"Habemus
papam"
Piazza San Pietro esplose in mille urla di giubilio. Voci italiane,
inglesi, europee, asiatiche, sudamericane e quant'altro, si unirono in
cori di acclamazione per il successore del Pontefice tedesco, che solo
un mese prima aveva annunciato le sue impreviste dimissioni.
Il nuovo Papa, dal nome umile di Frankie, in ricordo dell'omonimo
mostro del cinema, aveva fin dai primi momenti colpito nel cuore della
gente.
Era una festa a livello mondiale. Si parlava già di una nuova era.
Mai nessuno si sarebbe aspettato quell'evento imprevisto, che la RAI,
insieme a tutte le televisioni del mondo, avrebbe definito "La più
grave minaccia al mondo occidentale dai tempi dell'attacco alle Torri
Gemelle".
Piazza San Pietro esplose. Questa volta però, letteralmente.
Un paio di esplosioni abbatterono i muri laterali alla finestra dalla
quale era sbucato il neo Papa.
Il panico si scatenò tra la folla.
Ovunque si parlava di attentato.
Alcuni, più tardi, parleranno del "Primo miracolo di Papa Frankie"
riferendosi al fatto che nonostante le decine di migliaia di persone
presenti, non si sarebbe registrata alcuna vittima.
Agli occhi dei più scaltri, però, era stato impossibile non notare il
dettaglio che i missili, la vera causa dell'accaduto, si
fossero abbattuti in modo così preciso ai fianchi del presunto
obiettivo.
Avevano sbagliato di proposito. Chiaramente, un avvertimento.
Mentre il pontefice veniva fatto rientrare per motivi di sicurezza, una
doppia risata riecheggiò, gelando per un attimo il sangue della
moltitudine di fedeli presenti.
La lugubre esplosione di ilarità si esaurì lentamente in un tono
compiaciuto.
- Sì! Tremate, miserabili sciocchi!
Migliaia di sguardi andarono a posizionarsi su una gigantesca sagoma
che si era eretta appena fuori da Piazza San Pietro.
Centinaia di cellulari si alzarono per andare a immortalare, in una
pioggia di flash impazziti, una gigantesca creatura che sembrava essere
stata vomitata dall'inferno.
Una grottesca idra, con il corpo di un drago a due zampe e due ali da
pipistrello, e cinque colli serpeggianti le cui teste avevano volti
umani, paradossalmente, di aspetto
particolarmente attraente, tanto che moltissime adolescenti si
lanciarono in urletti di adorazione, misto al terrore provocato dal
resto del corpo.
Molte cose del suo aspetto tradivano tuttavia una natura artificiale:
le paratie in metallo che sostituivano le scaglie, i movimenti a
scatti, le cinque teste dall'aspetto particolarmente
familiare, ricalcate su quattro giovinetti inglesi e uno irlandese,
particolarmente popolari presso le ragazzine.
-
Tremate di fronte alla potenza della mia 1Dra!
La voce apparteneva a un essere non meno strano: per metà uomo e per
metà donna, posizionato in piedi sulla spalla del mostro
meccanico, vestito di una tunica a doppio colore e armato di una
bacchetta, che stava agitando come un radiocomando.
Alla vista dell'ibrido, alcune voci si levarono.
- Guardate! E' un transessuale!
- Un ermafrodita!
Qualcuno in preda al panico cominciò a sparare congetture improbabili.
- Sono i transessuali guidati da Luxuria che si rivoltano contro la
Chiesa!
- C'è qualche vescovo che è andato a trans e ha coperto lo scandalo, e
ora vogliono la vendetta!
Certe degenerazioni arrivarono all'orecchio dell'ibrido, che da un lato
non capiva cosa intendesse quella gente, dall'altro quei commenti,
chissà perché, lo stavano irritando profondamente.
- Silenzio, stupidi bifolchi! Io sono il Barone Ashura! L'umile servo del
grande e potente Dottor Inferno!
La rivelazione gettò un'ondata di stupore sulla folla, che mutò in
panico.
- Ha detto Inferno! Sono i servi del Demonio venuti a uccidere il Papa!
- Sì salvi chi può!
Il Barone perse la pazienza. - SILENZIO! - Alzò la bacchetta in aria,
mentre l'Idra si mise a ruggire per zittire i presenti.
Una seconda risata riecheggiò per Piazza San Pietro. Una risata che
irritò ulteriormente il Barone.
- Allora, Barone? E' così che servi gli scopi del nostro signore
Inferno?
Una marea di mormorii si levò dal pubblico di cattolici.
- Un generale Nazista senza testa!
- E' la vendetta dei tedeschi nei confronti del connazionale Benedetto
XVII
L'automa, con la divisa militare e la testa sottobraccio, non si curò
più di tanto delle voci.
Anche lui sulla spalla di un altro mostro meccanico, aveva l'attenzione
rivolta, con un sorriso beffardo, al suo caro collega e rivale di
sempre, che lo apostrofò con evidente irritazione.
- Perché ti devi sempre mettere in mezzo, maledetto Conte Blocken?
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Un uomo stava sfrecciando a tutta velocità con la sua Vespa 50,
canticchiando allegramente.
- Ma quant'è bello andare in giro, con Leali sotto i piedi!
Ignorando spudoratamente le proteste del noto cantante, rimasto
incastrato nelle ruote per via di una collisione avvenuta alcuni minuti
prima.
Ma Carlo, questo il nome del guidatore, non poteva fare
altrimenti: aveva ancora in mente la telefonata che lo aveva fatto
salire in fretta e furia sul motoveicolo.
"Carlo, finalmente una missione!
Hanno attaccato vicino a noi anziché nel solito Giappone! Pensa un po':
Piazza San Pietro, e in mondovisione!
Dal
Giappone ci vogliono almeno sei ore prima che la squadra dei
Mazinger possa giungere qui - E' la nostra occasione! Corri,
Carlo, laggiù, tra i lampi di blu! Corri a raggiungere il robot!"
- Un'occasione irripetibile! - Si disse, raggiante.
La prima, da quando
era stato costruito quel gioiello meccanico, orgoglio del Made in Italy, da contrapporre allo strapotere dei Super Robot orientali.
Purtroppo, all'eleganza del Design si era dovuta contrapporre una
vergognosa scarsità di finanziamenti. Quindi, giocoforza, ci si era
dovuti appoggiare agli sponsor e agli aiuti statali.
Una volta che il robot italico venne completato, arrivò la beffa: per
cinque lunghi anni nessun alieno venne mai ad attaccare l'Italia.
Ma finalmente era venuto il momento della riscossa!
Carlo, già completo della sua sfolgorante tuta gialla, girò la manopola
per accellerare, salvo poi stringere bruscamente la leva del freno.
A quanto sembrava, l'attacco aveva generato in città più confusione di quanto ci si aspettasse.
Il pilota estrasse il telefonino per la spiacevole notizia.
- Pronto, base? Temo ci vorrà un pochino.
Giusto il tempo necessario per districarsi dall'enorme ingorgo che si era creato nel traffico cittadino.
Inutili i "Fate passare!" del pilota, soffocati dal muro sonoro di clacson.
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Isola di Micene, qualche ora prima.
Il Barone Ashura, in ginocchio, stava tenendo il capo chino, mentre,
silenziosamente, un vecchio completo di barba e capelli bianchi gli
dava le spalle.
- Mi avete fatto chiamare, sommo Dottor Inferno?
- Sì, Barone. Mi hanno riferito che avete fallito il primo attacco.
- Beh, ecco... per la verità... E' stata colpa di un disguido sulle informazioni che ci avete fornito...
- Cosa vorresti dire? - Domandò il Dottore con un tono minaccioso che intimidì il Barone.
- Beh, quell'obiettivo che abbiamo distrutto l'altro giorno, a Napoli, quello che credevamo essere la
Fortezza della Scienze, aveva, in realtà, un nome simile... la
Città della Scienza...
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Il vecchio si voltò con evidente irritazione, e puntò il bastone che teneva in mano in direzione del Barone.
Un raggio simile a una scarica elettrica venne emesso dalla punta, e
andò a colpire il servitore, che si gettò a terra in preda al
dolore e alle convulsioni.
- Non cerchi giustificazioni per i suoi fallimenti! - Tuonò Inferno. -
Ma oggi mi sento magnanimo. E le darò un'altra possibilità, giacché ho
finalmente scoperto dove si trova quel maledetto Mazinger. A
Città del Vaticano.
Il Barone, cercando di rialzarsi, cercò di manifestare i suoi dubbi.
- Dottor Inferno... E' sicuro di non confondersi con...
