1. ELDRIS
Ciao!
Rieccomi. Come vi avevo ventilato, non sono ancora pronta ad archiviare
questi due a cui mi sono affezionata. E visto che sto ancora
sperimentando, questa volta li troviamo alle prese con problemi meno
drammatici… le rispettive madri!
L’inizio
di questo capitolo è un po’ piccantino, ma insomma questi
due stanno insieme da un mese, quindi.. che si divertano!
Buona lettura
1 ELDRIS
Kili si attardava davanti ai resti della colazione, e con il
mento appoggiato alla mano contemplava la sua fidanzata davanti a lui
dall’altra parte del tavolo. Miralys sorseggiava l’ultima
tazza di tè, e contemporaneamente prendeva appunti su una
pergamena appoggiata accanto al piattino.
Kili adorava l’espressione concentrata che lei
assumeva mentre lavorava, e la punta della lingua che sporgeva tra le
labbra rosse; un ricciolo biondo le ricadeva spesso su un occhio e la
proprietaria lo soffiava via con uno sbuffo esasperato, mentre quello
insisteva nel riprendere la sua posizione.
Era passato un mese e da allora Miralys si era insediata
tranquillamente nelle stanze e nella vita di Kili, tanto che il giovane
Re non riusciva a ricordare come gli fosse stato possibile vivere senza
di lei. Adorava il suo profumo che aleggiava nelle stanze; adorava che
gli portasse una tazza di tè nello studio quando era
impegnato fino a tardi con Balin; adorava perfino le mille forcine per
capelli che gli finivano sotto i piedi quando girava scalzo; adorava
allungare la mano di notte e trovarla accanto a sé. Con lei
vicina si sentiva completo, e forte abbastanza da sfidare il mondo
intero… e mandare avanti un regno di nani cocciuti, irascibili
ed imprevedibili, nonché spesso permalosi, impegnati in uno
sforzo colossale, era tutt’altro che una passeggiata.
Con la stessa naturalezza Miralys si era inserita al suo
fianco nella vita del regno; in attesa di chiamarla Regina, i Nani la
chiamavano ‘la Signora’ e l’adoravano quanto il
loro Re, anche perché lei aveva continuato a lavorare in
mezzo a loro ed a prestare la sua opera esattamente come faceva quando
era solo Miralys la guaritrice.
E la notte… il cuore di Kili accelerò i
battiti, ricordando ogni meravigliosa notte che avevano trascorso
l’una nelle braccia dell’altro, scoprendo i loro più
intimi desideri ed infiniti modi di darsi piacere e di perdersi
in un universo d’amore dove esistevano loro due soltanto.
Quella stessa notte si era lasciato trascinare in una
maliziosissima discussione del tutto priva di senso, in esito alla
quale aveva scommesso che sarebbe riuscito a rimanere immobile
qualsiasi cosa la sua compagna facesse. Dopo tre minuti si era accorto
di essersi ficcato in una trappola con entrambi i piedi, come si dice;
ma anche che si trattava di una scommessa che sarebbe stato ben lieto
di perdere. Ma non subito, no: ne andava della sua dignità.
Così si ritrovò disteso, con addosso solo
l’intimo, con le dita aggrovigliate al lenzuolo sotto di lui ,
mentre lei percorreva il suo corpo con le labbra e con la lingua. Era
partita dal polso, poi l’interno delle braccia, l’ascella,
il collo… qui aveva indugiato soffiando piccoli baci e morsi
delicati dall’orecchio alla spalla, poi ancora su… una
leccatina ed un morso al lobo dell’orecchio… poi lei aveva
cominciato a sussurrare, con una voca roca che gli provocava mille
brividi.
“Sei bellissimo… sei mio, tutto mio…
voglio baciarti…” Kili si sentiva girare la testa e
non riuscì a non risponderle.
“P-per Durin, non ci posso credere… mi
fai… ah! .. impazz…nnnh! … T-ti voglio, non r-
res…” E lei, subito:
“Ti arrendi?” Kili sentì che la sua
volontà stava rapidamente svanendo, ma il suo orgoglio fece
resistenza.
“No, per Mahal! Non ….
mmmh…a-ancora..!!” reagì, artigliando con
più decisione il lenzuolo.
“Kili…?” Miralys, alzando gli occhi dalla
pergamena su cui aveva appena terminato di scrivere, aveva sorpreso il
suo amato con uno strano sguardo perso.
Nessuna risposta.
