Ciao
a tutti!
Prima
di tutto un avvertimento: con questa fic credo di aver raggiunto il
delirio totale, soprattutto per quanto riguarda la prima parte XD
Sirius
è cattivo, una specie di Bellatrix al femminile, e lei
ovviamente dà segni di pazzia già in tenera età.
Quanto li amo insieme!
La
seconda parte è ambientata durante un'ipotetica battaglia tra
i Deatheaters e l'Ordine...Mi piace pensare che abbiano combattuto
l'uno contro l'altra diverse volte ^^'
Questa
one-shot può essere letta da sola, ma in realtà è
parte di un lavoro a quattro mani con la Chise <3 L'idea base era
il Natale, e il protagonista Sirius. Io ho scritto appunto una
SirxBella mentre lei una SirxRemus...
Bene,
ora vi lascio alla lettura.
E
tantissimi auguri a tutti, visto che oggi è la vigilia!
_
Flea _
*****
Salt On Our
Wounds
Here we are
And don't know
how to stop
Waiting for the
war
To end it all...
“Salt
On Our Wounds”
HIM
*****
Grimmauld
Place, Londra, 24 dicembre 1968.
“Non
hanno ancora finito? Io voglio aprire i regali!” Una bambina
avvolta in un elegante abito di velluto rosso incrociò le
braccia all'altezza del petto.
“Gli
elfi stanno portando l'arrosto, staranno seduti ancora un sacco di
tempo” Un bambino richiuse la porta dell'imponente salone del
primo piano, per poi tornare a sedersi sul tappeto di fronte al
camino. Al centro della stanza, un grande albero di Natale addobbato
con luci fatate e palline di vetro sfiorava il soffitto affrescato.
“Uffa,
perché hanno invitato tutte quelle persone? Sono così
noiose...”
“Torniamo
di sopra? Se la zia si accorge che ci siamo alzati prima degli altri
ci farà andare in cucina a lavare i piatti al posto degli
elfi...Di
nuovo”
Bellatrix
Black iniziò ad agitare gambe e braccia e a sbuffare
sonoramente, assumendo l'atteggiamento capriccioso che faceva
infuriare sua madre. “La mamma era seduta troppo lontano da
noi, non ci ha visti” Rispose, cercando di lisciare l'abito
stropicciato. “E poi era troppo occupata a parlare con quel
signore vecchio e sua moglie”
Sirius
Black la guardò di sottecchi, distogliendo l'attenzione dalle
fiamme che proiettavano ombre fuggevoli sul suo viso. “Speriamo,
non voglio più pulire tutti
i
piatti e bicchieri della casa”
In
quel momento, i sonori rintocchi del vecchio pendolo annunciarono la
mezzanotte.
“Sir?”
“Cosa
c'è?”
Bellatrix
si alzò di scatto, riavviandosi i capelli corvini spettinati.
“Apriamo i regali!” Esclamò, mentre il suo sguardo
eccitato incontrava quello dubbioso del cugino.
“Non
possiamo, ci sgrideranno!” Ribatté Sirius, la voce che
tradiva una certa preoccupazione.
“Vieni”
Sussurrò la bambina, come se temesse che gli adulti riuniti al
piano superiore potessero sentirla. Senza attendere alcuna risposta
raggiunse l'abete, le scarpe di vernice che scricchiolavano sulle
vecchie assi di legno ad ogni suo passo.
Accumulati
sotto i rami più bassi, i numerosi doni avvolti in carta
colorata sembravano scintillare alla luce soffusa delle candele che
rischiavano la stanza. Bellatrix rimase immobile per qualche istante,
le mani sui fianchi e un'espressione meditabonda. Mordendosi il
labbro inferiore com'era sua abitudine, si piegò poi sulle
ginocchia per afferrare un grosso pacco seminascosto. Un biglietto di
pergamena recava il suo nome scritto con caratteri grandi e
disordinati, appena leggibili.
“Non
aprirlo, se ne accorgeranno” Sirius, che l'aveva raggiunta,
cercò di strapparle il regalo dalle mani.
“Uno
solo” Rispose Bellatrix, le piccola dita che non avevano
intenzione di mollare la presa. “Uno solo...Ce ne sono tanti,
non lo scopriranno”
“No,
è meglio aspettare!”