Non riuscì a finire la frase, che un'altra scossa lo rigettò a terra, agonizzante.
- Mi stai prendendo per un idiota, Barone?! - Sibilò il Dottore. -
Credi che mi sia rimbambito, dopo tutti questi anni? Che non
sappia dell'esistenza di quel Mazinga, l'ennesima spina nel fianco da
parte di quel maledetto Kabuto?
Che ne esistesse proprio, qua, a due passi da noi, e che in questi anni tutti ne parlassero in continuazione?
- Mio Signore, si sbaglia, quello si chiama
Raz....
- Silenzio! - Lo zittì il Dottor Inferno, insieme a una terza scarica
elettrica, che spezzò ogni tentativo di obiezione da parte del Barone,
che si stava strusciando per terra, in preda al dolore, per implorare
pietà. - Prenda il miglior mostro meccanico a sua disposizione, e parta
immediatamente per il Vaticano. Scovate quel Mazinga e distruggetelo!
Non voglio minacce così vicine alla mia isola!
Il Barone non poté fare altro che prostrarsi e accettare.
- Sì, mio signore.
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Nel parcheggiare la vespa, Carlo diede un'occhiata al display del cellulare.
- Che ritardo pazzesco!
Fortunatamente il gigantesco robot era ancora lì, parcheggiato in doppia fila come l'ultima volta che era stato lasciato.
Finalmente Carlo poteva fare quella posa plastica, vista fare in TV dal
grande Haran Banjo in persona, e per la quale si era allenato fin da
quando aveva quattro anni.
Tirando fuori un telecomando, e agitandolo in aria con fare teatrale, gridò finalmente il nome del robot.
- GIAMBEEEEEEEEEEL CINNNQUUEEEEE!
La pressione del tasto in realtà non fece altro che far emettere due "bip" da parte del robot.
Tanta scena era decisamente eccessiva, e Carlo se ne accorse quando
tutti gli sguardi dei passanti si incollarono su di lei, con quelle
espressioni esterrefatte di come quando si guarda un pazzo.
Carlo divenne paonazzo, e tentò un sorriso disarmante, mentre, con un filo di voce, si giustificò.
- Ho tolto l'antifurto....
Ma il senso del dovere richiamò Carlo all'ordine, era già passato
troppo tempo, il destino del Vaticano, anzi, del mondo intero era
sulle sue spalle!
Fu così che agilmente fece un balzo in direzione dell'abitacolo sulla testa.
Poi, vedendo che più di tanto non riusciva a staccarsi da terra,
preferì usare la meno spettacolare scala di corda, bollata inizialmente come
"provvisoria", e mai sostituita con qualcosa di meglio.
Con grossi sforzi Carlo entrò nell'abitacolo.
Il grosso schermo nero e la futuristica console di comando (futuristica
cinque anni fa, adesso era peggio che obsoleta) erano ancora lì,
coperti di uno spesso strato di polvere, ma fondamentalmente intatti.
Il pilota estrasse quindi, da un compartimento laterale, un sacchetto di
nylon, ne tirò fuori il casco giallo da motociclista, dono personale
del defunto Sid, e lo indossò.
Gridando - Vai, Giambel V! - afferrò una leva sulla sua sinistra e spinse con tutte le sue forze.
Dopo cinque anni, finalmente il robot riprese vita, gli occhi gli si
illuminarono, come pervasi da determinazione, e il primo movimento che
fece fu quello di... mettersi le mani lungo la schiena e scrocchiarsi
le povere giunture vertebrali, acciaccate da anni di ruggine.
Carlo vide con soddisfazione che la riserva di energia era al massimo,
e silenziosamente ringraziò sé stesso di aver fatto il pieno di benzina
al tempo dell'abbandono: farlo adesso sarebbe costato cinque volte di
più.
Giambel V fece per muovere il primo passo, quando sentì qualcosa bloccarlo al piede.
- Chi diavolo ha messo una ganascia?
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- Non mi hai ancora detto che diavolo ci fai qui! - Sibilò il Barone Ashura.
- Che domande, mio buon amico! - Rispose la testa del Conte da sotto l'ascella artificiale. - Credevi davvero che il Dottore
si fidasse a mandarti da solo, abituato com'é ai tuoi fallimenti?
- Come osi, miserabile? - Rispose Ashura, sempre più inviperito. - Nulla può fermare il mio nuovo mostro, 1Dra!
Le cinque teste risuonarono in un sinistro "What makes you beautiful"
(che fece alternare tra i presenti un misto di disgusto e delizia, a
seconda dell'età).
Ma il Conte non parve impressionato, anzi, rispose con una risata ancora più irriverente.
- Stolto d'un barone Ashura! Cosa vorresti fare con quel quintetto di
voci bianche! Siamo qui per scovare e distruggere un Mazinger. E un Mazinger può essere distrutto solo da un altro Mazinger.
- Cosa vorresti dire? - Domandò l'essere doppiamente sessuale.
- Barone, - Rispose Ashura. - Lascia che ti presenti uno sconosciuto
modello di Mazinger scovato recentemente dai miei uomini in una vecchia cava in
Canada.
Migliaia di sguardi si spostarono sul robot, fino a quel momento rimasto in ombra, sulla cui spalla stava il Conte Blocken.
Nel riconoscerne le sembianze, Ashura provò un misto di odio e stupore.
A prima vista si sarebbe detto il Mazinger Z, l'odiato nemico, ma a un
esame più attento si potevano notare numerose differenze, spesso
inquietanti.
Più piccolo del già modesto robot originale, aveva il torace di colore
viola; le piastre rosse sul petto, quelle che nell'originale erano la fonte
del Breast Fire, qua aveva una sdolcinata forma di cuore; le paratie
per il Rust Hurricane sembravano quasi ammiccare ad un sorriso; Dei due
occhi luminescenti, uno lampeggiava ogni tanto come un neon
difettoso, dando l'idea di un casuale
occhiolino
verso il pubblico presente; le ali del Jet Scrander, sulla schiena,
sembravano quelle di una farfalla; Il pilder, infine, aveva la forma di un
parruccone.
La visione di tale robot provocò alcune smorfie di stupore in Ashura,
che si trasformarono presto in ilarità e alla fine, un grande scoppio
di risate.
- Dimmi che stai scherzando, Blocken. - Rispose il Barone, asciugandosi
le lacrime. - Dimmi che davvero non ti è andato in pappa il cervello, e
che quello è solo uno degli scarti del Dottor Kabuto, nascosto in
Canada per vergogna!
Questa volta fu il Conte ad essere irritato.
- Come osi parlare così del mio
Mazin Bieber?
- Ma non lo vedi che chiunque ha costruito quella...
cosa ha voluto farti uno scherzo? E' stato, tra l'altro, modellato a somiglianza con un ragazzino molto famoso al giorno d'oggi.
I gemiti di acclamazione che si udivano dal pubblico di San Pietro confermavano questa tesi.
Il Conte Blocken, di rimando. - Perché, questo non vale anche per il tuo?
- Ma il mio è moderno! Con tutti gli ultimi ritrovati della tecnica! Il
tuo sarà un catorcio di almeno cinque anni. E poi tu sei tedesco,
dovresti almeno portare un robot dalle fattezze di Bill K....
- Non lasciare che l'invidia parli per te! - Tagliò corto Blocken. - Nonostante tutto, è un Mazinger, e quindi imbattibile!
- Ma non vedi che il posto di pilota è pure vuoto? Chi lo guida?
- E' guidato dall'esterno, tramite un comodo telecomando!
- Oh, beh, in questo, non si differenzia molto dall'originale...
- Ehy, voi, Fermi!
Ad interrompere la piega nonsense che stava prendendo la
conversazione arrivò la voce proveniente da un
terzo robot, che stava ancora cercando di togliersi le ganasce dai
piedi.
Carlo imprecò qualcosa sui vigili. Che esagerazione, per cinque miseri anni in sosta vietata!
Per fortuna la grossa stazza del robot aveva scoraggiato qualsiasi tentativo di rimozione forzata.
Per tacere del fatto che Giambel V era ancora un Euro 3, quindi
tecnicamente era un robot fuorilegge.
Ma tutto questo sarebbe stato messo a tacere di fronte all'impresa di
salvare Papa Frankie e tutto il Vaticano, agli occhi del mondo lui e
il suo mecha sarebbero stati gli EROI a cui tutto si condona.
Il momento quindi era importante, e quindi bisognava curare tutto nel dettaglio, a cominciare dalla parlata epica.
Carlo inspirò a pieni polmoni e proclamò.
- Per la pace nel mondo (maledette ganasce!) vi combatterò con il
Giambel Cinque! Se non avete (e toglietevi!) paura di questa potenza,
preparatevi all'attacco!
