Kiss #2 - Neve
Raccontami
una storia.
Che tipo di storia?
Una storia.
Qualcosa di bello, della tua vita.
E' difficile.
Non ci sono state cose
belle nella tua vita?
Molte piacevoli, tante gratificanti ma veramente belle sono rare.
Come la neve?
Si, come la neve in una città come questa.
Allora?
Non saprei, ci dovrei pensare.
Allora pensaci, dai.
E va bene, una me la ricordo.
Credo
fosse gennaio.
Ero solo un
ragazzo, avevo
diciassette anni e tante cose nella testa. La scuola non mi
interessava, tanto meno il mio futuro. Volevo solo vivere il presente
con tutto me stesso. Ero audace e testardo, ma soprattutto
sentivo qualcosa dentro di me che non sapevo spiegarmi, qualcosa che
gridava e voleva uscire e che non mi faceva restare fermo neanche un
attimo.
Era pieno
inverno e le
strade erano bianche, i tetti delle case gonfi di neve. Era mattina o
forse pomeriggio, ricordo solo che il sole era alto nel cielo ma non
scaldava.
Le stecche
gelate della
panchina pigiavano sulla mia schiena e il freddo passava attraverso il
giaccone arrivando fino alla mia pelle pallida. La panchina dava su una
strada del centro ma non passava nessuna macchina e solo qualche soffio
gelido di vento spezzava il silenzio.
Mi accesi una
sigaretta e
mi misi a guardarla. Improvvisamente mi accorsi che era bella. Molto
bella. Le labbra rosse e screpolate e lo sguardo lontano. Persa nei
suoi pensieri, chissà dove.
Era seduta
lontano da me e sembrava avere freddo.
Aveva sedici
anni.
Ci eravamo
già visti
qualche volta, con altri amici ma era la prima volta che uscivamo soli,
me lo aveva chiesto lei e io avevo accettato. Non che fossi
particolarmente preso da lei, come ho già detto, ero solo un
ragazzo e avevo tante altre cose nella testa e poi credevo ancora che
le ragazze fossero più o meno tutte uguali.
Certo, sapevo
che lei non
era una di quelle ragazze che frequentavo io, che proveniva da una
famiglia benestante e per questo quando mi aveva chiesto di vederci ero
rimasto un po’ sorpreso, ma ora ero curioso di vedere cosa
avrebbe fatto, se davvero gli interessava un tipo come me.
Tutto era
silenzio, una macchina passò sporcando la neve, poi
scomparve.
Non mi veniva
in mente
nulla da dire così continuai ad aspirare il fumo caldo che
usciva, bianco anche lui, dalle mie narici. Lei si girò
verso di
me e mi guardò. Occhi di ghiaccio mi attraversarono il corpo.
Dammene
una.
Lo disse
decisa.
Gli diedi una
sigaretta. Non sapevo fumasse.
Se la accese e
continuò ad ammirare il paesaggio insolito e innevato della
città.
Sembrava
più grande,
aveva qualcosa negli occhi, qualcosa che tuttoggi non saprei spiegare,
qualcosa di stranamente seducente e
serio.
Che
illogico
Disse,
guardando la sigaretta consumarsi tra le sue dita.
fare
una cosa che non ci piace, ci consuma e che sappiamo che molto
probabilmente ci ucciderà...
Non mi
guardava, avrei potuto pensare che stesse parlando da sola.
Non risposi.
Si
girò verso di me.
Come
te.
Si, aveva
qualcosa in quegli occhi, pensai.
Non
mi piaci.
Sei
bugiardo, immaturo ed estremamente egoista.
Eppure… eppure…
Per un attimo
sembrò esitare. In bilico fra quello che era e quello che
sarebbe stata dopo quelle parole.
sento
il desiderio lacerante di baciarti.
Subito le sue
labbra furono
sulle mie. Si trovarono e sembrarono essere state create le une per le
altre. Due parti di una pietra spezzata nella notte dei tempi che ora
venivano a ricongiungersi.
Una passione
sconosciuta e allo stesso tempo sempre esistita
s’impossessò di me.
Improvvisamente
la strada,
i tetti, la neve e le stecche gelate della panchina non esistevano
più, esistevano solo quelle labbra sulle mie che sentivo
nascere
e morire le une dentro le altre.
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