Love is truly blind cap 10
Parte di rating arancione in corsivo, se non volete leggerla non preoccupatevi! ^^
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Jashin sia lodato... Sapevo che pregando...! - le parole gli si rifiutarono
di uscire dalla bocca, mentre il suo sguardo si faceva famelico.
La ragazza che era appena entrata nella stanza indossava solamente uno
yukata che copriva a malapena quello che doveva coprire - Cosa
Hidan-kun? Non vado bene? -
Nell'arco di un battito di ciglia il ragazzo le si era letteralmente
buttato addosso, facendola finire lunga distesa sul letto, mentre le si
posizionava sopra a cavalcioni - Mmh... - mormorò, osservando la
compagna sotto di lui.
Le morse il collo, concentrando tutta la sua attenzione sulla
cicatrice, che mordeva e baciava, mentre la ragazza tremava per il piacere.
Sentiva le sue mani nei capelli, seppellite nelle ciocche rigorosamente
tirate indietro - Non ti credevo così intraprendente, bastarda -
mormorò Hidan, con la bocca che ancora sfiorava il collo di
Haiiro la quale, ad ogni sua parola, veniva percorsa da vari brividi.
- Tch... non hai ancora visto niente... - replicò lei, passando
una gamba sulla schiena dell'albino e spostando il suo peso di lato,
cambiando effettivamente le posizioni, così ora aveva lei il
controllo.
Non perse tempo e cominciò ad accarezzare il petto del ragazzo,
facendo aderire il suo corpo a quello del partner - Jashin... - si
lasciò scappare Hidan, mentre avvicinava ulteriormente il corpo
della ragazza al suo, attaccando nuovamente la cicatrice sul collo di
Haiiro.
L'albina gli morse un lobo, cominciando a lasciare una scia di baci
sulla sua mandibola ma, prima che potesse arrivare alle labbra, si
ritrovò di nuovo con la schiena contro il materasso, con le
braccia immobilizzate sopra la testa - Ma dai! Non me ne voglio mica
andare! - si lamentò.
Il ragazzo sorrise compiaciuto e la silenziò con un bacio,
trovando subito il modo di farle aprire la bocca per avere campo libero
- E brava la mia Haiiro... - disse percorrendole i fianchi con tocchi leggeri e facendola gemere.
- Hidan...! - si lasciò scappare l'albina ad un suo morso su una
spalla, abbastanza forte da farne uscire sangue che leccò
avidamente, assaporandone il retrogusto metallico.
- Mmh... Hai un buon sapore, bastarda... -
Haiiro rabbrividì e lo baciò di nuovo, mordendogli poi la gola - Hidan... Ti... -
- Cosa per Jashin? - chiese impaziente lui, guardandola nell'occhio visibile.
Per qualche secondo rimase ammaliato dalle iridi della compagna, fermandosi per aspettare la sua risposta.
- Ti... Ecco... Io ti... SVEGLIATI AKATSUKI, BASTARDO! -
Il jashinista fece un salto sul letto, finendo per terra e la stanza
cominciò a dissolversi in fumo nero, lasciando solamente la
figura della ragazza.
- Che cazzo...?! - domandò alla compagna, mentre, anche lei si dissolveva.
La prima cosa che registrò fu il dolore al collo.
- Ma che cazzo?! - urlò al buio, prima che una figura emergesse
dalle ombre della cella, presumibilmente, dove lo avevano incatenato.
- Era anche ora che ti svegliassi, criminale da strapazzo... - fu tutto
quello che venne detto prima che un calcio colpisse l'albino in pieno
stomaco, facendolo sorridere per il dolore.
- Non andarci giù troppo pesante Matsu... Hanno dato
disposizioni perchè lo interrogassimo ma lo lasciassimo vivo...
- arrivò una voce femminile da un punto non meglio precisato.