Un oceanico coro di acclamazioni si levò dal pubblico, in mezzo al
quale si sentiva, poco notato, qualche fischio da parte di alcune bambine.
Carlo era felice: la sua prima frase ad effetto! E in mondovisione!
Il coro però si zittì subito, quando Giambel, fallendo la manovra di
estrazione ganasce, perse l'equilibrio e cadde a terra, facendo tutto
da solo.
Il Conte e il Barone guardarono sbalorditi la scena, scambiandosi commenti a mezza voce.
- E' il Boss Borot locale?
- Probabilmente.
- Maledetti! - Protestò Carlo, - Come osate paragonarmi a un rottame
costruiti con mezzi di fortuna allo scopo di fare gag comiche? Questo è
un robot professionale! Il fior fiore della più avanzata industria
italiana!
Motore Fiat, linea Pininfarina, stile Dolce & Gabbana!
- Pilota "Grande Fratello". - Commentò qualche passante, sconsolato, che aveva già capito l'antifona.
- I robottoni sono immondizia! I Gundam sono il vero futuro! E pochi sanno che anche l'Italia ha il suo Gundam!
Una quarta voce provenì da chissà dove. Gli sguardi di tutti si
spostarono (per l'ennesima volta) su una quarta figura gigante
apparsa sulla scena.
A tutti gli effetti era un Gundam, di aspetto più massiccio della
media, con degli spuntoni sulle braccia e doppie spalliere rinfornzate.
Su una delle spalliere vi era un uomo, dai capelli lunghi e rossicci,
vestito di una tuta nera con due antenne alle spalle.
- Il mio nome è Chariot, Michelo Chariot! Sono un Gundam Figher e questo è il mio
Neros Gundam!
E nessuno straniero può venire a casa nostra a fare i suoi sporchi
comodi. Mi riferisco a tu e tu, mangiacrauti senza testa e
doppia faccia transessuale!
I due appellati risposero allo sproloquio infuriati con un corale - Come ci hai chiamati?
- Esattamente quello che siete. Stranieri go away! - E per risultare
ancora più irriverente, Michelo mostrò ai due il deretano, battendolo
ripetutamente con una mano.
Ashura perse la pazienza.
- Questo è troppo! 1Dra! Attacca!
Una testa del mostro aprì la bocca, facendo uscire una viscida lingua
appuntita, che si allungò i direzione del Gundam, avvolgendolo e
cominciando un'opera di stritolamento.
- L'attacco
Mlmlmlml non ha equali. Farà a pezzi te e il tuo mostro!
Michelo per tutta risposta fece spallucce e un "tsk" di indifferenza, e con un balzò saltò nel cockpit del Gundam.
Gli occhi del Nero si illuminarono di un rosso vivo, e il Mobile Suit,
apparentemente senza sforzo, strattonò i gomiti, spezzando la viscida
lingua.
Il Barone mostrò una smorfia di disappunto. L'incappucciato violaceo
puntò la verga in direzione del nemico, e al segnale due delle teste
partirono all'attacco.
Il Neros non si fece cogliere impreparato, e con i Vulcan sulla testa tempestò di proiettili i due capoccioni.
Infastiditi, questi si ritrassero, e Neros ne approfittò per sparare
diversi raggi laser da piccoli cannoni situati sulle spalle.
- Ti piacciono i miei Satyricon Beams? Pura delizia italiana! - Canzonò
Michelo, dalla cabina sferoidale nel quale, in sincronia, assumeva le
stesse posizioni del suo colosso.
Più o meno, come una Nintendo Wii del futuro.
- Ti farò ingoiare la tua presunzione, così capirai quanto sia
indigesta! - Rispose stizzito il Barone Ashura. - Nyall, Louis -
azzannatelo e staccategli braccia e gambe!
Le teste menzionate ripresero l'attacco, ansiose di vendicarsi degli
attacchi precedenti, ma ad attenderle vi era Neros, con una gamba
protesa in avanti. Quattro sfere rosse, situate sullo stinco, si
stavano illuminando di una minacciosa luce grigia.
- Silver Legs!
Una fitta pioggia di raggi laser argentei si abbatté sulle due teste
dell'1Dra. I poverini vennero bucati come groviere, ed emettendo un
urlo distorto, esplosero.
Un misto di acclamazioni e fischi si levò dalla folla in piazza San Pietro.
- La mia 1Dra! Che tu sia maledetto! - Ruggì Ashura, carico di rancore.
Il Conte Blocken non poté trattenere una sguaiata risata canzonatoria all'indirizzo del collega.
- Sembra che il tuo mostro non sia poi così potente!
- Silenzio! - Gli intimò il Barone. - Anche con sole tre teste, rimane una forza imbattibile!
- Oh sai, che paura! - Rispose ironico Michelo. - Spazzerò via
anche quelle, e te con loro. Adesso preparati al mio
colpo migliore: Rainbow Legs!
Ma qualcosa parve non andare per il verso giusto. Il mobile suit non si mosse.
- Ho detto Rainbow Legs! - Ripeté Michelo, sbracciandosi, ma senza alcun risultato.
Alcune urla di terrore si levarono dalla folla, all'indirizzo del Neros
Gundam. Esso cominciò a cambiare conformazione, mutando in
qualcosa di minaccioso.
Due lunghe ali spuntarono dalla schiena, e si estesero per una
cinquantina di metri. Due protuberanze, simili ad artigli,
fuoriuscirono dai piedi, estendosi, in altezza, fino alle ginocchia.
Altre grottesche trasformazioni cambiarono il corpo di Neros Gundam,
facendolo cambiare, da copia di un rozzo gladiatore metallico, a un
demone vomitato dalle viscere dell'inferno.
- Cosa diavolo sta succedendo? - Esclamò incredulo Ashura, davanti al
raccapricciante spettacolo. - Quale raccapricciante mostro è mai questo?
Tra la folla cominciarono a serpeggiare voci di implicazioni
demoniache, e ad interpretare la trasformazione del Gundam come
l'evocazione del Diavolo stesso.
Fu Michelo, intrappolato all'interno della creatura, a fornire con orrore la spiegazione.
- Il Devil Gundam! Il mio Neros è stato infettato!
Devil Gundam, una sorta di "virus" composto da nanomacchine,
autoevolvente, capace di possedere, riparare e infettare i Mobile Suit.
L'antagonista principale di Gundam G, qualcosa che superava in
pericolosità qualsiasi immaginazione.
La parola "Devil" gettò benzina sul fuoco nelle interpretazioni della gente: il Diavolo stava attaccando il Vaticano!
Una sensazione di pericolo allarmò Ashura, che ordinò alla sua creatura di arretrare.
Fu però troppo tardi, perché il Neros posseduto si avventò sull'1Dra, facendola a pezzi a mani nude.
Il mostro diabolico estrasse le tre teste, complete dei loro colli, e le assorbì nel suo corpo, come un'ameba.
Questo comportò un'ulteriore mutazione nel Neros. Le teste saltarono
fuori dalla schiena, e ora delle maschere distorte che ricordavano
Harry, Zayn e Louis sorridevano da dietro il Mobile Suit.
Il mostro assunse un nuovo nome, almeno a giudicare dal sottotitolo che in ogni cartone presenta sempre un nuovo mostro:
Devil OneDam.
Il Barone Ashura, privato del suo mostro e vedendo come le cose stessero
diventando sempre più pericolose, preferì, prudentemente, mescolarsi tra la a folla e
sparire dalla circolazione.
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Negli alloggi delle massime esponenze della Chiesa, il panico era dilagante.
- La fine del mondo! - Urlavano alcuni, mentre un paio di suore si
inginocchiarino di fronte a un crocefisso e si fecero il segno della croce.
- L'apocalisse!
- Satana si è manifestato!
- Le profezie erano vere! Frankie è davvero l'ultimo papa!
Un alto prelato si stava sbracciando ai limiti della bestemmia,
nell'invitare la squadra dei Robottoni Giapponesi a intervenire, salvo scoprire,
con estrema rabbia, che il tragitto da Tokyo a Roma era davvero lungo, ci sarebbero
volute ancora alcune ore.
- Fratelli, per favore! Niente panico! - Urlava il neo Papa, Victor,
nel tentativo di mantenere l'ordine. Stranamente lui non stava provando
alcuna paura. Pensò al suo caro amico e collega Raz, il
dimissionario, ringraziando il fatto che non fosse presente, e che
quindi non stava correndo alcun pericolo. E poi, cosa straordinaria,
Frankie aveva fiducia nel Signore. Sapeva che, in qualche modo, un
miracolo avrebbe sconfitto il maligno e ristabilito la pace.
