Thunder Road

di KimLennox
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Ero seduto al pianoforte, nella mia casa a Long Branch.
Di solito scrivevo le mie canzoni ovunque: sul retro degli spartiti, sui post-it per il frigorifero, sui volantini che distribuiscono per le strade, sulle cartine per le sigarette.
Ero un poeta occasionale, di quelli che, quando scrivono, lo fanno senza perdere tempo, di fretta, per non tralasciare nessuna parola, nessuna congiunzione o preposizione, affinché non si perdano.
Quel giorno invece mi ero lavato, avevo indossato un paio di jeans nuovi e la solita canotta bianca, e mi ero seduto al pianoforte, davanti alla finestra, con un taccuino nuovo in mano. Mi piaceva quel taccuino, mi dava la sensazione di essere un poeta vero, di quelli che scrivono versi e guadagnano.
E avevo cominciato a scrivere delle frasi. E avevo strappato fogli, e scarabocchiato, e scritto, e strappato.
Poi la zanzariera sbatte e sento dei passi leggeri provenire dall’ingresso.
-Bruce!- la voce di Mary è cadenzata come sempre, una dolce cantilena che mi culla.
Mi alzo, il taccuino ancora in mano. Lei si avvicina, le bacio la fronte, poi si allontana e fa un giro su sé stessa per mostrarmi il nuovo vestito che ha appena comprato. Le sta bene, una favola.
-Mozzafiato!- sussurro.
E intanto lei sorride, gli occhi socchiusi, e volteggia sulle note di una canzone che solo lei può sentire, e mi afferra le mani e balliamo insieme.
E la bacio, perché è troppo bella da guardare.
Poi scioglie l’abbraccio e si allontana in cucina.
Io torno a sedermi al piano, con il taccuino in mano.
E ricomincio a scrivere; e stavolta non strappo pagine, perché quei versi mi piacciono; e forse scrivo una nuova canzone.
No, anzi, scrivo un nuovo album: il più grande disco rock di sempre!


The screen door slams, Mary’s dress waves
Like a vision she dances across the porch
As the radio plays




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