Carissimi lettori,
vorrei spendere due paroline prima che leggiate
queste cose, sempre se ne avete l'intenzione. Non ho molto tempo,
nè energie/forze/umore per scrivere troppo anche se non si
direbbe ^^, ma quello che volevo dirvi era che ho scritto
queste flashfic per una persona a cui tengo molto; *avevo in mente
delle drabble, lo so, per un totale di venti. Avevo steso anche una
scaletta lo sapete? In 10 minuti giuro! Ma la sintesi probabilmente
quando scrivo non fa per me, nè l'originalità,
perchè se prima sostenevo di non avere fantasia, ora ne sono
assolutamente in astinenza. L'avete vista passare per caso?* Non so con
che coraggio sto per pubblicare questa roba, ma....meglio non
chiederselo.
Si tratta di crossover, lo so ho scritto delle
storie sulla coppia Liam/George, pur non seguendo io gli Union J, per
cui premetto che ci sono molti dettagli inventati di sana
pianta. Le trovo molto melense, forse anche troppo per i miei stessi
gusti, ma in questo momento questo è il mio
massimo...
Ultima postilla. Ogni flashfic ha un colore
perchè è il colore che mi suggeriva il contenuto
e per me era davvero importante differenziarli.
P.S. C'è anche la partecipazione
"speciale" di Niall ^_________^
P.P.S. spero non ci siano troppi errori
>< ed altre due cose: se vi va ascoltate la canzone
quando troverete il link e
detto questo a JustPierre
:)
Slice of life.
1-“Passion fruits”
(203, reting: verde)
-Qual
è il frutto dell’amore dici?
E’ sentire
il fiato sul collo, il respiro a due centimetri di distanza,
è il
battito che incede caloroso verso la meta; è
quell’insopportabile rumore
prodotto dal mondo attorno a te perché l’unica
cosa che vorresti sentire,
quando pensi all’amore, è solo quella persona,
sai, quella speciale George,
quella che sapresti anche lasciare andare se solo te lo chiedesse, se
solo non
facesse così male, se solo non fosse così lei.
Il frutto
dell’amore? Alla fine non esiste o, forse, è
l’amore stesso, perché da amore nasce amore, se
è amore vero.- mentre sentiva
queste parole,il piccolo Shelley guardava il suo Liam tra lo stupito e
lo
sconcertato, chiedendosi da dove potesse nascere tale sentimento
soltanto in
quelle poche parole, ma alla fine, si accorse, non c’era
nemmeno il bisogno di
chiederlo, perché era ovvio. Eppure, lo chiese lo stesso, un
po’ per curiosità,
un po’ per averne la certezza, un po’
perché si sentiva pieno a sentirselo
dire:
- E qual è
il tuo frutto d’amore preferito Liam?- e non ci
fu bisogno di risposta, non verbale per lo meno, uno sguardo bastava,
uno
sguardo che sembrava sussurrare: “tu”.
2-“Questions” (278,
reting: verde)
Era una
mattina soleggiata, quella mattina in cui accadde
tutto. Non c’era un perché, eppure quelle due
labbra si erano ritrovate
congiunte, proprio nel momento stesso in cui una coccinella, birichina,
stava
per passare sulla loro strada e, in effetti, quelle due strade si
incrociarono.
Deviata a fallimento
la sua traiettoria, si era ritrovata
attraccata a due candidi visi: sorrisero. Loro, loro che facevano
discorsi
strani come sui frutti dell’amore, si erano ritrovati con una
coccinella
addosso, una di quelle piccoline, una di quelle la cui unica
peculiarità era
portare solletico o dispetto a chi se le ritrovava vicino.
Ma a loro non dava
fastidio,no, anzi. A Liam quella sembrava
la scena più bella del mondo.
Era incredibile come
le gote del suo “pallottolino” adorato
si fossero imbiancate davanti alla percezione di qualcosa di estraneo
su di
loro, aveva paura, non poteva negarlo, eppure era talmente rassicurante
quella
scena che avrebbe voluto tanto prendere un blocchetto ed imprimercela
sopra: un
dito che, timido, si sporgeva verso il piccolo insetto per poi
sorridergli
calorosamente. Non era umano quel ragazzo, se l’era sempre
detto lui, perché
tutto a partire dagli occhi, al viso, al corpo,
all’espressione fino all’aura
stessa che sembrava emanare attorno a se, sembravano esprimere una
leggerezza
assurda, capace di portarti all’’infinito e forse
anche oltre.