- Ah, Shira... Tu sei troppo gentile... - rispose la voce maschile,
consegnando un seondo calcio nelle costole dell'albino - Non hai visto
che cosa hanno fatto ai nostri uomini?! Gli hanno trucidati senza
pietà e poi... Non hai visto quante volte questo qui si è
trafitto il cuore? -
- Sì ma... - fece debolmente la voce della ragazza
- Credo che possa reggere un po' di sana tortura... - disse nuovamente
la voce, prima che una mano che ha Hidan sembrò spuntata dal
nulla, gli tirasse rudemente in alto la testa.
- Sai, quando mi verranno a prendere mi prenderò particolare
cura di sacrificarti nel modo più terribile e atroce che ci si
possa immaginare, bastardo - gli sputò, presumibilmente dove
doveva esserci la faccia, a giudicare dal suono schifato che emise.
- Lurido bastardo... Ma cosa ci si doveva aspettare da un Akatsuki come
te... - gli rifilò un'altro calcio nelle costole e se ne
andò a passo di marcia
- Matsu! - gli urlò dietro la ragazza, seguendolo a sua vola
E così lo lasciarono nuovamente solo.
- Il capo vuole vederti -
Rimasi interdetta per qualche secondo: possibile che non potessi
nemmeno riprendermi da una stramaledettissima missione che già
venivo mandata da qualche altra parte?!
Sospirando mi avviai verso l'ufficio di Pain, trascinando i piedi.
Dopotutto aveva anche un po' di senso, Sasori non aveva più una
marionetta degna di tale nome, a Deidara mancava un braccio, Kisame e
Itachi erano andati a ritirare dei rotoli parecchio importanti e Hidan
e Kakuzu erano fuori ad uccidere qualche uomo con una taglia sulla
testa.
Il che, per quanto mi potesse fare piacere, lasciava solo me come
membro disponibile per qualsiasi missione che si fosse presentata.
Bello, senza poi contare che la mia spalla non sarebbe andata a posto
da sola... E nemmeno le ie costole per quello che importava.
- Voleva vedermi, Pain-sama? - chiesi educatamente... Oddio,
educatamente per quanto fosse possibile dopo essere stata in una
missione che era durata una settimana tonda tonda.
- Ho bisogno che tu vada in una missione di salvataggio... -
- Oh, e chi devo salvare? Un nostro alleato? Liberare qualcuno in prigione? -
- Hidan -
Lo guardai come se gli fosse spuntata una seconda testa - Come " Hidan" ? E Kakuzu, allora? -
- Lui è qui -
- No, aspetti... Mi sono persa qualcosa... - misi pollice ed indice
attorno al setto nasale - Se Kakuzu è qui, non dovrebbe esserci
anche Hidan? -
- Sì, sono un team, ma in qualche modo sono stati separati -
E come avevano fatto a separare quei due? C'è, solo per il fatto
che Hidan quando parlava lo si sentiva da almeno due kilometri di
distanza non sarebbe dovuto essere nemmeno possibile...
- Non lo sappiamo -
Ah, fantastico, leggeva nella mente adesso. Lo guardai stranita e lui
si appoggiò alla sua sedia - Ho dedotto che sarebbe stata la tua
prossima domanda -
Spalancai la bocca in un " oh " - E dove dovrei cercare, di preciso? -
- Kakuzu ha riferito che la loro taglia si era fatta vedere per l'ultima volta a Takigakure -
Di bene in meglio.
Mi congedai e andai in camera. Dopotutto dovevo pure rimpiazzare in un
qualche modo la mia povera arma che poi più arma non era.
Spalancai la porta e notai subito l'assenza di Kakuzu alla scrivania - Err... Kakuzu? -
Non mi rispose nessuno, così, aperto il cassetto del mio
comodino, presi un rotolo dove tenevo sigillata l'altra mia arma.
Era una cosa che mi ero ripromessa di non fare, semplicemente per il
fatto che portava con sè brutte memorie, quella spada. Memorie
che preferivo dimenticare e di cui non andavo particolarmente fiera.
Memorie di quando facevo parte della Gilda.
