All that green {I'll be with you}
Ci sono storie d’amore che nascono per caso, da uno sguardo
timido e un sorriso sincero.
Ci sono storie d’amore che si nascondono dietro a un bacio
rubato, a un sospiro non colto, a una frase mai detta.
Ma ci sono anche storie d’amore che rimangono sepolte sotto
strati di “non possiamo”, “è
sbagliato”, “cambierà tutto”,
“ho paura”.
Esistono storie d’amore belle e irreali come le favole, senza
lieto fine e senza alcun cavallo bianco.
Ci sono persone che si ameranno sempre, disperatamente, senza riuscire
a stare insieme, senza abbracciarsi nemmeno una volta.
Perché il rumore sordo di un cuore che va in pezzi fa paura;
perché il terrore del rifiuto ci acceca e ci rende stupidi.
Se l’unica cosa che vorremmo fare è baciare una
persona, allora dovremmo avere il coraggio di buttarci davvero,
chiudendo gli occhi e sperando che l’impatto non sia poi
così traumatico.
Perché se si ama qualcuno, lo si ama davvero. Senza
“se” e senza “ma”, che
sembrano creati appositamente per incasinare qualcosa che di essere
incasinato non ne ha affatto bisogno.
§
Otto anni lui, sei
anni lei.
Leo ha osservato Daisy da lontano, a scuola.
Ha pensato che Daisy è un nome strano per quella bambina
dalle lunghe trecce rosse e una spruzzata di lentiggini sul naso
all’insù.
Daisy ha gli occhi verdi, un verde intenso e luminoso e bello e sincero.
Il verde è un colore sincero? Leo se lo è chiesto
tante volte.
Daisy ha gli occhi verdi, un verde che Leo un po’ soffre a
guardare.
Daisy ha il colore degli occhi della mamma di Leo, ma quegli occhi si
sono chiusi per sempre. E allora Leo ha deciso che il verde
è un colore cattivo e bugiardo.
Poi però ha incontrato gli occhi di Daisy e un po’
ci ha ripensato. Forse non tutto il verde del mondo è da
buttare; magari qualche sfumatura ancora si salva.
Daisy ha visto Leo nel cortile della scuola.
Lei è nuova, e tante cose ancora non le conosce, non le
capisce.
Non capisce perché Leo si nasconda dietro a quel grande
cespuglio verde, mentre lei raccoglie le margherite che tanto piacciono
a sua nonna.
A Daisy piace raccogliere mazzi e mazzi di quei fiori bianchi e gialli
da regalare alla nonna. Lei le conserva tutte nel suo armadio blu alto
alto, dove nessuno le può prendere; e Daisy è
contenta, perché almeno le sue collane sono al sicuro e
nessuno le può rubare. Mica come le persone, che vanno e
vengono, vengono e vanno. E ti rubano tutto, anche i sorrisi.
Ma Daisy è troppo buona, troppo curiosa.
Così si avvicina al cespuglio e fa spaventare Leo, che per
poco non cade a terra battendo il sedere.
- Mi spii? – Chiede Daisy.
- Io non spio proprio nessuno – è la risposta di
Leo. È indispettito
perché nessuno lo hai mai scoperto prima d’ora.
- Vuoi raccogliere le margherite con me? – Gli domanda
allora. Perché Leo è buffo e a lei non
è mai piaciuto raccogliere i fiori da sola.
- Ma è da femmine - ribatte Leo sorpreso - e io sono un
maschio.
- E allora? Che differenza c’è? – È stupita,
Daisy. Non capisce,
di nuovo.
- Possiamo essere amici anche se non faccio le cose da femmine con te?
– Leo non si capacita. Vede solo verde, tanto verde. Intenso
e luminoso e bello e sincero.
- Sì, però sei buffo – risponde Daisy,
mentre lo prende per mano.
§
Daisy
ha sempre gli stessi occhi verdi e i capelli rossi, solo un
po’ più corti di quando era bambina.
Daisy è quasi una donna, e le trecce le ha sciolte a
malincuore da tanto tempo. Ora porta sempre i capelli legati in una
elegante coda di cavallo che le solletica il collo. Dice che
così si sente libera di creare e può sentire i
propri pensieri intraprendere viaggi per posti lontani.
