Prologo
΅DEUS EX MACHINA΅
Nessun uomo è così agile
da evitare il proprio Fato,
o così forte da
afferrarne un altro.
[Charles L. Harness, La legge della
Creazione]
Nel buio una luce si accese, prima fioca poi sempre più
forte.
Calda e pulsante, la fiammella iniziò ad avanzare lentamente,
oscillando quasi con arroganza nell’oscurità.
Non ancora raggiunta dal
chiarore che si stava diffondendo con cautela, la figura nascosta nelle ombre,
rimasta perfettamente immobile fino a quell’istante, si riscosse.
Con calma
innaturale si alzò in piedi, abbandonando una poltrona ricoperta da una semplice
stoffa, talmente scura da confondersi nell’oscurità.
Un ennesimo ciclo era
giunto al termine e il cerchio si era chiuso.
Come ogni volta.
L’ombra si
mosse in direzione della fiamma sospesa nel nulla.
Era di nuovo il suo turno:
un nuovo evento doveva verificarsi.
Occorreva ricominciare da capo,
ancora.
Oltre l’oscurità gli altri stavano aspettando, impazienti.
Ma le
pedine impegnate nel gioco erano tante, troppe. Ogni singolo istante
aumentavano, crescendo all’infinito, e quelle che perdevano venivano sostituite
senza indugio da pedine nuove.
La Scelta era difficile: era necessario
compiere una selezione.
Chi sarebbe stato il più degno?
La fiammella
rivelò un fugace sorriso; la figura sembrava sicura, priva di esitazioni.
No.
Non sarebbe stato poi così complicato.
Aveva sempre scelto bene. Era il suo
compito. Doveva scegliere bene. Gli altri glielo imponevano. Il suo
dovere glielo imponeva.
Tra le sue mani comparve una sfera, una strana nebbia
vorticava al suo interno, impedendo di intravedere qualsiasi cosa potesse
contenere.
Si concentrò intensamente, ancora una volta, ricordando quante
altre volte in passato avesse compiuto quello stesso gesto, ormai quasi
automatico.
La sfera pulsò debolmente per qualche istante, spandendo intorno
a sé un lieve bagliore azzurro, mentre al suo interno la foschia vorticava come
impazzita, agitata da un vento invisibile.
Il tempo trascorse inesorabile,
lento ed estremamente rapido insieme.
La figura riaprì gli occhi, lentamente.
La nebbia era scomparsa, lasciando il posto ad immagini all’inizio
indistinte.
La Scelta era stata compiuta.
Con un sorriso soddisfatto la
figura tornò ad accomodarsi sulla poltrona, mentre la sfera andava a
posizionarsi di fronte a lei. La fiammella al suo fianco si spense con un
sibilo, facendo ripiombare l’ambiente in una cupa oscurità, salvo la luce che
ancora la sfera emetteva.
Tutto era pronto, finalmente.
Era il momento di
andare in scena.
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