Quando la bocca di Miralys trovò il capezzolo, Kili
ansimò forte: lei succhiava, e leccava, ma quando
cominciò a mordicchiare, sussultò.. e non è ancora arrivata a…
Come se gli avesse letto nel pensiero, quella lingua
perversa cominciò a percorrere lentamente la linea sottile di
soffice peluria che scendeva verso l’ombelico; qui
indugiò, giocando con alcuni peli, mentre le mani arrivavano
vagando ad accarezzare i fianchi, poi più giù, sotto
l’ombelico… le dita curiose seguivano la piega
dell’inguine, infilandosi sotto l’indumento… Kili
stava per perdere completamente la testa. Un rumore sospetto lo
avvertì che le sue dita avevano strappato il lenzuolo, ma
non avrebbe potuto farci niente nemmeno se ne fosse andato della sua
vita.
Le dita perverse sciolsero l’ultimo laccio e lui
fui gloriosamente nudo. Dopo alcuni secondi si levò una serie di
gridolini meravigliati ed alle orecchie incredule di un giovane re
esterrefatto giunsero valanghe di complimenti e di commenti
assolutamente espliciti. Ma cosa sta… dicendo…
La serie successiva di baci, carezze e leccatine rese chiaro
a chi… cosa… i complimenti ed i commenti fossero diretti.
Il tutto andrò dritto alla testa di Kili, togliendogli qualsiasi
idea coerente.
“Non ne p-posso più … ah… fino a
quando…oh! devo stare f-fermo per vincere… mmmh
… la sc-sommes… ah! …sa?” farfugliò.
Kili, senza fiato, ormai al limite, vide gli occhi di
Miralys percorrere lentamente, con insistenza, tutto
il suo corpo, fino a catturare i suoi; e quello che vi lesse
pose fine a qualsiasi resistenza.
“Quale scommessa..?” chiese lei con un’espressione innocente.
Cinque secondi dopo lui l’aveva inchiodata sotto di sé con il suo peso.
“Maledetta,” sussurrò con le labbra sulle
sue. “Me la pagherai. Questa notte ti prenderò così
tante volte che chiederai pietà…”
Lei gli morse un labbro. “Cosa stai aspettando?” rispose, con voce arrochita, infilandogli la lingua in bocca.
Nessuno disse più una parola per molto, molto tempo.
“Kili?.. Kili!!!”
“Eh? Cosa?” il giovane re sussultò, incontrando lo sguardo interrogativo di due occhi verdi oltre la tavola.
“A cosa stavi pensando?”
“A questa notte… “ Miralys arrossì ed abbassò gli occhi. Incredibile! Pensò Kili. Come fa ad essere così… così ‘perversa’ di notte ed arrossire di giorno?
“Ti amo. Non riesco ancora a credere a questo
miracolo.” Kili tese la mano attraverso la tavola e Miralys
allungò la sua; lui la prese e baciò le dita. Gli occhi
verdi lo guardarono così pieni d’amore che il cuore di
Kili fece una capriola.
“Io ho paura a crederci…”
Dopo qualche minuto si riscossero, avevano entrambi da fare.
“A proposito, amore, Irridis mi ha detto di
protestare con il fornitore di tessuti: dice che le nuove lenzuola sono
del tutto scadenti, si strappano solo a dormirci…” Prima
che Kili potesse formulare una risposta adeguata, entrò
Balin con un fascio di lettere.
“Buongiorno a voi!” esordì. “Ieri
sera è arrivato un drappello dal Colli Ferrosi, con una serie di
dispacci ufficiali ed alcuni non ufficiali. Il capo del gruppo ha
ordine di consegnarli direttamente a te, Miralys; l’ho
fatto aspettare nella prima sala di ricevimento.” Miralys
sollevò le sopracciglia.
“Cosa avrà mio padre da dirmi di così riservato? Sono curiosa!” si alzò ed uscì.
A loro volta Kili e Balin si trasferirono nello studio
del re. Come si erano aspettati, con molte circonlocuzioni ed un
fiorito linguaggio ufficiale Dàìn si dichiarava
“compiaciuto” che “Sua Maestà il Re sotto la
Montagna” si fosse a sua volta “compiaciuto” di
chiedere in sposa la sua “umile” ( Umile a chi?
pensò Kili) figlia e di unire così i due rami principali
dell’illustre casato di Durin e bla-bla-bla… chiedendo
tuttavia che il matrimonio fosse rimandato all’autunno e nel
frattempo la figlia tornasse a casa per i preparativi adeguati al rango
degli sposi.
Balin era molto stupito.
“Non capisco quale motivazione politica vi possa essere
dietro questa richiesta. Il matrimonio è un vantaggio per
entrambe le parti..”
“Non che me ne importi un fico secco dei vantaggi politici,” interloquì Kili.
