N/A.
Inauguriamo il
nuovo nick a tre,
finalmente! Soltanto che… siamo solo in due XD Alex e
Macrì, liete di – si
spera, almeno – allietarvi un po’.
Dall’unione delle menti di figlia e madre,
non poteva che nascere una NonSense, ovviamente. Perché
questo? Be’, oggi è un
giorno speciale per noi.
In questo
dì, ben quindici anni
fa, è nata un’idiota.
La nostra
idiota.
L’idiota
che ci rallegra ogni
giorno su msn, sostenendo i nostri sogni e consolando i nostri cuori.
Nella
tristezza, nella felicità e – perché
no? – anche nell’apatia, Giù, ci sei
sempre stata. E non potevi farci dono più bello.
Diciamo che
hai indovinato solo
in parte, little Pig: altro che Edward e GasGas (che, si sottolinea,
appartiene
solo alla MogliAh)!
Tutta la trama
ruota attorno ad
un legame che abbiamo cercato di fare nostro, immedesimandoci nei
protagonisti.
Ciò
che segue è, almeno per noi,
il rapporto fra due dei più intriganti personaggi di J. K.
Rowling: Rodolphus e
Bellatrix Lestrange.
A
Giù, con tanto affetto.
P.S. Pretendiamo una fetta di torta
tramite posta prioritaria!
--- --- ---
I
Colori dell’Ipocrisia.
Si
addentra ed investe – veloce,
impetuoso.
Le
alte finestre si scuotono in sua balia, il forte e glaciale sibilo
frastorna i
timpani, mentre i brividi attraversano il corpo.
Così,
improvvisamente, il gelo s’impadronisce della camera.
Non
basta il tepore di un fuoco per catturare la paura. Le sue fiamme
vermiglie oscillano
pericolosamente, minacciando di estinguersi fra le ceneri bigie.
E
come le polveri sozze, tutto in questa stanza è grigio.
È
cupo.
No,
non è sufficiente un camino acceso, né una
confortevole poltrona a frenare i tuoi
sussulti.
È
il timore di osservare la tua vita sgretolarsi fra le dita impotenti.
{Lo sai.}
È
il timore di guardare negli occhi la persona che ami… senza
trovare lo stesso barlume
di rovente amore che fa ardere i tuoi.
{Non puoi.}
È
il timore di comprendere che tu, per lei, sei solo un ignobile
strumento.
{E, dentro, ti disperi.}
Le
fiamme si piegano, si deformano, si innalzano ancora.
Vogliono
sfiorare vette inviolabili. Tu sai che la sola volontà non
porta a nulla.
L’ultima
vampa, la più alta, si flette. Fino a spegnersi.
Sconfitta,
domata.
Il
vento è più forte, e sempre più
gelido.
La
porta di mogano scuro si apre, cigolando debolmente.
«Anche tu, Rodolphus?».
Che
combinazione, sorridi.
La
ammiri lì dove si erge, ritta vicino al battente aperto; una
mano bianca ancora
stringe il pomolo lucente, l’altra è chiusa sul
grembo. La veste nivea che
l’avvolge delicatamente, rende la tua sposa ancor
più celestiale.
«Bella», rispondi
soltanto, inspirando.
Le
narici avvertono la fragranza che il vento ti porta.
Rose
e crisantemi. Bellezza e morte. Letizia e disperazione.
È
l’odore di Bellatrix.
Ti
sorride con sguardo beato. Sembra serena e morbida.
«Non riesci a
dormire?».
Asserisci
col capo lentamente, osservando di sottecchi la sua figura sottile
avvicinarsi
alla poltrona.
Non
dormi da mesi, vorresti aggiungere alla tua risposta taciturna.
Chiudi
gli occhi con lentezza e volti il capo. Le tue palpebre tremano, quasi
impercettibilmente. Ma tu, fiero erede Purosangue, non vuoi darlo a
vedere.
Niente debolezza, né pena.
Avverti
il tocco leggero delle sue dita candide sulla spalla. Il profumo
è distinto ed
intenso: riempie i tuoi mesti pensieri.
«Rodolphus?».
