Fiorisci per me
Questa
è una storia antica, davvero antica…
Narra
di un amore fatato, nato ed appassito in un giardino, racconta di un
puro sentimento ostacolato dalla guerra. Sbocciato tra le verdi colline
siciliane… In un’era dove le relazioni erano
ancora colorate e fresche come le rose e non monocromatiche ed aride
come la steppa... Quando nulla era dato per scontato e non si giocava
con le persone solo per passatempo… Quando ci si conosceva
alla luce del sole e non dietro uno schermo... Quando vedersi era
importante e si parlava faccia a faccia…
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Correva
l’anno 1800, in una grande proprietà nelle
campagne siciliane era stata costruita una possente villa, in pietra e
legno. Il suo proprietario era stato un grande magnate del commercio
ed, essendo molto anziano e prossimo alla morte, amava trascorrere il
pomeriggio seduto nel giardino. La sera prima di rientrare ammirava il
tramonto e parlava alle sue amate piante. Così il sole, per
farlo sentire meno solo durante l’inverno, con uno dei suoi
raggi d’oro purissimo baciò il giardino;
rendendolo magico. Gli alberi e i fiori e i cespugli erano sempre
fioriti e carichi di frutti: come se fossero immersi in una perenne
primavera. Il più bello in assoluto era un albero di
melagrane, era anche il più particolare: possedeva una
coscienza propria e, sacrificando uno dei suoi succosi melograni,
poteva assumere le sembianze di un essere umano. Era anche
l’unico albero ad avere un nome, si chiamava Gramigna. Era
stato deciso da Peppino, il giardiniere: quando, dopo una gelata, il
melograno era stato il primo a rifiorire più rigoglioso di
prima. Esattamente come la gramigna, anche se ti accanisci ad
estirparla ricrescerà più forte di prima. Peppino
allora aveva impresso il nome sul tronco del melograno e da allora
tutti lo conoscevano così. Passarono gli anni, e, molti
decenni dopo, la casa venne acquistata da un notaio e la sua famiglia
Avevano
ben sei figli, tra cui un bellissimo diciassettenne: Fortunato, che
amava moltissimo leggere steso sotto le fronde del Melograno. Il
passatempo preferito di questi era stare a guardare quel ragazzo dagli
occhi color foglia e i capelli scuri come la notte. Un giorno il
livello del suo amore per il ragazzo diventò così
alto che lo volle incontrare, quindi sacrificò uno dei suoi
frutti più succosi e apparve nelle sembianze di una ragazza
di all’incirca quindici anni. Aveva gli occhi rossi come il
succo della melagrana da cui era nata e lunghi boccoli bronzei. Vestita
di un lungo abito smeraldino calzava delle delicate scarpette di petali
aranciati. Erano circa le dieci della mattina e a quell’ora
Fortunato era con il maestro ad imparare ad essere un giorno come suo
padre. Sedette sull’erba e, nell’attesa,
si addormentò. Passarono molte ore e, quando il sole
cominciò a calare per riunirsi all’orizzonte,
Fortunato arrivò con il suo fedele libro
sottobraccio. Notò la ragazza e vedendo il suo
viso dormiente se ne innamorò. Mentre era intento ad
osservare un’ignara Gramigna quest’ultima
aprì gli occhi ed arrossì di botto. Fortunato
rise e si presentò, la ragazza del Melograno aprì
la bocca per rispondere ma non ne uscì alcun suono. Gramigna
la richiuse di scatto e si coprì le labbra rosa con le mani.
Fu assalita dal terrore: lei non aveva voce e, oltretutto, non sapeva
parlare, di umano aveva solo l’aspetto. Il giovane
guardò prima l’albero alle loro spalle e poi la
ragazza, infine il suo viso si illuminò come se avesse
capito qualcosa di molto importante. Improvvisamente chiese :- Tu sei
il Melograno, ho ragione? - Gramigna sorrise ed annuì,
dopodiché indicò la scritta impressa sul tronco
“Gramigna”
. Fortunato sorrise ancora e replicò :- Hai un bellissimo
nome, mi piace tanto. - La ragazza arrossì di nuovo e
Fortunato rise. Dopo un po’ anche sul viso di lei si
aprì un sorriso dolcissimo: era appena cominciato il loro
sogno d’amore.
Passarono
tre anni e Fortunato dovette partire per la guerra, era
l’anno 1915. Prima di abbandonare l’uscio di casa,
il figlio del notaio bussò sul tronco di Gramigna e, quando
lei apparve, la baciò e le disse addio. Passarono tre
inverni, durante la primavera del quarto anno i commilitoni di
Fortunato portarono la notizia che questi era perito in trincea. Quando
Gramigna sentì ciò si sentì tanto male
che cominciò ad appassire. Passarono i mesi e durante una
gelida notte invernale, sotto la pioggia battente, il Melograno
sentì bussare sul suo tronco. Era Fortunato, aveva la febbre
altissima ed era ferito, e nel vedere le foglie della sua amata tutte
gialle e i frutti anneriti una lacrima perlacea solcò il suo
viso abbronzato. Combattendo il senso di debolezza e vertigine dovuto
al febbrone chiamò a gran voce la ragazza, pregando
perché lo sentisse, :- Gramigna! Gramigna! Ti prego esci!
- Lei era reticente, ma permise alla speranza di aprire una
breccia nel suo cuore e apparve seduta su un ramo. Fortunato
trovò, non si sa come, la forza di sorride e dire :- Te ne
prego, fammi godere un’ultima volta del tuo dolcissimo
sorriso, trovane la forza, fiorisci per me. - Il viso di Gramigna
sbocciò in un sorriso dolcissimo e, in contemporanea, sopra
la testa del suo amato nacque una gemma che si trasformò
presto in un fiore e poi in un frutto contornato da tre foglie verdi.
Fortunato carezzò delicatamente l’incisione sul
tronco e, chiudendo gli occhi con un sorriso beato in viso,
spirò.
Il
giorno dopo i familiari del ragazzo lo trovarono appoggiato al suo
amato albero di Melagrane, ancora con il sorriso sulle labbra. Sopra il
suo capo penzolava l’unico frutto non appassito
dell’albero. Da quel giorno quel Melograno non
fiorì più, ma si dice che se ti siedi sotto le
sue fronde nella sere d’estate al chiaro di luna puoi ancora
sentire la storia dei due innamorati, raccontata dal dolce mormorio
delle sue foglie smeraldine.
Ora
vi confesso un piccolo segreto: il Melagrano è a casa mia. E
questa storia me l’ha raccontata proprio lui…
Beh,
buonasera :)
Un
bel po' di tempo fa ho scritto questa storiella e stasera boh? Mi
è venuta voglia di pubblicarla. Spero vi sia piaciuta,
perche non mi lasciate un commentino? Leggere i pareri è
sempre bellissimo, e se non lo fate non vi mangio mica (tranquilli, se
non lo fate non vi mangio lo stesso... Forse ;p)
Baciottoloni,
NutAndBoltSet
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