“A Natale puoi fare
quello che non puoi fare mai…!”
Mancava
ancora un po’ alla mezzanotte di quel 24 dicembre.
Hogwarts
era immersa nel silenzio…ed era proprio questo a renderla
così affascinante.
Io Hermione Jane Granger sono
appena uscita dal mio
dormitorio…in pigiama… e un aria fredda mi fece
rabbrividire.
Indovinate un
po’?… Sono uscita senza la mia vestaglia e
muoio di freddo… e pensare che mi ritengono la ragazza
più intelligente di
Hogwarts. Vi stare chiedendo perché io la ragazza
più brillante della scuola,
so-tutto-io, maniaca delle regole…sono fuori dal mio
dormitorio…semplice vi
dico solo un nome: il carissimo preside di Hogwarts… il
professor Silente.
Si, perché il caro
vecchio dalla barba lunga a grigia che
spesso assomiglia a babbo natale, quest’anno ha avuto un idea
come dire…
pazzesca.
Per la cena di Natale ha pensato
di proporre un menù
insolito… cibo indiano.
Ecco perché mi trovo
fuori dal mio bel letto caldo: ho
fame!
Io ho sempre odiato le pietanza
indiane! Tutte quelle
spezie, quel peperoncino, tutti quegli odori afrodisiaci! Ma per
favore, io mi
ritengo più una tradizionalista: preferisco cento volte
succo di zucca e torta
di mele in vece che riso al curry e thè verde!
Oh Godric, non immaginavo che le
cucine fossero così
lontane, sarà che le mie membra chiedono rinforzi. Sento che
sto per svenire se
non metto immediatamente qualcosa sotto i denti! Maledette scale, a
forza di
cambiare mi stanno allungando il tragitto e il mio stomaco sembra
suonare i
tamburi durante una partita di Quiddicht.
Finale ce
l’ho
fatta! Ho raggiunto il quadro con sopra disegnata una natura morta che
funge da
entrata alle cucine. Sicuramente gli elfi staranno riposando, ma se si
svegliano mi costringeranno a farmi servire da loro ed è
l’ultima cosa che
voglio, perciò devo stare molto attenta a non creare troppo
disordine. Con un
colpo di bacchetta accendo qualche candela disseminata qua e la,
donando alla
stanza un aspetto un po’ più accogliente di quello
tetro provocato dal buio. Mi
avvicino ai fornelli mentre il mio stomaco reclama nuovamente del cibo,
così
decido di preparare qualcosa di buono e soprattutto di caldo. Una
cioccolata
con dei biscotti andrà benissimo! Mi giro e vedo delle
scodelle appoggiate sul
tavolo accanto ad una piccola finestra, mi sporgo da questa e vedo la
neve
scendere leggera sui prati della scuola: il classico bianco Natale del
mondo
dei maghi. Devo ammettere che questo è la prima
festività che trascorro lontana
dai miei genitori, dalla mia famiglia, ma il preside ha consigliato a
noi dell’Ordine
di non muoverci per paura di essere attaccati. Meglio prevenire che
curare,
come diceva sempre mia nonna.
Con un paio di movimenti della mia
mano l’impasto per i
biscotti è pronto. Mi accingo ad imburrare le teglie quando
una fiammata
incendia la legna nel camino, dando un tepore meraviglioso alle cucine.
Ma chi
sarà mai stato?
Faccio il giro, avvicinandomi al
sofà posto davanti al
camino e vedendo un ragazzo di spalle, con indosso una semplice camicia
e un
jeans chiaro. Biondo e lucenti capelli come l’oro gli ornano
il viso perfetto.
riconoscerei quel corpo dovunque… quei capelli anche al
buio… Draco Lucius
Malfoy era lì di fronte a me in tutta la sua bellezza.
“ Che ci fai tu
qui?”
“ Potrei farti la stessa
domanda”
“Non so se hai notato ma
la cena di stasera era molto…
come dire...particolare e non l’ho gradita…
così sono scesa per mangiare
qualcosa” risposi io in maniera gentile. Ormai non ero
più la bambina che gli
rispondeva sgarbatamente, avevo compreso che con lui era meglio
utilizzare
indifferenza per non finire dritta dritta al manicomio.
“ Non ti piacciono le
cose piccanti, mezzosangue?” chiese
lui ghignando e mostrando uno sguardo che trasudava pura e semplice
lussuria.
“Fottiti,
Malferret” fu la risposta della bella riccia,
che tornò dietro ai fornelli, ancheggiando e dando al
biondino Serpeverde una
panoramica meravigliosa del suo di dietro. Draco la seguì
con lo sguardo
vedendola intenta a raccogliere i capelli in una coda alta per evitare
che i
boccoli le si sporcassero con l’impasto. Prese in mano delle
formine che
appoggiò sulla sfoglia dei biscotti appena stesa, creando
così magnifiche e
diverse forme: orsacchiotti, stelline e cuoricini. Malfoy la guardava
completamente rapito da quanta grazia mettesse anche nelle cose
più semplici, e
rendendosi conto che Hermione non fosse solo una secchiona ma anche una
bellissima ragazza. Ebbe la possibilità di accorgersene
perché quella sera non
indossava l’austera divisa con la camicia chiusa fino
all’ultimo bottone e la
gonna fin sopra il ginocchio: aveva un semplice pigiama composto da un
pantalone lungo fino alla caviglie e una magliettina di cotone a
maniche
lunghe. La vide, poi, aprire il forno e metterci dentro le due teglie
preparate, chiudere e avvicinarsi a una credenza per prendere un
pentolino.
Aprì lo sportello di questa ma non trovò
ciò che cercava, così pensò che le
pentole più piccole dovessero essere riposte nel pensile
più alto. Si alzò
sulla punta dei piedi ma neanche così raggiunse lo
sportello. poco dopo allora
decisi di arrampicarsi su una sedia un po’ claudicante.
Ci salì sopra e prese
il pentolino, ma poco dopo il legno
della sedia cedette
sotto il suo peso,
ma prontamente qualcuno fermò la sua caduta. In poche parole
si ritrovò stretta
tra le braccia di Draco. Alzò lo sguardo rimanendo incantata
da quelle iridi e
mentalmente si diede della stupida per provare tanto piacere nello
stare
stretta al suo nemico di sempre.
“ Grazie
Malfoy”
“ Hai un buon profumo
Granger… sai di miele, vaniglia e…
biscotti” disse lui, senza ancora metterla giù, a
un centimetro dalle sue
labbra.
“ Ma che stai
dicendo?” chiese in un sussurro lei, senza
ribellarsi alla prigione delle sue braccia.
“ Che ho fame,
mezzosangue!” rispose lui, mettendola giù
e ghignando.
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