LIKE A MOTHER
Tra le mie mani sbocciano fiori di ogni colore.
Rami crescono e si intrecciano, ogni sorta di verde meraviglia si svela
al mio tocco.
Allora perché non ho potuto dare la vita ad una mia
creatura? A cosa
mi è servito essere una maga, se non non sono riuscita a
realizzare questo desiderio che
mi strappa il cuore?
Sento questo vuoto da tutta una vita.
Non c'è nulla che possa colmarlo...
L'uomo che amavo si è allontanato da me, quando ha capito
che
non gli avrei mai potuto dare un figlio. Sono passati mesi, in cui ho
voluto restare a piangere, e ancora anni e anni, in cui ho dovuto
sforzarmi di
sorridere, perché avevo un lavoro, e dei colleghi che mi
volevano bene, e poi la responsabilità di un'intera Casa di
Hogwarts. E quando i miei capelli hanno cominciato ad
ingrigirsi,
e lo specchio mi ha mostrato l'inequivocabile immagine di una superata
maturità, stavo
finalmente per rassegnarmi e lasciare alle spalle sogni e sofferenze...
Ma poi ho incrociato due occhi sperduti.
Quelli di un piccolo Gryffindor spaventato e insicuro. La guerra
l'ha reso orfano a metà, i suoi genitori erano due Auror
coraggiosi e pieni di vita, e ora sono soltanto...
(è buffo che sia io a dirlo)
... dei vegetali. Piante lasciate a seccare lentamente, che nemmeno
tutto l'amore di questo mondo potrebbe far rifiorire.
E lui si aggira per la scuola in cerca di qualcosa.
- Cosa cerchi? - vorrei chiedergli, ma so che se lo facessi, lui
alzerebbe lo sguardo verso di me e balbetterebbe:
- Il mio rospo, professoressa Sprout...
Ma so che non è solo questo.
Conosco bene Augusta, siamo state compagne di classe e abbiamo
condiviso terribili giornate di bisticci e vendette, finché
lei
non è stata bocciata al GUFO, e per la vergogna si
è
andata a nascondere dietro il castello, lontana dalle risatine delle
sue amiche. Io quel giorno indossavo una divisa nuova, in occasione
degli esami, ma me l'ero sporcata subito di terra, perché
non
ne potevo fare a meno già allora (non sono mai
diventata
Prefetto di Hufflepuff per questo motivo). Dovevo essere molto buffa,
perché riuscii a farla ridere solo avvicinandomi: ma non per
questo si consolò della sua sconfitta scolastica.
Parlammo.
Lei mi raccontò del fidanzato che si era diplomato l'anno
prima e viveva nel Lancashire, ma poi
si ritrovò di nuovo a lamentarsi su come si sarebbero
arrabbiati
i suoi genitori, e che gli esaminatori erano degli emeriti cretini...
- Una D, hanno osato darmi una D!
Io non ero affatto una secchiona, ma mi impegnavo comunque, e avevo
preso tutti A a
parte una O in pozioni e il mio prezioso E in Erbologia, naturalmente,
e non potevo
immaginare come si sentisse.
Non piangeva. Il suo viso era rigido e le labbra più sottili
che mai.
- E' una materia assolutamente inutile, d'altronde -
sentenziò alla fine, con un assurdo orgoglio nella voce.
Feci per contraddirla, ma decisi di lasciar perdere.
Allora ero una ragazza al colmo delle mie energie, che rideva senza
coprirsi la bocca, e c'erano sempre fili d'erba tra i miei capelli
ricci e spettinati, e come le mie compagne sognavo di sposare il
professor Slughorn, o quantomeno di far parte del suo Club esclusivo.
Ero rimasta terribilmente delusa quando ricevetti una lettera di
rifiuto alla mia richiesta:
"Gentile signorina
Sprout,
verrà ammessa
ai miei ricevimenti quando imparerà ad avere cura dei Suoi
abiti e delle Sue scarpe.
I miei ossequi, H.E.F.S."
Volevo sprofondare. Ma decisi che non potevo diventare una persona
diversa da quella che ero, e gettai via quel sogno.
Il primo di molti altri
a seguire.
Due anni dopo anche Augusta provò a chiedere l'ammissione al
Club, ricevendo anch'essa un rifiuto, ma per un motivo differente
(sinceramente, non mi ricordo quale fosse, e forse non me lo disse
mai). Di nuovo la vidi impallidire e digrignare i denti, ma questa
volta non tentai di consolarla, e dopo le vacanze di Natale non
tornò a Hogwarts.
Si sposò, e quando suo figlio Frank fu ammesso a scuola, io
ero
già diventata un'insegnante. Ancora non avevo messo da parte
le
mie speranze. Lottavo contro il nulla, testarda, aggrappandomi ad un
uomo - non vi dirò il suo nome, non ora - che aveva
già scoperto quello che io non volevo ammettere, e diventava
di
giorno in giorno più freddo.
Le stagioni passavano, gli alberi fiorivano e sfiorivano, e mi ritrovai
sola.
