15 Novembre 2007
E’ assurdo. Questa sera uscirò con Nicolas Newman in persona. Salve ,mi presento sono Jessica Parkinson e frequento l’ultimo anno di liceo. Non mi reputo una grande scienziata in ambito sentimentale, ma a scuola me la cavo, anche abbastanza bene a dire la verità. Ho poche amiche e una famiglia meravigliosa, che mi ricolma sempre di una grande affetto, se non fosse per il mio fratellino pestifero di otto anni che non si fa mai gli affari suoi e per questo lo prendo in giro, denominandolo "femminuccia". Comunque tornando a noi …. dovete sapere che proprio questa sera uscirò con Nicolas(il mio migliore amico)che ha giusto un anno in più rispetto a me. In realtà questa sorta di appuntamento, mi ha colto molto alla sprovvista, in quanto io e lui non siamo mai andati d’amore e d’accordo. Siamo sempre stati grandi amici che passavano il loro tempo a prendersi in giro e raccapezzarsi l’un l’altro. Non ci siamo mai detti quelle cose sdolcinate, del tipo : "ti voglio bene" o " se il mio migliore amico".No, bensì mi sono comportata sempre come un vero maschiaccio.
Ho capito che qualcosa stava cambiando dentro di me, quando …
Flashback
Stavo varcando la soglia del liceo quando mi trovo le cheerleader che mi si avvicinano con fare altezzoso,pronte,secondo la mia modesta intuizione a farmi una scenata davanti a tutti; infatti successe esattamente ciò che avevo immaginato.
La capo cheerleader, Victoria, fu la prima a parlare : -Ciao, sfigata.
Io mi girai, avvampando. Come mi aveva chiamata ? Che cos’ero io?
- E’ inutile che fai quella faccia, tanto lo sanno tutti che lo sei. Comunque non è per questo motivo che mi sono avvicinata a te, bensì mi è giunta voce che tu sia in ottimi rapporti con uno dei ragazzi più fichi della scuola …
- E allora ? Replicai io, alzando leggermente i toni.
- Beh, stagli alla larga. Lui è mio.
All ’ improvviso proprio dietro di me, sentii una voce e una mano che mi strinse in un tenero abbraccio. Era Nicolas. Si rivolse a Victoria, con fare minaccioso.
- Fino a prova contraria io non sono di nessuno, men che meno di una senza cervello come te. Mettitelo bene in testa e non provare più a minacciare Jessica! Mi hai capito?
Sdegnata Victoria replicò :- beh, se ti sta tanto a cuore, tienitela pure.
E insieme alle altre ochette si allontanarono.
Stavolta mi girai verso di lui e gli chiesi: - Perché l’hai fatto?
Mi guardò negli occhi con uno sguardo profondo, diverso; infatti non potei fare a meno di arrossire.
- Perché ho voluto proteggerti. Non sopporto che qualcuno ti faccia del male.
Con quelle parole, capii che da quel momento il rapporto tra me e lui non sarebbe stato più lo stesso .
Fine flashback
E adesso che sapete come sono andati i fatti, potete immaginare perché abbia deciso di uscire con lui.
Come previsto alle sei un punto Nicolas si fece trovare davanti a casa mia. Non appena lo vidi, arrossii; poiché indossava una camicia nera che metteva in risalto i suoi muscoli. Non fece altro che stare davanti dallo stipite della porta, a fissarmi.
Mi sembrava tutto così strano … prima ci comportavamo come due maschiacci e ora ? Cosa succederà ?
- Che c’è ? mi disse dolcemente- mi sembri triste.
- Ah,scusami. Ero sovra pensiero,
- Allora spero che ci sia io nei tuoi pensieri
Arrossii
- Ma tu non sai fare altro che alludere sempre a qualcos’altro.
Si avvicinò e mi sussurrò in un orecchio:- fino a prova contraria questo è il mio mestiere.
E chiudendo la porta di casa, iniziammo il nostro appuntamento, anche se non nella maniera che avevo sperato; poiché fino a quando non varcammo la soglia del parco giochi, non dicemmo una parola. Evidentemente entrambi eravamo in uno stato di completo imbarazzo.
- Sei contenta di andare al parco o ti piacerebbe andare da qualche altra parte ?
- No, in verità no. Cioè mi fa piacere fare una gita nel parco, soprattutto insieme a te – dissi tutto d’un fiato. Quando mi voltai verso di lui, vidi il suo stato di sorpresa e non potei fare a meno di sorridere.
- Vogliamo andare? Mi chiese porgendomi un braccio.
- Va bene, mio cavaliere.
Fu un pomeriggio davvero magnifico, in cui non facemmo che girare per le varie giostre, sorridendo e scherzando, come una volta.
A fine serata, stanchi di quel pomeriggio, ma allo stesso tempo felici, ci dirigemmo verso la gelateria e ordinammo due gelati.
Proprio mentre stavo mangiando l’ultimo boccone, mi colò una goccia di cioccolato lungo il labbro. Sentii il suo dito, sfiorarmi la guancia e mi disse dolcemente:-attenta, ti sei sporcata. E in men che non si dica,poggiò le sue labbra sulle mie.
Quello fu il mio primo vero bacio.
Dopo pochi istanti.che mi parvero interminabili,replico così:
- E chi l’avrebbe mai detto che mi sarei innamorato di te …
- Già. Chi l’avrebbe mai detto. |