La porta si aprì, facendomi girare di scatto, mentre riponevo il rotolo nella piccola borsa dove tenevo kunai e shuriken.
Una figura si stagliava nel corridoio, camminava lenta, ma l'altezza e gli occhi non lasciavano dubbi su chi fosse.
- Kakuzu? - lo guardai meglio, prima che si sedesse sul letto con la
testa tra le mani - Kakuzu? Non hai una bella cera... - mi avvicinai
cautamente e notai che era piuttosto pallido.
- Veleno - fu la sua semplice risposta - Sapevano che gli stavamo dando la caccia e hanno preso provvedimenti -
Be' le cose si erano fatte un po' più chiare, per lo meno.
- Tutto qui quello che sapete fare? - urlò in segno di sfida
Hidan, mentre i suoi carcerieri confabulavano animatamente dell'altra
parte della cella, nella penombra dove non poteva vederli.
Fino a quel momento non aveva fatto altro che ridergli in faccia,
essendo un seguace di Jashin, per lui il dolore non era un problema, lo
desiderava quasi.
Ma era diverso quando non era in controllo delle ferite, quando non
poteva decidere ogni singolo colpo e, in questo modo, scegliere che
tipo di dolore provare.
Aveva capito che lo avevano preso per farsi dare informazioni su Alba e
si era trattenuto dal ridergli in faccia quando gli avevano detto che
lo avrebbero ucciso se non avesse collaborato.
- Andiamo, impegnatevi almeno! Cazzo, persino la bastarda mi fa più male in combattimento! -
- Questa poi è nuova... - arrivò la voce di una terza
persona - Fino ad ora non hai nominato nessuno della tua
organizzazione... Ma suppongo che sia qualcuno di particolarmente
vicino a te se la tiri fuori adesso e non l'hai fatto prima. -
L'albino si morse la lingua e poi sorrise strafottente - E anche se
fosse? Probabilmente hanno già inviato qualcuno per venirmi a
prendere, coglioni... -
La figura che aveva parlato poco prima si fece avanti, venendo
illuminata debolmente dalla fioca luce di un paio di lanterne -
Sappiamo che gli Akatsuki operano a coppie, e sappiamo anche che il tuo
partner è stato infettato da una dose di veleno che uccide un
uomo in meno di un giorno. Non credo che verrà mai nessuno per
uno come te -
Il jashinista si trattenne dal dire che effettivamente Kakuzu non era
proprio un uomo normalissimo e che quel veleno avrebbe impiegato come
minimo cinque giorni per farlo fuori, se non di più e
optò per cominciare a ridere nella maniera più sguaiata
che poteva - E tu pensi davvero che non ne manderanno altri? Jashin non
ti ha certo donato un cervello, coglione! -
- Koori, lascia perdere, è più testardo di un mulo... -
- Detto da te Shira, è anche peggio - ridacchiò il
ragazzo, tirando una pacca sulla spalla della compagna - D'altra parte
sorellina, è un criminale, non possiamo permetterci di andarci
piano... -
- Ah, perchè stavate cercando di torturarmi? Chiedo perdono, ma
cazzo, mi sembrava che cercaste di farmi del fottuto solletico! -
- Silenzio tu! - un calcio spuntato dal nulla colpì l'albino, facendolo boccheggiare.
- MATSU! - urlò di nuovo la ragazza, prendendo il fratello per
una spalla e tirandolo indietro - Smettila di essere così
violento! -
- Lasciami - con uno scrollone il ragazzo si librò dalla presa
della sorella - Non mi hanno messo qui per essere tenero, e tu sei qui
per i tuoi veleni. Se lo facciamo cantare in fretta possiamo tornare a
casa prima -
Il veleno, eh? Dunque era stata lei che...
Hidan sapeva che quella cameriera aveva qualcosa di strano.
Mentre i tre fratelli confabulavano animatamente su come farlo parlare
cercò di mettere insieme le sue memorie di come cazzo era
arrivato lì.