Ma
la cugina, senza prestargli ascolto, strappò la spessa carta
verde e oro e la lasciò cadere sul pavimento. Appoggiata in
una scatola imbottita c'era una magnifica bambola di porcellana, con
i capelli scuri e un vestito di tessuto argenteo quasi impalpabile.
“E' bellissima” Esclamò, entusiasta, sollevandola
con entrambe le braccia per il timore di farla cadere. “Guarda,
Sir, mi assomiglia anche!” Bellatrix appoggiò la bambola
a terra, sorreggendola dietro la nuca. Le arrivava alle spalle, e gli
occhi di una tenue tonalità di azzurro non erano molto
dissimili da quelli grandi e grigi della bambina che sorrideva con
aria soddisfatta.
“E
ora come farai a nasconderla? Se non avessi strappato la carta
avremmo potuto rifare il pacco!” Sirius raccolse i brandelli
dal pavimento, con aria sconsolata. “Ci manderà in
cucina, lo so” Bisbigliò poi, ignorando Bellatrix che
continuava a rimirare il suo regalo e a richiamare la sua attenzione.
In
quel momento la porta si aprì cigolando.
I
due cugini si zittirono all'improvviso, rimanendo in attesa.
“Sono
qui!” Una bambina dai lunghi capelli biondi entrò nella
sala, seguita da un bambino che assomigliava a Sirius in modo
incredibile.
“Cissy!”
Disse Bellatrix, sollevata. “Cosa ci fai qui?”
“Non
c'eravate più, e noi ci stavamo addormentando” Narcissa
Black avanzò verso l'albero, sollevando la gonna dell'abito
blu fino alle ginocchia per camminare meglio.
“Lo
sapevo, che eravate qui” Regulus Black si avvicinò al
fratello maggiore, scoccandogli un'occhiata delusa. “Perché
non ci avete chiamati?”
“Perchè
siete scesi?” Domandò Sirius a sua volta. “Ora se
ne accorgeranno di sicuro!”
“Sir,
sei così noioso”
Lo
rimbeccò Bellatrix. “L'hai già detto, smettila”
In
quel momento Narcissa notò la bambola, che occhieggiava dietro
la schiena della sorella. “Una bambola!” Disse,
osservandola con aria avida. “Chi te l'ha data?”
“Ho
aperto uno dei miei regali” Sussurrò l'altra, con
atteggiamento complice.
“Hai
aperto uno dei tuoi regali?”
“Zitta!
Vuoi che ci sentano?” La rimproverò Bellatrix. “E'
tanto bella, non è vero?” Chiese, ammirandone il volto
bianco con aria rapita.
“A
me sembra brutta e finta” Intervenne Regulus.
“Voi
maschi non capite nulla” Ribatté Narcissa, tentando di
assumere un cipiglio severo. “E' davvero bella” Convenne
poi, la voce che tradiva una punta di gelosia. “Spero di averne
ricevuta una anch'io...”
“Non
aprirai nessun regalo, Cissy!” La prevenne Sirius, preoccupato,
mettendole una mano sulla spalla.
La
bambina lo guardò infastidita, ma non disse nulla. Sapeva bene
che sua madre non tollerava certi comportamenti, e non aveva
intenzione di farsi punire come spesso succedeva alla sorella
maggiore. “Però possiamo giocare con la bambola”
Propose, speranzosa.
“Io
non voglio giocare con le bambole, è roba da femmine”
Protestò Regulus, indignato.
“Nessuno
te lo ha chiesto” Ribatté lei, altezzosa. “Bella
sarà la mamma, io farò finta di essere il papà
e...”
“Non
essere stupida” Disse Bellatrix, in tono aspro. “Tu non
sei capace a fare il padre”
“Non
è vero!”
“Sì
invece. Sirius sarà il padre della mia bambola”
Sirius,
che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare i battibecchi
delle bambine e del fratello, sgranò gli occhi. “Io?”
Domandò, increspando le labbra in una smorfia.
“Perché
lui sì e io no?” Incalzò Narcissa.
