"...e vissero per sempre felici e contenti!"
"Ma
papà, tutte le favole che mi leggi finiscono sempre con
questa frase... perché?"
"È
il lieto fine piccola Eva. Tutti hanno un lieto fine"
"Anche
io quando sarò grande sposerò un bel principe e
vivremo insieme felici e contenti?"
"Certamente
piccola mia! Il tuo sarà un bellissimo lieto fine, ne sono
sicuro. Ora dormi che è tardi"
"Buona
notte papà, ti voglio bene *smack* "
"Buona
notte angelo mio *smack* "
Eva
era una bambina di 7 anni che viveva insieme al padre in un povero
quartiere di Londra. La madre di Eva era morta durante il parto e loro
due vivevano da soli ed in povertà (il padre con il lavoro
che faceva, riusciva giusto a provvedere al sostentamento di sua
figlia), ma nonostante ciò entrambi erano felici. I soldi
però erano appunto pochi, quindi Eva bighellonava tutto il
giorno oppure faceva qualche lavoretto qua e la, aiutando
così economicamente il padre. Essendo quello un quartiere
povero, non vigeva la legge e le risse, i furti e gli omicidi erano
all'ordine del giorno. Eva quindi crebbe in un ambiente ostile ed
imparò ad auto difendersi: combattimento corpo a corpo, con
armi bianche e perfino con quelle da fuoco.
Gli
anni passarono, Eva si faceva sempre più grande. Il suo
18esimo compleanno era oramai prossimo ed il padre stava risparmiando
da tempo dei soldi per comprarle un vestito elegante. Però,
da poco tempo era apparsa la mafia cinese in quel quartiere. Il loro
capo, un certo Ching, voleva avere il controllo assoluto del quartiere,
quindi andava in giro per le abitazioni ed i negozi a chiedere il
pizzo. E chi non pagava, se la vedeva male. Molto male.
Il
giorno prima del 18esimo compleanno di Eva.
"Papà
io vado a fare la spesa, non ci metterò molto, tu aspettami
che poi andiamo al cantiere insieme per il turno notturno!"
"Sì
Eva, non preoccuparti, io ti aspetto qui"
Dopo
pochi minuti bussarono alla porta. L'uomo si precipitò ad
aprire: "Eva tesoro, ti sei dimenticat... e voi chi sareste?". Due
uomini vestiti di nero e dai tratti orientali si stagliavano oltre la
soglia. "Tu devi pagale il pizzo a Don Ching, altlimenti noi fale a te
molto male!".
"Ma
io non ho soldi, se pago voi a me poi non rimarrà
più nulla"
"Non
essele ploblema nostlo. O paghi o te la vedlai con noi".
Purtroppo
l'uomo non poté pagare e venne picchiato a sangue.
"Lipasselemo,
falesti meglio a tlovale i soldi pel Don Ching". Detto questo i due se
ne andarono.
Quando
Eva tornò, trovò la porta aperta. Si
precipitò all'interno della sua abitazione e
trovò il padre pieno di ferite e sangue. Aveva in mano un
biglietto.
"PAPA'!
RISPONDIMI, COS'È SUCCESSO, PAPA'!"
L'uomo
oramai era morto. Eva, dopo essersi ripresa, prese la lettera e la
lesse.
"Cara
Eva, purtroppo gli uomini di Ching sono arrivati anche da noi. Non
avevo i soldi per pagarli, così mi hanno picchiato.
Purtroppo non sono mai stato forte di costituzione e sento che sto
morendo, quindi ti scrivo quest'ultima lettera. Ho messo dei soldi da
parte, sono sotto al divano. Volevo usarli per comprarti un bel vestito
elegante per il tuo 18esimo compleanno, così da poter
contribuire al realizzarsi del tuo 'lieto fine'. Utilizza quei soldi
per scappare da questa città e farti una nuova vita altrove.
So che riuscirai a realizzare il tuo lieto fine. Non ti arrendere e non
perdere MAI la speranza. Spero di essere stato un buon padre nonostante
tutto. Vai piccola mia e buona fortuna.
Il
tuo papà"
Eva
non aveva nemmeno più la forza di piangere. Prese i soldi ed
andò al mercato nero per comprare: una spada, un fucile
semi-automatico e dell'esplosivo. Si diresse quindi verso la base di
Ching. Eliminò tutte le guardie che le si paravano davanti,
fino ad arrivare all'ufficio di Ching, residente all'ultimo piano.
"E
tu chi salesti?"
"I
tuoi scagnozzi hanno ucciso mio padre!"
"Non
ha pagato pizzo? Beh, non è un mio ploblema se non liesce ad
incassale qualche colpo. Mi dispiace pel te, ma tutti devono pagale"
"Hai
ragione, tutti devono pagare. Ora tocca a te"
Eva
si scaglio contro Don Ching e gli puntò la spada alla fronte.
"F-felma,
cosa cledi di fale? Ho dato l'allalme, sei platicamente spacciata! Se
pelò mi lascelai andale, potlai salvalti. Perlché
non te ne tolni a casa?"
"Quale
casa? Una casa vuota, una casa senza nessuno che ti aspetti, una casa
buia. Dimmi Don Ching, tu credi nel lieto fine?"
"Eh?
Ti semblano domande da fale?"
"RISPONDI!
CREDI NEL LIETO FINE?"
"NO
CHE NON CI CLEDO, NON SIAMO MICA IN FIABA!"
"È
quello che volevo sentire". Detto questo, infilzò la lunga
lama nella testa del cinese. Arrivarono gli uomini di Ching che,
vedendo la scena, cominciarono a sparare. Eva fu ripetutamente colpita
in ogni parte del corpo. Ma prima di morire, pensò: "..sei
un bugiardo papà.. non esiste il lieto fine... ma ti
ringrazio per avermi dato la speranza... la speranza per una vita
migliore... Ora cenerentola cadrà e la scarpetta
andrà in frantumi. E non ci sarà nessun principe
azzurro disposto a raccoglierla e sistemarla"
Eva
era a terra esanime, in una pozza di sangue.
Era
oramai mezzanotte. Il Big Ben stava facendo gli usuali 12 rintocchi.
Giunto al 12esimo, un'enorme esplosione distrusse la base di Ching e
tutti quelli al suo interno.
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