“Potrei provare per te
I
love my sun
“Potrei
provare per te.”
“A
dimenticarlo?”
“Posso
provare.”
“Non
è una risposta Sakura-chan.”
Pioveva su Konoha, sul
monumento dei caduti, sul chiostro del Ramen.
Pioveva.
E lei non sopportava
proprio quel tipo di pioggia: quella che fa terminare l’estate
e fa iniziare così l’autunno.
Intonò una
canzone con voce roca; mentre lei sotto a quel portico, lei, Sakura
Haruno osservava pigra… quelle gocce cadere annullandosi su
quel prato schifosamente verde.
“Lui
è il mio sole.”
“Già
ma tu non hai bisogno del sole.”
“Uh?”
“Devo
ricordarti io che sei una cosmea?” “E allora saputella
di cosa ho bisogno, se non del sole?”
“Fai
un po’ tu.
Del cielo.
I fiori
nascono anche in mezzo al cemento, non lo sai?”
Avrebbe dovuto essere
felice, Sakura Haruno.
Mentre vedeva arrivare
–quel sole- a tutta velocità verso di lei. Avrebbe
dovuto, dato che per quel sole continuava a mentire a se stessa, agli
altri… dato che per quel sole, aveva fatto soffrire anche
un’ombra.
“Hinata.”
“...”
“Hinata
io…”
“Non
importa se lui…è felice.”
E Sakura doveva essere
felice, mentre ascoltava quella risata, che come un fendente andava a
sbriciolare il vetro che –ormai- aveva al posto del cuore.
E pioveva su Konoha, su
quel prato.
Su quel prato,
schifosamente verde.
“Il
cuore, (quello vero) fronte spaziosa, se non te ne sei accorta…
l’hai
imbustato e affrancato tempo fa.”
Lei ora –tranquilla
nella sua menzogna- lasciava che quelle stessa labbra, dove il riso
esplodeva senza remore, si impossessassero delle sue.
“Per
te posso provare”
Stavolta le venne
facile ridere lo fece… e quello la lasciò, giusto un
attimo, per vedere –sorpreso?- quella smorfia estendersi sul
volto della kunoichi.
“Capisco
di essere tornato a casa solo quando sento la tua risata,
Sakura-chan.”
E ti lasci guidare in
una corsa affannata.
“Che
brutto tempo. Non mi piace proprio la pioggia.”
“Giuro.
Quel cane
è perfido. Ha morso senza pietà il sedere di Choji.
Credo l’avesse scambiato per una bella bistecca!”
Sorridi, la pioggia che
continua a cadere e la chiave che non entra nella toppa.
“Akamaru,
uh?”
Il letto
bianco ora, viene amabilmente stropicciato dalla forma dei loro
corpi.
“Sì,
avresti dovuto vederli!”
Il biondo la osservò
mentre, stringendola sentiva la felicità avanzare dentro di
lui, come una droga.
È felicità?
Anche se sai che lei ti
mente ogni giorno?
“Avresti
riso anche tu.”
Non risponde e Naruto
si addormenta stanco.
È pur sempre
tornato da una missione – Il sole a volte non si riposa dietro
ad una nube?- e sfrutti l’occasione Haruno –sei sleale-
perché te ne stai li?
Ecco.
Punto e daccapo.
Di nuovo sotto quel
pergolato ad osservare quello schifoso prato verde.
No, proprio non ti
piace la pioggia. Preferisci il sole, l’hai detto no?
L’hai detto anche
a quella scrofa.
“Amo
il mio sole”
…Ma allora
perché sei lì…
“Sakura?”
Trasali e ti perdi di
nuovo in quel sole.-delusa?-
“Oh…
io”
Lui si
stropiccia un occhio, voce lievemente impastata dal sonno.
“Mi
sono svegliato e non c’eri.”
“Lo
so… gomen Naruto-kun.”
“Perché
sei di nuovo qui?”
“No,
e che amo la pioggia.”
Lui stavolta non ti
sorride. Guarda quel prato verde. Ma forse, come al solito, il sole e
i suoi raggi- arrivano anche oltre.
“Questa
è l’unica via per entrare nel villaggio.”
Lei si passa una mano
fra i capelli.
Hai ancora la terra
sotto i piedi?
“Sì.
È
per questo che ti aspetto sempre qui.
Ovvio,
Sasuk-”
La voce si interrompe.
Parole uscite di getto
e che non si possono cancellare.
Piove su Konoha.
Su quelle mattonelle di
pietra nera che formano la via di casa.
E Naruto sorride
stavolta.
Mentre lei ora, sente
sulla sua pelle quella pioggia che tra le altre cose, bagna anche
quel prato schifosamente verde.
[Il sole,
aveva la capacità innata da sempre, di distinguere le bugie di
un cuore puro; da quelle dette da un cuore cattivo.
In realtà,
al mondo non esistono né cuori buoni, né cattivi.
Semplicemente
Naruto, sentiva il loro cuore battere distintamente nel loro petto.
Tutto qui. ]
Sakura Haruno amava la
pioggia.
Che sfacciata, aveva
anche la fortuna di essere amata dal sole.
E avrebbe, davvero
dovuto essere felice per quello.