Bellatrix
sbuffò. “Non capisci mai niente Cissy. Io e Sir un
giorno ci sposeremo”
“E
allora?”
“E
allora lui sarà il padre della mia bambola! Non è vero,
Sir?”
“Io
non gioco con le bambole” Sirius, in un improvviso moto di
complicità, si sistemò accanto a Regulus assumendo la
sua stessa espressione scandalizzata.
“E
come farai quando avremo dei bambini veri?” Gli chiese
Bellatrix, con un sorrisetto.
“Noi
due non ci sposeremo, Trix”
“Sì
invece”
“No,
io non ti voglio sposare”
“Invece
ci sposeremo Sir!” Esclamò Bellatrix, stringendo i pugni
fino a che le nocche delle dita non sbiancarono. “Noi ci
sposeremo...”
“Ti
sbagli”
“Non
mi sto sbagliando. Me l'ha detto la mamma”
“La
zia ha detto una bugia, io non voglio” Disse Sirius,
categorico.
“Perché
non mi vuoi, Sir? E perché non vuoi giocare con me?” Le
guance della bambina si tinsero di rosso, e agli angoli degli occhi
si formarono due grosse lacrime.
Sirius
la guardò, senza parlare. Poi scrollò le spalle, con
indifferenza. “Io non gioco con le bambole” Ripeté,
freddamente.
“Non
mi vuoi bene?” Domandò, iniziando a piangere. “Non
mi vuoi bene?”
“Per
colpa tua ci puniranno di nuovo, lasciami in pace!”
“Sei
cattivo! Ti
odio!” Gridò
Bellatrix, lasciando cadere la bambola.
Narcissa
si affrettò a raccoglierla. “Guarda cos'hai fatto, l'hai
rotta” Piagnucolò, mostrandole il piccolo naso
frantumato e le labbra scheggiate.
“Ti
odio Sir, ti odio!” Continuò ad urlare Bellatrix,
incurante delle lamentele della sorella e dei tentativi di Regulus di
zittirla. “Ti odio!”
“Io
non gioco con le bambole, e non ho più voglia di giocare con
te” Sirius voltò le spalle alla cugina, che singhiozzava
e fremeva per la rabbia e l'umiliazione.
“Sir,
torna qui!”
Ignorando
le parole di Narcissa, si distese su uno dei divani e chiuse gli
occhi.
Le
grida di Bellatrix non riuscivano a coprire i passi degli abitanti di
casa Black e dei loro ospiti, che stavano scendendo dopo aver
terminato la tradizionale cena della vigilia. Tra poco sarebbero
arrivati nel salone, e avrebbero trovato una bambina in lacrime, un
giocattolo rotto e la loro reputazione di famiglia irreprensibile
macchiata.
Sirius
sospirò, preparandosi a una lunga notte in compagnia degli
elfi domestici.
Odiava
il Natale.
*****
Periferia
di Londra, dicembre 1979.
Abbassò
il cappuccio nero e sollevò la maschera sopra la testa,
scoprendo il volto niveo alla luce debole della luna. “Cosa ti
succede, Sirius? Non vuoi più giocare con la tua cugina
preferita?” Dischiuse le labbra in una smorfia, identica a
quella che tante volte si era dipinta sul suo viso di bambina.
“Ho
altri passatempi ormai, Bella”
Bellatrix
rise. “Oh, giusto” Sibilò, gli occhi animati da
una luce febbrile. “Tu e lupacchiotto Lupin dovete divertirvi
davvero
molto insieme”
Il
ragazzo schivò un lampo spostandosi con agilità, la
bacchetta levata pronta per il contrattacco. “Le tue
insinuazioni non mi toccano, dovresti saperlo”
Bellatrix
si abbassò con prontezza, evitando una fattura. “Dimenticavo,
tu sei un uomo tutto d'un pezzo. Un paladino della giustizia...Pronto
a farti uccidere per una guerra persa in partenza, com'è
nobile da parte tua”
“Hai
ragione, è proprio nobile” Sirius iniziò a
camminare lentamente, i passi che si intrecciavano a quelli della
cugina in una danza pericolosa. Rise a sua volta, quella risata così
simile ad un latrato. “Se non altro io sono dalla parte giusta”
“Cosa
sei diventato, Black? Il difensore dei babbani e della feccia del
mondo magico! Per fortuna il mio stupido sogno di sposarti non si è
avverato. Sai, forse dovresti ringraziarti per essere scappato da
quel fallito di Potter”
“Sono
contento di esserti stato utile, cara cugina”
Attorno
a loro, le grida e gli schianti degli incantesimi aumentarono di
intensità. Un'Avada Kedavra colpì un filo di luci
natalizie sospeso sulla via, facendo scoppiare le piccole lampadine.
