"Qualcuno puo' venire ad aiutarmi?
urlo' Tamara Johansen, questo era il suo nome come avrebbero appreso
tutti di li' a poco mentre l'uomo giaceva a terra vittima di una crisi
convulsiva, si fece avanti una ragazza sui vent'anni dai
lunghi capelli corvini "tienilo fermo, tra poco gli passera'"
ordino' la dottoressa, che in realta' era solo un paramedico ma
sembrava molto competente.
Quando il col.Young, si riprese Tamara si rivolse alla giovane
"grazie dell'aiuto, come ti chiami?" "Hayley Mason
dottoressa" rispose in maniera educata e formale stringendole
la mano, "Sei medico? Poco fa hai dimostrato di saperci fare"
"sono un'infermiera, ho preso il diploma solo da due mesi"
rispose arrossendo lievemente "bene, allora se vorrai potrai
farmi da assistente" disse TJ "volentieri"
disse Hayley che ancora come tutti gli altri doveva
riprendersi dallo shock di ritrovarsi senza preavviso in quella vecchia
astronave e in piu' sopportando il dolore procuratole da una valigia
finita, per fortuna di piatto sul suo piede all'arrivo.
Girovago' un poco per la Destiny, come aveva scoperto si chiamava la
nave finche' trovo' una stanza dove sistemarsi, in realta' come gli
altri non aveva molto con se' ma cio' le facilitava il compito.
Come sempre capita quando ci si ritrova con molti sconosciuti in uno
spazio pressoche' ristretto s'instaurarono presto simpatie e
antipatie piu' o meno reciproche Hayley si ritrovo' cosi' a parlare con
Chloe Armstrong, che nonostante fosse figlia di un senatore anche lui
presente sulla nave non sembrava affatto darsi delle arie come spesso
aveva visto fare a suoi coetanei anche appena piu' abbienti di lei: i
suoi genitori gestivano da sempre una piccola cartoleria e sebbene il
lavoro da infermiera non portasse certo un lauto salario sembrava ad
entrambi un passo in avanti nella scala sociale rispetto a loro.
La seconda persona che attiro' quasi subito le sue simpatie fu invece
quella che tutti chi piu' chi meno sulla nave, almeno i militari,
sembravano voler evitare a meno di estrema necessita': il professor
Nicholas Rush, l'unico li' sopra che sembrava avere il controllo della
situazione, anche troppo a dire il vero, nel senso che a lei dava
l'impressione che la sua fosse solo freddezza ostentata e che in
realta' non fosse cosi pessimo come poteva sembrare, non sapeva
spiegarsene il motivo ma quell'uomo le infondeva un senso di sicurezza.
Dal canto suo Hayley cercava di dare una mano ogni volta che poteva,
sia a TJ che ad altri, con Eli per esempio stava imparando ad
usare e aggiustare le Kino, proprio lei che a casa sua a malapena era
stata capace di sostituire una lampadina fulminata ma si sa, quando le
circostanze lo richiedono saltano fuori doti inaspettate, e tutto
sommato le cose non andavano cosi male, ormai era passato qualche
giorno da quando erano partiti, l'unica cosa di cui si
rammaricava era di non essere ancora riuscita ad avere una vera e
propria conversazione con Rush: non sapeva perche' ma le era sempre
piu' simpatico e cercava sempre di essere gentile con lui, lo salutava
ogni volta con cordialita' anche se la sua timidezza, presente anche se
nessuno l'avrebbe mai pensato di lei, le aveva sempre impedito di
andare oltre, anche perche' lo scienziato tutto sembrava tranne che
socievole, anzi il piu' delle volte se ne stava davanti ai comandi
tentando di far procedere tutto nel modo giusto, si diceva
che fosse un genio nel suo campo e la ragazza dopo averlo scoperto si
stupi' meno della sua voglia di solitudine, anche se pensava che non
gli avrebbe fatto male un po' di compagnia ogni tanto, e un po' lo
capiva: lei non era certo un genio ma quando si trovava in mezzo ad una
moltitudine di persone sconosciute era piuttosto a disagio.
Una notte (ammesso che cosi la si potesse definire visto che non
avevano riferimenti temporali) le capito' di non riuscire a dormire
cosi' decise di alzarsi e fare un giro per i corridoi quando arrivo'
proprio davanti alla camera di Rush, la porta era aperta e lui dormiva:
Hayley rimase un po' a guardarlo e cosi' addormentato sotto le coperte
le fece una tenerezza infinita, senza sapere bene cosa stesse facendo
ma agendo d'istinto si sedette accanto a lui sul letto e si chino'
circondandogli la vita con le braccia, dopo due minuti pero'
lui si era svegliato e lei si era ritrovata sdraiata sulla schiena con
le braccia immobilizzate.
"Hayley? Che stavi facendo?" le chiese a meta' tra lo stupito
e l'irritato.
Lei, sorpresa che si ricordasse il suo nome ma d'altronde per quel poco
che lo conosceva era altamente probabile che avesse i dati di tutti sul
computer rispose: "Mi scusi, non volevo mancarle di rispetto dottore e'
solo che..." non seppe come continuare.
"Solo che?" insistette lui
"Ecco...non riuscivo a dormire e cosi mi son fatta un giro, quando l'ho
vista addormentato mi...mi ha fatto tenerezza e io ho molta stima di
lei cosi ho pensato di..." prosegui' lei vagamente intimidita.
Rush la mollo' e disse: "Fuori"
"Mi dispiace...non..."
"Ho detto fuori!"
Quell'ultima frase era quasi un urlo e dandogli la buonanotte Hayley
usci', sforzandosi di non scoppiare in lacrime: certo, per quanto fosse
d'indole affettuosa era la prima volta che faceva qualcosa del genere,
specie con uno sconosciuto pero' ad essere onesti non aveva fatto
qualcosa di sbagliato, almeno non totalmente. Sapeva che
molti non gradivano il contatto fisico nemmeno di chi conoscevano da
tempo pero' non c'era niente di male in fin dei conti, l'aveva
abbracciato e non baciato in bocca.
Certo ora le cose si erano complicate parecchio, ma ormai era una
sfida, prima o poi sarebbe riuscita a risultargli simpatica, in un modo
o nell'altro!
angolo autrice: questa e' la mia prima ff su stargate universe e chiedo
perdono avendola io scritta dopo aver visto solo tre episodi e per di
piu' con un nuovo personaggio, prometto che continuero' a guardarla e
che alla prossima saro' piu' preparata, ma non tiratemi le uova.
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