Temeva il buio.
Essere gettato dal Balrog nella più amara
profondità della morte era spaventoso abbastanza. Ancora
peggio era il tempo che non era tempo, una quiete vuota di corpo e
mente, aspettando, aspettando, aspettando sempre nelle dolenti Sale di
Mandos.
Egli stesso personificava l'oro del sole e il blu del cielo, e a queste
cose si aggrappò, cercando di rassicurarsi che il buio non
lo avrebbe preso di nuovo adesso che la vita e la libertà
erano state recuperate.
Ma poi, Erestor entrò nella sua vita, e si arrese senza
porre resistenza alla passionale carezza vellutata
dell'oscurità.
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