“Con
chi trascorrerai il Natale, Bella? Con lo schiavetto Lestrange?”
Domandò Sirius, beffardo.
“Mi
piacerebbe fare conversazione, Sir, ma sono troppo occupata a cercare
di ucciderti. E poi io odio il Natale” Bellatrix agitò
la bacchetta, puntandola contro il petto del ragazzo.
“Bel
tentativo” Ribatté lui, proteggendosi. “Ma non
abbastanza. Stai perdendo colpi, è forse colpa di Roddy?
Ti sta facendo diventare una rammollita come lui?”
“E
tu con chi passerai il Natale, cugino?” Domandò, la voce
che tradiva un certo disgusto. “Con il tuo gruppetto di
Sanguesporco?”
“Con
i miei amici.
Perché, al contrario di te, io ho degli amici” Sirius si
fermò, le braccia lungo i fianchi e il bordo del lungo
mantello che gli sfiorava le caviglie.
“Chissà,
magari potrebbero essere tutti morti prima di quella data. Sarebbe
davvero un bel modo per festeggiare, non te lo nascondo. Sgozzare
quella stupida mezzosangue, e il tuo amichetto...”
“Vaffanculo
Bella”
“Non
tirare troppo la corda, Black, mi stai facendo perdere la pazienza”
“Tu
non hai mai amato nessuno, sei come una lastra di marmo. Odi il
Natale perché ti ricorda quanto sia vuota la tua vita”
“Stai
zitto, ti avverto” Gli occhi della ragazza si strinsero,
riducendosi a due fessure.
“Era
così anche quando eravamo piccoli...Non volevamo mai giocare
con te”
“Stai
zitto!”
“La
tua vecchia bambola è ancora senza un padre, non è
vero?”
“Smettila!”
Gridò Bellatrix, prima di dirigere un getto verde contro il
cugino.
“La
verità fa male, non credi?” Sirius scansò la
maledizione per l'ennesima volta, un sorriso soddisfatto dipinto sul
viso. “Sono io a stupirmi di cosa sei diventata”
“Tu
non sai nulla...Non ha il diritto di...”
“Al
contrario, ti conosco più di quanto tu creda”
“Non
credere di conoscermi solo perché dieci anni fa vivevamo nella
stessa casa” Sibilò, furiosa.
“Non
volevo sposarti neanche quando avevo otto anni, già allora
avevo capito tutto di te” Sirius le rivolse uno sguardo gelido,
pronunciando quelle parole con voce asettica.
Bellatrix
rimase in silenzio per un istante, un angolo delle labbra che tremò
in modo quasi impercettibile. “Black”
Disse
poi, la voce incrinata dalla rabbia. “Preparati” Sollevò
il braccio, pronta ad ucciderlo.
In
quel momento, nel cielo dicembrino comparve il Marchio.
“L'Oscuro
ha chiamato!” Gridò una voce, sovrastando le altre.
“Stanno
fuggendo!” Urlò un membro dell'Ordine.
“Smaterializzatevi
subito, abbandonate la battaglia!”
“Non
lasciateli fuggire!”
Bellatrix
si infilò di nuovo il cappuccio, per poi sollevare la manica
sinistra della tunica. Sul suo polso, un serpente pulsava senza
sosta. “Mi dispiace, cugino, ma sono costretta a salutarti”
Disse, il viso coperto dalla stoffa nera.
“Fermati!”
Sirius tentò di afferrarla per il braccio, ma lei si era già
smaterializzata. Con uno scatto d'ira, gettò la bacchetta a
terra.
“Buon
Natale, Bella”
Sussurrò
poi, amaramente.
*****
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