Prologo
Prologo
Al mondo vi sono
solo due tipi di persone capaci di sopravvivere all’incontro con un vampiro: i
Licantropi, quegli esseri assurdamente pelosi a cui ho sempre desiderato
strofinare le orecchie al chiaro di luna, e i Cacciatori, quel gruppo di
persone sfuso per il Paese che porta giustizia alle porte di chi la richiede…
I Cacciatori
sono un po’ come gli “sceriffi” del nuovo mondo, sempre pieni di risorse ed entusiasti rappresentati.
Persino Anna
Mend è una di loro… Ah, e tanto per la cronaca, Anna Mend sono io.
«Esci e non
farti più rivedere, stupida ragazzina!».
Le dolci parole
della Signora Manny mentre mi trascinava fuori dalla locanda, la
Trash&Furious, riecheggiarono per tutto il vicinato. Un gatto corse a
nascondersi sotto quel che rimaneva di un vecchio furgone, mentre gli abitanti
rimasti in Furious Road sbarrarono le tapparelle, senza dubbio per paura che il
buio e le urla attirassero attenzioni… poco gradevoli. O magari semplicemente
per paura delle furia della locandiera che minacciava di staccarmi un braccio.
«Manny, la
prego, stavo solo scherzando, non può lasciarmi qui fuori». Non poteva. Non poteva. Soprattutto non nel bel
mezzo della notte, senza nemmeno un coltellino svizzero da agitare in aria.
La Signora M
alzò un sopracciglio e mi fissò con fare inflessibile. «Mi dispiace Anna, hai
perso la tua ultima occasione quando hai deciso che versare l’ultimo boccale di
birra sui pantaloni del cliente fosse un’ottima idea».
L’idiota aveva
cercato di toccarmi il sedere. Al momento era sembrata davvero un’idea
grandiosa.
«Non era mia
intenzione. Il boccale è scivolato e sono comunque disposta a fare gli
straordinari per ripagarla, glielo giuro». Avevo bisogno di un posto dove
stare. Non poteva liquidarmi così. Non potevo tornare indietro.
Manny mi lasciò
andare con un’ultima spinta e si ritirò velocemente verso la porta sul retro da
cui eravamo uscite. Feci qualche passo avanti con un’espressione di supplica
sul viso, ma la Signora M si fermò con una mano sulla maniglia e l’altra
sollevata di fronte a sé… stava facendo sul serio? «Non ci pensare nemmeno,
Anna. Torna dai tuoi amici e non mettere più piede qui dentro. Le cose vanno
già abbastanza male senza che tu e quelli come te continuiate a mettermi i
bastoni tra le ruote». Chiuse la porta e mi lasciò lì a fissarla mentre la
disperazione montava. Lo aveva fatto davvero. Mi aveva lasciata nel bel mezzo
della notte alla mercé di qualunque strano essere avesse avuto voglia di uno
spuntino, il tutto senza un minimo di compassione. Senza un minimo di
maternità, dannata donna.
Ma io non potevo
tornare indietro.
Disperata, alzai
gli occhi al cielo. Neanche una nuvola oscurava la luna piena e minacciosa che
incombeva su quel che rimaneva delle case della Nuova Capitale. Con le mani tra
i capelli respirai aria fresca dopo non so quante ore passate a servire
alcolici nel Trash. Scossi la testa e mi decisi: non potevo rimanere nel bel
mezzo del vicolo. Era troppo pericoloso. Ma dove andare? A quest’ora della
notte i posti erano abbastanza limitati. E anche se fossi riuscita a trovare un
buco in cui infilarmi, cosa mi avrebbe assicurato che ne sarei uscita illesa?
Ormai i vampiri erano ovunque e conquistavano quartiere dopo quartiere. Questo,
il diciannove, sarebbe stato uno dei prossimi e…
Un gemito
strozzato si fece strada tra i vecchi cassonetti abbandonati, riempiendo la
notte o, più precisamente, riempiendomi i timpani con quello che doveva essere
uno degli ennesimi suoni a cui, volente o nolente, mi toccava prestare
attenzione. Uno dei ricordini lasciatimi tempo fa, anni fa, dai Cacciatori
della Nuova Capitale – nota anche come il Bastione per gli amici – era l’udito.
Tutti i Cacciatori, infatti, arrivati alla fine dell’allenamento a cui venivano
sottoposti imparavano a gestire i cinque sensi in un modo che veniva
considerato tutt’altro che umano. L’udito, purtroppo, era tra quelli.
E il gocciolio
che seguì il gemito non fece che confermare le mie convinzioni: dannati i
Cacciatori e tutto quello a cui avevano condotto.
Dannata me per
non essermene andata prima.
***
Note: Dopo
tanto tempo passato a domandarmi se farlo o meno, alla fine ho deciso
di pubblicare il prologo di questa storia, L'Eredità del Sangue,
per poterla finalmente "liberare" e darle l'opportunità di
esprimersi a dovere. Spero che chiunque ne abbia voglia darà una
chance ad Anna e ai suoi amici, che faranno presto capolino, e mi
seguirà in questa nuova, nuovissima avventura.
Kisses, Isa
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