Note: sono stata
sfidata da psycopathic serial e questo è il risultato. I due coinquilini sono
i miei due oc (sì, sempre i due di pirlandia, Mamo e Hiro)
e, niente, è ambientata nel periodo universitario
dei nostri giovanotti. Era da un po' che volevo scrivere su
di loro *^*
Prompt: "Da
quando in qua sei amico di Daisuke,
Tai?"
Quando Taichi rientrò a casa quella sera, i suoi coinquilini
non c’erano. Uno era sicuramente andato agli allenamenti di
boxe, l’altro molto probabilmente studiava in biblioteca,
oppure ficcava il naso alla centrale di polizia. Il terzo coinquilino
lo aspettava ancora in piedi, guardando un quiz televisivo alla
televisione.
Guardando… parola molto grossa, si vedeva che non era per
nulla coinvolto.
-Ciao, Yama.- salutò allegramente il moro, levandosi le
scarpe.
Yamato si voltò e gli fece segno col dito di avvicinarsi,
sornione.
- Quella faccia non promette nulla di buono, signor Ishida.-
sghignazzò Taichi.
-Come mai hai tardato così tanto?- gli chiese. Il
digiprescelto del Coraggio glissò spudoratamente la sedia
accanto a lui e gli si sedette in grembo.
-Ti sono mancato, eh?-
-Non contarci molto, sono tornato a casa mezzora fa e il mio
primo pensiero è stato riempirmi lo stomaco.
Piuttosto… ha chiamato Daisuke.-
-Aha… - rispose Taichi, distratto dalla vicinanza fra i loro
visi -E che ti ha detto?-
Le mani di Yamato si strinsero gelosamente intorno ai suoi fianchi.
-Ti ha invitato a dormire da lui, domani.- fece, non nascondendo una
certa irritazione, cosa che non toccò minimamente il diretto
interessato. Taichi, anzi, cercò le sue labbra, senza
successo, perché il digiprescelto dell’Amicizia lo
allontanò, costringendolo ad agitare le braccia come un
bambino piccolo in cerca della mamma.
-Baciobaciobacio!!-
Niente da fare, il signor Ishida non era affatto intenzionato a cedere
a quell’infantile richiesta d’attenzioni.
-Da quando in qua sei amico di Daisuke, Tai?- domandò
calcando la parola "amico" e dandole una sfumatura tutt’altro
che casta e pura. Al che Taichi si concesse una risatina.
-Yama, Yama, Yama, tu pensi davvero che… - rise ancora.
-Se Daisuke lancia urletti isterici da fangirl (e credimi, so
riconoscerli quando li sento), che cosa devo pensare?-
-Uhuhuuuh… - rise teatralmente il moro alzandosi dalle sue
ginocchia e piazzandogli teatralmente sotto il naso una busta di
cartone -Sei proprio geloso, peccato che l’unica cosa hard
che ho in mente di fare domani sarà giocare in
modalità ultra difficile a questo gioiellino.-
Il biondo mise mano al contenuto della busta e ritirò le
dita, schifato.
-Oh, cielo!- esclamò -Ma come fai a giocare a quella roba!
Che… ugh… -
-Che esagerato… - lo guardò in tralice Taichi,
indifferente ai suoi conati di vomito, abbracciando la scatola in
limited edition del nuovo gioco per play station che aveva comprato
proprio quella sera. -E dovresti davvero farti una cultura Yama. Se
scoppiasse un’apocalisse zombie, saresti il primo a morire.
Bisogna tenersi in costante allenamento.-
Il diretto interessato emise una risatina gutturale, ancora chino sul
tavolo per lo shock della disgustosa visione, poi con un gesto rapido e
secco afferrò nuovamente i fianchi del compagno e
alzò il viso, mostrando un sogghigno spettrale e due occhi
spiritati.
-Preoccupati per te, mio caro, te la do io la serata hard, altro che
apocalisse zombie.-
Taichi ridacchiò nervosamente.
-Non sarai un filino geloso?-
-No, so solo che se entrerai in quella casa non ci passerai una sola
notte, perciò stanotte la passi con me, Tai.-
E il signor Yagami non trovò di che replicare.
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