scoppiato a ridere. Anzi, in verità, tutti si
erano messi a ridere.
“Voi però non dovete lasciare che lo scopra
altrimenti non potremo più giocare insieme! Forza diamoci da
fare! Non è ancora ora di andare a casa!”
Che strana sensazione trovarmi a parlare dei miei
trascorsi di piccola calciatrice con mio marito Tsubasa, proprio
adesso che la mia gravidanza era quasi giunta al termine.
Tutto era iniziato da un regalo che mia madre mi aveva
spedito dal Giappone, un album che conteneva tutte le mie foto da
quando mi trovavo nel suo pancione fino al mio matrimonio.
Che dolce pensiero aveva avuto la mia mamma.
Io e Tsubasa ci eravamo messi sul divano a sfogliarlo
insieme.
Mi era scappata qualche lacrima perché da quando
anch'io avevo saputo di essere incinta avevo iniziato a preparare un
album di fotografie per il nascituro con Tsubasa.
Tsubasa in particolare era stato colpito da una foto dei
pulcini della Nankatsu. In questa foto compariva una strana Sanae, in
versione inedita per lui, ed aveva voluto saperne di più.
Ishizaki gli aveva già parlato di questo. Io
invece, conoscendo il suo grande amore per il calcio, ero sempre
stata un po' recalcitrante a parlargliene ma in quel momento sentivo
che potevo farlo.
Tsubasa aveva guardato più volte quella foto e
poi mi aveva indicata in mezzo agli altri esclamando:”Ma tu
guarda questo bambino! Mi ricorda qualcuno che conosco! Ishizaki mi
ha detto che quand'era nella squadra dei pulcini con loro giocava un
certo Sanzo Nakazawa! Sai mica chi è?“
Ero arrossita ed avevo abbassato lo sguardo e Tsubasa mi
aveva tirata vicino a sé, facendomi rialzare la testa in modo
da guardarlo: “Ho saputo che eri piuttosto brava e mi
piacerebbe sentirlo raccontare da te.”
Mi aveva baciata dolcemente ed avevo sentito che noi due
eravamo la due metà di uno stesso cuore.
Anche a me faceva piacere immergermi in quei ricordi a
cui ero tanto affezionata.
Continua....
Disclaimer
I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi
Takahashi.
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