agonia

di Kima
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Nuova pagina 1 (In questa notte senza la mia luna scrivo queste parole come se fossero le ultime.
Un desiderio strano mi porta fuori, a vedere la sua reale assenza.
Il buio mi si stringe addosso in una morsa senza fine e la ragione non ha valore.)
E l’impotenza mi assale…Ed è reale.Come non vorrei.
Fa male.
È pioggia maledetta che esce dai suoi occhi che non vedo.
Che preferisco non vedere.
Mentre le sue mani, braccia mi cercano e trovano un corpo vuoto.
Come morto.
La pressione del suo corpo sul mio è ustionante.
Sto male.
Mi manca il respiro.
Il battito.
E mentre la stretta si fa morsa muoio lentamente.
Una morte orrenda.
Che il corpo non cambia.
Che distrugge ogni briciola di anima.
E l’impotenza è ancora più in me.Non riesco a fare nulla mentre il male la spolpa.
Uno spettacolo mostruoso a cui mi rifiuto di assistere.
Non resisterei.
Il respiro caldo sul collo mi da i brividi.
Poi un freddo soffocante.
Lei che si muove per la stanza.
Prego che non si accorga di questo, inutilmente.
Il mio corpo è fermo, il mio spirito disperato mentre lei lega baci a lacrime.
Una punizione meritata.
Forse.
O forse no.
Non so.
Non so nulla.
Qualcosa conficcato in testa si impedisce di pensare.
Ma non di soffrire.
O abbandonarmi.
O piangere.
O urlare.
Mi impedisce di scrivere per un attimo e qualcosa mi artiglia la gola.
E rimane lì mentre proseguo la mia inutile catarsi.
So bene quanto serva ma le mani non si fermano.
La mia mente logora va avanti a frasi da scrivere.
Come mi capita spesso.
Ma sta volta a parlare sono io.
Nessun altro.
A mostrarmi per il mostro che mi sento sono io.
E prego che qualcuno fermi tutto.
Che fermi le mie mani.
Che fermi lei.
Che fermi le lacrime mentre salgono sempre più veloci
E strariperanno presto
Senza che possa fare nulla
E le parole si confondono con le sue.
Con le sue preghiere e i suoi lamenti che non posso ascoltare
Perché di questo ho bisogno.
E non mi fermo
Mi basta n po’ di fiato.Mi fermo e tutto mi crolla a dosso.
Un attimo che non sopporto..
E combattendo con lei continuo l’ascolto.Ma le sue parole non mi bastano.
E non mi dispiace.
Scusami.
Non posso fermare il flusso della mia anima incapace di ogni altra cosa.
Le mia dita sanno fare solo questo.
Vorrei che restassero solo loro.
Che il resto del mio corpo sparisse.
Per non avere più il mezzo per farti male.
Per non poter più parlare.
Per non poter più non fare.
Non resiste ai moti della mia mente.
Non so che farci.
Non capisce.
Confonde.
Mentre spezzetta frasi con singhiozzi.
Non posso fermarmi perché non ho meta.
Perché il mio corpo pesa ANCORA.
È vittima di tutto.
E io con lui.
Perché ancora e per tanto potrò solo concepire solo questo.
Frasi da scrivere.
Nulla da dirle.
Da dirti.
E questa è la convinzione peggiore.
Su tutte.
Tutte quelle che in quest’attimo si sublimano nella mia impotenza.Avvelenata dal tuo pianto.
Vitrei momenti trascorrono mentre guardo i suoi occhi a lutto e il suo viso bagnato.
E io, incapace, mi mostro per l’inutile essere che sono.Ancora una volta.
Il mio io riflesso in una realtà che non sopporto.





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