“… anzi, avrebbe dovuto insistere perché
venga celebrato al più presto. Anche perché sono quasi
sicuro che sa benissimo come stanno le cose tra voi…” e
così dicendo Balin alzò un sopracciglio con espressione
eloquente. Kili sbuffò.
“Zio, ne ho passate di tutti i colori in questi ultimi
mesi, non sono disposto a rinunciare alla cosa più bella della
mia vita per motivi di convenienza! E di certo non ho alcuna intenzione
di aspettare l’autunno! Miralys ed io ci sposeremo a
Calendimaggio, lo stesso giorno dell’incoronazione
ufficiale. Abbiamo un regno da ricostruire, non possiamo perdere
tempo in cerimonie! E con questo il discorso è chiuso!”
“E, di grazia, come pensi che si possa esprimere questo
concetto in linguaggio diplomatico?” lo apostrofò il
vecchio nano.
“A me, lo chiedi? Trova una scusa, che ne so… posso dire che Miralys è incinta?”
“Perché, lo è?”
“Non so, ma potrebbe!” In quel momento nella stanza entrò come un turbine una furibonda Miralys.
“Kili! Scrivi a mio padre che dobbiamo sposarci subito perché sono incinta!”
“Lo sei?” il cuore di Kili perse un battito.
“Non lo so,” ammise lei, “ ma potrei, non ti pare?”
“Ragazzi,” intervenne Balin, “ smettetela
di dire sciocchezze, calmatevi e cerchiamo di capire perché
Dàin ci sta chiedendo queste cose..”
“Non è lui!” lo interruppe Miralys.
“E’ mia madre! La solita arrogante, vanitosa,
velenosa…lei! Lei! Leggi!” così dicendo,
sbattè sul tavolo una pergamena aperta,
e scoppiò in lacrime.
Kili si alzò di scatto e la prese tra le braccia. Era allibito; non l’aveva mai vista tanto sconvolta.
“Mira, Mira, tesoro, non fare
così…” lei continuava a singhiozzare
disperatamente, il viso nascosto nella spalla di lui, aggrappata alla
sua camicia che stava, tra l’altro, inondando di lacrime.
“Di-dice che sono una p-poco di buono! C-che si
v-vergogna di m-me! Che s-se non torno a casa t-tutta la m-maledetta
stirpe di D-Durin saprà che s-sono la t-tua amante! C-che getto
discredito s-su di lei e s-sulla famiglia! C-che lei vuole
che s-sua f-figlia abbia il p-più grande m-matrimonio della
st-st-storia! E c-che io le r-rovino sempre t-tutto! E m-mi
augura di avere una f-figlia sc-sc-sciagurata come me!”
Tutto questo rotolò fuori dalla bocca della giovane
nana insieme a molti singhiozzi. Kili la strinse più forte.
maledicendo la sconosciuta futura suocera. Aveva capito che Miralys non
andava d’accordo con la madre, ma non si era reso conto di quanto
profonda fosse la ferita che la sua fidanzata si portava dentro. Come può essere così perfidamente egoista? Ma la cosa importante, in quel momento, era arginare il fiume di lacrime che si stava riversando sulla sua camicia.
“Cara, non ho nessuna intenzione di accontentarla. I
nostri programmi non cambiano, si tratterà solo di trovare una
scusa che non provochi una guerra.. anche se devo dire che la
tentazione è forte!” Poi il Re sotto la Montagna
abbassò la voce.
“Mira, pensi davvero che rinuncerei ad un solo
minuto con te? Ti ho trovata e non ti lascio certo andare via…
“ Kili affondò il viso nella chioma bionda, coprendola di
piccoli baci. “ Cara, sono tutte sciocchezze. Forse un gruppo di
vecchie acide carampane dei Colli Ferrosi potrà criticarti, ma
ormai la tua casa è qui, e qui tutti ti adorano e nessuno
si sogna di biasimarti… visto che rendi tanto felice il loro re!
Ed io ti amo…”
Miralys trasse un lungo sospiro tremante, staccò le
dita dalla camicia di Kili e lo abbracciò. Lui le sollevò
il viso e le asciugò le lacrime con la punta delle dita.
“Guardami… così. Noi ci amiamo,
tesoro,” le disse accarezzandole la guancia e scostandole dal
viso i riccioli ribelli che vi si affollavano, “ e siamo insieme.
Tutto il resto non conta.” La baciò sulla punta del naso.
“E se dovessi avere una figlia come te” piccolo bacio sulle
labbra, “ giuro che sarò suo schiavo per tutta la
vita!” E quando Miralys iniziò ad obiettare, Kili
trovò un rapido sistema per impedirle di parlare.