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Una stanzetta raccolta, intima. Un televisore acceso, che stava
trasmettendo le drammatiche immagini dell'attacco terroristico ai danni
del Vaticano. Cambiare canale sarebbe stato inutile: non c'era una
trasmissione, una emittente in quel momento non sintonizzata su
quell'accadimento.
Il cronista si interrogava ripetutamente sulla
natura degli attentatori, snocciolando varie ipotesi, coadiuvato dal
parere di presunti "esperti" in studio.
La poltrona rivolta allo schermo era vuota, anche se ancora tiepida. Il
suo occupante, incurante della diretta, giaceva inginocchiato, raccolto
in preghiera, davanti a un vecchio crocefisso.
Quando si sentì pronto, l'uomo, dall'aspetto assai anziano, si alzò con
decisione. Guardò un'ultima volta il televisore, prima di incamminarsi
fuori dalla porta.
Un forte accento tedesco tradì l'origine dell'uomo, mentre borbottava il suo stizzito lamento.
- Questo sacrilegio è durato abbastanza.
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Nel frattempo, un altro Gundam era intervenuto sulla scena.
Assomigliava a una vetusta figura dall'armatura lunga, simile a una
tunica.
Atterrato davanti al Devil OneDam, allargò le braccia, a frapporsi come ostacolo tra Piazza San Pietro e il mostro.
- Non passerai!
Alcuni, tra la folla, riconobbero con gioia la figura.
- Il
Gundalf!
Purtroppo, neppure la presenza del potente Gundamago poté molto contro
il demone, e girandosi verso la folla, urlò un disperato: - Fuggite,
sciocchi! - Prima di saltare impietosamente in aria.
La folla era in preda alla confusione. Molte persone in preda al panico
cercavano di fuggire, impossibilitate dalla moltitudine stessa della
gente, pianti di bambini si udivano in sottofondo.
Molte persone, a corto di alternative, cominciarono a fare l'unica cosa
che potevano fare, e per la quale si erano riunite quel giorno: pregare.
Pregare che qualcuno dall'alto li salvasse. Pregato che un miracolo
dissipasse la minaccia che rischiava una strage. Pregato di andare in
bagno, perche in quella folla era impossibile muoversi per cercarne uno, e
molti dalla paura avevano già ceduto, con conseguente odore... non di morte, ma certo molto sgradevole.
Il Devil OneDam improvvisamente si voltò in direzione del Mazin Bieber.
Al Conte Blocken non piacque questa piega degli eventi, notando
l'avvicinarsi del famelico demone cibernetico.
- Cosa vuole quella schifezza virale da me? Non ho tempo da perdere con lui! Mazin, è venuto il momento di far vedere chi sei!
Eseguendo fedelmente, il Mazin Bieber si animò, gli occhi gli si
illuminarono di giallo e immediatamente unì i pollici e gli indici,
formando la sagoma di un cuore.
La parte più giovane e femminile del pubblico esplose in un delirio di acclamazioni e flash da fotocamera.
Questa reazione infastidì un po' Blocken, abituato a incutere terrore e
panico, ma di fronte a un nemico insidioso come il Devil OneDam,
preferì ignorare e passare direttamente agli ordini.
- Ora assaggerete la potenza di un Mazinger! - Proclamò, con una
smorfia di disgusto: quelle erano di solito le parole che pronunciavano
i suoi nemici Kabuto e Tsurugi. - Bieber, cuoci quel bastardo con il
tuo
Breast of Passion!
Allorché Mazin Bieber allargò le braccia, piegandole ad angolo, con i pugni in aria.
La sua piastra pettorale a forma di cuore si illuminò di rosso e cominciò a surriscaldarsi.
- Vai, Bieber! Cuocilo con la potenza del tuo amore! - Urlò qualche ragazzina nel pubblico.
L'imbarazzante versione alternativa dei raggi gamma partì finalmente
dal torace del robot ragazzino, andando a colpire l'OneDam direttamente
nel corpo.
Ma l'unica cosa che andò a surriscaldare fu la sua arrabbiattura.
La testa di Zayn, sulla schiena del Devil, aprì la sua bocca e cominciò a soffiare un raggio che investì Bieber.
Il robot cominciò a surriscaldarsi, e assunse una bizzarra posa imbarazzata, a coprirsi il basso ventre.
- Gustati il leggendario
raggio pervy!
- Proruppe Michelo dall'interno del Devil. La sua voce, da spaventata,
aveva assunto un tono compiaciuto. Il Devil Gundam aveva ormai
infettato, oltre che il suo Gundam, anche la sua anima.
Il pubblico era sempre più nel delirio: diversi cori inneggiavano le
due fazioni, passando anche a insulti coloriti. Più che Piazza San
Pietro, somigliava di più a Twitter.
- Microfono Angelico!
Dietro ordine del Conte Blocken, Bieber estrasse da una cavità della
sua gamba destra un microfono, puntandolo davanti alle paratie della
sua "bocca".
- Wind It!
Le paratie si rivelarono degli altoparlanti, che, amplificati dalla
potenza del microfono gigante, cominciarono a riprodurre una serie di
canzoni del cantante omonimo del robot. Remixate, per rendere le onde
sonore particolarmente corrosive.
La folata risultò micidiale per la testa di Zayn, che esplose insieme
ai suoi timpani, mentre il Devil si mise le mani negli apparati
auditivi, contorcendosi come una biscia.
Ma il Wind stava avendo effetti deleteri, oltre che sul Gundam, anche
sul pubblico. Molti cominciarono a cadere in preda alle convulsioni. Ma
al Conte Blocken tutto questo, ovviamente, non importava.
- Vai, Mazin! Distruggi tutto!
Fortunatamente, la tortura durò poco.
- Ciambella rotante!
Un provvidenziale oggetto dalla forma... ciambelloidale andò a colpire Bieber, facendogli perdere il microfono.
C'era un robot italiano, il cui braccio aveva appena scagliato la
ciambella situata in precedenza intorno all'anca, che voleva far notare la
sua presenza.
Un boato del pubblico acclamò il ritorno in scena di Giambel V.
Carlo andò in brodo di giuggiole: forse quella era stato il suo primo intervento eroico riconosciuto e apprezzato.
- Maledetti invasori! - Urlò. - Non prendetevi gioco del Made in Italy! - E così dicendo il pilota nostrano premette un bottone.
- Fusilli perforanti!
La plancia a forma di V sul torace di Giambel
si aprì, e due trivelle, dalla forma omonima della pasta, partirono in
direzione del Devil OneDam.
Purtroppo, le punte poterono ben poco, e dopo aver scalfito la corazza
del mecha, esaurirono la loro spinta rotatoria e caddero
ingloriosamente a terra.
Battendo una mano sulla console dalla frustrazione, Carlo provò una levetta sulla destra.
- Pizze spaziali!
Da dietro la schiena Giambel V tirò fuori due dischi rossi, che lanciò
come freesbe nel tentativo di decapitare le due teste dell'ex-1Dra. Ma
Harry e Louis furono più veloci, e aprendo le fauci, azzannarono al
volo le due pizze, ingoiandole in un solo boccone.
- Uhmmm... la cucina italiana è la migliore, come sempre! - Canzonò
Michelo. - Meriti l'arma speciale dell'1Dra. Louis, Harry,
unitevi!
Le teste dei "cantanti" si unirono e si aggrovigliarono in un unico
amplesso cibernetico, tra l'orrore della gente e il giubileo delle
shippers HarLou.
Mentre il groviglio continuava le contorsioni, dalla pancia del OneDam si aprì uno sportello.
Un grosso missile fece capolino, pronto alla partenza.
- Questo è il mio azzo, ehm asso nella manica. - Spiegò Michelo. - il "
25 CM". Naturalmente, C.M. sta per Cock Missile".
Carlo rabbrividì dentro la sua tuta gialla.
- Mi sa che questa volta ce
l'ho proprio nel c....
Non poté finire la frase che il fallico
dardo partì di scatto. Di fronte all'imminente scontro, il pilota di
Giambel V batté ripetutamente le mani sui comandi, sperando di
incappare in qualche provvidenziale bottone.
E il miracolo avvenne.
Il 25 CM, anziché penetrare in Giambel V, rimbalzò via.
- Evviva! - Esultò Carlo. - Il miracoloso
scudo Meliconi!
- Maledetta protezione in gomma! - Sibilò infastidito Michelo.
Lo scudo rettangolare, materializzatosi sul braccio sinistro di
Giambel V, era in effetti di tale sostanza.
