Unite e separate per sempre: due faccie della stessa medaglia

di SofiaZucchero
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Mentre Felì si allontanava insieme a Barbo Tagix, sentii il mio cuore battere forte.
Perché se ne stava andando? Perché? Erano passati quindici anni, questo è vero, ma non potevo sopportare la sua partenza. Scoppiai a piangere.
- Felìììììììì! - urlai - Non te ne andare! - battei le mani sul vetro della finestra.
- Vaniglia la smetti di strillare? - bofonchiò Pervinca, lanciandomi il suo cuscino.
- No, no, no!!! Vì, Felì se n'è andata! - singhiozzai.
-COSACOSACOSA? - urlò saltando giù dal letto e precipitandosi verso la finestra. Vidi i suoi occhi divenire lucidi, ma non pianse (lei non piangeva mai!).
- Ragazze, siete sveglie? - domandò zia Tomelilla, entrando.
- Zia, oh, zia! Felì se n'è andata! - piansi, abbracciandola. Lei non disse nulla, ma si limitò a stringermi le braccia intorno al corpo. Abbracciai anche Pervinca, poi scendemmo al piano di sotto.
Cicero stava facendo le frittelle, chiacchierando con Duff.
- Ciaaaaao - sorrise Grisam, prendendo per mano Pervinca. Lei arrossì e quando noi ci sedemmo a tavola li vidi baciarsi, da soli, in cucina.
Tutto era normale, una domenica normalissima. Mancava solo Felì.
Avevo il cuore pesante e le lacrime sulle guancie, ma abbassai lo sguardo e mi concentrai sulle frittelle.





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