Il ragazzo di gomma. Le ambizioni mascherate. Perché su questa torta non ci sono le fragole?

di Calcifer92
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A quei tempi Rufy era solo un ragazzino senza troppe pretese che pensava solo a mangiare, dormire e divertirsi. Era così che trascorreva le sue giornate, senza mai allontanarsi dal suo villaggio. Chi avrebbe mai immaginato che un singolo evento potesse sconvolgere così la sua vita? Adesso era lì, che si ritrovava in un corpo di gomma e con un cappello di paglia sulla testa a proteggerlo dal cocente sole di quel primo mattino.

- Benvenuti a Tokyo –
Lesse sul cartello che aveva di fronte. In realtà però la sillaba “To” era cancellata da una X rossa per poi essere aggiunta alla fine della frase con un pennarello dello stesso colore. Chi potrebbe mai avere tempo da perdere per fare una cosa simile?

L’attenzione di Rufy venne poi catturata dal pressante ronzio di uno sciame di vespe che si avvicinava da… No, non erano vespe, le vespe non fanno tutto questo fracasso. Sembrava più che altro un terremoto. A Kyoto, scusate, a Tokyo, i terremoti sono piuttosto frequenti, e il ragazzo era piuttosto emozionato all’idea di assistere ad un terremoto da vicino dato che non ne aveva mai visto uno. Pare proprio infatti che non si rendesse conto di quanto potesse essere catastrofico.

- Ehi, cappello di paglia! Ti consiglio di non tagliarci la strada! –

Una voce proveniente dalle sue spalle, che poi era lo stesso epicentro da cui proveniva il “terremoto” attirò la sua attenzione facendogli notare, tra smog, fumo, rombi di motore e suoni assordanti di clacson, diverse moto che si avvicinavano correndo a gran velocità facendosi largo tra i pochi altri mezzi di trasporto presenti sulla strada. Fu un tipo dai capelli neri a parlargli, quello che sembrava il capo di quella banda di motociclisti. O forse il capo era l’altro, quello coi capelli biondi che gli correva di fianco, il quale fece un occhiolino al ragazzo e gli lanciò uno strano oggetto.

- Servirà più a te che a me, al volo! –

Era un piccolo oggetto di gomma, quadrato e con una sporgenza circolare. Rufy provò a dargli un morso, mentre con l’altra mano si reggeva il cappello di paglia che rischiava di essere spazzato via dal vento provocato dal passare delle moto; si accorse però che non era commestibile. Mentre le moto si allontanavano, Rufy poté notare che su ognuna di esse era issata una bandiera con la scritta “Onibaku di Shonan”.





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