Through the glass

di Crystalized_
(/viewuser.php?uid=440245)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Through the glass


Perdonami per quello che sto per farti.

Oggi sei venuta a scuola, sei venuta per me. Volevi farmi una proposta, mi hai detto, un’opportunità unica. Sei arrivata con quel tuo fare da regina del mondo, forse è la tua determinazione ad essermi sempre piaciuta: sapevi quel che volevi, e adesso volevi me. Volevi che facessi parte della tua band, volevi che fossi il tuo chitarrista. Adesso. Così ero io quello che hai sempre cercato, ero io quello che faceva al caso tuo. Ti confesso che, dopo tutto quello che era successo, vederti m’ha fatto un certo effetto, Debrah. Sei bella come sempre e, come sempre sai d’avere potere su di me e su chiunque. Il tuo faccino d’angelo ha fatto strage; non di cuori, ma d’innocenza ti sei cibata fino ad ora. Ti sei nutrita della fiducia di tutti quelli che credevano in te, di tutte quelle persone accecate dal tuo bel sorriso e dalla tua finta gentilezza.

Ci siamo dati appuntamento per la sera, al Black Jack, quel pub appena fuori città che ti piace tanto; mi hai detto di pensare alla tua proposta e di farti sapere, che ci saremmo visti alle 9 lì. In macchina, che tu ci creda o no, ho continuato a rimuginare. Partire con te e fare quello che più amo, con la ragazza che avevo sempre amato o restare a scuola, vicino alle persone che amavano me? Era un’ ardua scelta, non credere fosse facile. Sarebbe stato bello poter dire: “ma sì, vado con Deb e suono la mia amata chitarra, faccio quello che voglio per tutto il tempo che voglio” , ma non lo era. Facendo questa scelta potrei far soffrire persone che a me ci tengono, come Lysandre, come Lei…

Arrivato davanti al pub, tu sembravi una fata, come sempre. Mi hai abbracciato e dato un bacio sulla guancia, mi hai preso per mano e mi hai trascinato dentro. Mi sorprende come continui a credere che tutto ti sia dovuto, come hai creduto che io fossi ancora tuo. Avevo deciso che, sì, sarei venuto a suonare con te. Ti ho sorriso e ti ho chiesto se gradissi da bere, mi sono diretto verso al bancone. Sono andato a prendere un paio di birre e mentre ritornavo da te, tra la folla, ti ho vista civettare con uno. La musica ad alto volume mi impediva di sentire il discorso ma il modo in cui ti cingeva la vita non era affatto inequivocabile. Tutta la scena di te e Nathaniel, mi tornò nitida in mente e lì, ho compreso il tuo reale scopo. Non ci ho visto più.

Perdonami, per tutto quello che ho fatto.

Ho preso un bicchiere sul bancone e in preda all’ira l’ho scagliato sulla tua schiena, l’ho infranto altre mille volte, più forte, sempre di più. Io mi sentivo morire e invece davo morte, tu morivi ed io restavo inerme. La mia mente era da un’ altra parte. Sempre perfetta tu resterai per me, anche se il tuo viso ha perso il sorriso col bordo del mio bicchiere. Ma eterni siamo io e te, Debrah, con quel bicchiere, il finale più bello che c’è.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1901690