Non
l’avrebbe mai potuta definire se non come la domanda
più
grande dell’universo, il suo:
“Come fa ad
esistere un essere simile?” e forse una risposta non
c’era, ma non
ne aveva bisogno, in fondo.
Cosa gliene importava
di avere risposte quando aveva il paradiso davanti agli
occhi?
3-“Basement”( 316, reting:
giallo)
Se si
può parlare di arte illusoria, allora George Shelley
era il mago delle sparizioni. Già. Erano ora che il povero
Payne lo stava
cercando, senza successo, come se giocare a guardie e ladri fosse
diventato un
vero e proprio lavoro: lo trovava pazzesco. Come fosse finito in quella
situazione poi, non ne era del tutto cosciente.
Solo qualche ora
prima si trovavano stesi sul divano a
guardare un film sui ninja, uno di quelli che Liam odiava, ma che
sapeva
piacere al suo piccolo fagotto, quanto si era ritrovato senza pelle tra
le
mani, senza calore umano e, soprattutto, senza la sua presenza fisica.
Non amava il suo
ragazzo quando faceva così, per
indispettirlo, con quell’aria da angelo doppiogiochista che
si ritrovava, ma se
c’era una cosa che aveva imparato da quando conosceva il suo
ragazzo era che a
tutto c’era una ricompensa con George Shelley.
Quindi non si
sorprese quando lo vide lì, girato di spalle,
nella penombra della cantina, solo ed infreddolito a tal punto da
fargli quasi
pena, ma gli si avvicinò e, tirandolo a se per i fianchi,
gli baciò piano il
collo, ancora pieno dell’asfissia della corsa, infrangendo le
parole che gli
morivano in gola sulla sua pelle nivea:
- Ti ho trovato, mio
principe delle tenebre- e con mille
brividi a percorrergli il collo fino alla punta del capello
più ribelle della
testa, notò il suo ragazzo drizzare il busto e, con sua
enorme sorpresa, si
ritrovò una mano nei boxer ed un gemito indispettito nelle
orecchie – se sono
il tuo principe delle tenebre perché non provi ad
illuminarmi tu, stellina?- e
Liam sarebbe di certo morto se avesse udito qualcos’altro,
solo un’altra parola
o un altro ansimo, ma con quelle mane spiritate a fargli da fatina
custode, si
ritrovò a venire copiosamente senza poter dire o sentire
altro che un, “ah”.
4- “Love” (239,
reting:arancione)
Pensare a quanto il
mare sia infinito sarebbe stato inutile se quei due non si
fossero conosciuti, perché se George prima di incontrare
Liam non avrebbe mai
pensato bello fare l’amore sulla spiaggia in quel momento,
gli sembrava la cosa
più meravigliosa del mondo:Liam il suo infinito personale,
il mare, l’infinito
del mondo. E amava, ormai, quando, giocherellando con la sabbia, si
avvicinava
seducente e cominciava a spargerne i piccoli granuli uno ad uno, fino a
formare
quello che sarebbe stato il loro letto, e quando poi, un sorriso finto
sghembo
in volto, lo attirava a se e lo baciava: irresistibile.
Nessuno avrebbe mai
saputo descrivere quella delicata magia
che si creava in tutto il paesaggio come se non fossero più
soli, ma attorniati
da un’umanità intera a far presa sul loro amore e
ad esserne cosciente.
Non che il giovane
Shelley non ne fosse geloso, sia chiaro,
Liam era solo suo, ma si sentiva in qualche modo fortunato a poter
sentire lui
solo quelle braccia cingergli la vita ed il collo, bramandone ogni
angolo di
pelle, finché non lo possedeva del tutto.
Una spinta, due ,
erano così dolci a suo dire che non avrebbe voluto percepire
altra sensazione in vita sua al di fuori di quella, delle loro fronti
madide di
sudore pronte a toccarsi e attaccarsi, quasi, le une alle altre.