“L’ho
rivisto tempo fa.”
Avrebbe…?
“Cosa?”
“Sasuke.
L’ho
rivisto.”
“…”
“E
pioveva, sai?”
“Come
oggi. Pioveva.”
“E
sai che io, so riconoscere le bugie.
Sta bene.
Ha
sconfitto Itachi, Sakura. Mi ha detto che non tornerà.
Ma io so
che mentiva.
È
maledettamente bravo a mentire.
Per poco
non mi confondeva.”
I fili verdi del prato
gocciolano sulla terra, piegandosi leggermente in avanti, portando
via i residui della pioggia dal loro corpo.
Il verde gocciolava
amabilmente - scena già vista-.
“Ma
io so che tornerà prima o poi.
Magari è
già qui, ha portato la pioggia quel bastardo. Ztè.
E io che
amo il sole.”
“Naruto…”
Lui si volta.
Sakura Haruno doveva
essere felice.
Ne aveva il diritto.
“Và,
Sakura-chan.
Lui è
qui, lo sento.
Forse, non
ha abbastanza fegato per tornare, perché sa che se torna…
gli dovrò spaccare il muso e…
và
Sakura.”
Lei si muove, passi
lenti su quel prato schifosamente verde.
E incerta lo guarda.
Fa paura la felicità…
meglio le menzogne.
“Devi
andare Sakura e un giorno poi, tornerete …
Io vi
aspetterò qui… ovvio.”
IL fiore
secca se c’è troppo sole.
Sakura Haruno questo
concetto, l’aveva capito solo sentendo dopo tanto tempo, la
pioggia incollare i suoi vestiti alla pelle.
La verità è
che Sakura Haruno amava maledettamente il cemento. Era rimasta
abbarbicata alla terra per troppo tempo e ora provava il desiderio
immane di innalzarsi verso il cielo. Su un muro che punta verso il
cielo.
Sakura Haruno
probabilmente, non era neanche una cosmea alla fin fine.
“Brutta
scrofa, te e le tue stupide idee….
Mi stavi
tranviando!”
Alla fin fine, Sakura
Haruno, era solo una donna innamorata.
[
“Bastardo…” “Ah. Testa quadra.”
“Ti
trovo bene.” “Uh già. Anche tu e quello stupido
coprifronte state bene.” “Puoi dire quello che ti
pare, Sas’ke!” risata cristallina e piove su di
loro.“Vedo che… oddio ce ne hai messo di tempo…
ma i tuoi obbiettivi si sono realizzati, eh?!” “Anche
i tuoi, mi sembra.”
“sì.”
Si
Guardano.
“Uhm…
tutto normale allora, in quello stupido villaggio.”
Lui
sorride l’azzurro che blocca il nero di quelle iridi.
“Si,
tutto apposto a casa.”
Naruto
parve pensarci un po’su.
“Cioè…
più o meno.”
Sasuke
alza un sopracciglio, fa per fermarsi, sguardo di sfida.
“Lo
sapevi no?...Che, anche se stiamo in pieno inverno c’è
un fiore che ancora resiste… lì, a casa?”
Lui
ghigna. Il nero che evita l’azzurro.
“Non
tornerò.”
“Oh…-
Naruto gli sorride, si volta prima di superarlo continuando per la
sua strada- lo so, vorrà dire che allora te lo sradicherò
io, quel fiore.”
Risata
cristallina e Sasuke alza gli occhi verso il cielo, sbuffa e la
pioggia scende più copiosamente.
“Non
temere. Te lo manderò io quel fiore… appena arrivo.
Dato
che questa Sas’ke è la strada per tornare a casa.”]
<.< Okay.
Volevo scrivere davvero
una NaruSaku, cioè in teoria ne era una mezza specie ma poi…
Credo che alla fine le sasusaku non facciano altro che
aumentare il valore di Naruto e la sua personalità! Quindi se
vogliamo questa fan fic è un’esaltazione alla figura del
sole, cioè di Naruto.
Ed è nata solo
per scrivere quel pezzo sul cemento X-x oltre per il fatto di far
rimanere di Sasso il Sasuke che sta sulla strada di casa, incapace di
andare avanti e indietro.
È un masochista
che ci volete fare ha bisogno di una spinta. >_< e Naruto ci
riesce benissimo non per niente lo vedo proprio bene come Hokage.
Chiedo perciò
scusa alle persone che tifano il NaruSaku, chissà alla fine la
potete leggere lo stesso come volete questa fan fic!
Alla fin fine è
un piccolo regalo di Natale, dedicato a tutte le splendide persone
che ho conosciuto in questa sezione.
A Noemi
Al mio Capo
Alla mia Grande
Donna
Al mio Amore
Alle Scrittrici che
Ammiro
Alle Persone che
seguono le mie storie
Ai Lettori fantasma
A una certa Solarial
perché davvero l’ho fatta esasperare con tag
e quant’altro. -__-‘’
A tutti coloro che
credono nei sogni, nelle tombolate, all’albero, alla famiglia…
anche se non credete
che alla fin fine anche efp non sia divenuta una grande Famiglia?
Buon Natale!!!
Yours Sara
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