I Tokio Hotel non mi appartengono *sigh* Tutto quello che scrivo è frutto della mia fantasia e non ci guadagno nulla *doppio sigh*
Amburgo,
6.30 pm.
-
Chrystal, mi vuoi sposare?-
Alle
parole di Tom, Scotty piegò la testa di lato, con fare
perplesso,
per poi voltare le spalle al suo padrone, in ginocchio davanti a lui,
e continuare il suo pisolino.
-
Non mi sei per niente d'aiuto, Scotty – sbuffò il
chitarrista –
Potresti fare un minimo sforzo?-
Per
tutta risposta, il cane cambiò posizione, senza
però calcolare
minimamente Tom.
Il
ragazzo sbuffò una seconda volta, quando, all'improvviso, la
porta
della sua camera da letto si aprì di scatto, mostrando una
giovane
ragazza dai capelli scurissimi e tagliati corti, gli occhi castani,
seminascosti da una lunga frangia, che ora osservavano la scena che
si era presentata loro davanti.
-
Tom...- disse la giovane – cosa... cosa stai facendo?
-
Chrystal!- esclamò Tom, evidentemente imbarazzato -
Volevo... volevo
giocare con Scotty- si giustificò, alzandosi – Ma
lui non ne vuole
sapere a quanto pare- aggiunse, con una smorfia – Avevi
bisogno?-
chiese poi, sorridendo.
-
Mi chiedevo se sei pronto per la grigliata di stasera- rispose la
ragazza, avvicinandosi – Tuo fratello e gli altri arriveranno
tra
poco- spiegò.
-
Sì, sono pronto- disse il moro – Devo solo andare
a prendere una
cosa in... in...-
Si
bloccò di colpo, pensando ad una scusa plausibile.
-
In...?- lo spinse a continuare la ragazza.
-
In libreria- mentì spudoratamente Tom.
-
In libreria- ripeté Chrystal.
-
Già- disse Tom, annuendo, cercando di sembrare convincente
–
Gustav mi ha chiesto di prendergli un libro che ha ordinato,
perché
lui non ha tempo- continuò.
-
Capisco- fece Chrystal, nonostante fosse poco convinta – Beh,
allora già che ci sei, potresti prendere le cose che ti ho
detto!-
disse.
-
Certo!- rispose Tom, sedendosi sul letto per potersi mettere le
scarpe – Un momento,- aggiunse poi, mentre si allacciava le
stringhe – quali cose?- chiese, alzandosi e prendendo dal
comodino
le chiavi e il portafoglio.
Chrystal
roteò gli occhi, domandandosi perché il suo
ragazzo fosse così
sbadato.
-
Devi passare al supermercato a prendere i salatini,- disse –
poi
devi andare in pasticceria a ritirare la torta che ho commissionato
–
continuò – ed infine devi prendere il mio vestito
bianco in
tintoria: tieni lo scontrino, dovrai mostrarlo una volta arrivato
lì-
concluse, porgendo al ragazzo il foglietto - Credi che ti ricorderai?
-
Ovvio, per chi mi hai preso?- fece Tom prendendo lo scontrino
–
Supermercato, pasticceria e tintoria. Afferrato- aggiunse –
Torno
subito- disse quindi, dando un bacio a fior di labbra a Chrystal, per
poi uscire.
-
Non fare tardi!- tentò di dirgli la ragazza, ma il giovane
si era
già chiuso la porta alle spalle.
Qualche
minuto, mentre percorreva a gran velocità la strada che
separava lui
da Eva's Jewelry, la gioielleria più
cara di Amburgo, Tom
sentì il suo telefonino squillare.
Cercando
di non andare fuori strada, lo prese e se lo portò
all'orecchio.
-
Pronto?- disse.
-
Ehi Tom- rispose una voce maschile – Come
va?
-
Ciao, Bill- fece Tom – Bene, e tu?
-
Tutto ok- disse il biondo – Hai
preso l'anello per
Chrystal?-
Al
pensiero dell'anello che aveva scelto per chiedere alla sua ragazza
di sposarlo, Tom sorrise spontaneamente.
-
No- rispose – Sto andando a prenderlo proprio ora- aggiunse
– Voi
a che ora arrivate?
-
Non lo so- fece Bill sconsolato – Ruth
è ancora in alto
mare per via dei vestiti.
-
La fidanzata del guru della moda non sa cosa mettersi?-
scherzò Tom,
fermandosi ad un semaforo – Questa è tutta da
ridere.
-
Non è divertente- sibilò il
biondo.
-
Oh, e invece sì- ribatté il fratello.
All'improvviso
Tom udì dei colpi, come qualcosa che si rompeva in mille
pezzi,
seguiti poi da urla isteriche, condite con espressioni piuttosto
colorite.
-
Credo che tu debba andare- disse il ragazzo.
-
Sì, lo credo anche io- sospirò
Bill – Beh, ci vediamo
dopo. Sempre che ne esca vivo.