Sì,George
non avrebbe mai potuto bramare alcun infinito se
non Liam.
Feel
Again
( canzone)
5-“Lemons tree”
( 393, reting: arancione)
Un giorno, quando Niall
aveva chiesto a Liam di fare l’amore sotto un
albero di limoni, al castano era sembrata un’idea
assolutamente impossibile.
- E se ci vedono?-
aveva esclamato sconcertato. Per lui poter
essere visto, in pubblico, a far l’amore era davvero
inconcepibile.
Ma - Dai
Lì, non ci sarà nessuno e ne ho bisogno!- avrebbe
veramente voluto rispondere di “no”, ma quegli
occhi, oh quegli occhi, non li
avrebbe mai potuti scodare, neanche adesso che non era più
con lui.
Blu, brillavano
talmente intensamente da fargli venire dubbi
sulla provenienza del firmamento.
Di certo, gli passava
per la mente, che non avrebbe mai potuto competere con
quel batuffolo di bellezza che aveva davanti.
E - si- ancora si
portò a dire quando, un asciugamano stesa sul prato,
anch’esso brillante, brillante d’estate, si
sdraiò con gli occhi a fissare i
limoni nel timore che qualcuno potesse cadergli in testa. Ansia.
Avrebbe creduto non
vederla svanire più, nemmeno quando due dita
gli inumidirono l’apertura già agonizzante nel
voler sentire quel calore
attorno a se, pechè Niall era tutto quello, era il calore
che non aveva mai
avuto.
Ma faceva male e Liam
non era mia stato quello passivo, perché per lui esserlo
significava essere protetti e doveva essere lui il cucchiaio, non il
cucchiaino.
Era lui il
protettore, non il contrario, ma quando, corpo a
corpo e lui steso a novanta, lo sentì entrare, si
ricordò di quel firmamento
visto poco prima e forse, pensò, avrebbe potuto essere lui
la stella di
qualcuno per una volta.
Già, una
volta, solo per lui, per l’uomo che le sua luce e
la sua asprezza voleva essere come un albero di limoni, gli aveva
sussurrato al
limite dell’orgasmo:
- Io il tuo Limone,
tu il mio albero, per sempre- e sarebbe
stato tutto perfetto se quel “per sempre” fosse
stato davvero materiale, ma c’è
chi viene e chi va. Chi resta e chi scappa via, Liam non aveva mai
ignorato
questo, soprattutto da quando il suo nuovo firmamento era diventata la
coltre
di terra impressa negli occhi del giovane Shelley.
Lo aveva deciso: non
sarebbe mai più stato il cucchiaio, né il
cucchiaino di nessuno, ormai li odiava e ne aveva quasi il terrore, ma
sarebbe
stato soltanto il prato di qualcuno, per sempre di George.
6- “Bay
leaf”(228,
reting: verde)
- Liam
sei un gran poeta sai? Ti dovrebbero incoronare con
l’alloro, come si faceva una volta.- il castano sapeva, lo
aveva sempre saputo,
di stare con un pazzo, ma lo aveva davvero realizzato solo nel momento
stesso
in cui Shelley si era presentato davanti a lui con un barattolo di
foglie
d’alloro, un filo e delle fobici dicendo che avrebbe
costruito lui la corona da
mettere in capo al suo re.
E l’avrebbe
anche messa in piano questa idea, se non si
fosse ritrovato a pensare alle conseguenze disastrose di
un’investitura poetica
attuata dal piccolo George. Malefica,assolutamente.
Se non si fosse
rifiutato si sarebbe ritrovato a scrivere e
parlare in versi per una settimana e no, ciò non era proprio
nelle competenze
del povero castano che, avuta un’idea geniale, si intinse di
dolcezza e
prendendo il sopravvento, lo baciò con tutto se stesso.
Il bacio funzionava
sempre e ne erano ben consapevoli
entrambi, così, quando una cascata di foglie
d’alloro a terra, due grossi
sorrisi dipinti sui loro volti e uno sguardo perso da innamorati, si
staccarono:
- La miglior
investitura poetica di tutta una vita sei tu, mio piccolo George-
Liam era sicuro che il pericolo era scampato.
O forse no?