Balin cominciò a sentirsi – e non era la prima volta – decisamente di troppo.
Fu solo nel pomeriggio che Kili si accorse che, insieme alla
lettera della madre di Miralys, ce n’era un’altra.
Stava infatti per gettarla disgustato nel camino quando vide il
secondo biglietto.
“E’ di mio padre,”disse Miralys aprendolo. La ragazza era ancora scossa, ma la tempesta era passata.
“Senti cosa scrive: ‘Mi
dispiace di tutto questo, ma tua madre Eldris non si è ancora
ripresa dallo choc di non essere diventata Regina di Erebor e mi
sta rendendo la vita impossibile. Quando è arrivata la domanda
ufficiale di matrimonio, ti dirò, figlia mia, ho avuto tre
splendidi giorni di pace. Le dame hanno iniziato a litigare tra loro
per stabilire chi sono le tue migliori amiche …’ Amiche di chi? Mi hanno sempre guardata arricciando il naso come se mandassi cattivo odore!” ‘..che dovranno diventare le tue dame d’onore…’ starà scherzando!.. ‘i
gentiluomini hanno discusso tra loro per chi dovrà essere il tuo
consigliere capo; non ho avuto cuore di dissuaderli, anche
perché mi sono stati fuori dai piedi per un bel po’.
Immagino che ci penserà il tuo giovanotto a trovare
un’occupazione a tutti quanti, se mai dovessero
presentarsi; ma sappia che non hanno mai fatto un giorno di lavoro
utile in vita loro.’
“Non è difficile imparare a maneggiare un badile
o un piccone,” commentò Kili. “Immagino che
Glòin possa impiegarli in qualche sgombero. Ci sono ancor stanze
invase dalle macerie…”
“Non ne saranno contenti… “ ridacchiò Miralys.
“Vedrai che Dwalin saprà convincerli che il
badile è meglio che finire nelle segrete… anche se mi
dicono che l’odore del drago si sta attenuando, sono sempre
mooolto umide.”
“Ascolta!..
‘Quanto a tua madre, ha rimuginato sulla questione per qualche
giorno: doveva decidersi se sentirsi offesa perché avrai un
rango superiore al suo oppure se sfruttare la situazione. Alla fine ha
optato per quest’ultima soluzione : vuole almeno un po’ di
gloria riflessa ed è decisa a trasformare il tuo matrimonio in
una baraonda epocale. Credo che voglia invitare tutta la Casa di Durin
compresi i cugini di quattordicesimo grado di Gabilgathor!’ Oh no..!” gemette Miralys. Quanto a Kili, brontolò:
“Non si aspetterà mica che paghi il conto! Quanto pensa sia grande il tesoro di Smaug?”
“Cosa faremo, amore?..’Figlia
mia, lo so che non vuoi nessuna baraonda, che non vuoi
aspettare e soprattutto che non intendi tornare a casa ( in
effetti mi dicono che ti sei sistemata benissimo… e
definitivamente). Per me va più che bene; solo, ragazzi, trovate
una scusa decente per Eldris o sarò costretto a liberarmene una
volta per tutte , e sappiate che c’è il rischio che si
presenti alla vostra porta.” Che Mahal ci salvi!”
“Deve solo provarci…” mugugnò Kili.
“Potrei sempre attirarla in qualche sotterraneo e far crollare
l’ingresso…”
“Ma senti qua! Possibile che nessuno abbia un’idea originale? ‘Puoi sempre dire che sei incinta, figlia mia… non mi dispiacerebbe diventare nonno.’
Sto cominciando a pensare che si potrebbe prendere in considerazione
l’idea…” Miralys lanciò a Kili uno sguardo
obliquo.
“Preferirei abituarmi ad un cambiamento alla volta; non
ho ancora capito come si fa il re, sto cercando di capire come si fa il
marito…” commentò lui.
“Non è che te la cavi male, caro… almeno nelle cose essenziali..”
“Tu credi…? Mi fa piacere, ma potrei aspettare
almeno qualche mese per iniziare a fare il padre? Ho il sospetto
che sarà la più faticosa delle tre
attività… ”
“Uhm! Vedremo. Comunque c’è ancora qualcosa. ‘Ti mando un paio di carri con le tue carabattole: non sia mai che mia figlia non abbia niente da mettersi!’
“Due carri di carabattole??” Kili si
guardò intorno esageratamente allarmato. “E dove li
mettiamo?”
“Potremmo sistemarli nella tradizionale camera da letto
della regina…” disse Miralys scoccando al suo amato
un’occhiata assolutamente maliziosa, “… tanto non
credo che verrà mai usata.”
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