Deus ex Machina

di Miki89
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Prologo
΅DEUS EX MACHINA΅


Nessun uomo è così agile
da evitare il proprio Fato,
o così forte da afferrarne un altro.
[Charles L. Harness, La legge della Creazione]


Nel buio una luce si accese, prima fioca poi sempre più forte.
Calda e pulsante, la fiammella iniziò ad avanzare lentamente, oscillando quasi con arroganza nell’oscurità.
Non ancora raggiunta dal chiarore che si stava diffondendo con cautela, la figura nascosta nelle ombre, rimasta perfettamente immobile fino a quell’istante, si riscosse.
Con calma innaturale si alzò in piedi, abbandonando una poltrona ricoperta da una semplice stoffa, talmente scura da confondersi nell’oscurità.
Un ennesimo ciclo era giunto al termine e il cerchio si era chiuso.
Come ogni volta.
L’ombra si mosse in direzione della fiamma sospesa nel nulla.
Era di nuovo il suo turno: un nuovo evento doveva verificarsi.
Occorreva ricominciare da capo, ancora.
Oltre l’oscurità gli altri stavano aspettando, impazienti.
Ma le pedine impegnate nel gioco erano tante, troppe. Ogni singolo istante aumentavano, crescendo all’infinito, e quelle che perdevano venivano sostituite senza indugio da pedine nuove.
La Scelta era difficile: era necessario compiere una selezione.
Chi sarebbe stato il più degno?
La fiammella rivelò un fugace sorriso; la figura sembrava sicura, priva di esitazioni.
No. Non sarebbe stato poi così complicato.
Aveva sempre scelto bene. Era il suo compito. Doveva scegliere bene. Gli altri glielo imponevano. Il suo dovere glielo imponeva.
Tra le sue mani comparve una sfera, una strana nebbia vorticava al suo interno, impedendo di intravedere qualsiasi cosa potesse contenere.
Si concentrò intensamente, ancora una volta, ricordando quante altre volte in passato avesse compiuto quello stesso gesto, ormai quasi automatico.
La sfera pulsò debolmente per qualche istante, spandendo intorno a sé un lieve bagliore azzurro, mentre al suo interno la foschia vorticava come impazzita, agitata da un vento invisibile.
Il tempo trascorse inesorabile, lento ed estremamente rapido insieme.
La figura riaprì gli occhi, lentamente.
La nebbia era scomparsa, lasciando il posto ad immagini all’inizio indistinte.
La Scelta era stata compiuta.
Con un sorriso soddisfatto la figura tornò ad accomodarsi sulla poltrona, mentre la sfera andava a posizionarsi di fronte a lei. La fiammella al suo fianco si spense con un sibilo, facendo ripiombare l’ambiente in una cupa oscurità, salvo la luce che ancora la sfera emetteva.
Tutto era pronto, finalmente.
Era il momento di andare in scena.





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