Quel giardino di
foglie profumate sotto di lui gli aveva fatto pensare a ben
altre poesie proibite.
7- “Broken
heart”(246,
reting:verde)
La
sincerità aveva sempre ripagato Liam,ma stranamente
quando aveva visto davanti a se sbucare il sole quella mattina, si era
ricreduto su quanto l’essere sinceri in amore ripagasse.
Una discussione
inutile per lui, quella sui piatti da scegliere per il pranzo,
avrebbe preferito di gran lunga cenare su dei tovaglioli, lui, ma il
suo
ragazzo super perfettivo si era impuntato sul piatto perfetto,
così, armato di
grande pazienza, si era ritrovato negozio per negozio, alle due e mezza
del
pomeriggio, per trovare dei piatti dal bordo ricamato con delle
ciliegine,
tutto perché dei piatti con dei miseri girasoli non andavano
bene per la cena
speciale che gli avrebbe voluto preparare. Cena, ma Liam non aveva
neanche
pranzato e quando era ritornato a casa senza la richiesta esaudita,
scoppiò il
finimondo.
No, essere sinceri
alle volte non basta se non si ha un po’
di tatto, ma nessuno aveva mai messo i cartelli informativi su
ciò e Liam non
sapeva proprio come comportarsi davanti al “mal
d’amore”.
Con Niall non ne
aveva mai avuto il bisogno, eppure forse
era proprio questo che era mancato al loro rapporto. Troppa dolcezza,
bizzarria, tutto, ma nessun sano litigio.
Forse
sarebbe bastato
uno “scusa”, forse la sincerità, quella
vera, avrebbe ripagato, forse esplicare
la sua non curanza per i piatti, ma per lui avrebbe fatto effetto.
E, forse e in effetti
quei piatti rotti davanti a lui avrebbero dovuto
confermarlo: si era ritrovato a mangiare davvero sui tovaglioli.
8-“Mask”(375, reting:
verde)
George
aveva sempre odiato le feste in maschera, ma allora
perché ora si ritrovava con un trucco ortodosso in volto e
una parrucca enorme
e bianca, soprattutto, in testa?
- Dai ci divertiremo!
– aveva detto il suo ragazzo e poi era lui quello strano,
quello che amava i ninja, quello che cantava a squarciagola la mattina
per
svegliarlo, quello che le omelette le mangiava solo se fredde
perché
altrimenti, sosteneva, da calde avevano qual gusto insopportabile di
uova che
lui per l’appunto odiava, come se da fredde lo perdessero,
era lui il pazzo.
O forse era quello
scapestrato del suo ragazzo? Lui sì che
era un adone invidiabile: nessuna parrucca indiscreta, capelli in
ordine,
pantaloni stretti, lucenti e scuri e, a scanso di equivoci, il petto
mezzo nudo
con quella camicia azzurrina a fargli da contorno e dei piccoli baffi
ad
amalgamare il tutto.
Da cosa fosse
vestito, poi, non era importanza. – Siamo
quelli degli anni retrò- gli aveva detto tutto soddisfatto
e, mano per la mano,
se l’era trascinato fuori di casa convinto di passare una
serata diversa.
Ma al giovane animo
innamorato del piccolo romanticone
angelico, sarebbe tanto piaciuto un duetto alla Romeo e Giulietta,
certo straziante,
ma classico, un amore capace anche di andare contro il tempo e la morte
materiale.
Lui voleva un amore
che aleggiasse nell’aria eppure non riusciva proprio a
concepirlo, non con quella parrucca, stupida parrucca, in testa.
E se per Liam tutto
questo era considerabile bello,
piacevole, senza alcun disagio, non si sarebbe mai immaginato il piano
del suo
ragazzo:
appena arrivati alla
festa organizzata dal comitato di
quartiere, occhi di terra si disperse
“accidentalmente” tra la folla, frugò
tra
i vecchi costumi di beneficienze e, “casualmente”,
trovò ciò che desiderava.
Non restava altro che
mettere in atto il tutto e,
soprattutto, rapire Liam.
Impresa
tutt’altro che difficile. Gli bastò soltanto un
cucchiaino per farlo
svenire ed operare il cambio.
