Sunshine and gunpowder

di Il Saggio Trentstiel
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Odore di sangue.
Sangue che invade la bocca, le narici, impedisce di respirare.
Sangue caldo, nauseante.
Rosso.
Ha un fremito, Marty.
Com'è il rosso?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Odore di pulizia.
Quella pulizia asettica e totale, quasi disturbante.
Lei, per contrasto, è sudicia.
Sangue, sudore, polvere.
Rabbrividisce, Kensi.
Quel sangue è di Deeks.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Voci confuse.
Sconosciute.
Mani che lo toccano, mani veloci, mani fredde.
O forse è lui ad avere freddo?
Vorrebbe svegliarsi e parlare, ma non può.
D'altronde Marty ha sempre avuto problemi di comunicazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tanti, troppi rumori.
Voci diffuse da altoparlanti, passi concitati.
Singhiozzi trattenuti a stento.
Eric e Nell piangono, stretti l'uno all'altra.
Sam, barcollante ma vivo, le stringe una spalla.
Kensi invece non parla e non si muove.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi è che sussurra il suo nome?
Marty sta morendo? È già morto?
Allora perché percepisce un materasso sotto di sé?
Un freddo ago nel suo braccio destro?
L'odore di medicinali?
Il calore di un paio di labbra sulle sue?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È vivo.
Se lo ripete come un mantra, Kensi.
La crudeltà di Sidorov non le ha portato via nulla.
Non il suo partner.
Non il suo amico.
Con delicatezza posa le sue labbra su quelle di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di nuovo, sta succedendo di nuovo.
Odori, stavolta noti, invadono le narici e il cervello di Marty.
Uno è più forte, acre, dolorosamente familiare.
Polvere da sparo.
L'altro è inusualmente dolce.
Come la luce del sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulle labbra di Deeks non c'è più sapore di sangue, né di paura.
La paura che aveva quando ha baciato Kensi, ore e secoli prima.
È vivo.
Non piange, non è da lei.
Avranno tempo per parlare.
Per profumare di sole e polvere da sparo.





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