-
A dopo, fratellino- rise Tom, chiudendo la chiamata.
Rimise
il telefono in tasca, e una decina di minuti dopo arrivò di
fronte
alla gioielleria.
Appena
entrato, una sfavillante serie di preziose decorazioni quasi
l'accecarono.
Una
giovane dai lunghi capelli corvini, vestita con un tailleur beige
apparve davanti a lui.
-
Buongiorno- disse la ragazza – Benvenuto da Eva's
Jewelry.
Come posso aiutarla?
-
Buongiorno- salutò Tom – Dovrei ritirare un anello
da
fidanzamento. L'ho ordinato un paio di settimane fa.
-
Certo, signore- rispose la giovane – Può mostrarmi
la ricevuta?-
Il
moro sentì il proprio cuore perdere un battito.
-
La... la ricevuta?- ripeté, mentre il suo respiro si faceva
sempre
più accelerato.
-
Sì, la ricevuta- disse la giovane, perplessa –
Quella con cui può
ritirare l'anello-
D'un
tratto, nella mente di Tom apparvero delle immagini, tutte riferite a
due settimane prima: il giovane vide se stesso prendere la ricevuta
dalle mani della cassiera della gioielleria, per poi buttarla con
noncuranza in un cestino appena fuori dal negozio.
-
Signore?- fece la gioielliera – Si sente bene?
-
Io... io...- balbettò incerto Tom – Credo di
averla buttata-
* *
poco
dopo
-
Sei un idiota, Tom-
Bill
lo aveva sempre saputo, fin dalla culla: suo fratello aveva
decisamente qualche rotella fuori posto.
-
Non insultarmi!- piagnucolò il chitarrista, portando il capo
all'indietro, e posandolo sul poggiatesta del sedile – Ho
combinato
un vero casino- mormorò ad occhi chiusi.
-
Puoi dirlo forte!-
esclamò Bill – Cosa hai
intenzione di fare?-
chiese dopo qualche istante.
-
Suicidarmi- rispose senza pensare Tom.
-
Tom, non essere stupido-
lo rimproverò il biondo – Non
puoi comprarne un altro?-
propose.
-
Sì, potrei- disse il chitarrista – Se solo avessi
con me la carta
di credito- aggiunse subito – Se torno a casa ed esco subito,
Chris
s'insospettirà.
-
Con tutti i soldi che guadagni, non hai neanche
un po' di
contante in tasca?
- Bill, credi davvero che io
vada in giro con migliaia di dollari in contanti in tasca?
- Da te mi aspetterei di
tutto- commentò Bill.
Tom sospirò e decise di non
ribattere alla battuta del fratello.
- E adesso cosa faccio?- chiese
più a se stesso, che al cantante.
- Ti conviene inventarti
qualcosa alla svelta. Qui abbiamo finito. Tra poco partiamo. E credo
che Georg e Gus non siano da meno.
- Oh, maledizione- disse Tom,
schiaffandosi una mano in fronte – Devo andare a prendere le
cose
che Chris mi ha chiesto!
- Adesso?- fece Bill
–
Tom, sono le sette passate! Siamo in Germania, non a Los
Angeels!
Qui i negozi ad una certa ora chiudono!
- Lo so, lo so- borbottò il
chitarrista – Sarà meglio che vada, a dopo-
Senza aspettare che il fratello
rispondesse, Tom chiuse la chiamata, mise in moto l'auto e
sfrecciò
verso il più vicino supermercato.
Lo raggiunse in pochi minuti, ma
lo trovò chiuso.
Deciso a non arrendersi, passò
in rassegna altri tre o quattro supermercati. Tutti avevano chiuso da
poco.
- Ma cosa ti ho fatto di male?-
piagnucolò, alzando gli occhi al cielo, mentre si
allontanava
dall'ultimo negozio.
All'improvviso un ricordo
attraversò la sua mente, come un fulmine a ciel (quasi)
sereno.
- La torta!- esclamò,
accelerando di colpo.
Senza neanche a dirlo, mentre
giungeva alla pasticceria, il giovane video il camioncino bianco del
proprietario allontanarsi velocemente.
- Non è possibile- mormorò
Tom, appoggiando la testa sul volante, sconsolato.
Stava combinando un disastro
dopo l'altro, ininterrottamente.
Prima l'anello, poi il
supermercato, ed infine la pasticceria.
Qualcuno lassù lo odiava, ne
era fermamente certo.
Pochi istanti dopo, il suo
telefonino squillò.
Senza guardare il nome apparso
sul display, rispose subito:
- Pronto?
- Tom! Dove accidenti sei?!-
La voce squillante di Chrystal
lo fece ridestare immediatamente.
- Chris!- esclamò – Sono...
sono...- balbettò, senza sapere cosa dire.