Si ricordava che lui e Kakuzu si erano fermati in un'osteria nel
territorio di Taki e che avevano ordinato qualcosa da mangiare... Lui
si era lamentato perchè avrebbe preferito un posto un po' meno
decadente, ma il suo carissimo partner non avev voluto sentire ragioni.
Poi era arrivata la cameriera, troppo zuccherosa per esserlo veramente
e trattare tutti i giorni con viaggiatori burberi e maleducati ( lui
era un esempio ), con le loro due scodelle in mano e, con un grosso
sorriso stampato in faccia, li aveva serviti.
Ora capiva anche perchè si era sentito così stanco e come
mai Kakuzu non si era fatto pregare quando gli aveva chiesto di
fermarsi a dormire in un albergo...
Dovevano averli seguiti e poi li avevano attaccati quando oramai erano
alle porte del villaggio delle Cascate; li avevano separati e avevano
preso lui...
Che situazione di merda...
- Oi - disse parecchio seccato - Dove cazzo avete messo il mio rosario, atei di merda!? -
La ragazza fece per rispondere, ma venne zittita dal tipo che si
divertiva a prenderlo a calci - Tch... un Nukenin di livello S che
chiede dov'è la sua collanina... Come siamo caduti in basso...-
Erano passati due giorni da quando mi ero messa in viaggio verso Taki
e, detto proprio sinceramente, non avevo voglia di ritornare nel mio
villaggio natale.
Oddio, fosse stato per me non sarei nemmeno partita: la spalla che la
cara Sakura mi aveva lussato non mi dava pace e se mi avessero
attaccato non avrei saputo dare il meglio di me ma, come avevo
già detto, ero l'unica disponibile per quella missione.
Poi avrei ucciso Hidan con le mie stesse mani, ma quella sarebbe stata un'altra storia.
Continuai a saltare da un ramo all'altro, ruotando la spalla in una
vana speranza che magari, forse, ma proprio forse, potesse ritornare in
sede da sola.
... Potevo anche continuare a sognare...
Mi fermai in una radura poco distante dalle mura del villaggio,
cercando di individuare chakra ostili e, quando non ne ebbi percepito
nessuno, scesi dall'albero dove ero appollaiata.
Era indubbiamente il sito di una battaglia... E anche parecchio
sanguinosa, a giudicare dai corpi dei ninja che indossavano tutti
l'uniforme degli anbu di Taki.
Ok, ero sulla pista giusta.
Come facevo a saperlo?
Be' il triangolo inscritto ad un cerchio che spiccava sul verde dell'erba lasciava poco spazio all'immaginazione.
Il bosco era silenzioso, il vento si faceva strada tra le fronde degli
alberi, producendo un fruscio che aveva un effetto calmante.
Troppo silenzioso.
Scattai in avanti giusto in tempo per evitare una raffica di shuriken
che si conficcò dove mi trovavo poco prima e atterrai sul ramo
di un albero vicino - Fatti vedere! - urlai, prendendo la spada dal
fodero.
In un baleno mi ritrovai a terra, con una lama puntata alla gola e la
spalla bloccata dolorosamente - Ti stavamo aspettando - disse il mio
aggressore, aumentando la pressione che la lama faceva sulla mia gola
- Anche io ti aspettavo -
Il ninja gorgogliò, guardando in basso dove la mia spada gli stava trapassando il cuore.
Quando cadde a terra il clone scomparve e mi ritrovai libera di
respirare, tirandomi in piedi con la spalla che sembrava volesse
cadermi a terra.
Non riuscivo più a tenere in mano la spada.
Ringhiando rimisi la spada nel rotolo e ricominciai a camminare, notando nell'erba uno scintillio.
Mi chinai e, con la mano sana, raccolsi l'oggetto metallico, rivelando il simbolo di Jashin.
Sospirai e infilai il rosario di Hidan al collo.
Per quello che avevo in pogramma di fare, me lo dovevo tenere vicino.
Hidan venne svegliato la mattina dalla porta della sua cella che si apriva e subito si chiudeva.
