Why?
Perché?
Quella domanda
aleggia tra di loro fin dall’arrivo di Merton, mitigata in
parte dallo stupore e in parte da quella travolgente euforia che li
avvolge improvvisa, tanto calda da essere quasi bruciante. Riecheggia
dietro un grido gioioso, istintivo, animalesco, si nasconde discreta
nel calore intimo e intossicante di un abbraccio.
Le scuse di
Merton non servono a niente, suonano forzate e ridicole, una copertura
sottile di parole inutili su qualcosa che lui non è pronto a
dire e Tommy non è pronto a sentire. Sanno tutti e due che
andare a quell’università era il suo sogno:
lì sarebbe stato accettato, riconosciuto come il ragazzo
brillante che è.
Una
piccolissima parte di Tommy sa che dovrebbe sentirsi in colpa, ma per
il momento proprio non ci riesce, e allora accantona quel pensiero in
un angolo della sua mente, come una cartaccia appallottolata e gettata
distrattamente nella spazzatura.
Perché?
In fondo,
anche se nessuno dei due si azzarda a dirla ad alta voce, entrambi
conoscono la risposta.
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