Il missile 25 CM, di sponda, andò a schiantarsi sulla faccia del Mazin Bieber.
"Ouch!".
Un misterioso lamento metallico fuoriuscì dal Mazinger canadese, che cadendo finì a gambe all'aria.
- Niente da fare: qualsiasi cosa con la forma di una bottiglia gli deve
per forza arrivare in faccia! - Commentò seccato il Conte Blocken
scuotendo la testa... o meglio, facendola scuotere alle mani del suo
corpo.
Intanto Carlo stava ridacchiando nella cabina del suo robot.
- Ho parato un colpo e ho anche steso l'altro nemico!- Commentò,
congratulandosi con sé stesso. - E' certamente venuto il momento della
riscossa.
- E' stata solo fortuna! - Ribatté Michelo. - Il tuo rottame non può
competere! Il meglio del Made in (Neo)Italy è il mio Neros Gundam!
- Ma che faccia tosta. - Brontolò Carlo tra sé e sé. - E dire che la sua patacca è stata pure contaminata dal Devil Gundam.
Giambel V osservò per un attimo il suo scudo. Non era solo uno scudo.
Vi erano diversi bottoni. Era un vero e proprio telecomando. Chissà
quanti assi nella manica!
- Ascoltami, mostro tamarro dall'oltredecenza! - Ruggì Carlo,
nuovamente ringalluzzito. - Preparati a vedere i tuoi connotati
cambiati dal telecomando di GIAMBEL V!
Il robot bluastro puntò il telecomando in direzione del OneDam.
- Raggio zapping!
Dall'arma Meliconi partì un raggio. Michelo urlò disperato.
- No! Quello è... -
ZZAAPPP!
Serata karaoke dei robottoni.
Tutti disegnati in versione super deformed per non fare differenze di
dimensioni, ma vi erano proprio tutti. Tranne Jeeg, che avevano
lasciato a casa. Era così vecchio e sfiatato che lo chiamavano ormai
"Jeeg Polmone d'acciaio".
L'invincibile Zambrot 3 si stava vantando dei suoi trascorsi di calciatore (?) definendosi un robot di serie A.
Daltanious era al buffet: con la scusa della bocca di leone sul petto
sempre aperta, approfittava per soddisfare non uno, ma bensì due palati.
Il povero Voltron era il più bistrattato: originariamente formato da
cinque leoni, questi ultimi ormai avevano assecondato la loro indole felina,
trasformandosi in gatti domestici. Questi gatti erano sempre sul divano
a dormire, e anche quando si univano, la storia non cambiava.
Infatti in quel momento, il simbolo del pianeta Althea stava sonnecchiando sul divanetto.
Da lì gli altri mecha ridevano di lui, e lo avevano soprannominato "Poltron".
Quel soprannome lo faceva sempre arrabbiare, lui, che già non sopportava di venire chiamato Voltron.
- Quello è il nome che mi hanno dato gli americani! - Si lamentava sempre. - Il mio nome è Goliòn!
Nome che venne facilmente storpiato in Còlion, tra l'ilarità generale.
In mezzo a questa allegra brigata, il centro del palco era dedicato a
Daitarn 3, che, microfono alla mano, si stava esibendo nella sua
canzone preferita: la sua sigla, ovviamente.
- Uno per tre, e tre per uno fa tre
...
- Complimenti! - Commentò Goldrake. - Non trovo molti robot in giro che
sappiano contare così bene. - Non sarà che anche tu mangi insalata di
matematica?
ZZZAAAAAPP!.....
- Pezzo di imbecille! - Disse Michelo, dopo aver, con il Devil
OneDam, strappato il telecomando Meliconi dalle mani di Giambel V. -
Volevi cambiarmi i connotati eh? E' un telecomando, che pretendevi? Hai
solamente cambiato canale!
Anche il pubblico presente in piazza e quello a casa concordavano: una
diretta mondiale del Papa cambiata per un cartone animato.
- La prossima volta fai decidere al pubblico con il televoto! - Urlò
qualche conduttore TV lì presente, mentre il OneDam atterrò il Giambel
con un pugno sul grugno.
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Nonostante gi novanta anni suonati, il vecchio signore teutonico
si sentiva ancora un ragazzino. Nello schermo TV aveva riconosciuto il
suo vecchio compagno, che credeva morto da anni. Sistemandosi la tuta,
che lo faceva sembrare giovane anche di aspetto, ripensò al suo vecchio
amico Victor, il neo papa, rinominato Frankie.
Stava bene? E lui, era ancora in tempo per agire? Levando una
silenziosa preghiera al signore, l'anziano entrò nella stanza segreta.
La struttura era grandissima, simile ad un hangar. Al centro dello
spiazzo vi erano quattro macchine posizionate come i lati di un
quadrato. Piccole rotaie collegavano queste macchine a una pedana,
situata proprio nel mezzo.
L'uomo si posizionò sulla pedana, e biascicò un incomprensibile comando.
La stanza si illuminò automaticamente, insieme alle quattro macchine,
che accendendosi, si allontanarono dalla pedana, allungando le rotaie
di collegamento.
Ognuna di queste macchine era dotata di quattro pannelli circolari, simili alle parabole dei radar, per un totale di sedici.
Tutte quante, direzionate verso la pedana, si accesero, e quattro raggi
laser andarono a unire le macchine tra loro, come un quadrato.
Altri quattro raggi partirono dalle macchine e si unirono a un punto
posizionato a diversi metri d'altezza dal centro, formando,
nell'insieme, una struttura piramidale al centro della quale vi stava
l'uomo.
Il vecchio fu a sua volta investito da un flusso di energia.
Un grido di dolore accompagnò l'uomo, mentre la sua struttura
molecolare cominciò a cambiare, e le sue dimensioni a crescere, sempre
di più.
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In piazza San Pietro, nella folla qualcuno cominciò a dubitare. Tanti nemici, e ancora
nessuno che aveva debellato la minaccia. Tutti pregavano Dio, ma alla
lunga, anche la volontà più ferrea stava cominciando a cedere.
- Vale la pena davvero credere in Dio, giunti a questo punto? - Si udì.
Come ad aver letto nel pensiero dell'autore di questa lamentela, una voce femminile ribattè.
- Puoi sempre provare a credere nelle fate.
Non era un caso. Con in sottofondo una canzoncina trendy, un gruppo di
cinque ragazze scese dal cielo. Sembrava a tutti gli effetti degli
angeli, sia pur con ali da farfalla.
Molte ragazzine dal pubblico le riconobbe e le salutò.
- Le Winx!
Bloom, la leader rossa del gruppo, non perse tempo.
- Raffica di fiamma!
Il Devil OneDam fece appena in tempo a usare lo scudo Meliconi per
riparasi dal devastante getto di fiamma magico. Tuttavia, la gomma
prese fuoco e il Mobil Suit infetto fu costretto a gettare via l'ormai
inutile protezione.
- Tsk! Ci mancavano anche le ragazzine trendy alla Hello Kitty! - Disse Michelo, infastidito.
- Ehy, cos'hai contro Hello Kitty? E' così carina! - Protestò Stella.
Tecna e Musa si fecero un occhiolino di intesa.
- Sei pronta per sperimentare la nuova tecnica combinata che abbiamo ideato, compagna?
- Quando vuoi!
- Magia dell'I-pad! - Urlò Tecna, tendendo le mani in avanti. Un gigantesco apparecchio elettronico si materializzò.
- Magia della musica sparata a palla! - Fece seguito Musa.
L'apparecchio cominciò a produrre una serie di vibrazioni che si
abbatterono sul OneDam.
- Aaah, ma che musica insopportabile! - Si lamentò, ironicamente,
Michelo. - Ma se siete delle fate che amano i colori vivaci,
apprezzerete senz'altro il mio arcobaleno! RAINBOW LEGS!
Il marchio di fabbrica del vecchio Neros Gundam si materializzò in un
calcio rotante, la cui traiettoria produsse una scia multicolore a
forma di mezzaluna.
L'arcobaleno del calcio fu persino superfluo: lo spostamento d'aria
prodotto dal calcio, amplificato dalla differenza abissale di stazza,
spazzò via le ragazze volanti prima ancora che il raggio potesse andare
a segno: paradossalmente, questa fu persino la loro salvezza
.
L'unica a non essere stata coinvolta era Flora.
- Ma che razza di gigante prepotente! - Protestò la fanciulla dalla pelle abbronzata. - Vediamo se un corto circuito provocato
Tuono d'estate dal mio ti insegnerà le buone maniere. - E quindi si concentrò, intonando la formula magica. - Magia Believix... -
- Belieber! Ha detto Belieber! - Disse una ragazzina che aveva compreso male.