Al
suo richiamo, sollevi nuovamente lo sguardo. È impossibile
farle fronte,
consideri, mentre la contempli.
Bellatrix
è alta, selvaggia e bella. Il suo fascino fiero e crudele ti
piega, e non puoi
far nulla.
Non
vuoi far nulla.
Posi
la tua mano sulla sua; Bella incrocia finalmente i tuoi occhi
supplichevoli.
Sorride, ma il suo sorriso non si estende fino agli occhi.
Il
vento è divenuto più gelido, Rodolphus. Polare.
Glaciale.
Come
quel… ghigno.
Un
paio di iridi nere – profonde, sconfinate – ti
scrutano e ti ammaliano.
Fa
freddo, nevvero?
«Ritorno di
là. Tu rimani ancora?
».
«Sì, Bella».
Tutto,
tutto è glaciale.
Osservi
le sue movenze cadenzate e sinuose distanziarsi, finché
Bellatrix non scompare
dietro il tetro suono della porta chiusasi alle sue spalle. Serri le
palpebre,
arginando la sofferenza. Una folata di ghiaccio irrompe dalle finestre
spalancate; ti senti raggelare il sangue nelle vene, nuovamente.
È
impossibile
catturare il vento – pensi, e le mani tremanti velano lo
smarrimento di un uomo
che ha perso fiducia.
{Sei un vile? Un codardo?}
Celere,
inatteso e sfuggente.
Ti
leviga le mani con amorevolezza per poi scappare, meschino, quando le
congiungi
l’una all’altra.
Tentar
non nuoce? No, tentare uccide. Distrugge.
Rodolphus,
quante volte la tua anima si è frammentata per lei?
{O forse è soltanto lei…
Ipocrisia fatta donna.}
--- --- ---
Le
tue dita risalgono in silenzio la spalla nuda dell’uomo che
giace addormentato
tra le pesanti coperte vermiglie.
Con
insofferenza sempre maggiore, porti lo sguardo languido sulle pareti
della
stanza, anch’esse rosse.
Gli
enormi tendaggi di broccato scarlatto impediscono alla fioca e pallida
luce
della luna di rischiare i vostri corpi.
Tutto
riluce di un fastidioso color carminio; il sangue ti attanaglia le
membra in
una morsa martellante.
Che
si tratti di rimorso dettato dal subconscio, non ti sarà mai
concesso di
saperlo.
Eppure,
ti senti in gabbia dentro la tua
camera da letto.
È
un’alcova in cui ti sei chiusa tu stessa.
{La tua vittima giace
accanto a te.}
L’amore.
{L’Amore.}
Fuoco
e fiamme per un caduco periodo… e cenere tetra per il resto
della tua dannata
esistenza.
È
duro, senza dubbio, non essere più amati quando si
ama… ma è nulla in confronto
ad essere ancora amati quando non si ama più.
Courteline.
Questa
frase ti schiaffeggia senza pietà ogni volta che incontri
gli occhi bui di
Rodolphus, non è così?
Non
hai fatto niente di buono nella vita, e questo pensiero ti riaffiora
incombente
mentre – con un accennato schiocco delle dita – la
sigaretta si accende.
Percorri
con la mano vuota il ventre leggermente rigonfio e liscio come il marmo.
Un
ghigno sghembo si disegna sulle tue labbra piene.
Un
altro misero errore.
Non
puoi, e – sicuramente –
non vuoi.
Quell’essere
innocente è il centro dell’inferno per una perduta
come te, Bellatrix.
Devi
mantenerti calma davanti a quest’inaspettata sorpresa.
Ma
essere calma, per te, significa solo una cosa: la vigliaccheria delle
donne.
E
non sei debole – né tanto meno vile.
La
tua decisione, la prenderai; e chissà… magari un
giorno te ne pentirai. Una
strana ed esigua parte di te ti dice che non è troppo tardi
per tentare.
Riusciresti
a resistere a tutto, tranne che alle tentazioni.
Perché
tu sei Bellatrix Black Lestrange.
{Il calore… il gelo.
Il fuoco…le ceneri.
Carminio. E cinereo.
Sono
questi i colori dell’Ipocrisia?}
|