La conoscevo bene, dicevo, e potevo immaginare come avesse cresciuto
quel ragazzino, con che pretese, e quale impazienza... e con quanto
dolore.
- Dì un po', Neville, c'è qualcuna che ti piace?
- mi sorpresi a chiedergli un giorno, con fare complice.
Credevo proprio che non mi avrebbe risposto. Invece, arrossendo e
grattandosi la testa, mormorò:
- Hermione Granger... è sempre gentile, e mi difende da
quegli Slytherin... e mi aiuta
qualche volta, quando il professor Snape è arrabbiato e
vuole
mettermi in punizione. Ma è troppo bella per uno come me.
Odio Severus con tutte le mie forze.
E un giorno gliel'ho detto.
- Devi smetterla di tormentarlo, non gli insegnerai nulla trattandolo a
quel modo, è terrorizzato da te!
Senza dire una parola, mi ha letto nella mente, sogghignando. E una
volta soddisfatto, quando ha sviscerato i miei ricordi più
dolorosi e le mie speranze infrante, mi ha fissato come si guarda una
povera vecchia stupida, e mi sono sentita violata in modo orribile, e
da allora lo evito come il vaiolo di drago.
Ma non riesco a frenare la tenerezza quando mi invade il cuore.
E' tutto così... naturale...
Io adoro Neville, semplicemente, come se fosse il mio stesso sangue.
Seguo i suoi progressi con l'orgoglio e l'affetto di una madre.
E mi sembra di impazzire quando sento di non riuscire a proteggerlo,
quando scopro nel suo sguardo un nuovo terrore. Ma ciò
accade sempre meno di frequente. Lui cresce, e si
rafforza in coraggio e determinazione; il giudizio degli altri non ha
più su di lui l'influenza nefasta di un tempo, e le sue
amicizie
si sono fatte più salde e numerose.
- Quali materie ti ha assegnato Minerva, da portare ai MAGO? - gli
chiesi, all'inizio del suo sesto anno.
- La sua, professoressa. E Difesa, e anche Incantesimi...
- Le più importanti, insomma! - dissi, anche se mi rendevo
conto
che era molto deluso di non essere stato ammesso alla classe di
Trasfigurazione.
- Sarà poi vero che mia nonna è stata bocciata in
Incantesimi? E' per
questo che la considera una materia stupida?
Non volevo parlar male di Augusta, capivo che non sarebbe stato giusto.
E poi fallire non era certo una colpa. Ma non potevo fare a meno di
chiedermi che cosa sarebbe stato di lui se non avesse mai manifestato i
suoi poteri magici. Oh, quella storia dello zio che l'aveva quasi
annegato... e l'aveva lasciato cadere dalla finestra! mi domandavo se
provassero per lui vero affetto o se fossero semplicemente impazienti
che si facesse strada nella vita...
"Anch'io desidero un futuro bellissimo per lui. Ma non sono impaziente.
Perché quando finirà la scuola, non lo
vedrò
più..."
Prima che quel pensiero mi facesse crollare, un'idea mi
attraversò la mente, e non era folle, e non era sciocca, e
fui
lì lì per esprimerla...
Ma riuscii a controllarmi, per non dargli false speranze. Dovevo prima
parlarne con Albus e Minerva.
- E' esattamente per
questo motivo, signor Longbottom. Ricordo ancora
quella faccina afflitta... tu eri in classe con lei, vero Pomona? -
squittì la vocina impertinente di Filius Flitwick, capitato
chissà come in quel corridoio che non faceva parte del suo
tragitto abituale.
Neville non trattenne una risatina nervosa e un po' stupita.
- E a proposito, sono molto felice di averti anche quest'anno tra i
miei studenti.
Lui ringraziò, e corse a pranzo; ma Filius mantenne su di me
il suo sguardo carezzevole e non mi permise di allontanarmi.
- Hai trovato il tuo
successore, non è vero? - domandò,
insinuante.
A differenza di Severus, non era un Legilimens,
eppure aveva capito i miei progetti per Neville ormai da tempo. Non
c'era nulla di male. Mi fidavo di lui... non sapevo spiegarmi
perché.
- Ha... davvero un'attitudine notevole per la mia materia... sarebbe
uno spreco non incoraggiarlo - balbettai.
- Sono d'accordo. Vi osservo da un po', sai. Ti osservo. Sei
straordinaria.
(to be continued)
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Com'è mio
solito, questa doveva essere una shot. Ma mentre la mettevo
giù mi sono accorta che stava venendo troppo lunga. Non
avrei dovuto iniziare una storia nuova, avendone già altre
due in sospeso, ma si sta praticamente scrivendo da sola.
Non c'è
niente da fare, questo pairing è il mio preferito, lo sapete
già se seguite Though
you don't look like me, se avete letto Why
haven't I told you
e una certa drabble di mia invenzione, comunque vi posso
almeno promettere che mi asterrò dal trattarlo in Love
without reason.
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