- E si chiama anche Flora! - Fece eco un'altra ragazzina.
- Allora è quella ragazza che ha imbrogliato per l'estrazione dei
biglietti per il concerto di Justin Bieber, è figlia della Kinder e ha
corrotto i giudici, e.... - Concluse un'altra bimba, traendo una
conclusione altamente illogica. Ma insensata o meno che fosse, altre
coetanee cominciarono ad agitarsi e a sibilare minacciosamente.
Flora intanto, incuriosita dal crescente fermento del pubblico, si
fermò. Proveniendo da Altea, ovviamente, non poteva affatto sapere di
ciò che era successo in Italia
******, e dell'equivoco che si stava creando in quel momento.
Un coro di lamenti e minacce si levò all'indirizzo della Winx, che non capiva.
- Ehy, che vi prende? Io sono qui per...
Ma un bombardamento di minacce interruppe prontamente la timida protesta di Flora.
"Vai via, strega!"
"Vai a giocare in autostrada!"
"Ti sciolgo nell'acido!".
Flora non riusciva a capire il perché di tanto e ingiustificato odio. Lei era lì per salvarli. Perché ce l'avevano con lei?
Non fece in tempo a darsi una risposta che una gigantesca mano tesa la sorprese, afferrandola come un moscerino.
- Ti ho in pugno! Letteralmente! - Scherzò malignamente Michelo.
Nella sua cabina di pilotaggio, Carlo armeggiava con i comandi per far rialzare il corpo disteso di Giambel V.
- Dannato catorcio! - Imprecò. - Si sono presentate cinque belle
ragazze, e una è pure in pericolo! Se non entro
subito in scena a fare l'eroe, farò una figura davvero barbina!
Vedendo che il robot proprio non ne voleva sapere di muoversi, Carlo provò l'asso nella manica: il numero verde dell'assistenza.
Digitò il codice sul tastierino numerico.
Una paio di lunghi "beep" intervallati precedette la presa della linea.
- Restate in attesa! - Pregò cortesemente una soave voce femminile,
indi partì una musichetta che pubblicizzava l'899.
Dopo lunghi attimi che misero a dura prova la pazienza di Carlo, finalmente un'operatrice raccolse la chiamata.
- Buongiorno, sono Cristina. In cosa posso esserle utile?
- Insomma, tecnici dei miei stivali! C'è una ragazza da salvare eho
bisogno che questo robot entri in azione SUBITO! Non ci sono delle
diavolo di armi segrete, che so, l'Energia Solare?
- Eh, mi rincresce dirlo, ma in Italia hanno sempre tagliato i
finanziamenti per quella forma di energia, per cui Giambel V ne é
totalmente sprovvisto! Ma in ogni caso, sono le 8 di sera, ormai...
- Ma porco Vega! Ma neppure dei Pugni Atomici?
- Eh, guardi, nel 1987 tramite Referendum avevano scoraggiato ogni
investimento nei confronti del nucleare, quello del 2011 lo ha
definitivamente chiuso per cui...
- Ho capito, ho capito! - Tagliò corto Carlo, chiudendo la
comunicazione. Poco dopo cominciò a prendere a testate la console
dalla disperazione. Con il casco addosso.
Flora cercava inutilmente di dimenarsi, presa nella ferrea stretta del pugno del OneDam.
- Cosa potrei fare di te? - Si chiese deliziato Michelo. - Stringere il
pugno, per polverizzarti le ossa, o lanciarti in aria e disintegrarti
con uno dei miei Satyricon Beams?
Intanto, da dietro la schiena del OneDam, le due teste, fino ad allora
in un amoroso strusciarsi, si separarono, ed indirizzarono gli sguardi
su Flora.
Trovato! - Aveva già concluso intanto il pilota del mobile suit. - Ti
crivellerò con i Vulcan! Sarai così colabrodo che potranno scolarci il
riso. Il riso Flora. - Aggiunse sghignazzando alla sua ultima battuta.
Soddisfatto della scelta, fece per agire, ma fu preceduto dalle teste
di Harry e Louis, che si allungarono in direzione della ragazza.
- Ma che ca...? - Imprecò Michelo, che istintivamente gesticolò per
sottrarre Flora dalla portata delle due teste. - Ma che diavolo
succede? I due capoccioni qui dietro stanno facendo di testa loro!
Fissando con occhi spiritati la Fata della Natura, Louis ed Harry cominciarono a sibilare strane parole.
-
One... Less... Lonely... Girl....
- Cosa diavolo dicono? - Si domandò esterrefatto Michelo. - E soprattutto, che diavolo ci vogliono fare con il mio ostaggio!
Il OneDam si contorse come un bambino che non voleva dare una caramella
a due bulli che da dietro la schiena lo tormentavano. Con la differenza
che in questo caso i due bulli gli spuntavano direttamente dalla
schiena.
Sparò qualche raffica di Vulcan dai lati della testa, ma essendo le
facce serpeggianti situate dietro la schiena, fuori dalla portata di
180 gradi della testa, il tentativo si rivelò inutile. Per i
Satyricon Beams la storia era la stessa: avrebbe potuto sbriciolare
ogni nemico davanti a lui, ma dietro il OneDam era completamente inerme.
Incuranti del OneDam, tuttavia, Louis ed Harry erano concentrati su Flora.
-
One...Less... Lonely....Girl...
Approfittando di un momento di distrazione di Michelo, le due teste scattarono come serpenti in direzione di Flora.
Non arrivarono mai a destinazione. Due pugni rotanti, uno per faccia,
intercettarono le facce superstiti della 1Dra e le rispedirono fin
dietro la schiena.
Davanti a loro, mentre i pugni si riagganciavano alle braccia ancora
tese, vi era Mazin Bieber. Dal robot gigante fuoriuscì una voce
metallica.
-
Growings Pains.
Il Conte Blocken, rimasto in disparte, fu il più sorpreso di tutti.
- Io...io non gli ho ordinato proprio nulla. Ha fatto tutto da solo...
Come a parlare senzientemente contro le teste del OneDam, Mazin Bieber "parlò" ancora.
-
She is my....OLLG
Tutti i presenti guardarono prima Mazin Bieber, poi Harry e Louis ed
infine Flora, ancora incredula. Il pubblico esplose nuovamente in una
serie mista tra risate e minacce di morte.
Il Conte Blocken non era per nulla contento della situazione, e protestò.
- Mazinga del cavolo! Quella ragazzina non ci deve interessare! Noi
siamo qui per il Ratz... - E non poté finire la frase per colpa di un
piede gigante per poco non lo calpestò.
-
Shut Up, Girl. - Comunicò il Mazin con un'aria vagamente annoiata, per poi rivolgere la propria attenzione al OneDam. -
Acoustic Guitar.
Da dietro la schiena Mazin Bieber tirò fuori una chitarra, come da nome, acustica.
-
Believe Acoustic Attack!
Detto questo, Mazin impugnò il manico della chitarra e si lanciò
all'attacco. Michelo, tramite il OneDam, fu costretto a parare un paio
di colpi e a contrattaccare con un calcio, parato a sua volta alla
chitarra.
Con le mani occupate, dovette parare il successivo fendente con i gomiti.
- Dannazione! Questa non è la vostra preda personale! Lasciatemi in
pace! - Disse allontanando i contendenti con raffiche di Vulcan. - Ho
deciso! - Continuò, riferito a Flora. - Ti schiaccerò direttamente tra
le mani come un moscerino!
La fata abbronzata accolse la notizia con un brivido di terrore.
- Col cavolo! - Si intromise una voce, insieme a un pugno che centrò
direttamente la testa (quella originale) del OneDam. Il Mobile Suit
demoniaco cadde di schiena, schiacciando le tue teste della 1Dra. Le
mani si separarono e Flora approfittò dell'occasione per liberarsi e
volare via, con un volo un po' zigzagato.
Michelo (e il OneDam con esso) si massaggiò la mascella, osservando con
stupore un braccio meccanico con ancora il pugno chiuso. Cosa curiosa,
la forma del braccio aveva la forma di una bottiglia. Il Mobile Suit
alzò lo sguardo per vedere il proprietario di quel braccio: Giambel V.
- Che scherzo è questo? - Chiese Michelo.
Carlo sorrise e rispose. - Ti ho
tirato un pugno!
*ba-dum, tss*
- E perché ha la forma di una bottiglia?
- E' il
Rocchetta Punch.
*ba-dum, tss*
Michelo lo guardò storto.
- Eri a pezzi! Come hai fatto a muoverti?
- Ho dovuto dar fondo a tutta la mia riserva di carburante. Infatti ora sono a secco!
