-Dai,
è ora, sveglia! Sveglia! E’ l’ultimo
giorno di scuola, devi alzarti da questo letto!- urlava la mamma piena
di allegria e felicità, proprio quella che mancava a
Scarlett in quel periodo.
-Ancora 5 minuti, mà!- bofonchiò Scarlett da
sotto le lenzuola rosse che la coprivano fino alle orecchie.
-Ho detto no, su dai, alzati!- replicò la mamma utilizzando
un tono di voce diverso da quello utilizzato in precedenza; in men che
non si dica la camera era diventata luminosa, quanto una spiaggia in
pieno agosto.
-Chiudi la finestra!-strillò Scarlett mentre scalciava via
tutte le lenzuola, mostrando le sue lunghe gambe bianche e pallide.
La mamma soffocò una risata e uscì dalla stanza,
sapendo di aver compiuto egregiamente il suo compito di madre.
-Devi usare metodi più ortodossi la mattina; non sono pronta
psicologicamente ad affrontare la giornata ed ho bisogno un
po’ di coccole- disse Scarlett mentre mangiucchiava
un biscotto, grande quanto un disco da hockey, appena sfornato dalla
mamma – E poi dove la trovi la voglia di svegliarti presto e
preparare biscotti, pulire la casa…- non fece in tempo a
terminare la frase, che la mamma le mise una mano sulle labbra per
fermarla.
-Un giorno capirai, bisogna avere tempo! E mastica con la bocca chiusa,
maleducata!- disse la mamma con un sorriso apprensivo sulle labbra, che
solo le mamme riescono a fare.
Scarlett accennò una risata, e dopo essersi scrollata dalle
labbra le briciole che le erano rimaste, prese la sua felpa rossa,
scoccò un bacio sulla guancia della mamma, e uscì
di casa.
La ragazza, era di una bellezza sfolgorante, e di certo non
convenzionale.
Due smeraldi al posto degli occhi, ed un sorriso che avrebbe fatto
invidia al mondo intero, se solo tutti avessero avuto la
possibilità di ammirarlo. Nonostante ciò,
Scarlett non si accettava, non si piaceva, ed aveva sempre avuto
abbastanza problemi a relazionarsi con gli altri.
Il liceo che Scarlett frequentava non era molto lontano dal quartiere
in cui abitava, perciò la mattina, salvo inconvenienti ci
arrivava a piedi.
Camminava spedita per le strade di una San Francisco troppo affollata
per i suoi gusti. Era nata e cresciuta in quel luogo, ma dopo sedici
anni, ancora non riusciva ad apprezzare a pieno il potenziale, che
quella città aveva. Sarà stata la sua avversione
contro le persone che la circondavano, oppure la semplice monotonia che
la sua vita aveva avuto sino ad allora, ma lei proprio non riusciva a
farsi piacere una singola cosa di quella assai rumorosa metropoli.
Arrivata di fronte all'imponente cancello del liceo, Scarlett si
strinse ancora una volta nella sua amata felpa rossa. Non la indossava
per l'aria frizzantina che ancora durante il mese di Giugno
attanagliava San Francisco e ne tantomeno perchè
era una di quelle che andavano di moda in quel periodo.
Quella felpa era l'unico ricordo felice al quale Scarlett si
poteva aggrappare. Quella felpa era l'unico collegamento rimasto fra
lei, e l'unica persona che avesse mai avuto un posto importante tra i
pensieri di Scarlett.
Lei ancora non lo sapeva, ma quella felpa, sarebbe stata la causa delle
emozioni più forti che, di lì a poco, avrebbe
provato.
-E perciò Napoleone fu esiliato...qualcuno sa dirmi dove?
Stiller,rispondimi.- gracchiò la professoressa di storia,
che imperterrita continuava ad interrogare nonostante quello fosse
l'ultimo giorno di scuola per i suoi alunni.
Stiller ci ragionò, e con la classica strafottenza da
giocatore di football rispose:
-Prof, non ricordo cosa ho mangiato oggi a colazione,
figuriamoci se ricordo qualcosa successa 200 anni fa!
La classe scoppiò in un boato di acclamazioni e risate,
segno che tutti apprezzarono l'umorismo squallido del ragazzo. Tutti
tranne Scarlett, col viso sognante rivolto verso l'ampia vetrata della
classe, ed i suoi pensieri liberi su Dio solo sa quale pianeta della
Via Lattea.
La professoressa, ormai rassegnata, smise di interrogare ed
aspettò insime ai suoi alunni lo scampanellio che di
lì a poco avrebbe proclamat la fine della scuola.
Pochi minuti dopo, la campanella annunciò che l'estate era
finalmente arrivata e tutti gli studenti in men che non si dica si
precipitarono nei corridoi, eccitati al pensiero di tre mesi di pura
vacanza ed al contempo malinconici al pensiero che i contatti con i
compagni si sarebbero persi.
Scarlett accennò un sorriso alle poche persone che la
salutarono, mentre si affrettava ad uscire dalla scuola, e
durante il tratto di cortile antecedente al grande cancello, ella
provò una sensazione che mai in tutta la sua vita aveva
provato.
La sua testa diventava leggera, le sue ansie da adolescente svanivano,
e sentiva che il suo corpo in quel momento, stava sfidando ogni legge
di gravità; voci lontane, lontanissime, e poi...niente. Il
buio si avvolse intorno a lei,e tutto cominciò a
svanire,come fumo.
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