15
anni:
Aphrodite
stava immobile sul letto, incapace di muoversi. Persino respirare gli
sembrava
una cosa troppo dolorosa. La musica gli risuonava in testa troppo alta
attraverso le cuffie dell’I-pod, ma almeno lo
tranquillizzava, impedendogli di pensare.
Cos c’era di sbagliato in lui? Perché doveva
sempre sentirsi diverso? Troppe
cose, voleva troppe cose: la sua vita era caratterizzata
dall’eccesso, che era
persino un peccato. Sarebbe finito all’inferno…
forse lì avrebbe trovato quel
di più che gli mancava.
Lui
che
voleva un pezzo di paradiso si sarebbe forse trovato meglio in
compagnia dei
demoni. In fondo, era abituato al dolore: incompreso, circondato da
amici eppure
terribilmente solo.
Ma
la
colpa era sua, lo sapeva: gli altri davano il massimo per lui, avevano
cercato
di aiutarlo in tutti i modi, ma era stato inutile.
Il
problema era lui.
Chiuse
gli occhi, prendendo un respiro profondo: se era inutile fuggire a quel
tormento, tanto valeva affrontarlo ed arrivare fino in fondo.
Fu
lì,
steso su un letto a soffrire sentendosi ancora e per sempre troppo
diverso che
Ariel Kalevi Aphrodite decise che avrebbe ceduto a quel desiderio
folle: la
bellezza perfetta.
Questo
è
solo una specie di prologo… le recensioni sono sempre molto
gradite!
P.S.
Non
so il vero nome di Aphrodite, Ariel o Kalevi?
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