Michelo rivelò un ghigno animalesco.
- Quindi adesso non ti puoi muovere, giusto?
Passarono alcuni drammatici minuti in cui il OneDam sfogò la sua
brutale rabbia sul povero Giambel V, riducendolo a un cumulo di rottami.
Con anche l'ultimo paladino del bene fuori combattimento, la sorte del
Vaticano sembrava ormai segnata. Due mostri diabolici erano fuori
controllo, e si preparavano a portare morte e distruzione.
La gente, in un'empasse di disperazione e orrore, poté fare l'unica
cosa che potesse aiutarla a non perdere la speranza: pregare Dio.
Iniziò uno, poi ne seguirono altri dieci, poi si aggreggarono altre
centinaia. In pochi minuti, migliaia e migliaia di fedeli cominciarono
a recitare il Pater Noster, a pregare un intervento divino, ad
attendere un miracolo.
Padre Nostro che sei nei cieli....
Liberaci dal Male...
Nostro Signore e Salvatore...
A sentire quelle parole, ripetute da migliaia di persone, sia Michelo
che il Conte Blocken si unirono in una grassa risata di scherno.
- Branco di sfigati! - Incalzò Michelo. Mi avete fatto perdere la
voglia di giocare. Penso che inizierò un genocidio per rilassarmi un
po'. Calpestarvi tutti come formiche. Ah, il rumore delle ossa che si
sbriciolano sotto il mio peso. Quale dolce melodia sarà!
Senza la presenza di Flora, Mazin Bieber sembrava tornato il docile
robot di sempre. Accortosi di questo, il Conte Blocken approfittò per
un commento sprezzante. - Umanità di sciocchi! Quando non
sanno che fare, gli uomini riescono solo a fare questo! Invocare un Dio
che non c'é! Dovreste lodare il supremo Dottor Inferno!
Girò il suo corpo verso Mazin Bieber e ordinò. - Mazin! Porta morte & distruzione
(tm) a queste persone! Questi scarafaggi non hanno voluto dirci dove si trova quello che cercavamo!.
- Ma non l'hai mai chiesto... - Protestò uno del pubblico, ma non lo ascoltò nessuno.
"
Cercavate un salvatore?"
Come a rispondere alle preghiere della folla, una gigantesca figura dal cielo si lanciò in picchiata contro i nemici.
- Ostie rotanti!
Dalle estremità di due ali si staccarono due dischi bianchi dai cui bordi, roteando, spuntarono fuori delle lame seghettate.
Con una precisione chirurgica, le teste di Harry e Louis, ancora intontini dalla botta di prima, vennere tranciate di netto.
La figura volante atterrò finalmente in piazza San Pietro.
- Cercavate forse
me?
Il Conte Blocken trasalì: riconobbe subito nella figura un suo vecchio
commilitone, all'epoca in cui, nella sua vita precedente di ufficiale
nazista, combatteva per la gloria del Fuhrer buonanima.
- Raz Dekhan! - Esclamò. - Sei... davvero tu?
Il gigante lo fissò di rimando.
- Conte Blocken. Sembra un secolo che non ci vediamo. Quanti fa?
Sessanta? Settanta? Certamente molto prima che tu acquisissi quel corpo
così... finto.
- Ero morto, ma è stato grazie al Dottor Hell se ora posso ancora
camminare tra i vivi, e quando domineremo il mondo, anche tra i
vincitori!
- Non hai perso il tuo vizio di vendere la pelle dell'orso prima di ucciderlo, vedo. - Commentò Raz.
- Ma parlando di artifici, Raz, anche tu... ti ricordavo umano.
Invecchiato, ma umano. E ora sei... sei.... - Fece un attimo di pausa,
e sospirò. - Uguale a uno di quei maledetti Mazinger.
A vederlo, in effetti, il gigante che si faceva chiamare Raz appariva
in quel momento in tutto e per tutto simile a una creazione del Dottor
Kabuto. Ma, a loro differenza, non era una semplice macchina. Raz non
stava guidando un Mazinger. Raz
era il Mazinger. Metallico, gigante, ma vivo.
Sul petto nero, tipico dei Mazinger, laddove Il Grande Mazinga aveva
una piastra a forma di V, "Raz" portava una grossa croce. Le spalle e
la schiena erano ricoperte da una protezione bianca, che ricordava un
grosso mantello, al pari di quello rosso del Getter Robot 1. Una
piccola "cintura" circondava il bacino, fissato da un piccolo "bottone"
riportante anch'esso l'effige di una croce.
Le braccia e le gambe erano anch'esse di un bianco candido
Sulla testa, il "Pilder" aveva la forma di una mitra papale. .
A colpo d'occhio, il cyborg sembrava un Mazinger con l'abbigliamento tipico di un Papa.
Come a rispondere ai dubbi di Blocken, Raz spiegò.
- Se sono così lo devo a quella tecnologia che il Vaticano aveva
comprato in gran segreto, anni fa, dopo la vicenda del Daitarn 3 e dei
Meganoidi.
- Vuoi dire che...?
- Una di quelle macchine sequestrate al nemico. Quelle che usavano i generali Meganoidi. In breve, sono diventato un Megaborg.
- Che c'entrano i Power Rangers?
- Stai invecchiando anche tu, Blocken? Non ho detto Megazord!
Nonostante la dubbia battuta, il Conte sapeva benissimo di cosa si
trattava: Macromachine, impianti in grado di ingigantire e trasformare
semplici umanoidi in macchine da guerra giganti, il cui aspetto
cambiava a seconda della personalità del soggetto.
- E cosa farai Raz? - Chiese ironicamente Blocken. - Dirai di
combattere per la pace nel mondo? Che se non ho paura della potenza di
Cristo, mi inviterai di farmi avanti?
- Maledizione, Blocken! - Si lamentò Raz. - Mi hai rubato tutte le
parole di scena! Almeno chiamami con il mio nome da battaglia! Io sono
il
Grande Razzinga!
- Va bene, "Grande Razzinga", lo considererò come tuo ultimo desiderio.
Prometto di scriverlo anche sulla tua lapide. VAI MAZIN BIEBER! Sguardo
Pervy!
ʘ‿ ʘ
E la versione Bieber dei raggi fotonici si materializzò dagli occhi del
Mazin in un paio di emissioni viola in direzione del nemico.
- Alabarda Papale!
Razzinga tirò fuori dalla schiena un'asta con una croce in cima, con la
quale deviò i raggi in maniera simile a un cavaliere Jedi.
- Patetico come sempre! Bieber, Raggio GettaLife!
Lo sportello inguinale di Bieber si aprì e si illuminò, ma Razzinga fu
più veloce e gli lanciò l'Alabarda Papale, centrandolo proprio sul
bocchettone.
L'esplosione che ne conseguì gettò a gambe all'aria Bieber, mentre un boato di approvazione si levò dal pubblico.
- Credi di aver vinto? - Sibilò Blocken. - Conosco il tuo punto debole, Grande Razzinga. Usa la Christ Leg, Mazin Bieber!
Bieber di scatto si rimise in piedi, si inginocchiò e aprì lo
sportellone anteriore del suo polpaccio sinistro. L'immagine che ne
uscì costrinse di riflesso Razzinga ad inginocchiarsi.
- Maledetto! - Balbettò il megaborg. - Come osi portare addosso nientemeno che l'immagine di Cristo Nostro Signore?
- Lo sapevo! - Esclamò Blocken, ridendo come un dannato. - Lo sapevo!
La tua religione cristiana ti perderà! Non puoi assolutamente alzare un dito contro
un'immagine di Cristo, vero? Sarebbe Sacrilegio!
- Che tu sia maledetto... - Rispose Razzinga, sempre fisso nella sua posizione prostrata.
- Dì pure quello che vuoi. Ma adesso, per la gioia del Sommo Dottor
Inferno, ti distruggerò! Che tu sia Razzinga o Mazinga non mi
interessa! Mazin Bieber, preparati a cantare Baby!
- Nooo, nessuno può resistere a quella canzone! - Urlò, ragionevolmente, uno del pubblico.
Un'ombra, però, fu più veloce e in attimo si vide qualcosa volare via. Quel qualcosa era la gamba sinistra di Bieber.
- "Non idolatrare Dio con false immagini. Ma ascoltalo direttamente nel
tuo cuore!". O almeno è così che mi diceva sempre quella vecchia
baldracca dell'orfanotrofio! - Era Michelo, alla guida di quello che
era tornato ad essere il Devil Gundam, dal momento che le teste dell' 1DRa
erano state eliminate.
- Come hai osato intrometterti? - Protestò furente Blocken. - Come hai
osato tagliare una gamba del mio Mazin con le tue schifose ali?
