Forse amico non era, ma gli era caro.

di Merope Molly Lestrange
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“Come sto?” chiese il leprotto bisestile ridendo istericamente mentre si aggiustava il fiocco che aveva al collo.
Il grosso papion era di un giallo sporco a pois verdi, in tinta con i suoi occhi, e a parer del cappellaio era qualcosa di orribile, ma non volle essere scortese  e si limitò a rispondere sarcasticamente e con tono annoiato “Una meraviglia”.
Neanche un miracolo sarebbe riuscito a rendere il leprotto bisestile qualcosa di presentabile a partire dal pelo sporco e arruffato, dal suo sempre presente tic all’occhio destro e dai vestiti male assortiti che indossava tutti rattoppati e passati di moda da più di due secoli.
L’aspetto della lepre rappresentava però la sua personalità perché sì, il leprotto bisestile era matto, ma proprio matto da legare e difatti appena il cappellaio ebbe commentato il suo fiocco esso lanciò la tazza, mandandola in frantumi, e con un salto atterrò sul tavolo ed iniziò a ballare qualcosa che somigliava lontanamente al can can gettando all'aria tutto ciò che c'era sul tavolo.Ballando continuava a ridere come un ossesso ululando e quei rumori molesti diedero fastidio al cappellaio che lo richiamò sperando che quel matto si desse una calmata.
“Lepre, può farmi il piacere di darsi un contegno? Con tutto il rispetto sembra una scimmia”.
Il leprotto però non volle ascoltarlo e continuò a ballare, stavolta canticchiando un motivetto che ripeteva continuamente “E' l'ora del tè”.
Ah, la lepre che essere fastidioso, ma la pazienza di Tarrant era qualcosa di  praticamente illimitato, erano ormai secoli che sopportava il suo caro amico, che forse amico non era, ma gli era caro. Sapete, a volte si è costretti a sopportare qualcuno per  talmente tanto tempo che alla fine si finisce per volergli bene, non importa quanto egli sia fastidioso. 
Il cappellaio gettò un’occhiata all’orologio da taschino accanto alla sua tazza, lo scrutò attentamente e poi decretò in tono ufficioso “E’ l’ora del tè”.
“Hei, ma l’ho detto prima io! Io ho detto che era l’ora del tè, cappellaio, io l’ho detto.” si lamentò la lepre andando al su posto con un salto, rimanendo in piedi sulla sedia.
“Lo so per certo, mia cara Lepre”
“No, non sai niente, sei matto, non sai niente!” disse staccandosi gli orecchini e lanciandoglieli contro, sbagliando mira e colpendo un grosso albero lì vicino.
Tarrant alzò gli occhi al cielo e fu tentato di affogare il leprotto bisestile nella sua stessa tazza.




*Note autrice*
Flashfic praticamente senza senso scritta per una sfida che Yvaine0 mi lanciò per passare il tempo qualche mese fa.
I prompt erano:
Cappellaio/Leprotto Bisestile
Orologio, Tè, orecchini, fiocco, scimmia.
Fatemi sapere se vi è piaciuta e spero di non essere andata troppo OOC.
//Un saluto ad Ellie_725 che l'ha letta in anteprima e mi ha detto cosa ne pensava.




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