Mistakes.

di smileonmyface
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Justin.
 

Calma Justin, calma.
Insomma, quanto può essere difficile?
Devi solo dire alla tua famiglia di aver messo incinta una ragazza mai vista prima.
Semplice.
No, semplice non è sicuramente la parola adatta.
Penso a tutto ciò mentre parcheggio la macchina nel giardino di casa. La neve ha imbiancato tutta la villa, è uno spettacolo bellissimo.
Scendo dall’auto dirigendomi verso la porta di casa.
Prendo un respiro prima di suonare il campanello.
Sento dei passi prima di vedere la porta aprirsi e trovare dietro mia madre. Ha un mestolo in mano, ma nonostante questo mi abbraccia, facendo attenzione a non sporcarmi.
-Entra Justin, è quasi pronto da mangiare.-dice sfoderando il suo sorriso.
Le sorrido di rimando ed entro in casa. Come sempre, niente è cambiato.
Vado in salotto, trovando mio padre a guardare la televisione, e i miei fratelli a giocare sul tappeto.
-Allora, dov’è la mia principessa?-urlo riferendomi a Jazmyn. La bimba bionda si volta verso di me e mi corre incontro ridendo. La prendo e le faccio fare due giri, prima di posarla a terra  e lasciarla andare. Alzo lo sguardo appena per vedere Jaxon davanti a me.
-Campione!- dico prima di prenderlo in braccio e abbracciarlo. –Stai crescendo tantissimo.
-Sono l’uomo di casa!-ribatte orgoglioso, per poi tornare da sua sorella.
Mio padre si avvicina a me, abbracciandomi leggermente.
-Come stai figliolo?-mi chiede.
Bella domanda. Prossima?
-E’ PROOONTOO-urla mia madre, portando una pentola sulla tavola apparecchiata. Sia ringraziato il cielo.
Prendo per mano Jazzy e Jaxon e li porto a tavola, per poi sedermi anch’io.
-Allora tesoro, come va?-mi chiede mamma, versandomi della pasta sul piatto.
-Uhm, bene.. vi dovrei parlare di una cosa.- dico piuttosto nervoso.
Mi sto cagando in mano. Ma ormai non posso tirarmi indietro.
-Dicci.-mi sorride mio padre.
-Beh- inizio.-Da qualche tempo sto frequentando una ragazza…
-Oh, non è Ashley, vero?- domanda mia madre.
Alzo gli occhi al cielo.
-Dio no! Ho chiuso con lei. Dopo essermi lasciato con lei ho incontrato questa ragazza. Stavamo solo uscendo insieme, e una sera siamo andati in discoteca insieme.-si, lo so. Ho modificato un po’ la storia, ma è a fin di bene, no? Per il mio bene, in modo che mio padre non mi uccida.-Ci siamo ubriacati entrambi e ci siamo risvegliati a casa mia…Senza vestiti.
Alzo lo sguardo dal mio piatto, per incontrare quello truce di mio padre.
-Ma non è finita qua… Be’, eravamo ubriachi e non abbiamo… Preso le precauzioni, è lei è…Beh, insomma, è rimasta incinta.
-COSA CAZZO TI E’ SALTATO IN MENTE? TI ABBIAMO EDUCATO COSI’, A SCOPARE LA PRIMA RAGAZZA CHE TI CAPITA DAVANTI? EH JUSTIN?-urla mio padre, rosso in viso.
-Jeremy, i bambini!-sussurra mia madre.
Lui sbuffa, per poi guardarmi malissimo. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, sarei morto da un pezzo.
-Lo so papà, me ne vergogno tantissimo, giuro. Non avevamo queste intenzioni, né io né lei…
-Che ne sai? Magari lei è una puttana che aspettava il primo ragazzo ricco per farci un bambino e rifarsi il conto corrente!-urla incazzato. Non lo biasimo.
-Hai ragione papà, ma posso assicurarti che lei non è così..
-Ci hai deluso, Justin.-dice mia madre, fredda.
-Mi dispiace.-dico con il cuore a pezzi.
-Come si chiama la ragazza? Quanti anni ha? Sai che potrebbe denunciarti? Va a scuola? E i suoi genitori?
Prendo un respiro.
-Si chiama Grace, ha la mia età. Va al primo anno del college, e vive con una sua amica. I suoi genitori sono morti un anno fa, e da quanto ho capito è stata insieme ad un ragazzo che poco dopo il lutto l’ha lasciata. Non aveva cattive intenzioni.
-Povera ragazza.-commenta mia mamma.-E di certo tu non l’hai aiutata! Hai idea di cosa significa avere un figlio? Per una donna, soprattutto? Aggiungici il fatto che è orfana e deve ancora finire il college! Hai idea del guaio in cui ti sei cacciato?
-Si, me ne rendo conto. Le ho detto che provvederò alle spese per il bambino, che la aiuterò in ogni modo.
-Vorremmo incontrarla.-dice mio padre dopo essersi consultato con mia mamma.
-Sì, ci avevamo già pensato, lei aveva detto di sì, quindi va bene.
-Ma voi.. state insieme?-chiede mia mamma.
-MAMMA!
-Avrò il diritto di saperlo? Ha in grembo mio nipote!
-No, non stiamo insieme.-dico sospirando, nessuno qua si fa gli affari suoi.
C’è un silenzio imbarazzante. Tutti mangiano, e si sene solo il rumore delle forchette sul piatto.
-Mi dispiace.-mormoro veramente mortificato.
-Justin, devi capire che con un ‘mi dispiace’ non si rimedia agli errori. Ora tu devi rimboccarti le maniche e sistemare questa situazione. Un bambino non è un impegno da poco, e deve crescere in un ambiente accogliente. Spero tu lo capisca.
-Si mamma, lo capisco e…
Il telefono mi squilla. Guardo lo schermo, e leggo il nome di Grace.
-Scusate, è lei, potrebbe essere importante.
Annuiscono, e io mi alzo rispondendo al telefono.
-Pronto?
-Justin, sono Grace…-dice sussurrando, come se non riuscisse a parlare.
-Cosa c’è, stai bene?
-No, ero in classe e sono uscita perché mi veniva da vomitare. Sono stata un quarto d’ora in bagno a vomitare, e adesso mi gira la testa in una maniera pazzesca. Ho detto al professore che non mi sentivo bene e ho lasciato la classe. Jude non mi può venire a prendere e non riesco a prendere il pullman, mi sento svenire…
-Arrivo.
Chiudo la chiamata preoccupato. Spero non sia nulla di grave.
 -Tutto bene, Justin?- chiede mia mamma.
-No, era in classe e si è sentita male. Devo andare a prenderla, scusate.
 