E quando Liam si
svegliò, si ritrovò con una veste fin troppo
lunga a coprirgli
le gambe ed un sorriso soddisfatto da parte del suo ragazzo che, seduto
a cavalcioni
sulle sue gambe: - baciami mia Giulietta- sapeva di averla avuta per
vinta,
anche stavolta.
Come dire di no al
romanticismo ottocentesco?
9-
“Find” (342, reting:
verde)
Era una
sera, George era stato male da poco, quella in cui
decisero di andare al mare insieme. Era il loro anniversario quel
giorno e
Liam, dopo la paura di perdere quel dolce
“pargoletto” raccolto ansimante dal
divano, aveva organizzato una settimana di estremo relax: bici,
passeggiate
all’ombra di cipressi e frasi sdolcinate consumate in un
picnic sotto un salice
piangente. Erano persino stati allo allora vecchia scuola ed il genio
degli
angeli lo aveva anche costretto a sedersi sulla vecchia altalena del
parco
dimesso là di fronte dove giocavano sempre lui e Niall; ma
se il biondo era
stato importante per la sua esistenza, ora nuovi ricordi si stavano
innestando
nella sua mente lasciando ai vecchi il tempo di un abbraccio.
Avevano giocato
persino con la sabbia e quasi gli pareva di
stare al mare vedendo tanti bambini giocare attorno a loro. Gli
sembrò anche di
tornare indietro nel tempo quando, sbucciatosi un ginocchio, era
tornato a casa
sanguinante e la mamma gli aveva anche dato “il
resto”.
Ma il ricordo
più bello, in assoluto, fu quello del mare presente.
Lì, davanti a quell’infinito e ancora tanti
piccoli bambini a correre davanti a
loro ed era stato lì che anche loro diventarono bambini e,
castello dopo castello,
avevano formato strane costellazioni nella sabbia:
-Sembriamo noi due
che facciamo l’amore, tu sotto io sopra, le gambe a
cavalcioni ed un sorriso pieno di orgasmi, quelli che ogni volta mi
fanno sognare.
Sei il paradiso George.- e non sapeva perché
l’avesse detto, ma Liam sapeva con
certezza che non avrebbe mai più visto quelle guance ,
quelle del suo ragazzo,
più rosse che in quel momento.
- Sh… ci
sentiranno i bambini- inutile dirlo: Liam era
testardo, forse anche più di George e se un tempo avrebbe
gridato al mondo la
sua riservatezza, ora avrebbe urlato il suo amore anche in una
spiaggia, perché
– che sentano l’amore vero, quello di sofferenza e
dolore, quello d’azione-
sorriso: una nuova costellazione.
10- “The perfect number”(215,
reting: verde)
Erano ad
un picnic, uno di quelli che le famigliole della
domenica sono solite organizzare, ma loro non erano una famigliola come
tutte
le altre ed il loro non era un picnic come tutti gli altri, ma in casa.
George fissava il
puff in soggiorno con aria sognante e Liam
non aveva nulla da obbiettare nella pace liberatoria della sera, ma
quando- c’è
un puff,c’è il puff,- Liam sapeva che la pace era
ormai finita e non si
sbagliava di certo:
- Sì
perché il puff è lo zero e noi il
“due”, Liam. - si era
anche cominciato a chiedere davvero quanta sanità mentale
potesse possedere il
suo ragazzo.
- Poi ero io il poeta
criptico? Spiegati.- aspettò, davvero
ci provò ad aspettare una risposta, ma quel- non
c’è nulla da spiegare Liam- a
rimbombargli nelle orecchie come una trombetta straziante, non lo
faceva per
nulla strare bene.
- Oggi compi
vent’anni Liam, il numero perfetto. Questo è il
puff sul quale abbiamo fatto l’amore la prima volta ricordi?
Questo è il posto
in cui sediamo quando facciamo le nostre cenette romantiche e questo,
sempre
questo, è il posto in cui ci demmo il nostro primo bacio.
Lui è lo zero, la
nostra partenza e noi siamo i suoi due, capisci?- Liam scosse la testa.
- Era un modo
alternativo per augurarmi buon compleanno?-
Una risata,
cristallina.
-Forse, non lo saprai mai.-
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