- Io sono il Devil Gundam! Io sono il Diavolo! Mi sono rotto dei vostri
dispetti da ex-commilitoni! Io sono qui per iniziare l'apocalisse!
Con le ali dispiegate, il Devil Gundam si alzò in cielo: in quel momento sembrava Satana in persona.
- Pagherai questo affronto. - Rispose Blocken. - Razzinga può
aspettare. Se tu sei un diavolo, Mazin Bieber sarà l'angelo che ti
rovinerà.
Jet Scrondo!
Le ali di farfalla del Mazin Bieber rientrarono nella schiena. Al loro
posto, sbucarono un enorme paio di ali angeliche con un'apertura di
cinquanta metri.
Con un battito, il Robot si alzò in volo.
Il panico si scatenò nella folla: ai loro occhi, un angelo e un diavolo si stavano affrontando: l'inizio dell'apocalisse!
Persino Razzinga, colui che era diventato un megaborg per difendere San
Pietro, davanti a quello spettacolo si sentiva impotente.
- Ci vorrebbe davvero un miracolo...
"
Spada a tre lame"
Dal cielo, da chissà dove, una spada a doppia lama, gialla come una
saetta divina, balenò nel cielo, andando a trafiggere il Devil Gundam
in pieno petto. Prima che Michelo potesse dire alcunché, il Mobile Suit
esplose.
Il miracolo appena avvenuto spinse tutti i fedeli ad inginocchiarsi e pregare.
Anche Razzinga rimase prostrato, cercando di spiegarsi l'accaduto.
- Spada a tre lame... la ... la Santissima Trinità?
Qualcun altro, però, dalla cabina di pilotaggio di un robot italiano (o meglio, di
quello che ne era rimasto: la testa, il torso e un braccio) aveva
intuito la verità. Carlo, mentre si puliva le lacrime di commozione con
il braccio, commentò, con voce rotta.
- Io... noi tutti credevamo che tu fossi solo una leggenda... E' un miracolo questo? Tu... tu esisti davvero?
Molto lontano, nel cielo, nessuno poteva immaginarsi, a parte il pilota del Giambel V, la
presenza di un robot bianco e nero, somigliante in tutto e per tutto a
un Mazinger, ma contemporaneamente mai visto da nessuna parte, neppure
in TV.
Da dentro il pilder, Go, principe del pianeta Freeyo, salutò con un
cenno gli abitanti della Terra, e poi si allontanò, alla guida del suo
GrottanGo.
Una risata malvagia ricordò alla gente la presenza del Conte Blocken. -
Non so cosa sia successo, ma quell'imprevisto mi ha liberati di un
seccatore! Tremate tutti alla presenza di Angelic Bieber! L'angelo
sterminatore che distruggerà Razzinga e il mondo!
Razzinga si alzò in piedi e provò le sue armi migliori.
- Pugni teutonici! Doppio Amen! Salmi incendiari!
Ma uno dopo l'altro
i tentativi fallirono: nella sua forma angelica, Bieber sembrava
invulnerabile.
- Che sia davvero arrivata la fine del mondo? - Si chiese scoraggiato Razzinga.
- Pssst, eminenza...
Una vocina attirò l'attenzione di Razzinga: era il pilota del Giambel V, Carlo. - Una soluzione ci sarebbe...
Angelic Bieber si estendeva nel cielo in tutta la sua maestosità. Blocken rideva come non mai.
- Questo è Bieber nella sua forma perfetta! Chi mai potrà fermarlo a questo punto?
Un oggetto metallico raggiunse la testa di Bieber.
"
Ouch!". Ancora una volta la
voce metallica sottolineò l'impatto, mentre, davanti agli occhi
increduli del Conte, Angelic Bieber precipitò a terra.
Razzinga e Carlo si scambiarono uno sguardo di complicità.
- Rocchetta Punch! Le bottiglie con lui funzionano sempre!
- Va bene! Lo avete fatto cadere: e poi? - Obiettò il Conte Blocken,
mentre Angelic Bieber si alzava in piedi. - Alla fine è solo un po' di
acqua!.
- Appunto! - Intervenne una voce femminile.
Tutti si girarono per scoprire che Flora era tornata. E questa volta un sorrisetto compiaciuto le dipingeva il volto.
- Mazin Bieber è tutto bagnato. Quindi... - Il sorriso si allargò, mentre lei protese le mani. - Magia Believix. Tuono d'estate!
Il corpo del divetto cibernetico venne pervaso da una spaventosa
scarica elettrica, facendogli agitare braccia e gambe come una ragdoll.
"
Mammaaaa" - Urlò la voce metallica, prima che Bieber esplodesse in mille pezzi.
La folla di fedeli esultò. La minaccia era finalmente scongiurata!
Razzinga cominciò a diminuire di dimensioni: l'effetto del Megaborg era
finito, era lui stava tornando ad essere il vecchietto di prima.
Quando fu tornato alle sembianze originarie, Raz si sentì le gambe
mancare. A sorreggerlo, prontamente, ci fu un braccio che lo cinse.
- Nuovo Papa Frankie... - Mormorò Raz, contento di rivedere il suo
vecchio amico, corso fuori per soccorrerlo. - Non mi sono ancora
congratulato per l'investitura...
- Non parlare, amico mio. - Lo interruppe il Pontefice. - Oggi hai già
fatto parlare i fatti: hai salvato me. Hai salvato tutti noi.
Dalla folla partì un battito di mani. Poi un altro, al quale si
unirono altri ancora. Alla fine tutto il pubblico si unì in un applauso
gigantesco che salutò le gesta eroiche del vecchio Raz.
Dall'alto delle sue ali svolazzanti, Flora fece una piccola smorfia di
disappunto. - Ehy, a dire la verità l'ho incenerito io...ma non
importa! - Concluse con un sorriso di soddisfazione. - Ho compiuto il
mio dovere di fata, ed è bene ch'io ritorni ad Altea...
In lontananza, fuori dai rottami del Giambel V, Carlo urlava frasi sconnesse in direzione della ragazza.
- Ehyy! Mi daresti il tuo numero di cellulare? Il tuo account Facebook? La tua E-mail? Una tua foto in bikini?
Con una smorfia di compatimento e rabbia, il Conte Blocken osservò la
scena, per poi allontanarsi di soppiatto, pensando a come spiegare il
suo fallimento al Dottor Inferno cavandosela con qualcosa non peggiore
di "A letto senza cena".
Dimenticato da tutti, da un cumulo di rottami neri uscì una mano.
Poi un'altra. Faticosamente, le due mani si aggrapparono a degli
appigli, per poi tirare e trascinare fuori la testa e il corpo.
Una criniera rossa si sollevò, rivelando uno spaventoso viso cadaverico. Gli occhi vitrei, la bocca semiaperta.
Era ciò che rimaneva di Michelo Chariot. Il cuore non pompava più,
l'aria non circolava più nei polmoni. L'uomo che un tempo era il boss
di Neo Italy era morto.
Ad animare il corpo, ora, era il Devil Gundam, o meglio, una sua nuova
mutazione, capace non solo di infettare le macchine, ma anche i corpi
degli esseri umani.
Da lì sarebbe iniziato un nuovo contagio: il virus si sarebbe esteso fino a dominare il mondo.
Il tempo delle invasioni aliene, delle guerre galattiche e dei mostri meccanici erano una moda passata.
Il futuro sarebbe passato dalle armi batteriologiche e le epidemie zombie.
Niente scienziati pazzi, niente flotte spaziali.
Il nuovo dominatore del mondo sarebbe stato il Devil Gundam.
"
Groucho, lanciami i componenti!"
Una rivoltella volò. Una mano la afferrò al volo.
Dopo alcuni attimi, la stessa mano puntò. Uno sparo riecheggiò, mentre il rinculo impennava all'indietro la canna.
La testa di Michelo esplose, le cervella schizzarono da tutte le parti.
Concluso il compito, una coppia si allontanò discretamente, mentre il resto del mondo festeggiava in Piazza San Pietro.
Ad un certo punto, uno dei due cominciò a cantare.
-
...Noi restiamo tutti con te, perché tuuu, tu sei il Dyd!
- Groucho, non ti pago per cantare canzoni stupide
- Ma capo, hai detto tu di lanciarti i componenti.
- A quel proposito, non intendevo la pistola e singoli proiettili uno per uno!
FINE?
Giappone. Istituto di ricerche per l'energia fotoatomica.
La protesta di Koji Kabuto.
- Eravamo quasi arrivati! Come sarebbe a dire che dobbiamo rientrare perchè non c'è più bisogno di noi?