- Chi cazzo sei? Se devi finire di torturarmi stai perdendo tempo -
disse con disprezzo fissando lo sguardo sulla figura che era appena
entrata
L'uomo non parlò, si limitò a porgergli del cibo che
l'albino rifiutò con sdegno - Speri di avvelenarmi eh? Cazzone?
- vide l'uomo guardarsi attorno e uscire dalla cella, senza guardarsi
indietro - Che cazzo? -
I suoi carcerieri si fecero rivedere ancora molto tempo dopo - Allora,
sobbiamo ancora riprendere la solita routine oppure ti sei finalmente
deciso a darci le informazioni che cerchiamo? -
- Certo coglioni, come se volessi - replicò strafottente.
Venne preso per i capelli e messo faccia a faccia con quello che doveva
essere Matsu, il più violento dei tre, quello che aveva fatto un
abitudine di prenderlo per i capelli - Questa mattina hanno trovato una
sentinella morta... Ne sai niente? - chiese il ragazzo in un sibilo.
- Che posso dire, qualche coglione ha appena fatto un servizio
all'umanità - rise, scoprendo i denti, prima di venire
silenziato da un manrovescio che gli fece spostare la testa di lato.
- Matsu... - disse in tono perentorio Shira, fermando la mano del
fratello prima che potesse infierire ancora sull'albino - Smettiamola
per un po'... Non ha parlato per tre giorni, non comincierà
certo adesso -
- La nostra sorellina ha ragione Matsu... Lasciamolo stare per un
po'... Poi ci faremo spiegare bene in che condizioni lo vogliono gli
anziani... Se capisci cosa intendo... - ridacchiò Koori,
poggiando anche lui una mano sulla spalla del fratello.
- Con un po' di fortuna non gli servirà più... Da vivo per lo meno... -
E se ne andarono così.
Prima di ricevere un'altra visita dovette aspettare fino all'ora di cena.
Non mangiava da giorni, ma non voleva accettare cibo da quei bastardi... Preferiva morire... Ah, già, non poteva!
- Come mai sei così fottutamente silenzioso?! - chiese al tizio
che gli portava da mangiare, lo stesso che gli aveva portato il cibo la
mattina.
Il ragazzo gli si avvicinò, mettendosi in ginocchio di fronte a lui e gli posò qualcosa sul collo.
Hidan mise a fuoco l'oggetto e trattenne un verso di sorpresa, optando,
invece per strattonare le catene e spostarsi in avanti, poggiando la
fronte contro quella della guardia - Sapevo che saresti venuta tu,
bastarda -
La guardia sorrise e, con una chiave, cominciò a aprire i
lucchetti delle catene - Be', qualcuno dovrà pure pararti il
culo - disse quella di rimando, rispondendo al sorriso strafottente
- Quindi tu saresti la " Bastarda " - disse una voce dalla porta,
facendoli immobilizzare entrambi - Cominciavamo a chiederci quando
saresti venuta... -
La guardia si girò, trovandosi faccia a faccia con uno squadrone
della prigione - E voi siete tutti morti - disse, prima di togliersi il
cappuccio, rivelando un paio d'occhi spaiati e un sorriso sadico - Che
dici Hidan? Vuoi sgranchirti un po'? -
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Ciauuuu!
Non sono morta, ho solamente avuto la bronchite con asma, quindi il mio
buon propositi di postare questo capitolo prima è andato a farsi
friggere abilmente...
In ogni casooooo.... Spero che la prima parte vi sia piaciuta, è
la prima volta che scrivo una cosa del genere e non ho la più
pallida idea di cosa sia uscito... Boh, magari non è tanto
schifosa come credo alla fine...
Vi metto anche il disegno di Haiiro nella prigione, giusto
perchè oggi avevo tempo e avevo trovato un'immagine che si
prestava... YAY! *^*
Grazie di aver letto e scusatemi di nuovo per il ritardo!
Ciauuu!
Alice_
Ecco Haiiro:
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