Non chiedermi perché

di Ausel
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«Ahia!» 
Severus alza lo sguardo dai compiti che sta correggendo. 
Ha sentito un rumore , una voce.
É tentato dal far finta di nulla, dal fingere di non aver notato che qualcosa é andato storto.
Ma non lo fa.
«Che succede?» Grugnisce. Il suo tono é quello di sempre. Freddo, distaccato, maleducato. La sua voce tradisce l'esitazione.
«Mi sono tagliato.» il viso del Grifondoro si contorce in una smorfia.
É sera.
Tutti e due preferirebbero trovarsi in un luogo più caldo di quei sotterranei. 
Tutti e due preferirebbero poter fare a meno dell'altro.
Ma non é così.
Severus ha bisogno di quegli occhi.
Ha bisogno di poterli vedere ogni giorno, di potercisi specchiare senza che nessuno se ne accorga.
Ha bisogno d'immergersi nei ricordi. 
Ha bisogno di essere triste.
Si alza dalla cattedra, lentamente, e si avvicina al giovane. 
«Fammi vedere.» 
Sgarbato, acido.
Harry vorrebbe opporsi.
Desidererebbe mostrare al professore di non essere un incapace, di sapersela cavare anche da solo.
Ma ci ripensa. 
Perché in fondo vuole essere odiato.
Vuole essere certo che la cosa sia reciproca.
Ma é davvero così? 
«Signore, mi sta aiutando.» 
«Non chiedermi perché.»
 
 
 




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