All'inverno infinito

di SakiJune
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Sono sempre io. O meglio, ero io qualche anno fa, quando mi esprimevo esclusivamente in versi. Per chi segue le mie fic non è una novità vedermi poetare, per lo più in inglese.

Infatti la maggior parte delle mie composizioni sono state in origine pensate in quella lingua.

Non mi aspetto recensioni, né complimenti. C'è una parte della mia vita, qui dentro, espressa alla meno peggio, ma pur sempre reale. Leggete, se vi va, e capite quello che potete.

Saki



1. LEGGENDA SCONVOLTA


I folletti non sono angeli gettati dal cielo
giù nella boscaglia
né demoni sgusciati dalla terra muschiosa
con la colpa d’esser troppo melensi nel linguaggio
né pronipoti di Zeus,
né dimenticate divinità del vicino Oriente
in pensione.
Cancella ciò che hai letto su di loro.


Un folletto è figlio di una fanciulla
dai capelli grigi, balbuziente,
che vaga nel folto per sottrarsi alle risa.
Ma i boscaioli hanno sete,

dopo una giornata di lavoro,
e ad una certa ora poco importa se una donna zoppica, sbava
o non sa perché respiri forte.
Poi mani maldestre aprono sacchetti di pelle
o maneggiano spille da balia,
e tutto va a posto, e se la ragazza muore
è ancora meglio.


Così i folletti prendono vita
dove sono stati concepiti -
figli di sputi in una cisterna che non riflette.
Degli alberi rubano l’odore, delle lepri l’andatura,
dell’erba incolta - la capigliatura,
senza sesso né arte.

Del padre hanno il profilo - un poco più umano
tra le gambe il vuoto
per non ripetere il suo errore.


Calamite di sangue, nei secoli attendono
sgranocchiando bacche aspre e dure
come i loro cuori
che la fortuna si conceda al discendente di turno
per fermare la porta dalla quale è entrata
e sgattaiolare dentro.
Ma poi, si può chiamare vendetta
un poco di miele rovesciato sulla sedia?

Bisogna nascere per agire.





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