Guido come un pazzo per raggiungere il college prima possibile.
Dopo vari minuti vedo l’edificio. Parcheggio la macchina alla meno peggio e mi precipito dentro, in cerca di Grace. La trovo seduta su una delle tante sedie, con una mano sulla pancia e l’altra che sostiene la sua testa.
-Justin.- dice sorridendo leggermente.
Sembra sfinita.
-Come ti senti?-le chiedo prendendole la mano e facendola alzare.
-Debole.
-Dai, ti porto a casa.
Il viaggio si svolge nel completo silenzio. Ripenso alle parole dei miei genitori. Li ho delusi.
Noto lo sguardo di Grace fuori dal finestrino, perso.
-Siamo arrivati.-dico fermando l’auto davanti al palazzo.
-Ah, si, grazie. Scusami se prima ti ho chiamato così, ti ho disturbato probabilmente, ma non sapevo chi altri chiamare e…
-Non preoccuparti, chiama ancora se hai bisogno.
-Va bene. Vuoi salire con me? Non vorrei stare sola, Jude è a lavoro e non mi sento bene. Se hai da fare non importa.
-Non ho niente da fare, non preoccuparti, sto con te.
Mi sorride e mi accompagna fino a casa.
Apre la porta e appoggia il cappotto e la borsa all’ingresso.
Cammina verso la cucina, ma si appoggia sul divano, fermandosi.
-Stai bene?- le chiedo tenendola per i fianchi.
-Mi sento mancare, forse ho la febbre.-sussurra.
Poggio le mie labbra sulla sua fronte, per sentire se è calda.
-No, non ce l’hai, non sei calda. Hai mangiato stamattina?
-Qualche biscotto…
-Hai un calo di zuccheri allora. Sei incinta, devi mangiare di più, anche se non ti piace fare colazione.
Annuisce, appoggiando la testa sul mio petto.
La abbraccio e la prendo in braccio per poi appoggiarla delicatamente sul divano. Faccio per allontanarmi quando sento tirarmi per la camicia.
-Non andare, stai qua, ti prego.- mormora con gli occhi chiusi e la voce spezzata.
Mi si spezza il cuore a vederla così fragile. E’ pallida, e escono delle lacrime anche se i suoi occhi sono chiusi.
Mi stendo accanto a lei, abbracciandola da dietro e accarezzandole i capelli fino a che non si addormenta.





Scusate, sono stata impegnatissima con la scuola, e non ho avuto un minuto libero.
Questo capitolo non è niente di speciale, lo so, mi dispiace,
so che probabilmente ho perso tutti i miei lettori e mi dispiace.
Spero vi piaccia il capitolo.




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