- Senti, non mi interessa-
lo interruppe la giovane – Basta che ti muovi! E'
tardissimo! I
ragazzi sono già qui!-
Tom non fece in tempo a
rispondere perché Chrystal chiuse la chiamata piuttosto
bruscamente.
Era sull'orlo di una crisi
nervosa, l'aveva potuto sentire benissimo.
Il che significava che sarebbe
dovuto tornare il prima possibile.
Con un sospiro, fece retromarcia
e imboccò la via verso casa, quando d'un tratto si
ricordò di un
piccolo dettaglio: il vestito di Chrystal.
Fece immediatamente inversione
di marcia e premette con foga sull'acceleratore, pregando ogni santo
che almeno la tintoria fosse aperta.
* *
- Buonasera, signore! Deve
ritirare qualcosa?-
Quella voce fu come un sollievo
per Tom.
Davanti a lui, in piedi dietro
ad un bancone, stava una signora di mezz'età, con un
simpatico
accento spagnolo, i capelli nerissimi legati in una crocchia, e
ridenti occhi verdi.
- Sì- disse Tom – Un vestito.
Bianco.
- Va bene- rispose la donna, con
un sorriso – Lo scontrino?
- Un attimo- fece il moro,
infilando una mano in tasca – Eccolo!- aggiunse poi, tirando
fuori
lo scontrino, e facendo cadere un altro foglietto.
Porse lo scontrino alla signora,
che lo prese e con un “torno subito”,
lo lasciò solo.
Il giovane si piegò e prese da
terra il foglietto che gli era caduto. Fece per ripiegarlo e
rimetterlo in tasca, quando una scritta catturò la sua
attenzione:
Eva's Jewelry.
Non poteva crederci.
Quel foglietto era la ricevuta
dell'anello.
Quel foglietto era la sua
salvezza.
Non l'aveva buttato.
Non aveva gettato le speranze di
chiedere quella sera a Chrystal di sposarlo.
Senza nemmeno pensarci due
volte, corse fuori dal negozio, mentre la signora di poco prima,
tornata al bancone, gli urlava di fermarsi.
Salì in fretta e furia in auto
e partì verso la gioielleria, in una folle corsa contro il
tempo.
Arrivato davanti al negozio,
scese dall'auto, e si diresse verso l'ingresso.
Era tutto buio, e la saracinesca
era abbassata: non c'era anima viva, tranne lui.
Sospirò, deluso, e fece per
andarsene, quando con la coda dell'occhio, vide un fioco barlume
provenire dall'interno dell'edificio: qualcuno doveva essere ancora
dentro.
Si avvicinò alla finestra dalla
quale proveniva la luce, e riuscì ad intravedere la sagoma
di una
donna chinata sulla scrivania.
Batté qualche colpo sul vetro,
sperando che la donna lo sentisse.
Qualche istante dopo, vide la
figura alzarsi ed andare alla finestra, per poi aprirla di scatto.
- Lei chi è?- disse una signora
dai capelli grigi legati in una coda, gli occhi azzurri e la voce
roca.
- Sono Tom- fece il giovane –
Tom Kaulitz- aggiunse.
Gli occhi della signora
s'illuminarono.
- Buonasera, signor Kaulitz!-
esclamò- Ha bisogno? E' piuttosto tardi.
- Sì, lo so- ammise Tom – Ma
è urgente. Ha ancora il mio anello da fidanzamento?
*
*
più
tardi
Giunto davanti a casa sua, Tom,
con il sacchetto rosso contenente l'anello di Chrystal stretto tra le
dita, prese un respiro profondo, aprì la porta ed
entrò.
- Tom!-
Un'arrabbiatissima Chris gli si
parò davanti, ancor prima che potesse chiudere la porta.
- Sai che ore sono?- continuò
la ragazza – Dove sei stato finora? Abbiamo già
cenato!
- E' successo un grande,
grandissimo, casin...- provò a dire il moro.
- Cos' è quello?- chiese
Chrystal, interrompendolo.
Prima che potesse accorgersene,
la ragazza gli aveva sottratto il sacchetto dalle mani, ed ora lo
stava guardando.
- Tom, cos'è?- ripeté la
giovane, rigirando tra le mani una scatolina di velluto blu notte.
Tom le sorrise e si avvicinò,
prendendo l'oggetto dalle mani di Chrystal.
- Tom...?- disse la ragazza,
perplessa, mentre il suo cuore batteva sempre più forte.
Il moro le sorrise una seconda
volta, e, dopo essersi inginocchiato, aprì la scatolina.
Yes,
I know.
Vi
siete stufati.
Ma
che volete farci?! Vi romperò ancora per moooooolto
Piccola
parentesi, per chi non ha letto l'ultimo capitolo di Wedding Planner,
ribadisco che so che
Scotty non
c' è più, e questa sua apparizione anche qui non
vuole essere
offensiva, o cose del genere.
Bene,
aspetto le vostre recensioni!.
Adiosssssssssssssss
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