Daisy è una pittrice. Dipinge l’armadio blu alto
alto di una nonna che non c’è più, un
prato trapunto di fiori bianchi, gli occhi grandi di Leo, le sue mani
forti e i suoi riccioli neri.
Ma Daisy dipinge anche le spalle larghe di Mirko, il suo collo pallido,
le sue dita affusolate che lei ama tanto.
Daisy indossa la salopette di jeans sporca di blu cobalto e rosso
vermiglio e ha i capelli raccolti più disordinatamente del
solito quando Mirko entra in casa.
Leo si alza dallo sgabello scheggiato e va in cucina, perché
sa che Daisy e Mirko devono parlare, ma lei gli ha chiesto di rimanere,
di non lasciarla sola.
Allora Leo si fa da parte, ma sente tutto. È ancora
piuttosto bravo a nascondersi senza farsi notare.
Sente Mirko arrabbiarsi, sente che a Daisy si incrina la voce quando,
urlando, gli giura che quel figlio è suo, e suo soltanto.
Ma Mirko non le crede e urla più forte; perché un
figlio non lo vuole, perché non la ama abbastanza. Non
quanto Daisy ami lui, almeno.
Daisy piange e urla e non capisce.
Ancora, di nuovo.
Allora Leo è costretto a mettersi in mezzo, a cacciare Mirko
da quella casa, dalla vita di Daisy.
La tiene abbracciata tutta la notte, le dice che lui non la
lascerà sola, che sarà sempre al suo fianco.
- Non sono un po’ troppo sdolcinate queste cose che mi hai
detto, Leo? -
La voce ancora scossa di Daisy sembra ad un tratto quasi allegra.
- È un
po’ da… femmine – sorride.
- E allora? Quanto sei stupida.
Sorride anche Leo. È come
una catena: se sorride lei, sorride anche lui.
- E tu sei buffo.
§
Leo
e Daisy ci hanno messo un po’ per capire di amarsi.
Forse
lo avevano sempre saputo; forse lo avevano sempre negato, nascosto,
sepolto.
Ma lo hanno scoperto, finalmente, e adesso insieme condividono tutto
con la stessa diversa luce negli occhi.
Si amano senza “se” e senza
“ma”, in quella piccola mansarda affacciata sulla
piazza del paese di montagna che a Daisy piace tanto.
Amanda, che è nata da poco più di un anno,
sgambetta felice tra i colori della mamma e ogni volta che cade chiama
“papà!”, con la sua ancora
così piccola voce.
E Leo è sempre pronto a prenderla in braccio e a darle un
bacio sulle manine paffute.
Amanda ha gli occhi verdi di Daisy e i capelli neri come quelli di Leo,
e la cosa che la diverte di più è nascondersi.
Daisy è felice. Pensa che, per una volta, il destino ha
voluto regalarle qualcosa. Ha capito che la vita di rado ti concede una
seconda possibilità, e se non sei pronta a coglierla te ne
pentirai per sempre.
Leo è felice. Ha tutto quello che aveva sempre desiderato.
Ogni sera può stringere a sé la donna che ama; ha
una figlia che adora come fosse sua, sangue del suo sangue.
Il futuro è sempre qualcosa di incerto, ma Leo sa che siamo
noi gli artefici del nostro destino, sa che se non avesse avuto il
coraggio di baciare Daisy, quella notte, l’avrebbe persa per
sempre.
Ci sono storie d’amore che nascono per caso, quando nessuno
se le aspetta. Saltano fuori e ti travolgono come un fiume in piena. E
tu puoi decidere: puoi risalire la corrente e perdere tutto; oppure
puoi lasciarti avvolgere e trovare il coraggio di lasciare entrare in
te quella marea.
- Sai, quel libro che hai scritto mi piace da morire, - sussurra Daisy
tra le lenzuola, le braccia attorno alla vita di Leo, i suoi capelli
neri che le solleticano il volto - però… non so.
Mi pare un po’ una cosa da femmine.
Sorride.
- Sei sempre la solita stupida – le risponde Leo, girandosi e
baciandole la fronte.
- Sì, ma tu sei buffo.
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